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Transcript sfoglia il nuovo numero di contatto! - MCI

Italienische Katholische Gemeinde München
CONTATTO
Anno XLI-Nr. 4 Dicembre 2016 - Periodico della Comunità Cattolica Italiana di Monaco di Baviera
Gesù trasforma il nostro gelo
in Suo calore
LA FESTIVITÀ DELLA
MADRE DI DIO
IL VACCINO
ANTINFLUENZALE
RICETTE PER
L‘AVVENTO
2
Contatto
INFORMAZIONI UTILI
SANTE MESSE
Domenica e giorni festivi
Ore 11.00 St. Anna Kirche, Krenmoosstr. 7,
Karlsfeld (S2 Karlsfeld)
Ore 11.30 St. Andreas Kirche, Zenettistr. 46,
München (U3/U6 Poccistraße)
Ore 12.00 St. Michael Kirche, Clemens-August
Str. 2, Berg am Laim, München (U2 Josephsburg)
Ore 18.00 Bürgersaalkirche, Neuhauser Str. 14,
München Zentrum (U4/U5 Stachus)
Dal lunedì al sabato
Ore 18.30 Cappella della Comunità Cattolica
Italiana, Lindwurmstr. 143, München (U3/U6
Poccistraße)
Prima e terza domenica del mese
Ore 18.00 St. Hildegard Kirche, Paosostr. 25,
Pasing (S3/S4/S6/S8 Pasing)
Quarta domenica del mese
Ore 16.30 Ursulinenkloster, Neustadt 535,
Landshut
CARITAS
Schrenkstr. 3, 80339 München
Tel. 089. 50 03 55 17
COMITES
Hermann-Schmid-Str. 8, 80336 München,
Tel. e fax 089. 721 31 90
CONSOLATO GENERALE D’ITALIA
Möhlstr. 3, 81675 München,
Tel. 089. 418 00 30 Fax 089. 47 79 99
PATRONATO ACLI
Pettenkoferstr. 8 / IV
80336 München
Tel. 089. 55 48 76
PATRONATO INAS/CISL (DGB-Haus)
Schwanthalerstr. 64
80336 München
Tel. 089. 53 23 32
PATRONATO INCA
Häberlstr. 20
80337 München
Tel. 089. 53 41 03
50 & PIÙ ENASCO
Alramstr. 4D
81371 München
Tel. 089. 74 64 08 14
SPECIALE DICEMBRE
COMUNITÀ CATTOLICA ITALIANA
DOMENICA 4 dicembre 2016: 2° di Avvento
- S. Messe: come alla Domenica (anche a Pasing)
- A St. Andreas: ricordo di Sr. Marianna
DOMENICA 11 dicembre: 3° di Avvento
- S. Messe: come alla domenica
DOMENICA 18 dicembre 2016: 4° di Avvento
- S. Messe: come alla domenica (anche a Pasing)
Sabato 24 dicembre 2016: Vigilia di Natale
- ore 22.30 Veglia Natalizia e ore 23.00 Messa
solenne della Veglia Natalizia a St. Andreas
Lindwurmstr. 143 - 80337 München
Tel. 089.2137 4200
U3-U6 - Poccistrasse
E-Mail:
[email protected]
Sito web: www.mci-muenchen.de
Segreteria:
Lun-Ven: 9.00 –12.00
Mar-Gio:14.30 –16.30
DOMENICA 25 dicembre 2016: S. Natale
Missionari Scalabriniani
- S. Messe: come alla domenica (anche a Pasing e a
Landshut)
P.Gabriele Parolin
P.Lorenzo Scremin
P.Vincenzo Armotti
Possibilità di Confessioni
-Alla Missione: ogni sera durante la settimana dalle
ore 17.00 alle ore 18.00
Suore del Bell‘Amore
Sr. Rossana Sollai
Sr. Zaira Dovico
Sr. Maria Foti
Contatto 3
In questo numero
Introduzione di Padre Gabriele
Il tempo liturgico
5 La festività della Madre di Dio
Testimonianze
6 Lode e gloria a Lui
Le risposte di Contatto
6-8 La cremazione dei defunti
Medicina
9 Vaccino sì o vaccino no?
La ricetta di Contatto
10-11 Ricette per l’Avvento
Una storia per Natale
12-13 “Il bambino senza scarpe” e “Ti auguro tempo”
Info Gruppi
Sacramenti e info utili
Cari lettori,
con questo numero colgo l’occasione
per congedarmi: il mio lavoro nella
redazione di Contatto si concluderà
con la fine di questo anno, certamente
continuerò a dare il mio contributo
scrivendo articoli, ma restituisco il
testimone cedutomi da Noemi.
A voi va un immenso grazie per il sostegno e il calore
che mi avete dimostrato in questi mesi. Avevo qualche
timore inizialmente perché era qualcosa del tutto
nuovo per me, ma grazie a voi è stato tutto più facile.
In Missione ho trovato una realtà magnifica dal punto
di vista lavorativo (la conoscevo solo da parrocchiana)
da subito mi sono sentita a mio agio ed il tempo è
davvero volato.
Per questo devo ringraziare anche tutti coloro che a
diverso titolo svolgono il proprio compito qui e con i
quali ho avuto modo di lavorare a più stretto contatto.
Uno fra tutti, Padre Gabriele, che ringrazio per la
grande opportunità sia professionale che umana.
Vi saluto quindi piena di gratitudine anche se un po’
triste per la conclusione di questa avventura; vi faccio i
miei migliori auguri per un Natale che vi scaldi del
calore avvolgente delle vostre famiglie e vi porti un po’
della serenità che anche la Sacra Famiglia trovava
nella Sua unione, nonostante le avversità.
Collaboratori per questo numero: Dr. Manuel Caballero
González, Dr. Mauro Damiani, Isabella Guarino, P.
Gabriele Parolin, Rachele Taskhiri
www.mci-muenchen.de
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IMPRESSUM CONTATTO
ERZBISTUM MÜNCHEN UND FREISING
Erzdiözese München und Freising KdöR
Vertreten durch das Erzbischöfliches Ordinariat München
Generalvikar Dr. Dr. Peter Beer
Rochusstrasse 5 - 7 80333 München
Herausgegeben von Italienische Katholische Gemeinde
Fotohinweise: Italienische Katholische Gemeinde
Padre Gabriele Parolin
Druck: Wir machen Druck
UID Nummer: DE811510756
Foto Copertina: Sacra Famiglia a tavola, scuola di Guido
Reni, olio su tela, 1600, Quadreria Arcivescovile Milano.
