`La Cicuta` - n. 1 anno 19

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La Cicuta
La Cicuta
Dicembre 2016
Dicembre
2015
1
Il Giornale degli Studenti del Liceo Classico - Scientifico Socrate -
Numero 1 anno 19
Due punti di
vista
Festival
del cinema
di Roma
Di Marco Pedone, Michela La
Fauci, Luca Poeta, Ilaria
Bonazzi (studenti del IV C)
Di Maria Chiara Izzo
Pausa
Caffè
Di Marta
Ficara V C
Pag 12
“ A volte bisogna affrontare la vita con ironia e leggerezza, essere una piuma”
Intervista a Blu Yoshimi
ATTUALITÁ
Referendum
costituzionale
Di Simone Morganti IV A
È un dato di fatto che chiunque
accenda la tv, a qualsiasi ora e su
qualsiasi canale, corra il rischio di
essere fagocitato da servizi sulle
elezioni presidenziali americane e
sul drammatico abbandono di poveri cuccioli di frigorifero per le
strade di Roma, in attesa forse vana
di essere adottati dall’Ama. Per il
Pd è inammissibile: quando le
giunte di centrosinistra erano a
capo di Roma, queste cose non
succedevano. Difatti ad essere abbandonati a se stessi non erano i
frigoriferi, ma la città, rimasta per
anni in uno stato di anarchia e
disservizi. Ma il Pd e Renzi, si sa,
Continua a pag 3
Di Arianna Aguirre V C e Alessia Pasotto V C
La Cicuta quest’anno ha avuto il piacere di intervistare l’attrice emergente Blu Di Martino, protagonista di “Piuma”, un film italiano in concorso alla 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia che la giovanissima cantante Francesca Michielin ha reso ancor più magico
con la colonna sonora “Almeno tu”.
Blu, oltre ad avere un nome davvero originale, ha una personalità interessantissima. Ci ha confessato che la sua passione per l’arte cinematografica risale alla precocissima età di nove anni e ci
ha sorpresi dicendoci che è stato il Buddismo ad averla aiutata nel suo percorso. Curiosi di sapere
cosa le abbiamo chiesto durante l’intervista? Bene, incominciamo!
Attualità
Continua a pag 14-15
POLITICA
Il
cambiamento
Di Ilaria Vitalone IV B
Passato l’equinozio d'autunno,
il 22 settembre, siamo ufficialmente entrati nell'omonima stagione. L'autunno è da sempre
stagione di cambiamento. Il
paesaggio intorno a noi non
appassisce ma cambia colore; il
clima dovrebbe farsi più freddo;
si inizia una nuova stagione di
fatica, chi a scuola, chi al lavoro.
A pag 13
RUBRICHE
Tieni
d’occhio
Di Francesco Berretti III A
A pag 18
Terremoto
DI Eleonora Tega III A
La domenica dovrebbe essere il
giorno più rilassante di tutta la
settimana, il giorno in cui gli adulti non lavorano, i bambini e i ragazzi non vanno a scuola, il giorno
in cui le persone
si riposano e
Di Martina
stanno con amici e parenti mentre
si divertono; Zappitelli IV C
Pag 8
ALL’INTERNO: ARTICOLI, DISEGNI, FOTO, INTERVISTE, RUBRICHE, RECENSIONI E TANTO ALTRO
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Editoriale
Cicuta is back!
La Cicuta
IN REDAZIONE
CAPOREDATTORI
I
ARIANNA AGUIRRE V C
BIANCA SENNI III A
Ebbene sì, anche quest'anno siamo tornati tra i banchi del Socrate,
che per di più quest'anno occupa la sesta posizione nella classifica
dei migliori licei romani stilata da Eduscopio e il terzo posto in
quella del MIUR basata sui risultati ottenuti all'università dagli ex
studenti. La redazione è cresciuta e per questo motivo abbiamo avuto modo di dare il via a nuovi progetti e consolidare quelli già presenti: visto il successo dell'evento organizzato per San Valentino, la
Cicuta ha ora un profilo Ask permanente dedicato alla rubrica più
seguita del giornale, la Posta del Cuore, che ogni giorno pubblica le
domande e le dediche degli studenti. Sul sito potete trovare notizie
di attualità, curiosità ed i vecchi numeri del giornale. A partire da
questo numero la Cicuta conterà meno pagine, ma per questo motivo il giornale sarà più agile e, imprevisti permettendo, uscirà più frequentemente! Iniziando a parlare dei contenuti, gli articoli più attuali sono senza dubbio quelli riguardanti il referendum costituzionale ed i recenti fenomeni sismici nel centro Italia. Vi segnaliamo
inoltre “Due punti di vista”, articolo scritto da quattro studenti che
espongono due posizioni differenti riguardo alla sentenza innovativa
sulla vicenda delle baby squillo dei Parioli. Poi vi proponiamo di
partecipare ad una nuova rubrica-forum di idee, un piccolo spazio
per riflettere su un tema proposto. Gli interessati potranno inviare le
proprie considerazioni attraverso il sito del giornale, che verranno
pubblicate (anonimamente o meno) nel numero seguente. Tornando
a parlare degli articoli, vi presentiamo un'intervista alla protagonista
del film “Piuma”, recensioni di serie tv, un resoconto della mostra
“Uno scatto per Amatrice” ed altro ancora, il tutto intervallato dalle
nostre care rubriche. Detto questo, la redazione della Cicuta vi invita nuovamente a partecipare inviando articoli, foto o disegni, e vi
augura un buon inizio di anno scolastico.
Leggete, leggete!
FEDERICO LIMA IV C
REDAZIONE
SIMONE ANTONINI 1 DS
FRANCESCO MILITELLO II E
REBECCA GIANGRANDE II E
FRANCESCA LIBERTI II D
FRANCESCO BERRETTI III A
ALESSIA PENNESI III A
ELEONORA TEGA III A
SIMONE MORGANTI IV A
ILARIA VITALONE IV B
ILARIA BONAZZI IV C
LUDOVICA ALBANESE IV C
MARIA CHIARA IZZO IV E
CHIARA LO BELLO IV F
ILARIA CORATELLA IV F
ALESSIA PASOTTO V C
ISABELLA TABACCHI V C
CAMILLA CAROLA V D
SI RINGRAZIANO
INOLTRE
MARTA FICARA V C del
Impaginazione
MICHELA LA a
FAUCI
IV C di
numero
cura
MARCO
PEDONEHaas.
IV C
Francesca
Finito
di MANSO
impaginare
il
ANNA
IA
11/12/2010
MATTIA MINCUZZI III B
MARIANNA MESSINA I A
CLAUDIO AGOSTINI III A
LUCA CAPRIONI GRASSO IV C
MILENA NARI
PROF. GIUSY CELLINI
La Redazione
PROF. MARIA BELFIORE
Impaginazione del
numero a cura
di Arianna Aguirre V C
e Fiammetta degli
Esposti IV A. Finito di impaginare
il 22/11/2016
Attualità
La Cicuta
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Dicembre
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Referendum costituzionale
Di Simone Morganti IV A
È un dato di fatto che chiunque
accenda la tv, a qualsiasi ora e su
qualsiasi canale, corra il rischio di
essere fagocitato da servizi sulle
elezioni presidenziali americane e
sul drammatico abbandono di poveri cuccioli di frigorifero per le
strade di Roma, in attesa forse vana di essere adottati dall’Ama. Per
il Pd è inammissibile: quando le
giunte di centrosinistra erano a
capo di Roma, queste cose non
succedevano. Difatti ad essere abbandonati a se stessi non erano i
frigoriferi, ma la città, rimasta per
anni in uno stato di anarchia e disservizi.
Ma il Pd e Renzi, si sa, sono speciali. Con una fretta disperata, il
premier un giorno è a Roma, quello dopo alla Casa Bianca, mentre
Roberto Benigni è passato dalla
«costituzione più bella del mondo»
al «codice stradale più severo del
mondo». Tutto tace nel frattempo
sull'accordo siglato tra il ministero
dell'Istruzione, dell’università e
della ricerca e il McDonald's per
far svolgere gli stage dell'alternanza scuola-lavoro in questi fast food.
Il referendum costituzionale si avvicina e Renzi, che prima aveva
detto “se vince il no me ne vado”,
ora pare abbia cambiato idea.
