La gonartrosi progetto riabilitativo integrato: laser terapia e

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EUR MED PHYS 2008;44(Suppl. 1 to No. 3)
La gonartrosi progetto riabilitativo integrato:
laser terapia e rieducazione funzionale
R.G. BELLOMO1, P. IODICE1, L. DI PANCRAZIO1, V. PISCIELLA1, G. BARASSI1, R. SAGGINI2
L’artrosi è una patologia a carattere cronico e prevalentemente
degenerativo che presenta un’incidenza particolarmente elevata nelle fasce di età medioavanzate.1 La localizzazione al ginocchio costituisce una delle più frequenti colpendo il 25-30% della popolazione,
in prevalenza femmine intorno ai 50 anni di età, ed è tra le più invalidanti.2,3 L’eziologia dell’artrosi nella forma primitiva è ancora in
gran parte ignota; la malattia insorge in genere senza predisponenti
infiammatori e traumatici locali.4
L’artrosi primitiva e secondaria hanno in comune le modificazioni
del liquido sinoviale. L’inizio del processo artrosico secondario può
derivare sia da una prolungata immobilizzazione che da un eccessivo od alterato carico, da flogosi sinoviali, insufficienze vascolari,
alterazioni della funzione dei condrociti. In particolare nelle immobilizzazioni o nei processi infiammatori si liberano ialuronidasi che
causano una carenza dell’azione lubrificante ed alterazioni della
nutrizione della cartilagine.
Anche diversi fattori sistemici sono responsabili dell’insorgenza e
dell’aggravamento di particolari forme di artrosi specie nel ginocchio:
– ereditarietà e fattori genetici;
– età, sesso (donna in menopausa);
– fattori vascolari (turbe circolazione venosa);
– obesità per il sovraccarico funzionale;
– fattori dismetabolici (diabete).
Il processo una volta innescato si mantiene con un circolo vizioso dove la degenerazione della cartilagine determina aumento di
cataboliti nel liquido sinoviale e liberazione di enzimi lisosomiali e
la reazione sinoviale causa alterazione della viscosità e delle capacità
lubrificanti.
Il processo degenerativo avviene anzitutto a livello cartilagineo,
ma poi interessa anche l’osso e la sinoviale. La degenerazione della
cartilagine articolare si manifesta con la scomparsa di discontinuità
che ne alterano la caratteristica levigatezza. Le alterazioni a carico
della cartilagine articolare e la conseguente compromissione delle
sue proprietà ammortizzatrici si ripercuotono sull’osso nel quale
avvengono fenomeni di rimodellamento in rapporto alle sollecitazioni meccaniche. Anche la sinovia viene coinvolta nel processo artrosico. Nei casi più gravi viene interessata la capsula, la quale va incontro a progressivi fenomeni di ispessimento e irrigidimento e ciò si
ripercuote gravemente sulla funzionalità dell’articolazione.
La limitazione funzionale, antalgica in un primo momento, è causata da contrattura muscolare che in seguito, cronicizzata, contribuisce al processo degenerativo delle strutture fino all’impotenza funzionale.4
Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3
1Centro
Universitario di Medicina dello Sport (CUMS),
Università degli Studi “G. d’Annunzio”, Chieti;
2Direttore della Scuola di Specializzazione
in Medicina Fisica e Riabilitativa,
Università degli Studi “G. d’Annunzio”, Chieti
Nel tempo si instaurano ipotrofia muscolare e posizioni viziate
per alterazioni funzionali, poi strutturate per alterazioni delle componenti anatomiche articolari.5
Strumentalmente si evidenziano irregolarità del profilo articolare,
osteofitosi, possibile tumefazione teso-elastica del cavo popliteo
(cisti sinoviali di Baker) ridotta flessione, ipomobilità laterale della
rotula con condromalacia patellare e tardivamente esiti in varismo o
più raramente in valgismo secondario.4
Fattori locali:
– sovraccarico funzionale in relazione al lavoro o allo sport praticato;
– alterazioni dell’architettura articolare congenita acquisita;
– alterazioni della dinamica articolare;
– esiti di artropatie acute o croniche.
Il dolore è il sintomo fondamentale, è di tipo somatico profondo,
a medio gradi di localizzazione spaziale, di varia intensità. Esso viene generalmente avvertito nella regione del ginocchio, con tendenza
a diffondere in un’area compresa fra il terzo inferiore della coscia e
il terzo medio della gamba. Insorge durante la deambulazione, la
salita e la discesa delle scale o alzandosi in piedi da seduti; regredisce con il riposo ma è particolarmente intenso dopo che l’articolazione è stata a lungo immobilizzata o sovraccaricata.
Nell’artrosi dolorosa del ginocchio ai sintomi propriamente articolari si accompagnano profonde modificazioni estesiologiche e trofiche dei tessuti somatici superficiali e profondi posti in prossimità
dell’articolazione stessa o ad essa correlati da rapporti neuromerici.6
La patologia non si limita all’articolazione, ma interessa anche i
tessuti circostanti in modo caratteristico.