Immagine rara, forse unica, sicuramente originale, il
sorprendere la Sacra Famiglia seduta a tavola in una
circostanza che i molti particolari dipinti concorrono ad
interpretare come un sereno ed intimo momento di festa
familiare per e attorno a Gesù.
Chefredakteur: Padre Gabriele Parolin
Redaktion: Elisabetta Officio
Tel. +49.(0)89.2137 4207, [email protected]
Erscheint quartalsweise—Quattro numeri all’anno
Spende— Quota annuale di sostegno 10 euro Coordinate bancarie - Bankverbindung:
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Ital.Kath.Gem.München (IKM Lindwurmstraße 143, München)
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(Konto-Nr.: 2208601 BLZ: 75090300)
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4
Contatto
Tu scendi dalle stelle
E’ il canto natalizio più noto in
Italia. Fu composto a Nola
(Napoli) nel 1754 da S.
Alfonso Maria de’ Liguori sulla
falsariga del canto
napoletano “Quanno nascette
ninno” e mirava a far
comprendere ai napoletani
semplici e poveri il mistero del
Natale. “Tu scendi dalle stelle” non è
semplicemente un canto che risuona nelle chiese a
Natale, è piuttosto un compendio semplice del
mistero natalizio, della teologia del Natale.
“Tu scendi dalle stelle”: “Nessuno è mai salito al
cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio
dell’uomo”, disse Gesù a Nicodemo (Gv 4,13).
Con le immagini di “cielo e stelle” gli uomini
esprimono un mondo a loro sconosciuto, il mondo
di Dio, dove egli abita. Immersi come siamo nel
tempo e nello spazio raffiguriamo anche Dio in un
luogo ben distinto, anche se al di sopra della
realtà umana. Egli da lassù discese fra noi. “E il
Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo
a noi”, dice ancora Giovanni nel suo Vangelo.
“O Re del cielo”: Colui che discese fra noi non è
una persona qualunque, bensì il Signore
dell’universo, l’Onnipotente. Tutto è stato fatto per
mezzo di lui: “In Lui furono create tutte le cose nei
cieli e sulla terra… Tutte le cose sono state create
per mezzo di Lui e in vista di Lui”, dice Paolo ai
Cristiani di Colossi. Non solo Egli è l’inizio di ogni
cosa, ma è anche il suo fine ultimo. Questo è il
disegno di Dio nella pienezza dei tempi:
“Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra” (Ef. 1,10).
“E vieni in una grotta”: La religiosità dei primi
cristiani ha cercato di localizzare in una grotta tre
avvenimenti fondamentali della vita di Gesù. La
grotta della nascita, a Betlemme, dove Maria
avrebbe posto il bambino neonato nella
mangiatoia, la grotta sul Monte degli ulivi, a
Gerusalemme, dove Gesù avrebbe insegnato ai
discepoli il Padre nostro, e infine la grotta dove
Gesù fu sepolto dopo la sua morte in croce.
Venire in una grotta è indice di povertà, “non c’era
posto per loro nell’alloggio”, dice Luca riferendosi
a Maria incinta e a Giuseppe. La normale
abitazione degli uomini non è il luogo dove Gesù
è chiamato a nascere. Egli viene fra noi nel luogo
più intimo di noi stessi, dove i nostri istinti
animaleschi trovano rifugio. Ma la grotta indica
anche il luogo dove noi troviamo rifugio, sicurezza
di fronte a quello che ci minaccia e procura ansia.
È là che lo troviamo.
“Al freddo e al gelo”. Non si tratta del tempo
meteorologico nei giorni della nascita di Gesù,
quanto della situazione dell’animo umano che egli
ha trovato al momento della sua venuta fra noi.
Freddo e gelo rappresentano la situazione
dell’umanità che non riesce ad accogliere il
calore, l’amore di Dio. Esprimono anche il rifiuto
dell’uomo che non riconosce il Cristo, quello di
Pietro che, mentre cercava di scaldarsi, dice: “Non
conosco quell’uomo”, il freddo di coloro che sotto
la croce gridano “Crocifiggilo”. Per questo
nell’Apocalisse Giovanni scrive alla chiesa di
Laodicea: “Conosco le tue opere: tu non sei né
freddo, né caldo. Ma poiché sei tiepido, sto per
vomitarti dalla mia bocca”. È il calore dell’amore
di Dio che non riesce a penetrare nell’animo
umano.
“Ah’ quanto ti costò l’avermi amato”: è il prezzo
dell’amore di Dio per noi. Siamo stati riscattati con
un sangue prezioso, come di un agnello senza
macchia, scrive Pietro ai suoi cristiani.
Ecco questo è il Natale, un “Tu scendi dalle stelle”
da cantare sì come ringraziamento nelle festività
natalizie, ma soprattutto una realtà da vivere
affinché il nostro gelo sia trasformato dal calore
del suo amore.
Padre Gabriele Parolin
Contatto 5
La festività della Madre di Dio
Tra pochi giorni
celebreremo
il
Natale, vale a dire,
festeggeremo il
ricordo della nascita
del Salvatore, pegno
sicuro del ritorno
glorioso del Signore
Gesù alla fine dei
tempi. All’interno di
qu est e
per io do
natalizio c’è una
festa
molto
importante che non
sempre ci trova
molto svegli, forse a cause delle festività
precedenti; mi riferisco alla solennità della Madre
di Dio.
Il nuovo anno inizia sotto il manto di Maria, sotto
la sua protezione. In questa festa celebriamo di
fatto il titolo più importante di questa piccola
fanciulla di Nazareth: Maria, Madre di Dio.
Questo titolo («theotókos» in greco) fu proclamato
dogma di fede nel terzo concilio ecumenico che si
tenne a Efeso nel 431 ed è di capitale importanza
per l’economia della salvezza di tutto il genere
umano.
Di solito noi chiamiamo giustamente Maria con il
titolo di Vergine, perché, secondo il dogma
definito nel secondo Concilio di Costantinopoli nel
553, Maria è stata vergine prima, durante e dopo
la nascita di Gesù. A livello teologico, questa
verità di fede è spesso oggetto di discussione con
molte comunità protestanti che, benché accettino il
concepimento verginale del Cristo, non
ammettono il dogma della verginità perpetua di
Maria e affermano che, dopo Gesù, la Madonna
ebbe altri figli con Giuseppe.
è vergine, bensì
perché Maria è
Madre di Dio.
