Pensioni, il numero è destinato a ridursi ancora: nel 2017

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Scuola, Anief: Pensioni, il numero è
destinato a ridursi ancora: nel 2017
lasceranno solo in 15mila. Tutti i requisiti
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Ugo Giano
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anief, Scuola
Per fornire ad ogni lavoratore informazioni dettagliate, Anief ha siglato una
convenzione con il Centro servizi Cedan, società autorizzata a erogare, per
mezzo della confederazione Cisal, servizi di Caf e patronato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per andare incontro ai docenti, uno degli
emendamenti presentati in Parlamento da Anief alla Legge di Stabilità era
rivolto all’estensione della deroga a tutti i docenti della scuola pubblica,
prescindendo dal tipo di corso scolastico di appartenenza. Non si comprende
per quale motivo, le nostre istituzioni pubbliche e politiche continuino a
negare l’elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della
funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado. Allo stato
attuale, invece, obbligare un docente a lasciare il servizio a 70 anni
rappresenta una forzatura inconcepibile.
È destinata a continuare nel tempo la tendenza di riduzione dei
pensionamenti in Italia, rilevata oggi dalI’Istat attraverso il Focus sulle
condizioni di vita dei pensionati 2014-2015 secondo cui, nel 2015, risultano
16,2 milioni di pensionati, con un calo di 80mila unità rispetto al 2014 e ben
600mila sul 2008: secondo le prime stime del Ministero dell’Istruzione,
presso cui sono assunte quasi un milione di persone, nel 2017 a lasciare il
servizio nelle scuole saranno, infatti, appena 12mila docenti e 3mila
dipendenti Ata. E degli 80mila potenziali interessati alla pensione anticipata
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prodotti di qualità sono al 31
dicembre 2015 sono 278 (9
in più rispetto al 2014)
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solidale a Piazza Navona
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legalità e diritti nel settore
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destinati ad essere confermati per il futuro. Dalle prime stime fornite dal
Ministero dell’Istruzione, risulta che l’anno prossimo a lasciare il servizio
nelle scuole saranno 12mila docenti e 3mila dipendenti Ata. Vi sono, poi,
altri 80mila lavoratori potenzialmente interessati alla pensione
anticipata con l’Ape, avendo già compiuto 63 anni di età e trovandosi nella
situazione contributiva di almeno 20 anni di versamenti: tranne i maestri
dell’infanzia, che accederanno all’anticipo in versione “social” (con una
piccola somma da restituire), per gli altri il prezzo da pagare (in vent’anni)
sarà, però, davvero alto. Il numero di pensionamenti, quindi, non crescerà di
molto rispetto alle attese; e in futuro andrà sempre peggio, per via
dell’innalzamento dei requisiti previsti dalla legge di riforma Monti-Fornero.
Codice abbonamento:
(AGENPARL) – Roma, 15 dic 2016 – I numeri pubblicati oggi dall’Istat sono
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con l’Ape aderiranno ben pochi, a causa delle somme salatissime da
restituire nell’arco di un ventennio.
La fonte riporta che, “secondo le stime del ministero dell’Istruzione, coloro
che presenteranno domanda di pensionamento saranno circa quindicimila
impiegati della scuola, tra i quali 12 mila docenti e tremila dipendenti Ata.
Ma, secondo lo stesso Miur, altri 80 mila dipendenti sarebbero
potenzialmente interessati alla pensione anticipata con l’Ape, avendo già
compiuto l’età dei 63 anni e trovandosi nella situazione contributiva di
almeno 20 anni di versamenti”.
Il Miur ha deciso che bisognerà presentare domanda di pensionamento
entro il 20 gennaio 2017; quest’ultima riguarda sia la pensione di vecchiaia
che quella anticipata, secondo i parametri delineati dalla riforma Fornero del
2011, cioè dall’articolo 24 della legge 201. La novità risiede nella facoltà di
optare, previa maturazione dei requisiti, per l’anticipo pensionistico (Ape),
introdotto dal governo Renzi attraverso la Legge di Bilancio. E proprio in
attesa dell’attuazione dell’Ape volontaria, “il termine del 20 gennaio 2017
potrebbe essere posticipato”.
