Gli italiani al voto sul referendum: seggi aperti sino alle 23

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Gli italiani al voto sul
referendum: seggi aperti sino alle
23
E’ stata una durissima campagna
elettorale , che si è contraddistinta
per le vibranti polemiche
dai toni eccessivamente accesi e reciproci scambi di accuse dagli
opposti comitati elettorali referendari . E’ arrivato
quindi l’atteso giorno del referendum sulle “Disposizioni per il
superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei
parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle
istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V
della parte II della Costituzione” che deciderà se gli italiani
vogliano la riforma costituzionale proposta o meno. Alle urne sono
chiamati 46.714.950 elettori, dei quali 22.465.280 uomini e 24.249.670
donne.
Le operazioni di voto iniziate questa mattina alle 7,
proseguiranno fino alle 23 di questa sera. Dopodichè inizierà la
scrutinio che tutte le televisioni italiane seguiranno in diretta.
Poichè è una consultazione “costituzionale” non è previsto e
necessario il raggiungimento del quorum di affluenza minima, che
invece è previsto per i referendum abrogativi. Dalla vittoria del Sì o
del No dipendono i compiti e la composizione del Senato, ponendo fine
al bicameralismo paritario,
le competenze di Stato e Regioni,
l’elezione del presidente della Repubblica.
Vi è una grande attenzione
per la reazione dei mercati finanziari, che viene prevista negativa in
caso di vittoria del No e bocciatura della riforma costituzionale . Le
polemiche che hanno affiancato la campagna elettorale conclusasi 48
ore fa sono la prova dell’importanza della partita politica in gioco,
che ha visto i due schieramenti battagliare con schermaglia al limite
della decenza senza esclusione di colpi anche alla vigilia,
con reciproche accuse di aver rotto il silenzio elettorale previsto
dalla Legge nel giorno che precede la votazione.
A dare il via alla polemica
nel giorno del silenzio elettorale, una nota del Comitato Basta un Sì:
“La pubblicazione sulla pagina Facebook del comitato per il No di un
video con protagonista Anna Falcone, vicepresidente dello stesso
comitato, determina la rottura del silenzio imposto alla vigilia del
voto“, ha scritto il presidente Antonio Funiciello, aggiungendo:
“Mancando norme certe sul rispetto di tale silenzio sui nuovi mezzi di
comunicazione quel post rappresenta un segnale che indurrà anche tutti
gli altri soggetti interessati a sentirsi liberi di proseguire sui
social e sul web la campagna per il referendum di domani“. Quello che
resta è una campagna elettorale dai toni aspri e spesso violenti, che
mette in evidenza un’Italia spaccata a metà. Alle urne resta quindi il
compito di determinare l’ampiezza della spaccatura.
Ad aprire un altro fronte è
stato ancora il comitato Basta un sì, che ha denunciato “l’ennesima
clamorosa bufala che giunge da uno dei principali attori del fronte
del no al referendum”: cioè di “un post apparso ieri sera sulla pagina
Facebook del Movimento Cinquestelle di Livorno: sopra una foto
raffigurante una piazza affollata, la scritta ‘Torino stasera!
#iovotono’“, scrive allegando la foto del post sott’accusa che sarebbe
poi stato cancellato. Il Movimento 5 Stelle di Livorno si è quindi
scusato per l’inconveniente, adducendo come scusa la stanchezza per la
dura campagna elettorale di questi mesi. Ma non è finita: in serata
sempre il Movimento 5 Stelle manifestando una propensione all’anarchia
ed al non rispetto delle leggi, ha pubblicato sempore sul proprio
profilo Facebook la replica del comizio di chiusura a Torino con Beppe
Grillo e diversi esponenti grillini.
Un pesante scontro dialettico che ha diviso la politica ma anche il
Paese, per ricucire il quale a partire dal presidente della Repubblica
Sergio
Mattarella,
tutti
i
protagonisti
e
rappresentanti istituzionali, da lunedì dovranno lavorare.
Politicamente tutto dipenderà dal risultato dopo che, come scrive oggi
l’ Osservatore Romano (il giornale del Vaticano) “Renzi ha puntato
molto sulla riforma, lasciando intendere che una vittoria del No
avrebbe come naturale conseguenza la remissione del suo mandato nelle
mani del capo dello Stato“. Contrariamente, è palese che invece una
vittoria dei Sì rafforzerebbe il suo governo e costituirebbe una vera
e propria batosta per le opposizioni, cioè il M5S e Forza Italia in
primis, ma anche per la minoranza del Pd (Bersani-D’Alema) che si è
schierata contro la riforma proposta dall’alleanza di Governo.
Sono due le variabili oltre al risultato, su cui è concentrata al
massimo l’attenzione di politici e osservatori: l’affluenza alle urne
per un referendum che, nonostante sia basata su un tema complesso,
sembra aver molto attratto l’attenzione dell’opinione pubblica. Ma
anche sull’ esito del voto degli italiani all’estero, che secondo
molti, potrebbe rivelarsi determinante se lo spoglio delle schede
votate dovesse giocarsi sul filo della vittoria.
Le schede degli italiani che hanno già ha votato per corrispondenza
fuori dai confini nazionali, sono 3.995.042, di cui 2.077.455 uomini e
1.917.587 donne, e sono arrivate a Castelnuovo di Porto, alle porte di
Roma, dove sono stati insediati gli appositi seggi.
I politici al voto
il Presidente
Mattarella
Giorgio Napolitano
Matteo Renzi e
moglie a
Pietro Grasso
Laura Boldrini
Roberta Pinoti
Maria Elena Boschi
Silvio Berlusconi
Matteo Salvini
Debora Serracchiani
Luigi De Magistris
Pierluigi Bersani
Chiara Appendino
Virginia Raggi
Il sindaco Sala
(Milano)
Romano Prodi