Del referendum si è detto di tutto
e di più. Renzi dice che il paese va
svecchiato (e difatti ha messo Padoan all'economia e Poletti al lavoro e politiche sociali) e che quindi
alle procedure burocratiche vanno
accelerate, come se la velocità psichedelica con cui lui e i suoi ministri agiscono non fosse già sufficientemente elevata. Senza considerare che le procedure burocratiche sono già accelerate, visto che
ormai da anni non si vota più
quando cade un governo, ma la
scelta del premier è affidata al Capo dello Stato che decide a nome
di 60 milioni di italiani.
Che all'interno della proposta di
legge vi siano delle iniziative interessanti è però vero: la riduzione
del numero dei senatori e la soppressione del Cnel porterebbe a
risparmiare sui costi della politica
non quanto però comporterebbe
l’eliminazione del senato e dei vitalizi e privilegi. Di fatto non vengono ridotte le indennità parlamentari e i privilegi vari e nonostante il nuovo Senato debba essere composto da 95 senatori (21 sindaci e 74 consiglieri regionali, almeno due per regione «in proporzione alla popolazione e ai voti
ottenuti dai partiti») e vengano
aboliti i senatori a vita, rimane il
problema che questi 95 senatori,
oltre alla paga di sindaco o da consigliere regionale, godrebbero anche dell’immunità parlamentare e
di altri privilegi derivanti dall'attività politica senatoriale. Nulla da
dire, invece, riguardo l'abolizione
dei senatori a vita, che appare come il “piatto forte” della riforma.
Ma poi Renzi e la Boschi sembrano
iniziare con dei deliri di onnipotenza: per le leggi di iniziativa popolare saranno necessarie 150 000
firme anziché 50 000 (e quindi anziché dar voce al popolo lo si zittisce).
Il bicameralismo viene abolito e di
fatto si verifica un accentramento
di potere nelle mani della maggioranza e del governo tale da far letteralmente rabbrividire dai discorsi di Renzi (e dal progetto di riforma) sembra che le opposizioni non
vadano ascoltate, ma disintegrate e
private da ogni potere perché “così
si lavora meglio”.
Come se poi lavorare meglio coincidesse con il lavorare a ritmi da
forsennati, che poi è esattamente
quello che il governo sta facendo:
Benito Mussolini (in confronto a
Renzi, un costituzionalista di
prim'ordine) diceva “chi si ferma è
perduto”, aforisma poi ripreso dal
titolo di un famoso film del 1960,
del regista Sergio Corbucci in cui
recitava il principe Antonio de
Curtis, in arte Totò. Sembra che
l'Italia Renziana abbia preso quest’aforisma e ne abbia fatto un
motto: l'importante non è la qualità, ma la quantità. L'approccio di
Renzi e della sua Italia alle riforme
è simile al comportamento del sindaco bigotto dell'immaginaria cittadina francese di Lansquenet, il
conte Paul de Reynand, nel film
del 2000, Chocolate. Dopo una
quaresima passata a maledire il
cioccolato, alla fine il sindaco cede
e assalta, con tanto di pugnale conferitogli letteralmente “per intercessione dello Spirito Santo” la vetrina della cioccolateria del paese
che tanto aveva maledetto divorando, dopo aver fatto a pezzi,
sculture di cioccolata meravigliose.
Quindi passa da un eccesso all'altro. Dall’astinenza assoluta alle abbuffate. Dall'immobilismo al riformismo producendo di fatto un
cambiamento non meditato e non
condiviso, che è un peggioramento
dell’esistente.
Senza una pacata riflessione che
forse è proprio quello che ci serve;
ma di questo ne parleremo dopo il
4 dicembre.
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Attualità
La Cicuta
Referendum costituzionale: i perché del Sì e del No
Di Francesco Militello II E
A dicembre gli italiani saranno
chiamati al voto. Ma quali sono i
contenuti del DDL-Boschi?
Il 4 dicembre gli italiani voteranno al referendum costituzionale,
dopo che la Camera dei deputati
ha approvato la riforma costituzionale
il
12
Aprile.
Ma quali sono i contenuti del
quesito referendario sul quale gli
italiani dovranno pronunciarsi?
Quali cambiamenti porterà alla
costituzione italiana nel caso il Sì
vincesse?
In primis, il superamento del bicameralismo perfetto, l’abolizione del CNEL (Comitato Nazionale Economia e Lavoro) e della
parola Province, l’aumento del
numero di firme necessarie per
far sì che il popolo possa proporre una legge (da 50000 a 150000).
Questa riforma ha totalmente
diviso il popolo italiano: da una
parte coloro che la sostengono,
pensando che un cambiamento
possa far superare l’eccessiva lentezza dell’iter di una legge, dall’
altra quelli che la contrastano,
ritenendola superficiale, pasticciata e pericolosa per la democrazia.
Ma perché votare Sì o No? Entrambi gli schieramenti motivano la loro scelta con delle argomentazioni.
Quelli che voteranno Sì sostengono che il sistema legislativo
italiano è troppo lento e macchinoso e con il ridimensionamento
del Senato si velocizzerebbe tutto l’iter legislativo. La diminuzione del numero dei senatori e
l’abolizione del CNEL, inoltre,
produrrebbe notevoli risparmi
allo Stato.
Al contrario, i sostenitori del No
affermano che non verrebbe
abolito il Senato, ma vi confluirebbero esponenti delle Regioni
e sindaci non eletti per quella
funzione, che trascurerebbero i
loro impegni amministrativi e a
cui verrebbe estesa l’immunità
parlamentare. Inoltre con la riforma il sistema legislativo non si
semplificherebbe ma, al contrario, l’iter parlamentare diventerebbe molto più confuso e non si
andrebbero a ridurre, ma piuttosto ad aumentare i passaggi necessari per l’approvazione di una
legge.
Un altro punto di forza dei sostenitori del No è che sarebbe irrisorio l’effettivo risparmio prodotto dalla diminuzione del numero di senatori e dall’abolizione
del CNEL.
A poche settimane dal referendum, i sondaggi indicano un’Italia divisa: anche se per pochi
punti percentuali, è favorito il
No e il popolo degli indecisi è in
leggero calo, per spostarsi verso
il Sì che appare quindi in rimonta.
Ad oggi, la situazione è nebulosa.
Staremo a vedere come finirà.
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Alessandra Boccafurni
Milena Nari
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Attualità
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La Cicuta
Libri sulla dignità delle donne per le prostitute minorenni
dei Parioli – due punti di vista
Di Michela La Fauci IV C e Marco Pedone IV C
I FATTI
A Maggio del 2013, una liceale quindicenne dei Parioli inizia a prostituirsi, seguita pochi mesi dopo dalla
sua migliore amica, più piccola di un
anno.
Entrano in un giro di prostituzione
di lusso gestito da Mirko Ieni, 34 anni, affittuario dell’appartamento dove
si svolgevano i loro incontri con gli
uomini, e Nunzio Pizzacalla, che li
organizzava e fissava le tariffe.
Iniziano ad avere molti soldi, a farsi
di cocaina, vanno a letto con uomini
ricchi e insospettabili (tra cui il marito di una nota parlamentare).
La madre della ragazza più piccola
era a conoscenza dei fatti e incoraggiava la figlia a continuare, mentre la
madre della più grande, quando l’ha
scoperto, ha sporto denuncia.
A Mirko Ieni sono stati dati nove
anni e quattro mesi di carcere
(invece dei sedici che aveva chiesto
l’accusa), a Nunzio Pizzacalla sette
anni, alla madre della ragazza più
piccola sei anni e quattro mesi. La
giudice Paola Di Nicola ha però proposto anche una sentenza decisamente innovativa: a una delle ragazze non sarà riconosciuto un risarcimento in denaro per i danni morali,
ma trenta libri e DVD sulla dignità
femminile acquistati da uno dei
clienti condannati. Abbiamo raccolto
due diversi punti di vista su questa
proposta che, indubbiamente, è destinata a far discutere.
Un nuovo modello di iustitia
Roma
Prostituzione minorile: questa volta
due adolescenti di quattordici e quindici anni. Ricevevano e gestivano i
clienti come un esercizio meccanico,
senza pensare alle conseguenze. La
voglia di denaro, la patologica avidità, impossibile da saziare, che spinge-
va le ragazze a vendersi per un tornaconto puramente economico, soverchiava la lucidità delle due giovani.
