Energia per l`equilibrio

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Transcript Energia per l`equilibrio

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nn Salute Terapia elettromagnetica non invasiva per migliorare i riflessi del corpo
Energia per l’equilibrio
La terapia è indicata per gli anziani a rischio di cadute traumatiche
di Elena Correggia
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e è vero che con l’invecchiamento si modifica naturalmente la deambulazione e si riduce la capacità di rispondere
agli stimoli esterni, è bene intervenire per prevenire il
rischio di cadute. L’Istituto superiore di sanità stima infatti
che il 28% degli ultrasessantacinquenni in Italia sia vittima delle
conseguenze, anche gravi, delle cadute. Per migliorare i riflessi del
corpo e la sua capacità di reagire ai fattori che possono provocare
la perdita dell’equilibrio, il Centro diagnostico italiano di Milano
ha introdotto l’uso di una terapia elettromagnetica non invasiva, la Triple
energy postural stabilization (Teps).
«Si tratta di un sistema che emette
impulsi elettromagnetici a bassa intensità con specifiche caratteristiche,
per esempio in termini di frequenza e lunghezza delle onde, generati
contemporaneamente da tre diverse
sorgenti di energia elettromagnetica:
i raggi infrarossi, un laser a bassa
potenza e una Tens (stimolazione
elettrica transcutanea dei nervi ndr)»,
spiega Maria Gaia Girone, fisiatra del Centro diagnostico italiano
di Milano. Gli impulsi elettromagnetici esterni provocano una variazione del potenziale elettrico dei recettori sensoriali dei muscoli,
rendendoli più reattivi allo stimolo nervoso. «La biostimolazione
agisce proprio sui fusi (recettori) neuromuscolari allo scopo di
rimodulare la funzione neuromuscolare; la terapia è indolore ed è
veicolata mediante elettrodi applicati per 10 minuti a contatto della
cute in punti precisi», prosegue Girone, «la Teps risulta indicata
innanzitutto per gli anziani che hanno problemi di equilibrio, per
chi è già caduto ed è quindi più timoroso nel camminare, per chi
soffre di vertigini ma anche per coloro che necessitano di una rieducazione dell’equilibrio alterato a causa, per esempio, di problemi
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muscolo-scheletrici pregressi o neurologici non degenerativi e non
in fase avanzata».
Pur non trattandosi di una terapia risolutiva, la Teps migliora la
qualità, la velocità del cammino e la stabilità posturale con un
risultato che si mantiene per 45-60 giorni. Di norma si effettuano
almeno tre applicazioni di Teps, ma per valutarne il numero necessario e l’efficacia si misurano alcuni parametri inerenti l’equilibrio
prima e dopo il trattamento attraverso la pedana stabilometrica. In
particolare si verifica la stabilità, la velocità del cammino e la resistenza al push test, una perturbazione dell’equilibrio del paziente
iin posizione eretta per comprendere
lla forza che la persona oppone alle
sspinte laterali. La Teps può quindi
rrappresentare una valida integrazion
ne a un programma di rieducazione
m
motoria che utilizza esercizi attivi
p
per migliorare l’equilibrio statico e
d
dinamico e per potenziare la consap
pevolezza del paziente nell’eseguire
u
una corretta deambulazione.
««È importante ricordare che il prob
blema delle cadute nella popolazione
aanziana non è semplicemente legato
al fatto che siano frequenti», afferma Giuseppina Di Stefano, fisiatra
responsabile del Centro di fisioterapia e riabilitazione del Centro
diagnostico italiano, «si tratta, infatti, di una combinazione tra la
loro incidenza e la probabilità che portino come conseguenze
delle lesioni. Per esempio, è molto comune la frattura del femore
in seguito alla quale il 20% degli anziani non è più in grado di
deambulare, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute».
Statisticamente le fratture del polso sono più comuni di quelle
dell’anca fra i 65 e i 75 anni, mentre quelle dell’anca predominano
in età più avanzata, a causa dei riflessi meno pronti e della riduzione nella capacità di proteggere l’anca attutendo la caduta con
la mano. (riproduzione riservata)
Oregon Scientific unisce in un dispositivo power bank e input virtuale
Tastiera laser e batteria portatile insieme
di Davide Fumagalli
I
n un mondo dominato da
gadget hi-tech è sempre più
difficile strappare il classico
effetto «wow» che la tastiera
laser di Oregon Scientific riesce
invece a suscitare alla prima
accensione. La tastiera virtuale si presenta infatti come un
normale power bank, ovvero
una batteria portatile capace di
ricaricare all’occorrenza smartphone e tablet con lo stesso
cavetto normalmente utilizzato
con l’alimentatore a muro tramite presa Usb. Basta però pre-
mere un pulsante per proiettare
sulla superficie antistante il dispositivo una eterea, ma nitida
e funzionale, tastiera virtuale,
che consente la digitazione di
qualsiasi carattere, numero o simbolo presente
su una normale
tastiera. Un
sensore posto sempre nella
parte frontale del dispositivo traccia invece i movimenti
delle dita sulla tastiera laser
proiettata, e li converte con precisione nei relativi comandi per
il dispositivo collegato tramite
Bluetooth alla tastiera, compatibile con smartphone, tablet
e pc. Nel corso della
prova la tastiera laser
di Oregon Scientific
ha mostrato di saper interpretare
correttamente la
digitazione, con tanto
di riconoscimento del
passaggio da maiuscole a minuscole e
viceversa attraverso
il tasto Shift, consentendo
così una velocità e un confort
di battitura superiore a quello
possibile con dispositivi mobili
caratterizzati da display (e quindi tasti virtuali) molto piccoli.
Molto efficace anche la riserva di energia assicurata dalla
batteria ricaricabile agli ioni
di litio integrata. (riproduzione
riservata)
Lampi
nel buio
La vita è come andare in bicicletta. Per
mantenere l’equilibrio devi muoverti
Albert Einstein