Infatti, nel Vangelo di
Giovanni, forse il
teologo più grande di
tutti gli apostoli, non si
trova il nome di Maria,
ma ci si riferisce a lei
con il titolo di «madre»
oppure «madre di
Gesù» (cf. Gv 2, 1.3). È
la sua maternità il
dono più grande di
Dio a Maria e a noi in
Maria. Lei è uno specchio per noi e noi dobbiamo
essere, come lei, fecondi in questa terra. Il
matrimonio, che è un sacramento ed è anche il
luogo cristiano per la maternità carnale, non
dovrebbe essere, teologicamente parlando,
inferiore alla vita verginale e consacrata. Anzi,
sacerdoti e suore sono chiamati a essere madri e
padri di tanti figli spirituali per non correre il
rischio, come dice Papa Francesco, di diventare
semplici scapoloni.
Viviamo dunque la festività di Maria, Madre di
Dio, come un gran regalo di Dio agli uomini e un
grande richiamo per diventare pure noi madri e
padri fecondi.
Dr. Manuel Caballero González
Io vorrei però oggi richiamare l’attenzione, non
tanto sulla verginità di Maria, ma sulla sua
maternità.
Se noi siamo salvati dalla morte eterna e dai nostri
peccati è perché Gesù è morto e risorto per noi;
ma per morire, doveva prima nascere. Ecco
dunque il mistero più grande di Maria: il suo
essere madre. Noi non siamo salvati perché Maria
Immagine: Maria Santissima Madre di Dio
http://perangustaadaugusta.altervista.org/doreen-virtue-maria
-lamata-madre/
6
Contatto
…lode e gloria a Lui
Mi chiamo Rachele e anagraficamente sono nata il 24.10.1950, da oggi però dovrò urlare ai quattro venti che il
Signore mi ha donato una nuova vita il 30.10.16.
Coltivo la mia fede nel gruppo carismatico Rinnovamento nello Spirito e poiché da poco, insieme ad altri due fratelli,
sono alla guida del mio gruppo ritenevo cosa buona e utile alla mia formazione partecipare all’incontro annuale che si
tiene a Rimini per gli animatori.
Mi venne in mente di coinvolgere a questo ritiro anche mio figlio con la speranza che lo Spirito Santo potesse
comunicargli cose che io, come mamma, non sono riuscita a trasmettere. Aderì più per farmi piacere e compagnia che
altro, quindi il 30 ottobre alle ore 5.00 circa, insieme a Claudio, nostro amico e animatore del gruppo, ci mettemmo in
viaggio.
Il nostro dialogare scorreva armonioso e amichevole, mentre mio figlio si era appisolato, aiutato dal buio che ancora
regnava. Era trascorsa circa un’ora quando improvvisamente Claudio interruppe la nostra chiacchierata con un urlo
ammonitore “Attenti...”, in contemporanea ricevemmo un forte urto da una macchina che, come una furia, ci raggiunse e
ci indusse a virare contro un camion sulla nostra destra. “State bene?” “Mamma stai bene?” “Sì, sì ho solo un po’ di male
al petto”.
Pochi attimi che ancora si ripetono nella mia mente, ma soprattutto nella mia preghiera: Grazie Signore per averci
protetti. Grazie per averci regalato questa nuova vita. Grazie per averci liberati da ogni insidia di morte, come recita il
Salmo 91 suggerito dallo Spirito Santo a Mariarosa, moglie di Claudio, appena saputo dell’incidente: “Tu sei mia difesa
e salvezza. Sei il mio Dio: in Te confido”.
D’ora in avanti queste saranno le parole che mi accompagneranno per il resto degli anni che il Signore mi regalerà.
Lode e gloria a Lui.
Rachele Taskhiri
Le risposte di Contatto …scrivi alla redazione le tue domande!
“Cosa dice la Chiesa circa la cremazione dei defunti?”
La posizione della Chiesa su questo tema racchiude in sé il significato più profondo della nostra fede: la resurrezione
della carne. Va detto che la cremazione era una pratica invalsa tra i pagani i quali, pur credendo nella vita oltre la
morte, non credevano nella resurrezione della carne. Per questa ragione la Chiesa vi si è sempre opposta, non tanto
quindi per la pratica in sé, quanto invece per il valore simbolico che la medesima rappresentava. Non ha mai
condannato infatti la cremazione in sé, ma l'ideologia antireligiosa e anticristiana che la accompagnava. Del resto, in
casi di emergenza come le pestilenze o le guerre, la Chiesa ha sempre ammesso che venissero bruciati i corpi, senza
mai affermare che ciò fosse incompatibile con l'immortalità dell'anima e la resurrezione dei corpi.
La Chiesa vi si oppose perché l’introduzione dell'incenerimento in occidente era foriera di campagne di propaganda
antireligiose e anticristiane che irridevano l'usanza cristiana della sepoltura. C'era la volontà di affermare che con la
morte tutto finisce, che non esiste l'immortalità e tanto meno la resurrezione dei corpi. Dal 1963, secondo le disposizioni
del Concilio Vaticano II, passato il pericolo dell’ambiguità e dell’«odio contro la fede», la Chiesa ha lasciato ai cattolici
la libertà di scegliere di poter essere cremati, in quanto «cosa non intrinsecamente cattiva o di per sé contraria alla
religione cattolica», soprattutto se richiesta per ragioni non contrarie alle usanze e al credo cristiano. Tuttavia chi chiede
di essere cremato deve dichiarare di credere fermamente nella resurrezione della carne, altrimenti le esequie dovranno
essere negate. La sepoltura continua ad essere preferita dalla Chiesa, poiché con essa si mostra una maggiore stima
verso i defunti. Importante in ogni caso è non sottrarre il defunto al ricordo e alla preghiera di parenti e comunità
cristiana. Pertanto la conservazione delle ceneri nelle mura domestiche non è consentita, così come la loro divisione tra
vari parenti ovvero dispersione in natura.
Di seguito, come approfondimento, vi invito a leggere il documento Ad resurgendum cum Christo, approvato lo scorso
18 marzo da Papa Francesco.
Elisabetta Officio
Contatto 7
Istruzione “Ad resurgendum cum Christo” circa la
sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in
caso di cremazione
1. Per risuscitare con Cristo, bisogna morire con Cristo,
bisogna «andare in esilio dal corpo e abitare presso il
Signore» (2 Cor5,8). Con l’Istruzione Piam et
constantem del 5 luglio 1963, l’allora Sant’Uffizio ha
stabilito che «sia fedelmente mantenuta la
consuetudine di seppellire i cadaveri dei fedeli»,
aggiungendo però che la cremazione non è «di per sé
contraria alla religione cristiana» e che non siano più
negati i sacramenti e le esequie a coloro che abbiano
chiesto di farsi cremare, a condizione che tale scelta
non sia voluta «come negazione dei dogmi cristiani, o
con animo settario, o per odio contro la religione
cattolica e la Chiesa».1 Questo cambiamento della
disciplina ecclesiastica è stato poi recepito nel Codice
di Diritto Canonico (1983) e nel Codice dei Canoni
delle Chiese Orientali (1990).