Consapevoli dell'atto, ma non delle
conseguenze, le due adolescenti sono
state coinvolte in un turbine di clienti copioso, tendente a espandersi
sempre più: la lista è lunga, e fioccano anche nomi altisonanti della Roma ''bene'' e della scena pubblica. La
conclusione della vicenda sarebbe
scontata e quasi prevedibile, come
d'altronde già successo per altre sentenze simili: condanna a nove anni e
quattro mesi per l'organizzatore del
giro di prostituzione, uno o due anni
per gli altri indagati, la perdita della
potestà genitoriale per la madre di
una delle minori e per uno dei clienti, il quale aveva richiesto di essere
giudicato secondo il rito abbreviato,
due anni di reclusione e un risarcimento per danni morali. Tutto ordinario e abituale se non fosse che il
risarcimento accordato dalla giudice
a una delle due baby prostitute ha
dell’incredibile: niente soldi, ma 30
libri e due film sull’identità femminile e il femminismo. Da Emily Dickinson a Virginia Woolf, passando
per Natalia Ginzburg, Oriana Fallaci,
Anna Frank e autrici contemporanee
come Silvia Ballestra, Igiaba Scego e
Melania Mazzucco. La parte civile
aveva chiesto un risarcimento di
ventimila euro, ma la giudice l’ha
respinta. La scelta è sicuramente innovativa e singolare, ma dietro al
velo scontato e forse un po' romantico del ''libro che insegna'' vi sono
ragioni molto più intrinseche: in primis, essendo stato il denaro la causa e
il fine principale che ha spinto le due
adolescenti a vendere il proprio corpo, ripagarle con lo stesso mezzo che
le ha portate a prostituirsi sarebbe
risultato inefficace e soprattutto non
avrebbe dato alcuna lezione (se di
insegnamento vogliamo parlare) alle
ragazze. Secondo la giudice Paola de
Nicola, risarcendo il danno morale
con ventimila euro, lo Stato avrebbe
confermato nella ragazza la convinzione che il suo valore non è l’unicità
e la dignità di persona, ma è un valore quantificabile e indennizzabile
solo attraverso il denaro. Per la giudice˛inoltre, l’imputato avrebbe continuato a replicare, pagando, la stessa
modalità di relazione stabilita con
l’adolescente. Senza contare che con
l’acquisto dei libri, anche l’imputato
può avere un’occasione per prendere
consapevolezza di quanto valga la
ragazza, la sua dignità e ciò che rappresenta come donna. Innegabile che
la giudice stessa sia sensibile al problema della violenza sulle donne e
incline a trarre conclusioni di parte,
ma in questo caso non è stata di certo
una didascalica lezione di stampo
femminista, ma ne è scaturito un vero e proprio esempio di moralità. La
scelta di queste autrici infatti non è
casuale. Le scrittrici scelte dalla giudice sono donne che hanno lottato
per i diritti e la dignità femminile,
donne sofferenti, donne che hanno
avuto coraggio e donne che non hanno voluto rimanere nell’ombra. La
sentenza non solo è stata equa e corretta nei confronti della giovane, tenendo anche conto delle adeguate
condanne attribuite ai vari indagati,
ma è diventata anche un modello di
''iustitia''. Essa potrà aiutare la ragazza a capire che il vero danno da lei
subito non è monetizzabile, ma sta
nella lesione della sua dignità e nella
svalutazione del suo essere un’ adolescente donna. L’impresa in cui dovrà
riuscire è quella di accrescere la consapevolezza di un significato di sé
che non svilisca la sua persona.
Un’impresa che ha riguardato le donne di ieri, e riguarda quelle di oggi e
di domani.
Attualità
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E se i libri li leggessero i maschi?
“Non ero felice per niente […] cercavo
di mettermi nei panni di una persona
che stava facendo un lavoro normale,
di dimenticare di avere quattordici
anni’’.
Sono pochi, quattordici anni. Proprio
pochi, specialmente per entrare in un
giro di prostituzione seguendo la tua
migliore amica. Fino a qualche mese
fa eri una ragazza normale, frequentavi il liceo classico, facevi sport, uscivi
con le tue compagne. Poi una di loro
inizia ad avere soldi, tanti soldi, e tu
decidi di seguirla. E così comincia il
tuo incubo, cominciano le foto, gli
annunci su internet, gli incontri con
uomini che potrebbero essere tuo padre, sfruttata e ricattata non solo da
loro, ma da un’intera società omertosa
e sessista.
A scuola tutti sanno che sei tu.
Ti incontrano in corridoio e ti guardano, sei vestita firmata, e lo sanno
che ,se puoi permettertelo, è perché ti
prostituisci. Anche tua madre sa, ma
non ti protegge, anzi: tu a prostituirti
ci devi andare. I soldi servono, a te e a
lei, tuo padre non c’è, in qualche modo bisogna pur vivere. “Se devi studiare t’organizzi’’.
Roma Nord, Parioli.
Un liceo della ‘’Roma bene’’, eppure
casi di omofobia, razzismo e bullismo
non mancano. L’immagine femminile
proposta agli studenti è ancora quella
di una donna sottomessa, mercificata,
asservita al suo uomo.
Sarebbe superficiale giudicare la vicenda basandosi solo sulla dinamica
dei fatti, senza riflettere sul contesto
che ha contribuito a una così forte
svalutazione della propria sessualità.
E’ facile dire che se lo sono meritate,
tutto questo, è facile dire che l’hanno
scelto loro, perché in effetti così è stato, l’hanno scelto. All’inizio.
E’ facile entrare nel giro della prostituzione, nemmeno te ne accorgi che
già non puoi più uscire. Ci sono foto,
video, messaggi che tu hai scritto, prove di cose che tu hai fatto, sei in trappola. La ragazza più piccola aveva,
come è emerso dalle intercettazioni
telefoniche, più volte cercato di tornare a vivere come una quattordicenne
normale, ma era la madre a costringerla. “Ci servono quei soldi, puoi organizzarti con lo studio, se non ci riesci ti ritiro da scuola’’. Le prostitute
non sono mai sole. O meglio, lo sono
nella discriminazione, nella vergogna,
negli insulti della gente, ma sono sempre controllate da qualcuno, qualcuno
che in questo caso è stato sì punito,
ma a cui nessuno ha imposto un’educazione, come è stato fatto con le ragazze.
Niente soldi, ma libri. Libri sulla dignità della donna, perché sono le ragazze che devono imparare come
comportarsi, non gli sfruttatori che
devono imparare a considerarle perso-
Approfondimento
Paola Di Nicola, nata il 2 aprile 1966, è
una giudice dibattimentale del tribunale penale di Roma, molto attiva nel
contrastare la violenza sulle donne e
nel promuovere la parità dei generi.
Nel 2012 ha pubblicato il libro “La
giudice. Una donna in magistratura”
sulla questione della differenza di genere in magistratura, partendo dalla
sua esperienza personale e professionale. Attraverso i suoi occhi vediamo
come la donna in politica sia
“perseguitata” da pregiudizi e come
ne, donne con una dignità e non oggetti in affitto.
La sentenza della giudice non è totalmente sbagliata, anzi, ben venga l’educazione al posto della semplice punizione, nella maggior parte dei casi.
Ma non in questo, perché si rivolge
alle vittime e non ai carnefici. Viviamo in una società che tralascia e svaluta l’importanza dei centri antiviolenza, taglia i finanziamenti ai consultori, non investe in campagne per le
pari opportunità e lascia che si pensi
che le donne siano inferiori.
E’ innegabile la necessità di un percorso riabilitativo e formativo per le
due ragazze, non fatto di libri, saggi e
romanzi, ma con l’aiuto di psicoterapeuti e assistenti sociali.
In questo caso, Virginia Woolf e Emily Dickinson potrebbero insegnare di
più agli uomini che le hanno sfruttate
che a loro, che, forse, avranno già capito di aver sbagliato.
Hanno perso gli amici, la dignità, l’opportunità di avere un’adolescenza
normale, sono state giudicate ed etichettate come il simbolo di una generazione che sta toccando il fondo.
Hanno già avuto la loro condanna.