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Tuttavia, secondo le prime stime, ad accedere al pensionamento non
saranno in molti: si prevede, come accaduto nel 2016, una riduzione rispetto
al passato di almeno il 30 per cento. I requisiti di accesso, introdotti dalla
legge di riforma Monti-Fornero e in progressiva, risultano infatti
decisamente alti: per la cessazione dal servizio dalla scuola per il prossimo 1°
settembre attraverso la pensione anticipata occorrono 41 anni e 10 mesi di
contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini; per la pensione di
vecchiaia servono invece, per entrambi i sessi, 66 anni e 7 mesi di età
anagrafica. I requisiti, inoltre, sono destinati a crescere negli anni: nel 2031,
la soglia imposta dalla riforma diventerà di 44 anni e 6 mesi per gli uomini e
43 anni e 6 mesi per le donne. Anche il “tetto” per la vecchiaia si alzerà, fino
a 68 anni e 3 mesi di età. Addirittura, ulteriormente innalzabili, in caso di
incrementi della speranza di vita.
Tra le deroghe possibili, che l’attuale Governo ha intenzione di produrre,
figura l’Ape “social”, riservata alle professioni più logoranti, che permette di
anticipare di 3 anni e 7 mesi l’età pensionabile, attraverso l’esborso di una
somma minima per un ventennio (alcune decine di euro). Rimane, invece,
impraticabile l’Ape “volontaria”, la quale prevede la riduzione dell’assegno di
quiescenza di una somma che supera i 300 euro.
Codice abbonamento:
Per il sindacalista, “obbligare un docente a lasciare il servizio a quasi 70
rappresenta una vera forzatura: ricordiamo che un insegnante tedesco,
ancora oggi, lascia l’insegnamento dopo 24 anni di servizio e senza
decurtazioni percependo una pensione quasi doppia rispetto ai nostri. In
Italia, invece, per più di quattro pensionati su dieci l’assegno non arriva
neppure a mille euro al mese. Sempre oggi, l’Istat ci ha detto, a tal
proposito, che la media del reddito pensionistico lordo è di soli 17.323 euro.
È bene che i lavoratori si sappiano districare in questo ginepraio di leggi e
novità sui requisiti: per questo motivo – conclude Pacifico – abbiamo
predisposto un servizio di consulenza per tutti coloro che sono interessati
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“Il problema è che l’esecutivo – spiega Marcello Pacifico, presidente
nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ha deciso di rivolgere l’Ape
‘social’ solo ai docenti della scuola dell’infanzia. Uno degli emendamenti
presentati in Parlamento da Anief alla Legge di Stabilità era, invece, proprio
rivolto all’estensione della deroga a tutti i docenti della scuola pubblica,
prescindendo dal tipo di corso scolastico di appartenenza. Non si comprende
per quale motivo, le nostre istituzioni pubbliche e politiche continuino a
negare l’elevato rischio psico-fisico connesso allo svolgimento della
funzione docente, senza alcuna distinzione di ordine e grado: tutta la
categoria degli insegnanti – ad altissimo rischio burnout – deve infatti
fruire delle agevolazioni pensionistiche spettanti a chi svolge un lavoro
usurante”.
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al pensionamento”.
Anief ha, infatti, siglato una convenzione con il Centro servizi Cedan,
società autorizzata a erogare, per mezzo della confederazione Cisal, servizi
di Caf e patronato. I servizi offerti sono rappresentati dalla compilazione ed
elaborazione del modello 730, Isee e ogni pratica di natura fiscale, domande
di pensioni, disoccupazione e assistenza previdenziale. Pertanto, sarà
possibile richiedere una consulenza personalizzata attraverso la e-mail
nazionale [email protected], contattare il numero 091 424272 o contattare le
seguenti sedi territoriali.
PER APPROFONDIMENTI (a cura dell’Ufficio Studi Anief)
I requisiti per andare in pensione nel 2017: dipendenti pubblici
Pensione di vecchiaia
Uomini e donne – nel 2017 con 66 anni e 7 mesi di età (con almeno 20 anni
di contributi)
Pensione anticipata
Donne – nel 2017 con 41 anni e 10 mesi di contributi
Uomini – nel 2017 con 42 anni e 10 mesi di contributi
Uomini e donne assunti dal 1/1/1996 in possesso di anzianità contributiva
minima di 20 anni e importo minimo pari 2,8 volte l’assegno sociale – nel
2015 con 63 anni e 7 mesi di età.