La cute che ricopre la faccia anteriore del ginocchio risulta più
pallida e al termotatto più fredda delle aree circostanti. Il tessuto sottocutaneo si presenta ispessito, di aumentata consistenza, teso notevolmente dolente.
Esame funzionale
Il soggetto viene valutato in posizione ortostatica per evidenziare
eventuali disassiamenti in varismo o in valgismo dell’asse femorotibiale, ipotrofia più o meno marcata del muscolo quadricipite femorale. Nel sesso femminile si può riscontrare in sede mediale un
cuscinetto di edema (Figg. 1 e 2).
EUROPA MEDICOPHYSICA
1
BELLOMO
LA GONARTROSI PROGETTO RIABILITATIVO INTEGRATO: LASER TERAPIA E RIEDUCAZIONE FUNZIONALE
Figura 1.
Figura 2.
Figura 3.
Figura 4.
Successivamente il soggetto verrà valutato durante la deambulazione per riscontrare eventuale zoppia di fuga, perdita di una corretta impostazione della dinamica del passo, ipotonia del quadricipite
femorale.
È molto importante la palpazione del ginocchio, poiché consente
di rilevare le aree di maggiore dolorabilità, le eventuali irregolarità dei
margini articolari, iperplasia della membrana sinoviale, la presenza di
versamento articolare ed eventuale presenza di cisti di Baker. (Fig. 3).
Infine si andrà a valutare l’eventuale riduzione di movimento,
rilevando la presenza di crepitio o scroscio, facendo scorrere le
superfici articolari (Fig. 4) o di versamento articolare con il ballottamento rotuleo.
1. Risolvere i sintomi clinici e i segni correlati al trauma subito;
2. Ripristino della funzione ovvero delle proprietà di forza e potenza, della flessibilità,
dell’equilibrio, e della prestatività.
3. Ridurre il rischio di nuova lesione e prevenire nuove lesioni.
4. Mantenere gli altri aspetti di capacità fisica durante la guarigione.
5. Ridurre rischi traumatici e aumentare i parametri prestativi attraverso un incremento massimale delle capacità muscolo-scheletriche.
Il trattamento riabilitativo conservativo ha come obiettivo principale quello di alleviare il dolore e poi di ridurre le principali limitazioni funzionali dovute alla riduzione della mobilità articolare e all’ipotrofia muscolare.
Il protocollo riabilitativo della durata di 6 settimane, prevede:
– presidi di ordine generale come riposo con riduzione del carico,
correzione dell’obesità
– F.A.N.S.
– Laser HILT.
– Idrokinesiterapia.
Progetto riabilitativo
Nella definizione di un programma riabilitativo, valutato il tipo di
trauma, gli effetti sulla catena cinetica, le alterazioni che si realizzano sulla catena cinetica come movimento lesionale, nelle patologie
osteoarticolari, si devono tener presente cinque fasi temporali:
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October 2008
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BELLOMO
Laser HILT (High Intensity Laser Therapy)
Conclusioni
Manipolo specifico per cartilagine con frequenza giornaliera per
le prime 8 sedute, a giorni alterni per altre 8 sedute e 2 sedute a settimana per altre 8 sedute.
– Lunghezza d’onda (_) = 1064 nm;
– Energia per impulso = 150-350 mJ;
– Durata dell’impulso = 120-150 _S..
Dalla maturata esperienza possiamo affermare che un protocollo
riabilitativo integrato fra laser terapia e ambiente microgarvitario
risulta essere di estrema efficacia per quanto riguarda la riduzione
della sintomatologia dolorosa, la ripresa funzionale e il miglioramento globale, grazie alle caratteristiche naturali dell’acqua.
Idrokinesiterapia
Esercizi in piscina terapeutica con T 33-34°C per il miglioramento
della circolazione generale con conseguente effetto sedativo sulle
terminazioni nervose, un aumento della plasticità tissutale, una riduzione delle contratture per l’effetto miorilassante globale.
Si può intervenire sul riequilibrio muscolare in soggetti portatori
di asimmetrie rotulee o alterazioni posturali in valgo-varismo con
l’impostazione di vari tipi di andature e deambulazioni con un’attività a ritmo sostenuto senza apportare ulteriori microtraumi sulle
articolazioni non meccanicamente perfette.
Esercizi in acqua: rieducazione alla deambulazione(Controllo propiocettivo e aggiustamenti posturali antigravitari,in diverse fasi del
cammino), esercizi di flesso-estensione della gamba utilizzando solo
la resistenza offerta dall’acqua, successivamente con ausilio del cerchietto che offre una moderata resistenza; esercizi di adduzione e
abduzione della gamba con ausilio del cerchietto per il rinforzo del
muscolo gracile e dei muscoli adduttori, flesso-estensione portando
le ginocchia al petto in posizione verticale per tonificare i muscoli
addominali, allungamento del bicipite femorale e scarico lombare;
allungamento globale attivo e lavoro prorpiocettivo muscolare (pendolo attivo), pendolo passivo con presa podalica per rilassamento e
sblocco tibiotarsica, pendolo passivo con presa ascellare, costale e
diaframmatici per il controllo della respirazione e mobilizzazione
generale del rachide.
Vol. 44 - Suppl. 1 to No. 3
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