Da quei libri, sono i maschi ad aver
ancora molto da imparare.
Di Ilaria Bonazzi IV C e Luca
Caprioni Grasso IV C
Di Ludovica Albanese IV C
ogni giorno li combatta.
Nel dicembre 2013 è stata nominata
Wo-Men Inspiring Europe 2014
dall'Agenzia dell'Unione Europea EIGE (European Institute for Gender
Equality) per il ruolo avuto “nella co-
struzione di una società libera dagli
stereotipi di genere”.
La giudice, mettendo “le lenti di genere”, cioè guardando la realtà che la
circonda cercando di capire quali ruoli
abbiano gli uomini e quali le donne,
ha scoperto che la maggior parte dei
reati sono commessi da uomini; questo
perché gli uomini hanno più ruoli di
potere rispetto alle donne.
Per abolire questa visione patriarcale
della famiglia e della società, la giudice
pensa che i pregiudizi e la violenza
contro le donne si possano contrastare
solo differenziando i due generi e rispettandoli senza alcuna imposizione
di modelli costruiti da una società e da
una cultura fondata sulla sopraffazione
di un genere sull’altro.
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Attualità
La Cicuta
Il terremoto
Di Eleonora Tega III A
La domenica dovrebbe essere il giorno più rilassante di tutta la settimana,
il giorno in cui gli adulti non lavorano, i bambini e i ragazzi non vanno a
scuola, il giorno in cui le persone si
riposano e stanno con amici e parenti
mentre si divertono; ma domenica 30
ottobre è stata tutto tranne questo.
L' Italia non si è svegliata in festa, ma
nello spavento e nella paura, causati
da un terremoto con una magnitudo
di 6.5, e si è precipitata in strada. La
terra ha tremato, il terremoto, la calamità naturale forse più spaventosa
che può colpire l’umanità fino ad annientarla, ci ha svegliato.
La terra ha dato il suo segnale, ha
espresso la sua voce, e ha tremato
portando il terrore nei luoghi più
colpiti dal sisma, ma anche a tutta
l’Italia che ha pregato e sperato che
non fosse disastroso. L'epicentro stavolta è in Umbria, vicino Norcia.
Passato lo spavento si fa subito un
giro di telefonate sentendo le persone
più care, parenti o amici, si accende
la tv, si apre Facebook, per ritornare
in contatto con quella realtà che durante le scosse avevamo dimenticato.
Questa volta solo spavento e crolli,
nessuna vittima, anche se è stato fortissimo. La natura ci ha graziati. Grazie alla potenza dei media, che rendono cosmopolita chi è chiuso tra
quattro mura, guardo esterrefatta
chiese e palazzi ridotti in macerie,
secoli di storia annientati in pochi
istanti.
Vigili del fuoco, protezione civile,
forze dell’ordine si sono messi in moto per soccorrere i più sfortunati, che
non dormiranno più nelle loro case,
ma in tenda, almeno fino a quando
non arriveranno nuove sistemazione.
Dallo scorso agosto, quando il terremoto ha annientato Amatrice, le
scosse si sono succedute a migliaia,
senza soluzione di continuità, giornalmente.
E allora penso: se toccasse a me? Se
succedesse a Roma e portasse via i
miei cari, la mia casa, le cose che con
fatica si costruiscono durante la vita,
che farei? No, non lo so, è un evento
troppo più grande di me, che va al di
sopra di tutto e tutti, che colpisce
ovunque e chiunque, il ricco e il povero, il buono e il cattivo.
Ma allora Dio c'è? Perché permette
queste cose? Sono troppo giovane e
non so dare una risposta a questi interrogativi. Il Papa non molto tempo
fa ha detto: “Ho capito molte cose
nella mia vita grazie alla religione,
ma perché muoiono i bambini questo
no, ancora non l’ho capito.” Questa
frase spiega l’impossibilità di dare un
senso a tanti eventi della vita: il terremoto è uno di questi.
Pochi giorni fa leggevo su Internet
una frase tratta da un libro di Zeland,
La gestione della realtà, dove l’autore
indica che la vita è fatta solo per godere di cose materiali, altrimenti si è
in balia delle religioni o delle filosofie
che indicano, anche se in modo diverso, un’elevazione spirituale.
Dopo il terremoto ora penso: chissà
cosa avrebbe fatto l'autore di questo
libro se si fosse trovato con la sua
famiglia, quindi con i suoi affetti,
sotto questo terremoto? Avrebbe
pensato a portare con sé l’orologio
d'oro ed i gioielli di famiglia ben
chiusi in cassaforte, a coprire la macchina nuova dal crollo delle macerie,
o avrebbe cercato di salvare se stesso
ed i suoi familiari, quindi persone
che ama e che generano amore? La
risposta la sappiamo tutti.
Allora il terremoto, che ha rovinato
una splendida giornata di sole di ottobre, di domenica, per quanto terribile, distruttivo e funesto ci dovrebbe
far pensare a costruire e a lottare per
cose che vadano oltre la materialità,
come l’amore per il prossimo, per la
famiglia, per gli amici, legami che un
terremoto non distruggerà mai, per
quanto forte e violento, perché incisi
nel nostro cuore e nelle nostre menti.
Per questo oggi sarà una giornata
diversa, perché con la mente e con il
cuore starò vicino alle persone meno
fortunate di me, che passeranno i
prossimi mesi in tenda al freddo, ai
bambini che non sapevano cosa fosse
il terrore, ma ora purtroppo l'hanno
provato, a tutti coloro che si prodigheranno per aiutarli; questa ennesima lezione di vita mi fa comprendere
sempre più che nel nostro percorso
terreno abbiamo il dovere di migliorare noi stessi, cercando di diventare
persone con dei valori che vadano al
di là del tempo e che nessuna calamità, per quanto terribile e distruttiva
potrà mai cancellare.
La Cicuta
Attualità
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Uno scatto per Amatrice
Di Marianna Messina I A e Anna Manso I A
Il 24 agosto scorso, a causa del terremoto, migliaia di persone si sono ritrovate improvvisamente senza più nulla.
Nel giro di pochi minuti le case, i parenti e gli amici sono scomparsi, la vita distrutta.
La mattina del 25 agosto il sole sorge come sempre, ma è cambiato tutto: Amatrice, Accumuli ed Arquata non esistono più. Da subito i superstiti hanno raccontato la loro voglia di continuare, di ricominciare.
Ed è proprio dal ricominciare che è nata l’ispirazione: gli studenti del Socrate dare il proprio contributo. È nata
così l’idea del collettivo politico Civico 15 di organizzare la mostra fotografica “Uno scatto per Amatrice”, alla
quale hanno partecipato i ragazzi di tutta la scuola con fotografie scattate da loro sui temi della distruzione e del
“ricominciare”.
La mostra è stata strutturata su quattro temi: “storia e curiosità di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto”,”distruzione”, “ricominciare” e ” pensieri”. La prima sala aveva meno immagini, erano semplicemente riportati
i fatti, mentre nel secondo spazio erano esposte le fotografie degli studenti scattate dopo il disastro. La terza aula è
sicuramente quella che è rimasta più impressa: i visitatori erano invitati ad entrare in una sala buia e a puntare
una torcia davanti a loro: dal buio emergevano così le sequenze di foto scattate da ragazzi e ragazze dell’istituto.
L’effetto e la commozione sono stati grandissimi. L’ultimo spazio era un’aula nella quale i visitatori avevano la
possibilità di appendere un foglio con i propri pensieri su fili colorati che pendevano dal soffitto.
Lo scopo di “uno scatto per Amatrice” era quello di puntare sulla capacità dei ragazzi di far emergere da un tema
così delicato un messaggio di speranza.
In due giorni sono stati raccolti 447€ grazie alle offerte dei visitatori, cifra non altissima, ma con un grande valore
simbolico.
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2015
Beatrice Bandini
La Cicuta
La Cicuta
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Spettacolo
La Cicuta
Festival del cinema di Roma
Di Maria Chiara Izzo IV E
Anche quest’anno si è tenuta
la Festa del Cinema a Roma, giunta
all’undicesima edizione.
La manifestazione si è svolta dal 13
al 23 ottobre 2016, come al solito
presso la magnifica cornice
dell’Auditorium del Parco della
Musica, mirabile struttura architettata da Renzo Piano, che ha
ospitato red carpet e sale di proiezione.