Nel frattempo la prassi della cremazione si è
notevolmente diffusa in non poche Nazioni, ma nel
contempo si sono diffuse anche nuove idee in contrasto
con la fede della Chiesa. Dopo avere opportunamente
sentito la Congregazione per il Culto Divino e la
Disciplina dei Sacramenti, il Pontificio Consiglio per i
Testi Legislativi e numerose Conferenze Episcopali e
Sinodi dei Vescovi delle Chiese Orientali, la
Congregazione per la Dottrina della Fede ha ritenuto
opportuno la pubblicazione di una nuova Istruzione,
allo scopo di ribadire le ragioni dottrinali e pastorali
per la preferenza della sepoltura dei corpi e di
emanare norme per quanto riguarda la conservazione
delle ceneri nel caso della cremazione.
2. La risurrezione di Gesù è la verità culminante della
fede cristiana, predicata come parte essenziale del
Mistero pasquale fin dalle origini del cristianesimo: «Vi
ho trasmesso quello che anch’io ho ricevuto: che cioè
Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu
sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le
Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici» (1
Cor15,3–5).
Mediante la sua morte e risurrezione, Cristo ci ha
liberato dal peccato e ci ha dato accesso a una nuova
vita: «Come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo
della gloria del Padre, così anche noi possiamo
camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). Inoltre, il Cristo
risorto è principio e sorgente della nostra risurrezione
futura: «Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro
che sono morti...; e come tutti muoiono in Adamo, così
tutti riceveranno la vita in Cristo» (1 Cor 15,20–22).
Se è vero che Cristo ci risusciterà nell’ultimo giorno, è
anche vero che, per un certo aspetto, siamo già
risuscitati con Cristo. Con il Battesimo, infatti, siamo
immersi nella morte e risurrezione di Cristo e
sacramentalmente assimilati a lui: «Con lui infatti siete
stati sepolti insieme nel Battesimo, in lui anche siete stati
insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che
lo ha risuscitato dai morti» (Col 2,12). Uniti a Cristo
mediante il Battesimo, partecipiamo già realmente alla
vita di Cristo risorto (cf. Ef2,6).
Grazie a Cristo, la morte cristiana ha un significato
positivo. La liturgia della Chiesa prega: «Ai tuoi fedeli,
Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si
distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene
preparata un’abitazione eterna nel cielo».2Con la
morte, l’anima viene separata dal corpo, ma nella
risurrezione Dio tornerà a dare la vita incorruttibile al
nostro corpo trasformato, riunendolo alla nostra anima.
Anche ai nostri giorni la Chiesa è chiamata ad
annunciare la fede nella risurrezione: «La risurrezione
dei morti è la fede dei cristiani: credendo in essa siamo
tali».3
3. Seguendo l’antichissima tradizione cristiana, la
Chiesa raccomanda insistentemente che i corpi dei
defunti vengano seppelliti nel cimitero o in altro luogo
sacro.4
Nel ricordo della morte, sepoltura e risurrezione del
Signore, mistero alla luce del quale si manifesta il senso
cristiano della morte,5 l’inumazione è innanzitutto la
forma più idonea per esprimere la fede e la speranza
nella risurrezione corporale.6
La Chiesa, che come Madre ha accompagnato il
cristiano durante il suo pellegrinaggio terreno, offre al
Padre, in Cristo, il figlio della sua grazia e ne consegna
alla terra le spoglie mortali nella speranza che
risusciterà nella gloria.7
Seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa
conferma la fede nella risurrezione della carne,8 e
intende mettere in rilievo l’alta dignità del corpo umano
come parte integrante della persona della quale il
corpo condivide la storia.9 Non può permettere, quindi,
atteggiamenti e riti che coinvolgono concezioni errate
della morte, ritenuta sia come l’annullamento definitivo
della persona, sia come il momento della sua fusione
con la Madre natura o con l’universo, sia come una
tappa nel processo della re–incarnazione, sia come la
liberazione definitiva della “prigione” del corpo.
Inoltre, la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri
risponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti
ai corpi dei fedeli defunti, che mediante il Battesimo
sono diventati tempio dello Spirito Santo e dei quali,
«come di strumenti e di vasi, si è santamente servito lo
Spirito per compiere tante opere buone».10
Il giusto Tobia viene lodato per i meriti acquisiti davanti
a Dio per aver seppellito i morti,11 e la Chiesa
considera la sepoltura dei morti come un’opera di
misericordia corporale.12
Infine, la sepoltura dei corpi dei fedeli defunti nei
cimiteri o in altri luoghi sacri favorisce il ricordo e la
preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta
8
Contatto
la comunità cristiana, nonché la venerazione dei martiri
e dei santi.
Mediante la sepoltura dei corpi nei cimiteri, nelle
chiese o nelle aree ad esse adibite, la tradizione
cristiana ha custodito la comunione tra i vivi e i defunti
e si è opposta alla tendenza a occultare o privatizzare
l’evento della morte e il significato che esso ha per i
cristiani.
4. Laddove ragioni di tipo igienico, economico o
sociale portino a scegliere la cremazione, scelta che
non deve essere contraria alla volontà esplicita o
ragionevolmente presunta del fedele defunto, la
Chiesa non scorge ragioni dottrinali per impedire tale
prassi, poiché la cremazione del cadavere non tocca
l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di
risuscitare il corpo e quindi non contiene l’oggettiva
negazione della dottrina cristiana sull’immortalità
dell’anima e la risurrezione dei corpi.13
La Chiesa continua a preferire la sepoltura dei corpi
poiché con essa si mostra una maggiore stima verso i
defunti; tuttavia la cremazione non è vietata, «a meno
che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie
alla dottrina cristiana».14
In assenza di motivazioni contrarie alla dottrina
cristiana, la Chiesa, dopo la celebrazione delle
esequie, accompagna la scelta della cremazione con
apposite indicazioni liturgiche e pastorali, avendo
particolare cura di evitare ogni forma di scandalo o di
indifferentismo religioso.
5. Qualora per motivazioni legittime venga fatta la
scelta della cremazione del cadavere, le ceneri del
defunto devono essere conservate di regola in un
luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una
chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale
scopo dalla competente autorità ecclesiastica.
