Elezioni americane, referendum italiano. Due voti

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COMUNICATO N. 16
Elezioni americane, referendum italiano. Due voti a sorpresa
analizzati a Più libri più liberi dagli esperti del Fatto Quotidiano
Roma, 10 dicembre 2016. L’elezione di Donald Trump e il No al Referendum
costituzionale in Italia. Due fatti distanti giorni e migliaia di chilometri tra di loro, eppure
collegati da significativi punti di contatto. “Da entrambe le parti sono state ribaltate le
aspettative dell’establishment e si è entrati in una fase di turbolenza” sostiene il
giornalista del Fatto Quotidiano Furio Colombo, presente insieme al fondatore del
quotidiano Antonio Padellaro e al collega Stefano Citati alla Fiera Più libri più liberi.
Riguardo al confronto, Colombo, esperto delle vicende d’Oltreoceano, ritiene che negli
Stati Uniti si sia verificato “un accadimento tragico e inspiegabile, figlio a mio parere di
una questione razziale non ancora superata. E’ stata una vendetta dei cittadini di pelle
bianca contro Obama, non si doveva celebrare il trionfo del primo presidente di colore”.
Un problema dovuto, per l’ex-direttore Padellaro “anche a diverse situazioni di disagio
sociale, che i grandi nomi dell’informazione non hanno saputo leggere e ascoltare. Si
sono limitati ad esprimere un punto di vista che i numeri hanno poi smentito”.
Dunque, l’evento elettorale ha registrato un vero e proprio “tracollo dell’informazione,
che in America ha portato però i media a interrogarsi sull’origine del buco. Anche le
testate italiane – incalza Padellaro - non hanno colto i segnali pre-voto, ma
all’indomani del Referendum è come se i 19 milioni e 500 mila voti per il No fossero
improvvisamente spariti. La questione è stata spostata subito verso la crisi di Governo
e le consultazioni al Colle, con un atteggiamento generale d’irritazione”.
Mentre i giornali hanno segnato il passo, le indicazioni giunte dal web in fase di
campagna elettorale si sono avvicinati di molto ai risultati effettivi. Per Padellaro “i
giornali hanno sbagliato a non analizzare questo segnale e se non si adegueranno al
trend rischieranno in poco tempo di sparire”. I social si sono rivelati, per l’americanista
Colombo, “uno strumento strategico per dettare il cambio di guardia alla Casa Bianca
e per ordire un imbroglio mediatico, teso a screditare con storie false Hillary Clinton”.
Si parla di populismo, un termine sempre più in uso in tutto l’Occidente, negli USA
come in gran parte dell’Europa. Padellaro però ammonisce: “E’ sbagliato collegare
populismo e intolleranza verso il diverso, le scelte dei cittadini e il proliferare di
formazioni politiche estremiste sono una reazione di stanchezza alle mancate risposte
dei governi rispetto ai problemi importanti”.
UFFICIO STAMPA
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Daniela Poli
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