La Festa ha coinvolto numerosi
altri luoghi della Capitale, dal Villaggio del Cinema – nel quale è
stata allestita una tenda di circa
ottocento posti – fino alle diverse
sale in città, quindi dal centro alla
periferia. La Festa ha quindi avuto
luogo presso le strutture culturali
più importanti della Capitale, disponendo di uno speciale red carpet in via Condotti, in collaborazione con l’omonima associazione.
Anche quest’anno la manifestazione ha ospitato un ampio e stimolante programma di proiezioni,
incontri, omaggi, eventi, convegni:
il cinema da sempre determina
un’importante influenza sull’uomo
e sulla sua crescita culturale, favorendo senza dubbio l’apertura
mentale e il desiderio di conoscenza.
Sono state presentate 45 pellicole
nazionali e internazionali; sono
state proiettate 24 anteprime e 21
tra film e documentari provenienti
da 26 Paesi diversi. Ci sono state
313 Proiezioni, di cui 173 in Auditorium Parco della Musica, e
140 nelle 10 Sale in città.
La festa è iniziata con la proiezione
in anteprima di American Pastoral,
con il debutto alla regia di Ewan
McGregor: la pellicola, tratta da un
romanzo di Philip Roth, ruota intorno alla storia di un padre alle
prese con la figlia, autrice di un
attentato terroristico.
L'apertura vera e propria è stata
affidata al film Moonlight di Barry
Jenkins, presentato giovedì 13 ottobre: il film racconta la difficile
vita di Chiron, un ragazzo di colore che proviene dai quartieri malfamati di Miami. Moonlight è stato
già protagonista al Festival di Toronto 2016, dove ha ricevuto il
consenso unanime della critica.
La rassegna romana è stata quindi
nel segno di un
cinema
“impegnato” ed ha ospitato molti
film
particolarmente
attesi,
da Snowden di Oliver Stone a The
Accountant con Ben Affleck fino a
The Birth of a Nation. Il film
di Nate Parker porta sullo schermo
l'avvincente racconto di una ribellione di uomini di colore nella Virginia del 1853 ed è considerato da
molti uno dei titoli favoriti per la
corsa degli Oscar 2017.
All'Auditorium sono intervenute
diverse e note star, da Tom
Hanks a Roberto Benigni, da Oliver Stone fino all’attore newyorkese Viggo Mortensen, uno dei più
applauditi del red carpet, che è
stato protagonista di un incontro
ravvicinato con il pubblico.
Proprio Viggo Mortensen è il protagonista del film Captain Fanta-
stic, secondo lungometraggio firmato da Matt Ross, già interprete
per registi dell’importanza di Martin Scorsese, Terry Gilliam e John
Woo. Il film racconta la storia di
un padre, Ben, che, nel cuore delle
foreste del Nord America, lontano
dalla società, dedica la propria vita
all’educazione dei suoi sei figli.
Ma una tragedia si abbatte sulla
sua famiglia e così viene costretto a
lasciare quel paradiso, costruito
con fatica, per iniziare con i ragazzi un viaggio nel mondo esterno,
che metterà in dubbio la sua idea
di cosa significhi essere un vero
genitore, e tutte le sue certezze.
Per lui, tutto ciò che faceva prima
ha un’importanza secondaria rispetto a quella del crescere i suoi
figli. Ben paga un prezzo elevato,
per il suo modo di affrontare il
ruolo di genitore ed è attorno a
questo tema che ruota il film, che
attraversa i generi ed alterna sequenze spassose e divertenti a momenti commoventi, anche grazie
alla straordinaria interpretazione
di Viggo Mortensen. Il film uscirà
nelle sale cinematografiche il 7
dicembre.
La Festa del cinema fa rivivere
sempre un’emozione grande, dal
momento che - ritengo - le immagini che ci giungono e il contesto
della sala coinvolgono molto di più
rispetto agli altri canali di comunicazione, come la televisione, la
radio, il web o i cellulari, in quanto lo spettatore si trova catapultato
direttamente in un mondo fantastico, dove da solo costruisce la
propria dimensione mentre l’atmosfera del cinema, è resa ancora
più magica dalla visione in 3D.
La Cicuta
Opinione
Dicembre 2016
Dicembre
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Il cambiamento
di Ilaria Vitalone IV B
Passato l’equinozio d'autunno, il 22
settembre, siamo ufficialmente entrati
nell'omonima stagione. L'autunno è
da sempre stagione di cambiamento. Il
paesaggio intorno a noi non appassisce
ma cambia colore; il clima dovrebbe
farsi più freddo; si inizia una nuova
stagione di fatica, chi a scuola, chi al
lavoro. Insomma il vento delle
"rivoluzioni", sia ambientali che non,
si fa sentire.
Come esempio di rivoluzione possiamo pensare alla rivolta di Guy Fawkes, avvenuta proprio in questo periodo (5 novembre 1605) in Inghilterra, che ha tentato per un'idea di libertà di abbattere, o meglio, distruggere
la sede fisica del potere monarchico: il
Parlamento. Quella notte del 5 novembre uomini e donne, riunitisi intorno ad un ideale, tentarono di riprendersi con la forza ciò che era stato
loro negato: la libertà di culto. Ovviamente il motivo non poteva essere
solo religioso, ma anche economico e
sociale. Però questo spirito di rivolta
del passato ha ispirato il film "V per
Vendetta", di James McTeigue, che,
nel 2005, comunica alla perfezione
l'esigenza di cambiamento di un popolo libero, che non vuol essere una
massa di sudditi con testa bassa e orecchie tappate.
Ora, anche l'autunno del 2016 si presenta come un periodo di cambiamento. Infatti è segnato da due importanti
eventi: il Referendum Costituzionale e
le Elezioni Presidenziali negli USA,
l'uno importante per l'Italia, l'altro per
l'intero pianeta. Infatti il Referendum
Costituzionale cambierà l'Italia, perché il suo esito comporterà importanti
conseguenze. Situazione ben diversa
per le elezioni negli Stati Uniti d'America, i cui cittadini sono stati posti
davanti ad una scelta tra due figure
particolari. Entrambi hanno condotto
una campagna senza esclusione di colpi. Il candidato repubblicano Donald
Trump è sembrato il candidato sfavorito secondo i sondaggi, la democratica Hillary Clinton la più appoggiata
dall’establishment economico ed intellettuale di Obama e all’ultimo minuto persino da Renzi. Entrambi hanno fatto gaffes e se il primo ha fatto
Il
temere scenari apocalittici, la seconda,
come segretario di stato ha diversi
“scheletri nell’armadio”. È stato eletto
a sorpresa Trump; a questo punto il
mondo lo valuterà non sulla base dei
discorsi tenuti in campagna elettorale,
ma dai fatti. Ora, cambiare è normale,
è nella natura delle cose. Come cambia infatti la natura intorno a noi in
autunno, cambiano anche le istituzioni, le persone e le idee. Però, a differenza del 1605, noi oggi abbiamo il
diritto ed il dovere di decidere per il
nostro futuro senza violenza o rivolte,
ma con l'esercizio di un voto. In fondo
l'autunno è anche questo: responsabilità, incertezze e novità che ci vengono proposte e a noi sta capire se accettarle o rifiutarle in attesa di idee migliori. Tra qualche tempo potremo
capire a cosa le nostre scelte ci hanno
portato, ma per ora ci limitiamo ad
ascoltare il gelido vento d'autunno che
ambiguamente
ci
sussurra
"cambiamento" e al quale noi siamo
tenuti a rispondere.
pianeta dei robot
Di Federico Lima IV C
Sentendo parlare di robot infermieri,
operai e macchine senza pilota, la prima cosa che può venire in mente è un
buon romanzo o un film di fantascienza. Tuttavia, non bisogna pensare che
la tecnologia in nostro possesso non ci
permetta di sviluppare macchinari del
genere: ci siamo già riusciti.