Sin dall’inizio i cristiani hanno desiderato che i loro
defunti fossero oggetto delle preghiere e del ricordo
della comunità cristiana. Le loro tombe divenivano
luoghi di preghiera, della memoria e della riflessione. I
fedeli defunti fanno parte della Chiesa, che crede alla
comunione «di coloro che sono pellegrini su questa
terra, dei defunti che compiono la loro purificazione e
dei beati del cielo; tutti insieme formano una sola
Chiesa».15
La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può
contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla
preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità
cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di
dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono
avvenire soprattutto una volta passata la prima
generazione, nonché pratiche sconvenienti o
superstiziose.
6. Per i motivi sopra elencati, la conservazione delle
ceneri nell’abitazione domestica non è consentita.
Soltanto in caso di circostanze gravi ed eccezionali,
dipendenti da condizioni culturali di carattere locale,
l’Ordinario, in accordo con la Conferenza Episcopale
o il Sinodo dei Vescovi delle Chiese Orientali, può
concedere il permesso per la conservazione delle
ceneri nell’abitazione domestica. Le ceneri, tuttavia,
non possono essere divise tra i vari nuclei familiari e
vanno sempre assicurati il rispetto e le adeguate
condizioni di conservazione.
7. Per evitare ogni tipo di equivoco panteista,
naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione
delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro
modo oppure la conversione delle ceneri cremate in
ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri
oggetti, tenendo presente che per tali modi di
procedere non possono essere addotte le ragioni
igieniche, sociali o economiche che possono motivare
la scelta della cremazione.
8. Nel caso che il defunto avesse notoriamente
disposto la cremazione e la dispersione in natura delle
proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana,
si devono negare le esequie, a norma del diritto.16
Il Sommo Pontefice Francesco, nell’Udienza concessa
al sottoscritto Cardinale Prefetto in data 18 marzo
2016, ha approvato la presente Istruzione, decisa
nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione in
data 2 marzo 2016, e ne ha ordinato la
pubblicazione.
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina
della Fede, 15 agosto 2016, Solennità dell’Assunzione
della Beata Vergine Maria.
Gerhard Card. Müller Prefetto
Luis F. Ladaria, S.I. Arcivescovo titolare di Thibica
Segretario
___________________
1
AAS 56 (1964), 822-823.
2
Messale Romano, Prefazio dei defunti, I.
3
Tertulliano, De resurrectione carnis, 1,1: CCL 2, 921.
4
Cf. CIC, can. 1176, § 3; can. 1205; CCEO, can. 876, § 3; can. 868.
5
Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1681.
6
Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2300.
7
Cf. 1 Cor 15,42-44; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1683.
8
Cf. Sant’Agostino, De cura pro mortuis gerenda, 3, 5: CSEL 41, 628.
9
Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione pastorale Gaudium et spes, n. 14.
10
Cf. Sant’Agostino, De cura pro mortuis gerenda, 3, 5: CSEL 41, 627.
1[1]
Cf. Tb 2, 9; 12, 12.
[1]2
Cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2300.
[1
]3 Cf. Suprema Sacra Congregazione del Sant’Uffizio, Istruzione Piam et
constantem, 5 luglio 1963: AAS 56 (1964), 822.
14
CIC, can. 1176, § 3; cf. CCEO, can. 876, § 3.
[1]5
Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 962.
[1]6
CIC, can. 1184; CCEO, can. 876, § 3.
Contatto 9
Vaccino sì o vaccino no?
Cari Amici di CONTATTO,
questa volta prendiamo in esame l’importante
questione della vaccinazione antinfluenzale.
Dovete sapere che il tema vaccinazioni è
particolarmente importante per l’Industria
Farmaceutica, per diverse ragioni, una è quella
economica. Il settore vaccini, specie se supportati
dal Servizio Sanitario Nazionale, è quello che
presenta la minore frazione di invenduto. È per
questa ragione che sui mezzi di informazione è da
tempo iniziata la campagna pubblicitaria in favore
della vaccinazione antinfluenzale, in particolare
rivolta alle persone più a rischio: anziani e persone
con problemi di salute.
Il giudizio sui vaccini da parte degli scienziati
dell´IGIENE NATURALE o Scienza della SALUTE è
da sempre tassativo: dannosi ed inutili, e quindi
sempre da evitare. Dannosi perché, anche per
motivi di conservazione, contengono sostanze
tossiche. Inutili perché non è vero che proteggono
dalle infezioni.
Come alcuni tra i lettori dei precedenti articoli ben
sanno, la causa di tutte le malattie è l’intossicazione
dell’organismo, per mantenersi in salute bisogna
evitare anche la pur minima causa di
intossicazione, a maggior ragione se è inutile.
Questa è la posizione degli IGIENISTI, ma vediamo
se si trovano conferme anche su documenti di
Organi governativi o pubblicazioni al di fuori
del
Movimento Igienista. Il sistema medicofarmaceutico sostiene la validità ed innocuità dei
vaccini, peccato che non vengano pubblicati i
risultati di sperimentazioni a suffragio di entrambi le
affermazioni.
A questo proposito è bene che si sappia:
Nel 1978, l’Office of Tecnology Assesment
(l’organismo del Congresso Americano per la
valutazione e l’approvazione delle tecnologie) ha
pubblicato un importante studio sulla "medicina
scientifica", le cui conclusioni sono che l’80-90 %
delle terapie e dei protocolli utilizzati non erano
provati da studi clinici controllati, cioè venivano
ampiamente utilizzati pur non essendo dimostrati
scientificamente.
Nel 1985 la National Academy of Science
(l’Accademia Americana delle Scienze) riprende lo
studio e giunge alle medesime conclusioni, che cioè
la medicina, checchè ne sostengano i media, è
lungi dall’essere scientifica.
Riguardo poi alla validità della vaccinazione
antinfluenzale, il CODACONS (il coordinamento
italiano tra le associazioni per la difesa
dell´ambiente e dei diritti degli utenti e dei
consumatori) condusse nel 2005 una indagine
telefonica in base alla quale risultò che fra le
persone che si erano vaccinate, il 96-97 %
avevano avuto poi l’influenza. Diciamo che quanto
ad efficacia della protezione non c’è male !
Un tema molto sfruttato dagli organi di
informazione per promuovere la vaccinazione
antinfluenzale è la terribile epidemia del 19181919 chiamata SPAGNOLA che si portò via tra
20 e 50 milioni di persone .
I virologi, gli esperti dei virus, insegnano che questi
organismi sono soggetti facilmente a mutazioni;
non potendo sapere come sarà il virus della
stagione invernale successiva dicono allora che è
meglio vaccinarsi perchè non è escluso che esso
sia simile a quello della Spagnola!