Le differenze nel corso degli anni, a seguito della riforma Monti-Fornero
(sempre nel pubblico impiego):
PENSIONE DI ANZIANITÀ
Uomini
Donne
2012
42 anni e 1 mese
41 anni e 1 mese
2016
42 anni e 10 mesi
41 anni e 10 mesi
2017
42 anni e 10 mesi
41 anni e 10 mesi
2018
42 anni e 10 mesi
41 anni e 10 mesi
2019
43 anni e 2 mesi
42 anni e 3 mesi
2020
43 anni e 2 mesi
42 anni e 3 mesi
2025
43 anni e 11 mesi
42 anni e 11 mesi
2030
44 anni e 4 mesi
43 anni e 4 mesi
2031
44 anni e 6 mesi
43 anni e 6 mesi
66 anni
2016
66 e 7 mesi
2017
66 e 7 mesi
2018
66 e 7 mesi
2019
66 e 11 mesi
2020
66 e 11 mesi
2025
67 e 8 mesi
2030
68 e 1 mese
2031
68 e 3 mesi
Deroghe e possibilità di uscita anticipata:
Tipologia
Requisiti
Specifiche
Codice abbonamento:
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PENSIONE DI VECCHIAIA
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OPZIONE DONNA
OTTAVA
SALVAGUARDIA
ESODATI
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Si deve valutare
Si tratta dell’estensione anche l’adeguamento
della pensione
alla speranza di vita, che
anticipata alle lavoratrici ad oggi è pari a 6 mesi.
nate nell’ultimo
Per quanto riguarda,
trimestre del 1958, a
dunque, le lavoratrici
patto che le stesse
che sono nate
abbiano maturato i 35 nell’ultimo trimestre del
anni di contributi entro 1958, l’Opzione Donna è
il 31 dicembre 2015.
esercitabile sino al 31
Requisito necessario è: luglio 2016, dopo di che,
57 anni di età (per le
tenendo in
lavoratrici dipendenti) o considerazione le
58 anni (per le
finestre mobili, è bene
autonome) e 35 anni di sapere che la pensione,
contributi maturati
per le dipendenti,
entro data 31 dicembre arriverà dopo 12 mesi
2015
mentre per le autonome
dopo 18
Gli esodati inclusi
nell’ottava manovra di
salvaguardia aumenta
e passa dai precedenti
27mila 700 agli attuali
30mila 700
Passano da 8mila a
11mila i lavoratori in
mobilità entro il 31
dicembre 2011, per via
dello slittamento della
data del termine
dell’attività lavorativa al
dicembre 2014, anziché,
come era prima, al
dicembre 2012
Codice abbonamento:
In caso di
ristrutturazioni
aziendali, viene
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Il cumulo dei contributi
consente di poter
raggiungere sì la
pensione di vecchiaia, ma
Tra gli aventi diritto al anche quella di anzianità,
nuovo cumulo gratuito grazie alla somma dei
CUMULO CONTRIBUTI dei contributi, sono
periodi di versamenti
PER I PROFESSIONISTI stati ammessi anche i presso differenti gestioni
professionisti iscritti
previdenziali, con un
agli ordini
computo pro quota sulla
base delle disposizioni di
ogni singola gestione
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APE (anticipo
pensionistico)
Rivolto ai lavoratori che
hanno almeno 63 anni,
questo anticipo
pensionistico viene
erogato dall’INPS e
viene finanziato dalle
banche; occorre però
poi restituire la somma,
con rate mensili,
nell’arco di 20 anni, dal
momento in cui si
maturano i requisiti per
l’assegno previdenziale
vero e proprio
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direttamente finanziato
dall’impresa. Per quanto
riguarda i disoccupati di
lunga durata, i lavoratori
che prestano assistenza
a un parente disabile, i
lavoratori che hanno una
riduzione della capacità
lavorativa pari ad almeno
il 74% o ancora per chi
svolge mansioni
usuranti, tale
trattamento (il
cosiddetto Ape social)
rimane invece a carico
dello Stato
Ecco come si calcola la pensione allo stato attuale
Il sistema di calcolo della pensione che si applica alle vecchie generazioni è
diverso da quello applicato alle nuove. I lavoratori privati, pubblici e
autonomi sono divisi in tre gruppi in base all’anzianità maturata alla data del
31/12/1995:
almeno 18 anni di contributi, l’assegno pensionistico sarà calcolato con un
sistema misto, cioè retributivo per l’anzianità maturata sino al 31/12/2011
e contributivo per il periodo successivo;
meno di 18 anni di contributi, l’assegno pensionistico sarà calcolato con un
sistema misto, cioè retributivo per l’anzianità maturata sino al 31/12/1995 e
contributivo per il periodo successivo;
zero contributi al 31/12/1995, l’assegno pensionistico sarà calcolato con
il sistema contributivo, che si basa su quanto versato nel corso della vita
lavorativa.