In Germania, per esempio, è stato progettato Actros, un camion automatizzato che rileva i segnali stradali e, in
base ad essi, regola la propria velocità
e i movimenti; nelle fabbriche e nei
grandi magazzini, i robot svolgono
mansioni che vanno dal semplice trasporto di oggetti alla lavorazione di
materiali, mentre in altri luoghi sono
addirittura segretarie, avvocati e giornalisti che svolgono un lavoro impeccabile ed indistinguibile da quello di
un essere umano. Sebbene tutto ciò
possa sembrare rivoluzionario e comodo, c'è un fattore da tenere in considerazione: l'occupazione. Sono a rischio
milioni di posti di lavoro in tutto il
mondo (solo a New York il 47% degli
abitanti rimarrebbe disoccupato), e la
quarta rivoluzione industriale sarebbe
tristemente simile alla prima solo per
quanto riguarda i suoi aspetti più oscuri. Quindi, che atteggiamento dobbiamo avere al riguardo? Seguire le orme
dei luddisti e distruggere i nostri macchinari? Demonizzare la scienza ed il
progresso tecnologico?
A mio avviso, tutto ciò sarebbe estremamente controproducente. L'approccio giusto consiste nel guidare il progresso imponendo delle regole. Si tratta di tutelare il lavoro, vero motore
della società, evitando che le uniche a
trarre vantaggio siano le grandi multinazionali della tecnologia, che sostituirebbero i robot alle persone per
convenienza creando una disoccupazione difficilmente risolvibile.
Si sa, dopotutto, che una macchina
non fatica, non si
ammala e
non sciopera.
Però,
non fa
neanche
la spesa
al supermercato.
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La Cicuta
Interviste
Dicembre 2016
2015
“ A volte bisogna affrontare la vita con ironia e leggerezza, essere una piuma”
Di Arianna Aguirre V C e Alessia Pasotto V C
La Cicuta quest’anno ha avuto il
piacere di intervistare l’attrice
emergente Blu Di Martino, protagonista di “Piuma”, un film italiano in concorso alla 73ª Mostra
internazionale d'arte cinematografica di Venezia che la giovanissima cantante Francesca Michielin ha reso ancor più magico
con la colonna sonora “Almeno
tu”.
Blu, oltre ad avere un nome davvero originale, ha una personalità
interessantissima. Ci ha confessa-
cosa le abbiamo chiesto durante
l’intervista? Bene, incominciamo!
quel punto dopo molti provini ho
ottenuto la parte.
Quali film avevi girato prima di
Cosa ne pensi della scelta dei due
protagonisti di tenere il bambino,
la reputi giusta?
“Piuma”?
Da piccola ho recitato il ruolo
della figlia di Pietro, protagonista
di ‘’Caos calmo’’, ho poi avuto
diverse parti in serie tv.
Quanto tempo avete impiegato a
girare il film?
Due mesi, stavo sul set mentre
facevo il primo quadrimestre del
quinto anno!
to che la sua passione per l’arte
cinematografica risale alla precocissima età di nove anni e ci ha
sorpresi dicendoci che è stato il
Buddismo ad averla aiutata nel
suo percorso. Curiosi di sapere
Hai fatto un provino o sei stata
chiamata?
In realtà ne ho fatti 8! C’erano
sempre problemi con la coppia.
Poi è arrivato Luigi, abbiamo
provato la scena della macchina e
l’aiuto regista si è commossa. A
Non penso che esista una scelta
giusta di fronte ad una situazione
del genere, la ritengo una cosa
troppo personale per essere giudicata giusta o sbagliata.
La reazione dei genitori secondo
te è corretta?
Più che altro penso che sia una
reazione piuttosto comune, in
generale quando arriva qualcosa
di inaspettato tutti diamo il nostro peggio.
Secondo te, oggi grava maggiormente sui ragazzi il peso di crearsi
una vita prima di fare figli?
Forse sì, in effetti il percorso che
La Cicuta
i giovani devono intraprendere è,
in molti casi, già disegnato a tal
punto che fare figli diventa quasi
una tappa obbligatoria tra le tante della vita.
Con quale regista affermato nel
panorama italiano o internazionale ti piacerebbe collaborare?
In ambito internazionale, sarebbe
un sogno lavorare con Tim Burton! Nel panorama cinematografico italiano non mi dispiacerebbe collaborare con Garrone, Tornatore o Sorrentino. Se penso però ad un percorso alternativo più
divertente mi viene subito in
mente Checco Zalone, che reputo un artista brillante capace di
affrontare tematiche delicate,
uno dei pochi in grado di portare
sul grande schermo commedie
intelligenti.
Quali sono i pregi di questo film
ed eventualmente i difetti?
Una delle qualità che apprezzo di
più in “Piuma” è la presenza di
una vena poetica: infatti , fin dalla prima lettura della sceneggiatura sono rimasta affascinata
dall’atmosfera sognante presente
nel film, soprattutto nella scena
in cui nuotiamo sopra la città. È
suggestiva anche la storia delle
paperelle che catapulta immediatamente il pubblico in una dimensione surreale, quasi magica.
Non posso negare di essermi
Interviste
commossa per l’insieme di queste
delicatezze raffinate ed eleganti.
Difetti non ne trovo; l’unica nota
dolente è la mia goffaggine in
acqua! Mentre giravamo la scena
in piscina, era evidente che trovavo più difficoltà a galleggiare
rispetto a Francesca Michielin e
a Luigi, che avevano una posa più
naturale mentre io stavo letteralmente affogando (ride).
Su cosa hai lavorato maggiormente per l’interpretazione di Cate?
Ho approfondito la gravidanza
dal punto di vista psicologico e
biologico basandomi su alcuni
libri che illustravano i cambiamenti fisici che avvenivano ogni
settimana. In questo modo mi
sono costruita una linea del tempo che ho applicato ad ogni scena
del film per avere una recitazione
adeguata allo stato ormonale ed
emotivo in cui mi trovavo. Per
riuscire a dare verità all’interpretazione del personaggio, devi aggiungere qualcosa di tuo. Non ho
mai avuto un bambino, quindi il
lavoro che ho fatto è stato quello
di ricercare qualcosa che nella
vita mi facesse provare un sentimento forte paragonabile all’amore incondizionato che lega
Cate al suo bambino. Sul set avevo chiesto esplicitamente di indossare la pancia per tutta la
giornata, perché volevo capire
come muovermi, sedermi, stare
dritta e altri gesti che quotidiana-
Dicembre 2016
Dicembre
2015
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mente mi risultano facili senza
un peso aggiuntivo. Mi sono immedesimata molto in questo personaggio, al punto che ho cominciato a sviluppare un senso di diffidenza verso le persone che mi
venivano incontro reagendo come per dire “ehy che fai, tocchi
la mia pancia?” (ride).
Alcuni critici hanno scritto che
questo film ha trattato con troppa
leggerezza le problematiche sociali come le gravidanze in giovane
età e la scelta di abortire, tu cosa
pensi in merito?
“Piuma” in realtà non cerca di
discutere una tematica sociale,
come l’aborto o la gravidanza. Il
film mostra come reagire di fronte ad un imprevisto, scegliere se
deprimersi oppure affrontare il
problema con ironia e leggerezza,
un atteggiamento che non deve
essere visto come menefreghismo, ma come l’acquisizione di
una maggiore consapevolezza
delle difficoltà della vita, da superare, rimanendo fiduciosi in una
svolta positiva.
Cosa ti ha dato questa esperienza?
Oltre ad avermi arricchita dal
punto di vista dell’esperienza lavorativa, mi ha permesso di stringere delle amicizie sul set, che è
stato il più armonico tra quelli in
cui ho lavorato.
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La Cicuta
Interviste
Dicembre 2016
2015
PAUSA CAFFÈ
Di Marta Ficara V C
Giuseppe Marino è il batterista dei
Coffeebeans, un gruppo sperimentale di Roma i cui restanti membri
sono Jacopo Proietti (voce e chitarra ritmica), Guglielmo Molino
(basso) e Lorenzo Reggio (chitarra
solista). Noi vogliamo dare la possibilità a gruppi del genere di avere
una voce e oggi Giuseppe si è reso
disponibile a rispondere alle nostre
domande.
“In quali circostanze, quando e perché è nato il vostro gruppo?”
Sul come e sul quando posso dirti
che io sono subentrato al precedente batterista nel gruppo un paio
d’anni fa, anche se il gruppo è nato
molto prima. Sul perché, non saprei, perché l’arte in generale è
una cosa bellissima e quando riesci
ad unire l’amicizia al produrre musica è stupendo.