Recenti studi hanno però completamente smontato
questo argomento: un comunicato stampa del 19
agosto 2008 dell’Istituto nazionale (USA) per le
allergie e le malattie (NIAID) afferma che: "i
risultati batteriologici ed istopatologici delle
autopsie pubblicate implicavano in modo evidente
e coerente una polmonite batterica secondaria
causata da comuni batteri delle vie superiori nella
maggior parte delle vittime dell’influenza". E quindi
che "i decessi della grande pandemia di influenza
del 1918 non erano dovuti all’influenza o ad un
virus, ma alla polmonite da un’estesa infezione
batterica.
Il comunicato del NIAID non precisa che cosa
causò le infezioni batteriche ma lo fanno le
ricerche della Dottoressa Karen Starko (htt:p//
tinyurl.com/n8uatj9), la quale individua
nell’esagerato dosaggio di aspirina allora
prescritta per contrastare l’influenza (1000
milligrammi ogni tre ore, più del doppio dell’attuale
dosaggio) per cui la caduta del sistema immunitario
ed il paziente era alla mercè dei comuni batteri.
10
Contatto
Ipotesi confermata dal fatto che i medici omeopatici, che consideravano tossica l’aspirina sintetica (derivata
dal catrame), non prescrivendola salvarono le vite di quasi tutti i pazienti che si erano rivolti a loro.
Il chirurgo Generale dell’Esercito degli Stati Uniti raccomandò l’aspirina come trattamento sintomatico ed i
corpi militari ne acquistarono in grosse quantità. Risulta inoltre che: "La reclamizzazione dell’aspirina
nell´agosto 1918 ed una serie di raccomandazioni ufficiali per l’uso dell’aspirina a settembre ed all’inizio di
ottobre, precedettero il picco di mortalità dell’ottobre 1918". "Il numero dei decessi negli USA aumentò
bruscamente, con un primo picco fra gli uomini della Marina alla fine di settembre, poi fra quelli dell’Esercito
all’inizio di ottobre e, infine, tra la popolazione generale alla fine di ottobre”.
Si può pertanto affermare che il vero colpevole del disastro non è stato il virus ma, come al solito, BIG
PHARMA.
Cari amici, per concludere: mi scuso per il ritardo con cui vi pervengono queste note se vi siete già vaccinati,
ma se non lo avete ancora fatto non fatelo assolutamente.
Le persone che vogliono approfondire l’argomento possono contattarmi ai seguenti indirizzi:
[email protected]
08999018117 Tel. fisso
0039 3771013607 Cellulare
Dr. Mauro Damiani
Ricette per l‘Avvento
Secondo un’antica tradizione germanica, durante il tempo dell’Avvento molte famiglie
usavano dedicare un angolo della casa, la superficie di un tavolo o di un mobile, alla
creazione del “Presepio”, il cosiddetto “Festeszeitenecke”, che si decorava man mano,
coinvolgendo i più piccoli di casa. Vi veniva inizialmente steso un panno di stoffa a mo’ di
terreno, che veniva decorato con alcuni sassi. Quelli più belli e piatti indicavano il cammino
verso Betlemme di Maria, Giuseppe e l’asinello e venivano messi in un angolo lontano
dalla capanna di Betlemme, e spostati di giorno in giorno come segno del loro cammino.
Nella capanna di legno vi era già sistemato il bue, la mangiatoia ed una lanternina a luce
perenne, perchè in essa vi si era andata a nascondere una stellina curiosa che attendeva colà il lieto evento
per poterlo vedere proprio da vicino (tratto da “ Das Licht in der Laterne” di G. Dreißig, Editore Urachhaus).
Durante la seconda settimana si aggiungevano le piante, utilizzando muschi e pigne raccolti in giardino o nel
bosco, ma si poteva usare anche qualche piantina casalinga; la terza settimana venivano aggiunti gli animali,
soprattutto greggi di pecore e caprette e qualche cane a far loro la guardia e altri piccoli animali di
campagna; la quarta settimana finalmente venivano aggiunti i pastori , che vegliavano sulle greggi, e altri
intenti nelle loro faccende.
Il 24 Dicembre Maria, Giuseppe e l’asinello giungevano finalmente alla capanna e a mezzanotte il bimbo più
giovane della famiglia riponeva il Gesù Bambino nella mangiatoia mentre tutta la famiglia intonava insieme
tradizionali canti natalizi.
A questa tradizione veniva accompagnata la preparazione dei “biscotti natalizi” detti “Plätzchen” che cosa
c’è di meglio per coinvolgere i bambini e tutti i componenti della famiglia se non l’attesa del lieto evento
durante le lunghe giornate buie di dicembre inondando la casa di dolci odori di spezie e vaniglia?
Desidero qui proporvi due ricette, questa volta tutte tedesche, per preparare i Plätzchen, quelli più
tradizionali: Butterplätzchen e Schwarzweiß-Gebäck.
Isabella Guarino
Contatto 11
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375 gr. di farina
150 gr di zucchero
Scorza di un limone non trattato
1 bustina di zucchero vanigliato (Vanillinzucker)
2 cucchiaini da te di succo di limone fresco
1 rosso d’uovo
3 cucchiai da pasto di Rum
200 gr di burro
Zucchero a velo, chiare d’uovo, glassa al cioccolato e altro per le decorazioni
Preparazione
Setacciare finemente la farina, aggiungervi lo zucchero ed il succo di limone e a mano a mano i
restanti ingredienti avendo cura di aver lasciato preventivamente ammorbidire il burro a
temperatura ambiente, formando così un impasto che verrà lavorato fino a crearne una pasta
uniforme. Coprire l’impasto e riporlo in frigorifero per un paio d’ore. Stendere l’impasto col mattarello
su un ripiano pulito e apposito, badando di creare una “sfoglia” uniforme dello spessore di circa 3
mm. Ricavarne dei biscottini con le apposite formine a forma di stella, alberino di natale, cuoricino,
angioletto, cavalluccio a dondolo etc.., lavoro prediletto dai bambini. Stendere i biscottini così
ricavati su una teglia bassa, appositamente imburrata ed infarinata e cuocerli in formo preriscaldato
a 200 gradi per circa 10 minuti e comunque fino a doratura.
Quando i biscottini si saranno raffreddati potranno venir decorati in diverse maniere, con zucchero
a velo, con varie glasse ecc... e anche addoppiati con uno strato intermedio di marmellata rossa o
gialla, lasciando libero gioco alla creatività dei piccoli “decoratori”.
