Parola del mese - Dicembre 2016

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Parola del mese
Dicembre 2016
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato
per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi
la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore» (Lc 4, 1819).
Quando Egli volle rivelarsi al mondo, dopo i suoi trent’anni di nascondimento e di sottomissione a
Nazareth, lo fece attraverso queste parole del profeta Isaia, che proclamò nella sinagoga della sua città.
Gesù aveva ben chiara in mente la sua identità di “servo” di Jahvè, di servo sofferente (cfr Is 53), il
suo nome “Je-Shuah” esprime il volto del Padre misericordioso, Dio salva. Ancora oggi il mondo si
scandalizza davanti a questo “volto” di Dio: “la Parola e il concetto di Misericordia sembrano creare
malessere agli uomini... l’uomo, con la tecnologia vuole essere autosufficiente e dominare il mondo,
sembra non voler lasciare spazio alla Misericordia di Dio” (MV 11)1. Occorre “sorprendere”, “scuotere”
il mondo con la Misericordia, svegliandolo dal torpore in cui si trova!
Lo Spirito Santo era disceso su Gesù di Nazareth nel suo battesimo, sotto forma di colomba (Lc 3, 22)
e la “colomba” era l’offerta dei più poveri. Lo Spirito, “Paraclito” = “Avvocato”, risponde al grido, alla
richiesta di chi soffre, rivela la missione del Signore, come una pioggia di grazia sull’umanità, un nuovo
“diluvio”, non più per eliminare l’umanità peccatrice, quanto per eliminare il peccato. Trasformando,
con la Sua grazia, i peccatori in santi e testimoni della Sua Misericordia.
Fin dalla sua concezione, il Signore sorprese e contraddisse tutte le aspettative del popolo di Israele. Egli
sempre “discese”: discese dal cielo nel seno di una vergine; disceso in una grotta in mezzo agli animali
e ai pastori ‘impuri’; discese a Nazareth, dove stava “sottomesso”; discese lungo il fiume Giordano, in
mezzo ai peccatori; discese in mezzo ai poveri, agli esclusi, agli emarginati, ai lebbrosi, ai pagani, alle
prostitute, agli affamati; discese diventando una “cosa”, un “oggetto” nelle nostre mani nell’Eucaristia.
Discese spogliando se stesso, assumendo la condizione di servo, umiliandosi, facendosi obbediente fino
alla morte e alla morte di Croce! (Cfr Fl 2, 8) Discese ancor più diventando meno che un uomo, “Ma io
sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo” (Sal 22, 7). Discese fino alle tenebre
del sepolcro e, non contento, discese sino “agli inferi”, prima di essere esaltato dal Padre al di sopra di
tutto.
Oggi ci sono molti profeti di sventura e di catastrofi. Personalmente siamo convinti che il Signore
prepara l’umanità per una nuova “Pentecoste di Misericordia” della quale vediamo e testimoniamo i
primi frutti. Dio è Amore! Egli è Padre, e se permette qualche purificazione, crediamo che sia per la
nostra correzione, perché ama, corregge! Soprattutto, però, crediamo nella rivelazione che San Giovanni
ha fatto una volta a Santa Gertrude, quando l’ha invitata a chinare il capo insieme a lui, sul petto del
Signore. Nel percepire il calore e la gioia del battito del Cuore di Gesù, Gertrude ha chiesto perché
l’evangelista non avesse rivelato questo mistero nei suoi scritti e Giovanni rispose: “agli ultimi tempi
era riservata la grazia di sentire la dolce eloquenza dei battiti del Cuore di Gesù. A questa intuizione
suprema il mondo invecchiato ringiovanirà, si scuoterà dal torpore e verrà infiammato dal fuoco del
divino amore” 2.
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato
per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi
la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore» (Lc 4, 1819).
Maurizio, un nostro accolto, dopo 10 anni vissuti in strada e 27 nella droga, è venuto a noi, pieno
di gioia, per ringraziarci. Sono una nuova creatura, diceva, perché ho incontrato il Signore, ho
sperimentato il suo amore, perché voi non mi avete abbandonato... Quante volte sono caduto e mi
avete risollevato! Mi ero perso e siete venuti a me! Fino a quando mi sono arreso alla Sua Misericordia!
Sono rinato e ora sono libero perché ho conosciuto l’Amore del Signore. Vorrei portare con voi Gesù
e la sua Misericordia a coloro che non conoscono il Suo Amore.
Discendiamo con Cristo, per mostrare Cristo non con parole, ma attraverso il Suo Amore
Misericordioso, compassionevole, paziente, così come fece Santa Teresa di Calcutta, quando un
musulmano le ha detto: “Ora so che Gesù è vivo: io l’ho visto nell’amore con il quale le tue mani
hanno curato le ferite della mia lebbra!” Egli è fedele! Che la sua misericordia viva e si riveli in noi!
Auguri a tutti per un Natale ricco d’Amore.
Dio vi benedica!
Padre Enrico e Padre Antonello
Misericordiae Vultus - N. 12
È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima
persona la misericordia. Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare
nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre.
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Rivelazioni di Santa Gertrude
Libro 4, cap. 4.
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