“Perché il nome coffeebeans
(chicchi di caffè)? C’è un significato
dietro?”
Vorrebbe essere una metafora del
fatto che è una musica originale,
particolare. Coffeebeans ti rimanda
ovviamente al caffè, una bevanda
apprezzata da tutti, qualcosa che
per noi è un simbolo di energia, è
quello che ti serve per darti un po’
la carica, per esempio prima di studiare, e ci rispecchiamo molto in
questo.
“Il vostro genere è un crossover.
Puoi spiegarci che cosa significa e
perché non vi siete limitati ad un
solo genere?”
Il genere è difficile da descrivere…
noi puntiamo sull’ originalità. Posso dirti che c’è una vena generale
di funky sempre presente, soprattutto per via della sezione ritmica
(me e il basso). Etichettarci sarebbe
riduttivo. Ci sono certamente delle
influenze, ci sono anche delle parti
un po’ più spinte che diventano
addirittura quasi dei drop… però
abbiamo optato per il crossover
perché non c’era un genere di riferimento al quale uno di noi poteva
rifarsi direttamente. Ripeto, influenze ce ne sono, ma relativamente: sta tutta lì l’originalità.
“Avete
scritto
tre
canzoni
(Ganesha, Friends with benefits e
Mike man). Me ne parli?”
Sì, tutte queste canzoni le abbiamo
autoprodotte in quello che era il
mio box, dove provavamo sempre
e dove avevo organizzato l’attrezzatura per registrare. Facevamo
tutto con i programmi scaricati, i
microfoni comprati e le schede
audio, non siamo mai andati in
uno studio. Ovviamente ognuno dà
il suo apporto secondo quello che è
il suo ruolo, quindi ognuno scrive
le sue parti… i testi sono scritti da
Jacopo, ma ciascuno contribuisce
all’arrangiamento affinché i vari
pezzi riescano. Ultimamente stiamo cercando di allargare (per così
dire) la fetta di pubblico che possa
apprezzare le nostre canzoni, quindi musicalmente stiamo cercando
diverse vie tra le novità seguiamo
la scelta di scrivere testi in italiano.
Abbiamo scritto un pezzo che si
chiama “Fermatemi a 60”, ma ne
stiamo realizzando altri… Accogliendo una critica che ci è stata
fatta stiamo cercando di semplificare la musica e di renderla più
comunicativa, in particolare attraverso l’uso dell’italiano.. Vediamo
questa sperimentazione dove ci
porterà! Siamo fiduciosi e stiamo
lavorando molto bene, stiamo an-
La Cicuta
che realizzando delle versioni in
italiano delle nostre canzoni e le
stiamo rivedendo dal punto di vista musicale per rendere i pezzi
più semplici.
“A questo punto allora rivelaci di
cosa parla il nuovo pezzo, ti va?”
È un pezzo ancora in via di definizione: è pronto, ma deve ancora
uscire, anche se ai nostri live si
sente già. Il titolo è appunto
“Fermatemi a 60”: si riferisce al
voto di maturità, contro la tendenza generale a voler arrivare per
forza a risultati straordinari quando in realtà lo studente medio,
spesso e volentieri, vuole semplicemente fermarsi a un bel 60.
“Pensi che ognuno di voi abbia un
ruolo diverso nel gruppo a prescindere dallo strumento suonato?”
Sicuramente c’è un’organizzazione
precisa delle varie attività del
gruppo che sono affidate ad una
persona in particolare: ad esempio,
quando si organizzano serate colui
che si occupa normalmente del
dialogo con i proprietari dei locali
o degli aspetti tecnici della serata
oppure proprio dell’allestimento
dei palchi sono io. Lorenzo invece
si occupa più dell’aspetto social,
cioè se c’è un evento da organizzare spesso ci pensa lui; Jacopo si inventa cose molto carine per la pagina, mentre Guglielmo si occupa
delle prenotazioni… tutti abbiamo
compiti diversi, poi ci aiutiamo a
vicenda ovviamente. D’altra parte
con loro ci siamo trovati bene a
livello personale, abbiamo costruito bei rapporti, nel senso che tutti i
gruppi prima o poi hanno delle
crisi e dipende da come le superi
ma noi - oltre al fatto che di crisi
vere e proprie non ne abbiamo mai
avute - siamo sempre stati chiari
tra noi, c’è stata sempre l’unione di
interessi e soprattutto ultimamente
Interviste
questo cambio di direzione ci ha
dato una nuova “linfa vitale”.
“Come gruppo andate spesso d’accordo? Se c’è una discussione come
la superate?”
Guarda, da altre esperienze che ho
avuto ho notato che dopo i due
anni di solito si ha la classica crisi,
invece con loro non c’è mai stato
niente, perché ognuno riesce a
parlare con l’altro. Il nostro gruppo
funziona in modo assolutamente
democratico, nel senso che tutte le
decisioni si prendono a maggioranza e quando tre su quattro sono
d’accordo sul fare una cosa, l’altra
persona capisce le esigenze del
gruppo e spesso si arriva all’unaminità.
“Come fate a conciliare vita universitaria, vita sociale e prove?”
Io in realtà ho sempre suonato, ho
partecipato a gruppi da quando
sono al liceo e non è mai stato un
problema: tutti i cinque anni li ho
superati senza debiti, senza splendere, ma comunque in modo assolutamente tranquillo. Poi sono cominciati i problemi. Oggi come
oggi è molto raro che io stia a casa
un giorno intero, anche per stare
con i miei amici, che sono una delle cose che apprezzo di più nella
mia vita. Conciliare la frequenza e
studio all’università, che per la
facoltà di Giurisprudenza richiede
almeno 3/4 ore al giorno di studio
fisse, con le prove, è difficile. La
musica all’interno della mia giornata ha sempre trovato un posto e,
per quanto sia difficile l’organizzazione, per quella c’è sempre spazio.
Per un gruppo comunque il tempo
lo trovi, perché si tratta di due ore
di prove a settimana, quindi conciliare le cose è fattibile… sono io
un po’ “fagiano”.
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Dicembre
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“Secondo te qual è l’ingrediente
fondamentale per creare musica e
suonare insieme?”
L’ingrediente fondamentale forse
non esiste. Io non credo nel talento ma in una certa predisposizione.
Penso che ognuno di noi sia quello che ascolta; credo infatti nel valore dell’esperienza al di là delle
doti innate. L’originalità sta nel
realizzare una commistione di vari
elementi, dalla quale esce fuori il
sound generale. Forse un ingrediente fondamentale è l’amicizia,
perché i gruppi non si tengono insieme se manca questa… Ho visto
molti gruppi che si fondano su rapporti di lavoro, mentre con tutti i
Coffeebeans condivido un rapporto di amicizia, ci conosciamo bene
e avere un ambiente sereno mi
spinge a fare del mio meglio. Ovviamente poi ci vuole tanta forza
di volontà, tanto impegno, professionalità e posso anche dirti, forse,
un pizzico della classica fortuna.
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Rubriche
Dicembre 2016
2015
La Cicuta
Tieni d’occhio
Di Francesco Berretti III A
In questa rubrica presenteremo mostre d'arte e titoli di libri, con l'intento
di invogliare i lettori a scoprire qualcosa di nuovo e ad approfittare delle
innumerevoli opportunità che la nostra città ci offre.
ARTE
Nello spazio riservato all'arte segnaliamo alcune mostre attualmente allestite a Roma, che vi suggeriamo di visitare.
cogliere i dettagli dei suoi capolavori.
LETTERATURA
Nella sezione di letteratura proponiamo invece un libro dai temi
molto toccanti.
“STANOTTE GUARDIAMO LE STELLE” di
“CAPOLAVORI DA SCOPRIRE”
Alla Centrale Montemartini, centrale termoelettrica convertita in
museo, la collezione di circa 400
statue romane, di epigrafi e di mosaici di età repubblicana ed imperiale è arricchita dal 01/06/2016 al
09/01/2017 con l'esposizione del
corredo funebre di Crepereia Tryphaena, di magnifici mosaici policromi e di un preziosissimo ritratto
di Agrippina Minore, concesso
temporaneamente in prestito dal
Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen.
