Africa e America Latina: campagna di solidarietà

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Transcript Africa e America Latina: campagna di solidarietà

Africa e America Latina:
campagna di solidarietà firmata
MCL
Il 17 e 18 dicembre, in collaborazione con il Cefa, una raccolta
fondi nelle piazze italiane, per finanziare progetti di sviluppo in
Marocco, Somalia, Sud Sudan ed Ecuador
10 DICEMBRE 2016 PAOLO ACCOMO NOTIZIE DAL MONDO
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Carlo Costalli gira e rigira tra le mani la Laudato si’. “Quante critiche! E quanti tentativi
di insabbiarla! Soprattutto i passaggi sull’ecologia integrale… Ma il nocciolo della
dottrina sociale è questo: la preferenza per i poveri, che sono anche quelli italiani, che
sono anche i migranti, ma che sono prima di tutto quei milioni di sfruttati che vivono
nelle periferie geografiche del mondo. Dobbiamo aiutarli a costruire l’Italia a casa loro”.
Il presidente del Movimento cristiano lavoratori ha lanciato per questo Natale una nuova
edizione della campagna di solidarietà Dal seme al cibo, che il movimento organizza con
il Cefa, la Onlus creata dal compianto Giovanni Bersani. Ce la spiega in quest’intervista.
Perché quest’azione internazionale?
Perché l’ottava opera di misericordia voluta da papa Francesco in quest’anno di Giubileo
Straordinario è la cura della casa comune e il nostro pianeta ha bisogno di un radicale
cambiamento di rotta. Francesco ci ha invitato a fare un esame di coscienza e questo
progetto di cooperazione allo sviluppo, che punta a sostenere 10.000 famiglie del sud del
Mondo, va in tale direzione.
Più importante del No al referendum?
Sono battaglie diverse, è chiaro. La vittoria del No al referendum ha premiato la visione
di chi, come noi, crede nelle riforme vere e non nei colpi di mano. Vincere o almeno far
arretrare la fame significa esercitare un dovere di cittadinanza planetaria oltre che essere
– per noi cattolici – anche un dato di fede. Il cibo, come l’acqua, è un elemento
essenziale per la sopravvivenza e tutti devono essere in grado di poterlo reperire: un cibo
nutriente e sicuro, sufficiente per soddisfare i bisogni nutrizionali di base. Non è più il
tempo delle chiacchiere e neanche di fermarsi all’accoglienza, che deve continuare.
Urgono azioni concrete: per questo Mcl e Cefa continuano a lavorare per restituire
dignità a tutta l’umanità. Operativamente.
Esattamente cosa volete fare?
Fornire un modello di intervento altamente efficiente per la lotta alla povertà
migliorando le condizioni di vita delle popolazioni più svantaggiate. Il 17 e 18 dicembre,
in tutte le città d’Italia, ci sarà la raccolta fondi per finanziare progetti del Sud Sudan,
dell’Ecuador, della Somalia e del Marocco. Non aiuti a pioggia, ma mirati alle famiglie,
grazie al know how del Cefa.
Cooperazione e accoglienza sono alternative?
Oggi no. È illusorio pensare di arrestare l’accoglienza intervenendo nei Paesi d’origine:
la situazione è gravissima, nel mondo una persona su nove è colpita da fame e
malnutrizione, 805 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare e la stragrande
maggioranza di questi – 790 milioni – vive in Paesi in via di sviluppo, dove il 13,5%
della popolazione soffre di malnutrizione. Però è corretto intervenire per limitare le
migrazioni, sensibilizzando la popolazione italiana a sprecare meno e ad essere più
solidale. Questo aiuterà anche a comprendere il senso dell’accoglienza e persino il
legame che ci rende tutti europei.
Cosa farete dei soldi che raccogliete?
Ad esempio, tra le numerose attività promosse in questi anni, abbiamo sostenuto un
programma per contrastare la fame a Kilolo, a sud-ovest della Tanzania. Qui, grazie
anche al sostegno dato all’Associazione per lo Sviluppo della Comunità di Kilolo, nata
nel 2004 per iniziativa dei Padri Francescani della missione di Pomerini, è stato possibile
garantire agli agricoltori e alle famiglie contadine della zona formazione e assistenza
tecnica in agricoltura e zootecnia, accesso agevolato ai fertilizzanti e ai servizi di
meccanizzazione, migliori opportunità di commercializzazione dei propri prodotti. Non
abbiamo aiutato solo le famiglie contadine di Kilolo, ma anche i soggetti vulnerabili del
territorio (persone malate di Hiv/Aids, vedove, persone disabili, anziani). In pratica Mcl
e Cefa, attraverso corsi di formazione su tecniche agricole, coltivazioni in serra,
produzioni di fertilizzanti, tecniche di stoccaggio e di macinazione, tecniche di
allevamento per animali da cortile, vanno a incidere sulla vita quotidiana di oltre 10.000
destinatari finali dell’attività di cooperazione. Ora però ci concentriamo su altri fronti,
tra cui vi è quello delle grandi povertà create da guerra e terrorismo: Somalia e Sud
Sudan, dove il Cefa ha una lunga storia.
Crede davvero che basterà a fermare le ondate migratorie?
Bastare no, aiutare sì. Come abbiamo detto al XII congresso, la condizione dell’Europa
e, ormai dell’Italia, è quella di una terra di forti migrazioni che derivano dalla
globalizzazione, dai conflitti nelle aree del Medio Oriente e dagli squilibri determinati
dall’aggravarsi delle situazioni nelle aree più povere del pianeta. Oltre a promuovere il
giusto processo di integrazione, dobbiamo concepire dei correttivi, perché rischiamo di
essere travolti da questo tsunami: l’accoglienza passiva non regge più, bisogna mettere
in campo delle azioni di cooperazione utili a ridurre il flusso. In occasione del congresso
del Movimento ci siamo impegnati a incrementare il sostegno della cooperazione
internazionale allo sviluppo e tutta la nostra organizzazione sta rispondendo con
convinzione a quel mandato.