Considerazione sul Piano per l`Assetto Idrogeologico del Torrente

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Transcript Considerazione sul Piano per l`Assetto Idrogeologico del Torrente

Considerazione sul Piano per
l’Assetto Idrogeologico del
Torrente Mela.
Il tema della sistemazione idraulica del torrente Mela è di
recente attualità in quanto affrontato nel dibattito di Italia
Nostra presso PALAZZO D’AMICO. La lodevole iniziativa promossa
dall’Associazione ha certo avuto il non trascurabile effetto
di stimolare il dibattito sull’argomento in una città
sonnecchiante e fatalista.
L’aspetto ingegneristico ha però lasciato a desiderare, e se
ciò è comprensibile, vista la platea cui era rivolta la
riunione ed il carattere divulgativo del dibattito, non lo è
più quando è la Regione a mancare su questo aspetto. In questi
casi, infatti, a sintesi dei dati di input ricevuti dalla
geologia e dall’idrologia, il documento finale non può che
essere la Relazione Tecnica d’Ingegneria Idraulica indicante
la modellazione finale di progetto dell’alveo non esondante,
che non esiste.
Sul sito della Regione, nel Piano Stralcio di Bacino per
l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) – Bacino Idrografico del
Torrente Mela (007) e centro abitato di Santa Lucia del Mela,
oltre alla esauriente scheda di identificazione del torrente
Mela, c’è tutto quanto ha formato oggetto di quel dibattito,
ma in forma più approfondita. Vi è riportato infatti:
L’inquadramento geografico del bacino idrografico del
Torrente Mela;
La morfologia del territorio;
L’idrografia del bacino nel dettaglio;
Gli affluenti e la descrizione dei principali sotto
bacini;
L’uso del suolo;
Il Regime termico e pluviometrico;
L’inquadramento geologico;
L’assetto geomorfologico dei versanti;
Le modalità della circolazione idrica;
il tutto proviene da uno studio di un gruppo di ricercatori
dell’Università di Palermo, incaricati dalla Regione, allora
Presidente Totò Cuffaro (detto il mafioso, anche se lui
qualcosa ha fatto a differenza di chi, sulla carta, non lo è).
Il P.A.I. analizza il RISCHIO GEOMORFOLOGICO per la redazione
delle “Carte della Pericolosità e del Rischio Geomorfologico”,
redige il PIANO DEGLI INTERVENTI PER LA MITIGAZIONE DEL
RISCHIO GEOMORFOLOGICO, cita la Circolare regionale n.1/2003,
che pare sia stata disattesa in quanto si scopre che nessun
progetto è stato mai proposto dall’Amministrazione comunale,
riguardante la porzione di territorio interna al bacino del
Torrente Mela, per cui si è persa la possibilità di accedere
ai finanziamenti.
Passa alla “Scelta delle aree potenzialmente inondabili”, e
per Milazzo ricorda, in riferimento all’ AVI, di un evento di
inondazione relativo al territorio del Comune di Milazzo
provocato dal torrente Mela in data 15/10/1951, senza una
precisa collocazione. Procede quindi alla “verifica idraulica
degli attraversamenti”, considerando un tratto del tronco
fluviale del torrente Mela, compreso tra l’attraversamento
della S.S.113 e la foce, per una lunghezza complessiva di
circa 4,5 km.
Peccato però che, come dichiarato nella stessa relazione,
“Nello studio non è stata presa in considerazione, per carenza
di dati, l’interazione fra la corrente fluviale ed il moto
ondoso, fenomeno che solitamente riveste grande importanza per
la corretta stima dei livelli idrici che si determinano
durante le piene nel tratto terminale dell’asta fluviale”.
Successivamente viene redatta la Perimetrazione delle aree
potenzialmente inondabili.
Dalla lettura del documento, appare evidente come lo studio
idraulico finale, il più importante, perché sintesi tra tutti
i precedenti di natura essenzialmente geologica e
pluviometrica, dia risultati rassicuranti, smentiti dai fatti
accaduti negli anni successivi.
Lascia perplessi l’affermazione secondo cui il tirante idrico
si mantiene significativamente al di sotto della quota di
imposta degli argini.
Ma gli esperti incaricati insistono nel dire che “gli studi
condotti permettono di concludere che gli attraversamenti
presenti nel tratto che va dal ponte della S.S.113 fino alla
foce del torrente Mela non danno luogo a rischio idraulico.” E
tutto ciò con la benedizione del comune di Milazzo che non
presenta osservazioni, seppur sollecitato a farlo con la
circolare n.1/2003.
E
in
effetti
il
PAI
si
para
il
colpo
anche
con
le
considerazioni finali: “Si osserva, ancora, che occorre sempre
tenere sotto osservazione la foce del fiume in quanto, essendo
variabile il profilo altimetrico del fondale determinato dalle
mareggiate, in seguito a lunghi periodi di magra del fiume
potrebbe configurarsi una cosiddetta barra di foce (ossia una
duna sommersa) che chiuda parzialmente o completamente il suo
sbocco a mare. Se la barra di foce si presenta di grandi
dimensioni e stabilizzata per la presenza di vegetazione o
sedimenti grossolani, a monte di essa si può determinare un
incremento dei livelli idrici del fiume ed un conseguente
pericolo di esondazione durante un evento di piena”.
Insomma, da tutta questa vicenda appare chiaro che nel 2003,
qualora i Comuni avessero ritenuto di non avere sul territorio
di competenza situazioni di dissesto e/o pericolosità di
inondazioni, ai sensi della circ. 1/2003 in ogni caso ne
avrebbero dovuto attestare l’assenza. Da eventuali
inadempienze di codesti Enti, sarebbe derivato un danno alla
programmazione regionale in materia anche economica, con il
mancato inserimento di accesso ai finanziamenti di cui al
P.O.R. Sicilia 2000/2006.
A CIASCUNO LE PROPRIE CONCLUSIONI. Le mie sono che:
Il
PAI
è
contraddittorio,
perché
da
uno
studio
scientifico approfondito iniziale trae conclusioni
troppo tranquillizzanti nella deludente Relazione
Idraulica conclusiva;
Le cause e/o aggravamenti di possibili esondazioni
vengono però ventilate nelle conclusioni finali PAI (in
contraddizione con la precedente dichiarata assenza di
rischio idraulico) e non sono state prese in
considerazione nemmeno dalle amministrazioni successive
al 2003, che avrebbero dovuto quanto meno segnalare e
vigilare;
Il comune di Milazzo sarebbe stato inadempiente nel
2003;
A causa di ciò sembrerebbe essersi perso l’accesso ai
finanziamenti POR 2000/2006;
Le successive Amministrazioni pare non abbiano mai
riferito sulla necessità di manutenzione della foce, la
cui duna è causa di esondazioni, in base alle
conclusioni del PAI;
Oggi si piange, oltre che sui danni morali e materiali
di Bastione, sulla mancanza di soldi per l’acquisto del
carburante dei mezzi che devono fare la normale
manutenzione
ordinaria
all’interno
dell’alveo
torrentizio.