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350 gr. di farina
1 uovo
125 gr. di zucchero a velo
1 bustina di zucchero vanigliato (Vanillinzucker)
1 presa di sale
Scorza di un limone non trattato
200 gr. di burro
1 cucchiaio da tavola di polvere di cacao
1 chiara d’uovo da spalmare sui biscottini
Preparazione
Unire la farina, l’uovo intero e gli altri ingredienti, eccetto il cacao, compreso il burro che si è fatto
ammorbidire preventivamente a temperatura ambiente, lavorando la massa fino a creare un impasto
uniforme. A questo punto dividere l’impasto in due parti uguali e solamente ad una aggiungere il
cacao continuando a lavorare l’impasto per mantenerlo morbido.
Riporre il tutto coperto in frigo per 2 ore.
A quel punto tirare fuori e creare i biscottini come da illustrazioni qui allegate e spalmarli con la
chiara d’uovo cruda prima di infornarli, per renderne la superficie lucida.
Cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi per ca. 15 minuti .
12 Contatto
Il bambino senza scarpe
Era la notte Santa. Un povero calzolaio lavorava
ancora nella sua unica stanza, dove viveva
insieme alla moglie. Entro la mattina successiva,
avrebbe dovuto consegnare un paio di scarpe per
il figlio di un ricco signore.
- Hai già pensato a quello che potremo comprarci
con il guadagno di questo lavoro? - chiese il
calzolaio alla moglie.
- Sono piccole: ci daranno ben poco! - scherzò lei.
- Accontentiamoci! Meglio questo che niente!
Il calzolaio appoggiò le scarpe sul banco e se le
guardò soddisfatto.
- Guarda che meraviglia! - esclamò. - E senti come
sono calde con questa pelliccetta dentro!
- Un paio di scarpette degne di Gesù Bambino!
- Hai ragione - rispose il calzolaio mettendosi a
spazzolarle.
- Allora, che cosa pensi di compare per il pranzo
di domani? - riprese l'uomo dopo un attimo.
guardava, con grandi occhi neri, dalla soglia della
porta. I suoi capelli erano tutti spettinati e i suoi
vestiti erano laceri e sporchi.
- Entra, piccolo - lo invitò la donna.
Il bambino entrò. Aveva le labbra bluastre dal
freddo. Il calzolaio guardò subito i suoi piedini. Ma tu sei scalzo! - gridò.
Il piccolo non parlò: guardò le scarpe, anzi le
accarezzò con gli occhi, ma senza invidia.
L'uomo e la moglie guardarono prima i piedi nudi
del bambino e poi le scarpe sul tavolo; quindi la
donna fece un cenno al marito. Il calzolaio prese
in mano le scarpe, le osservò contento e disse: Prendile, te le regalo. Sono morbide e calde.
La moglie aiutò il bambino a infilarsele.
- Grazie - rispose sorridendo. - Sono le prime che
porto. Ora però devo andare. Buona notte.
Il calzolaio e la moglie non ebbero neanche il
tempo di salutarlo che il bambino era già sparito.
- Mah... pensavo a un cappone.
- E' fatta - esclamò l'uomo. - Ora niente più
prosciutto, né cappone, né frutta, nè dolce.
- Già, senza un cappone non sarebbe un vero
Natale!
- E neanche lo spumante! In fondo a me lo
spumante non piace nemmeno.
- Forse anche mezzo...
- E io non digerisco il cappone! Anche del
prosciutto posso farne a meno. E il dolce poi... C'è
rimasta qualche noce e un po' di pane raffermo disse la donna.
- Va benissimo. Passeremo un bel Natale.
- D'accordo, e poi?
- Due fette di prosciutto.
- Sicuro: il prosciutto come antipasto. E poi?
- E poi il dolce.
- E poi la frutta secca...
- Giusto. E da bere?
- Una bottiglia di spumante.
- Sì, una bottiglia basterà, ma che sia buono!
A quel punto si sentì un colpo alla porta.
- Hanno bussato? - chiese l'uomo.
- Ma chi sarà a quest'ora? Forse il cliente...
- No, gliele devo portare io domattina.
- Allora sarà il vento.
Ma il rumore si sentì di nuovo. La donna aprì la
porta ed ebbe un moto di sorpresa. Un bambino la
Tutti e due pensavano al bambino. - Penso che gli
siano piaciute molto le mie scarpe - aggiunse il
calzolaio.
- Sì, mi sembrava molto contento.
In quel momento suonò la Messa di mezzanotte e
la stanza si illuminò all'improvviso. Il calzolaio e la
moglie furono abbagliati da quella luce; poi,
quando riaprirono gli occhi, nel punto in cui il
bambino aveva calzato le scarpe, videro spuntare
miracolosamente un abete con una stella in cima.
Dai rami penzolavano capponi, prosciutti, dolci,
frutta secca e bottiglie di spumante.
Soltanto allora capirono chi fosse quel bambino e
si inginocchiarono a ringraziare Dio.
Contatto 13
Ti auguro tempo
"Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
ti auguro tempo, non per affrettarti a correre, ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull'orologio.
perché
Ti auguro tempo per toccare le stelle e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita".
te
ne
resti:
14
Contatto
ACR (Azione Cattolica Ragazzi)
dai 7 ai 14 anni
Sono suddivisi in 4 gruppi che si incontrano il sabato
pomeriggio nella sede della Missione. I ragazzi sono
seguiti da animatori-catechisti. Il cammino ACR è scelto
dalla Missione Cattolica Italiana per la preparazione
dei ragazzi ai sacramenti dell’Eucarestia (Prima
Confessione e Comunione) e della Confermazione
(Cresima). Gli incontri si svolgono il sabato alle ore
14.30 e si concludono alle 17.00 con la celebrazione
della S. Messa nella Chiesa di St. Andreas. Tutte le
attività e gli appuntamenti possono essere seguiti sul
sito dell'ACR Monaco.
shttps://sites.google.com/site/monacoacr
Responsabile: Barbara Fradeani
ACG (Azione Cattolica Giovanissimi)
dai 15 ai 18 anni
Il Settore Giovani riunisce i giovanissimi dai 15 ai 18
anni che aderiscono all'Azione cattolica italiana. A loro
l'AC propone cammini formativi ordinari, svolti nelle
comunità territoriali con lo scopo di confrontarsi e
crescere nella fede. È presente attualmente un gruppo
di Giovanissimi, o del dopo-cresima, ragazzi di età
compresa tra i 15 e i 18 anni, che si incontrano il
venerdì sera dalle ore 18.00 alle 19.30 presso i locali
della Missione Cattolica Italiana.
Responsabile: Maria Grazia Cusati
presso i locali della Missione. Sono un gruppo di
giovani dai 18 anni in su, desiderosi di crescere insieme
nella fede e nella conoscenza reciproca. Il gruppo
si interroga su come vivere una vita piena e come
seguire la volontà di Dio.