“VAN
GOGH
ALIVE -THE EXPERIENCE”
Il palazzo degli
Esami ospita dal
25/10/2016 al
31/12/2016 la
mostra multimediale dedicata al famosissimo pittore Vincent Van Gogh. Attraverso la proiezione di immagini
di grandi dimensioni e un accompagnamento musicale, sarà possibile entrare direttamente nelle opere
dell'artista olandese per scoprire le
emozioni e i luoghi che gli sono
stati di ispirazione per riuscire a
Alì Ehsani
Questo romanzo è la biografia dello
scrittore Alì Ehsani. E' ambientato
in Afghanistan durante la guerra, a
causa della quale muoiono continuamente di decine persone, tra
cui i genitori del piccolo Alì e
dell'adolescente Mohammed. Dopo
il crollo del loro condominio, colpito dai razzi, i due ragazzi si ritrovano orfani e sono costretti ad abbandonare Kabul, la città in cui
hanno sempre vissuto, per salvare
la vita e il futuro. I due fratelli intraprendono quindi un viaggio pericolosissimo attraverso tutto il
Medio Oriente, con la debole speranza di poter arrivare in Europa.
Saranno costretti a crescere in fret-
ta affrontando tutte le fatiche del
viaggio. Mohammed a soli diciassette anni deve imparare a prendersi cura del suo fratellino Alì, a
proteggerlo e ad assicurarsi che riesca a raggiungere l'Italia. Il legame
fra i due si rafforzerà enormemente
ed entrambi impareranno a capirsi
e ad aiutarsi sempre. Ahmed ed Alì
dopo tante, troppe fatiche riusciranno ad arrivare in Pakistan, poi a
Teheran, poi ancora ad Istanbul.
L'Europa è vicinissima, l’obbiettivo
successivo è Atene da cui poter infine arrivare alla tanto sognata Italia.
I pericoli che i protagonisti dovranno affrontare prima di trovare
la pace, però, non saranno ancora
finiti.
Questo romanzo ci fa riflettere su
argomenti molto attuali. Alì Ehsani
racconta in questo libro la sua storia e affronta il delicatissimo tema
dell'immigrazione, esperienza oggi
vissuta da fin troppi bambini e ragazzi, che viene descritta attraverso
gli occhi innocenti della sua adolescenza.
La sua è una storia di tragedie, ma
anche di coraggio e di speranza.
L’autore ci mostra, attraverso i
frammenti dei ricordi, come, sebbene a volte si sia costretti a stravolgere completamente la propria
vita e ad abbandonare le proprie
abitudini e i propri cari, sia necessario imparare a farsi forza per riuscire ad andare sempre avanti.
La Cicuta
Recensioni
Dicembre 2016
Dicembre
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Televisione di qualità: Breaking Bad
Di Claudio Agostini III A
diagnosticato un cancro inguaribile,
la fine sembra vicina, tanto per lui
quanto per la famiglia, che verrebbe
privata dell’unica fonte di reddito in
casa. Liberandosi di qualsiasi scrupolo, Walter inizia a sfruttare le sue
conoscenze per produrre metanfetamina, la più pura in circolazione.
Recensione
Io non sono un malato di serie TV.
Credo che una serie, in alcuni casi,
possa essere meglio di un film, semplicemente perché lo storytelling è
più complesso e sofisticato, la durata
è maggiore, lo spettatore ha il giusto
tempo di capire le sfumature della
trama e affezionarsi ai personaggi
cosicché, se gli autori sono competenti, non riuscirà più a staccarsene;
tuttavia, per chi ha molti impegni, il
tempo è denaro, e una serie TV ruba
parecchio tempo. Poi però scopri l’esistenza di una serie perfetta ed ineguagliabile. Sto parlando di “Breaking
Bad”, ideata e scritta da Vince Gilligan nel 2008, che conta ben 5 stagioni (62 episodi in totale).
Ho deciso di scrivere su Breaking Bad
sia perché, essendo finita da molto
tempo, l’unico modo per combattere
la nostalgia è parlarne, ma soprattutto
perché è raro trovare un’opera tale da
mettere d’accordo tutta la critica e il
pubblico in modo assoluto. Da considerare anche che Breaking Bad non è
una serie per tutti, nel senso che non
è basata sull’azione o sui colpi di scena (come potrebbe essere Lost o The
Walking Dead). Il successo di questa
serie è dato proprio dal fatto che differisce dai canoni comuni che regolano il panorama televisivo, poiché si
pone esattamente al centro tra realismo ed eccesso.
La trama
Walter White è un professore di chimica al mattino e un impiegato in un
autolavaggio il pomeriggio, e deve
provvedere al mantenimento di una
moglie, di un figlio disabile e di un
nascituro in arrivo. Quando gli viene
Breaking Bad è il risultato di un progetto in cui nulla è lasciato al caso: la
caratterizzazione dei personaggi, la
scelta del cast, la sceneggiatura, i dialoghi, l’intero comparto tecnico, una
fotografia pazzesca e una regia straordinaria. Ciò che rende questa serie
così emozionante è che tutto ruota
intorno ai personaggi, alle loro angosce, alle loro ansie, alle loro paure, ai
loro fallimenti, e ai rapporti che si
creano tra di essi. È proprio dai personaggi che nasce il coinvolgimento
dello spettatore, perché se ti importa
di Walter e della sua famiglia allora ti
importerà anche di ciò che gli succede, e creerai con essi un’empatia tale
che le emozioni che provano le proverai anche tu. Quest’empatia è ancora più accresciuta dal fatto che Walter inizialmente si comporta come
una persona comune ma gli eventi
che avvengono a seguito della sua
scelta disperata di vendere metanfetamina lo porteranno ad affrontare
situazioni nuove e pericolose, senza
alcuna preparazione al riguardo; per
questo motivo non si tratta di un
cambiamento del personaggio ma di
una scoperta delle “qualità” e delle
“abilità” che possedeva da sempre, ma
che la vita che viveva non gli aveva
mai dato modo di mettere in mostra.
In modo analogo la paura di dover
uccidere qualcuno viene superata
dalla voglia di potere, di sentirsi vivo,
soprattutto quando sa che la morte
gli è vicina (a causa del cancro). In
BB non assistiamo a un’ascesa e a un
declino di un uomo, ma al suo adattamento di fronte ad una vita che lo
travolge con eventi catastrofici. La
profondità di Walter deriva anche
dalla superlativa interpretazione
dell’attore che è nei suoi panni:
Bryan Cranston, noto per essere stato
il padre di Malcom nell’omonima
serie. Ha vinto ben 4 Emmy e 1 Golden Globe, tutti per BB. Intorno a
Walter ruota una miriade di personaggi, tutti fondamentali ai fini della
narrazione, tanti tasselli imprescindibili di un grande puzzle. Cito quelli
secondo me più interessanti: Jesse
Pinkman (Aaron Paul), il socio amico/nemico che Mr. White tratta come se fosse il figlio adottivo (questo
per 4 stagioni, la quinta si deve prendere a parte): lo rimprovera quando
prende decisioni sbagliate, lo rincuora quando è solo e lo difende in varie
situazioni. Saul Goodman (Bob
Odenkirk), il classico azzeccagarbugli, provvisto di parlantina instancabile e di un umorismo grottesco, fatto di battute che stemperano
la situazione e inducono alla risata,
ma comunque crude e integrate in un
contesto drammatico, insomma l’esponente principale di quello che si
definisce black humor, anche protagonista di uno spin-off scritto da Gilligan (Better call Saul). Gustavo Fring
(Giancarlo Esposito) uno degli antagonisti di Walter, nonché re della
droga nascosto dietro un insospettabile ristoratore, uno dei criminali più
interessanti e spietati mai creati per il
piccolo schermo. Vince Gilligan è
riuscito a miscelare tutti gli elementi
fino a formare un prodotto unico nel
suo genere che ti avvince profondamente con le sue emozioni. E poi arriva il finale, che, per quanto le opinioni siano contrastanti, io sono
dell’idea che sia il finale più “giusto”
che potessero creare, in cui tutti i
nodi vengono al pettine, e ti rendi
conto che hai assistito a una delle
serie migliori di sempre. Dopo un po'
senti che ti manca e che hai bisogno
di parlarne, come sto facendo io ora.
20
Dicembre 2016
2015
Disegni
La Cicuta
Di Francesca Liberti II D