Come si richiede la pensione
La pensione di vecchiaia decorre dal primo giorno del mese successivo a
quello nel quale l’assicurato ha compiuto l’età pensionabile.
La domanda di richiesta della pensione si presenta esclusivamente
attraverso uno dei seguenti canali:
web – la richiesta telematica dei servizi è accessibile direttamente dal
cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto;
telefono – chiamando il Contact Center integrato al numero 803164
gratuito da rete fissa o al numero 06164164 da rete mobile a pagamento
secondo la tariffa del proprio gestore telefonico, abilitati ad acquisire le
domande di prestazioni ed altri servizi per venire incontro alle esigenze di
coloro che non dispongono delle necessarie capacità o possibilità di
interazione con l’Inps per via telematica;
enti di Patronato e intermediari autorizzati dall’Istituto, che mettono a
disposizione dei cittadini i necessari servizi telematici.
Il citato art. 1 comma 257 così dispone: “al fine di assicurare continuità
Codice abbonamento:
Il personale docente, educativo e ATA a tempo indeterminato può
presentare, entro il 20 gennaio 2017, la domanda di cessazione dal servizio
per raggiungimento del limite massimo di servizio o di dimissioni volontarie.
Lo stesso personale, entro tale data, può presentare domanda di
trattenimento in servizio per il raggiungimento del limite contributivo o per
quanto previsto dall’articolo 1 – comma 257 della legge n. 208/2015.
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Pensione 2017: termini e modalità di presentazione della domanda
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alle attività previste negli accordi sottoscritti con scuole o università
dei Paesi stranieri, il personale della scuola impegnato in innovativi e
riconosciuti progetti didattici internazionali svolti in lingua straniera, al
raggiungimento dei requisiti per la quiescenza, può chiedere di essere
autorizzato al trattenimento in servizio retribuito per non più di due
anni. Il trattenimento in servizio è autorizzato, con provvedimento
motivato, dal dirigente scolastico e dal direttore generale dell’ufficio
scolastico regionale. Dall’attuazione del presente comma non devono
derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Sempre entro il termine del 20 gennaio 2017, il personale che abbia
presentato la domanda di cessazione dal servizio per raggiungimento del
limite massimo di servizio o di dimissioni volontarie o domanda di
trattenimento in servizio per il raggiungimento del limite contributivo o per
quanto previsto dall’articolo 1 – comma 257 della legge n. 208/2015, può
revocare la domanda presentata.
Il personale docente, educativo e ATA, inoltre, che non ha raggiunto il
limite d’età, con contestuale riconoscimento di diritto alla pensionale, può
presentare domanda di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno
a tempo parziale.
L’Amministrazione, entro 30 giorni dalla scadenza delle suddette domande,
comunica agli interessati l’eventuale rifiuto o ritardo nell’accoglimento della
domanda di dimissioni nel caso in cui sia in corso un procedimento
disciplinare.
Informazioni tecniche
Attualmente le segreterie di ogni istituzione scolastica stanno richiedendo
le dichiarazioni di servizio (che consta del servizio di ruolo, tutti i periodi
computati, riscattati e ricongiunti, il servizio militare, le supervalutazioni e
le eventuali assenze da porre a scomputo dal totale dell’anzianità utile ai fini
pensionistici) ai fini dell’accertamento del diritto.
Le recenti riforme pensionistiche hanno modificato le modalità di accesso
alla pensione e di calcolo dell’assegno, Anief spiega in maniera sintetica i
punti cruciali di tale tematica dividendo il presente comunicato in tre punti:
“Quando posso andare in pensione?” “Quanto prenderò di pensione?”
“Come richiedere l’accesso al trattamento pensionistico?”
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