Responsabile: P. Vincenzo Armotti
Leandro Zaza: [email protected]
Gruppo Coro
Si incontra il giovedì sera dalle ore 19.15 presso i locali
della Missione.
Responsabile: Giovanni Gualniera
Gruppo Giovani Famiglie
Si incontra un sabato o una domenica al mese secondo
un calendario prestabilito. Il sabato dalle ore 16.00
presso la cappellina della Missione; la domenica dalle
ore 11.30 con la S. Messa presso la chiesa di St
Andreas. L‘incontro è articolato in 5 momenti:
accoglienza, riflessione comunitaria, adorazione
eucaristica, celebrazione della S. Messa e cena in
condivisione. Al centro dell‘incontro vi è la riflessione su
temi legati alla famiglia. Le varie fasi vengono
organizzate di volta in volta con il contributo di
ciascuna coppia.
Responsabili: Noemi e Nicola
[email protected]
Gruppo Terza Età
Responsabile: Davide Cassata
Si incontra ogni 15 giorni il mercoledì dalle ore
14.30 presso i locali della Missione. L'incontro è
articolato in tre momenti: accoglienza, momento
conviviale con Kaffee und Kuchen e un momento di
riflessione spirituale. Durante l'anno sono previsti anche
pellegrinaggi e festeggiamenti particolari in occasione
dei momenti forti.
Gruppo Fanciulli (da 0 a 7 anni)
Responsabile: Suor Maria (089) 2137 4211
Si incontra un sabato al mese dalle ore 10.30 alle
12.00 nei locali della Missione.
Riflessioni sui testi biblici
AC (Azione Cattolica adulti)
Il gruppo adulti AC si riunisce un sabato al mese alle
ore 18.00 presso la sede della Missione. Tutte le
attività e gli appuntamenti degli incontri possono
essere seguiti sul sito dell’AC Monaco.
Responsabile: Suor Zaira (089) 2137 4211
La Missione propone degli incontri di riflessione sui testi
biblici che si tengono il venerdì dalle ore19.00 nei
periodi di Quaresima e Avvento presso i locali della
Missione. Le riflessioni sono guidate da P. Gabriele
Parolin e dal Dr. Manuel Caballero Gonzàlez.
Gruppo Fanciulli 2 (dai 7 anni in su)
Gruppo S. Padre Pio
Attraverso un linguaggio semplice e giocoso i bambini
approfondiscono l’amicizia con Gesù e il loro viaggio
nella fede.
Si incontra una domenica al mese dalle ore 16.30 alle
17.30 nei locali della Missione.
Si incontra due volte al mese.
Responsabile: Walter Fasson (089) 3108584
I bambini proseguono il loro cammino di fede,
approfondendo alcune tematiche in modo adatto alla
loro età.
Per ulteriori informazioni su date e modalità di
partecipazione si prega di contattare i responsabili
allo 089-2137 4200 oppure
di visitare il sito web della
Comunità Cattolica Italiana:
www.mci-muenchen.de
Responsabile: Suor Zaira (089) 2137 4211
Gruppo Giovani (dai 18 anni in su)
Si incontra ogni giovedì alle ore 20:30 alle 22:30
25
BATTESIMO
Il battesimo ci inserisce nella vita di Cristo. Gli
interessati si annunciano in Missione. Il battesimo
è preceduto da un colloquio personale con il
sacerdote durante il quale si riflette sul significato
del battesimo e sul rito della celebrazione.
La celebrazione avviene in una delle chiese dove
viene celebrata l’Eucarestia. L’avvenuto battesimo
viene poi notificato al Matrikelamt della Diocesi.
CONFESSIONE
La confessione ci fa partecipare al perdono di
Cristo. E’ possibile in Missione o su appuntamento
oppure durante i giorni feriali primo e dopo la S.
Messa delle ore 18.30.
PRIMA COMUNIONE E
CRESIMA DEI RAGAZZI/E
Negli ultimi anni la preparazione è stata inserita
nel percorso annuale dell’Azione Cattolica Italiana
(ACR) in modo da facilitare i ragazzi che
rientreranno in Italia. Vengono ammessi a questa
preparazione ragazzi/e dagli 8 ai 14 anni che non
conoscono o hanno difficoltà nella lingua
tedesca. Agli altri suggeriamo di rivolgersi alla
parrocchia locale.
Gli incontri avvengono nei locali della Missione il
sabato pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 17.00
e si concludono con la S. Messa nella Chiesa di St.
Andreas.
CRESIMA DEGLI ADULTI
Dagli inizi del mese di novembre di ogni
anno offriamo un corso di preparazione il sabato
pomeriggio alle ore 15.00.
Contatto 15
Nei mesi di settembre-ottobre si raccolgono le
iscrizioni. La celebrazione della Confermazione è
da concordare con il Vescovo diocesano. Avviene
solitamente il giorno di Pentecoste.
MATRIMONIO
Vengono offerti ogni anno due corsi di
preparazione al matrimonio, uno nei sabati del
mese di novembre e un altro in quelli di marzo,
sempre il sabato mattina.
Con un sacerdote della Missione inoltre vengono
adempiute le pratiche matrimoniali, sia per coloro
che celebrano il matrimonio religioso a Monaco,
sia per coloro (e sono la maggioranza) che lo
celebrano in Italia.
UNZIONE DEGLI INFERMI
L’unzione degli infermi avviene su richiesta dei
singoli o dei familiari negli ospedali o nelle case
private. Una volta all’anno, nel periodo di
Quaresima, viene offerta la possibilità di ricevere
l’Unzione durante una liturgia domenicale nella
chiesa di St. Andreas.
PELLEGRINAGGIO A LOURDES
23-28 MAGGIO 2017
Prezzi: adulti
329 (camera singola +
Bambini (2—12 anni )
60)
259
Info e iscrizioni
Monaco: P. Vincenzo—Cell. 0172 92 91 44 8
Bietigheim: Cristina—Cell. 0174 67 46 24 1
In ricordo dei nostri cari defunti
Suor Marianna Caruso
09.01.1949
02.11.2016
Un sincero ringraziamento a tutti i sostenitori di Contatto che hanno reso
possibile la realizzazione dei numeri annuali e continuano a starci vicini
con entusiasmo.
Se la risposta è sì e vuoi mettere a servizio le tue doti? Scrivici o vieni a
trovarci: per il 2015 siamo alla ricerca di nuovi collaboratori nel team
editoriale!
Scrivi alla Redazione di Contatto! Tutti i recapiti a pag. 3.
Saremo lieti di rispondere alle tue domande o trattare temi da te
suggeriti, attinenti alle tematiche delle nostre rubriche!
Contatto
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