sinfonia di natale

Download Report

Transcript sinfonia di natale

n. 2017
.2016-Ge
N. 4 Nov
Anno L - Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Parma
sinfonia
di
natale
Domenica Guatteri pf
non si consuma, come colonna di fuoco che protegge
ed illumina la via, nella notte di Betlemme sei stato
preceduto dalla stella e dallo splendore degli angeli in
festa, vieni e illumina le tante grotte dove l’umanità
giace nelle tenebre dell’orgoglio, della violenza, della
paura. Tu che hai detto: ”Io sono la luce del mondo”,
ravviva il fuoco dell’amore e l’uomo ritrovi la gioia
della tua presenza.
O Emmanuele, Dio con noi, vieni con la tua presenza
nel nostro quotidiano cammino e nelle storie ordinarie
dell’umana esistenza. Con te vicino, Emmanuele, la vita
non sarà un errare senza meta e senza speranza. Con te
accanto, Dio con noi, non ci sentiremo abbandonati e
sperduti in questo misterioso universo, con te presenza
divina, fatto Bambino, i giorni della vita saranno esplosione di gioia, tripudio di bellezza, canto di benevolenza
e cammino umile e povero verso la pienezza di una vita
nuova.
O Gesù Bambino, abbiamo capito che il tuo Natale
siamo noi, quando illuminiamo con la nostra vita il cammino degli altri con la bontà, la pazienza, l’allegria e la
generosità, che gli angeli di Natale siamo noi quando
cantiamo al mondo un messaggio di pace, di giustizia e
di amore, gli auguri di Natale siamo noi quando ci facciamo piccoli, piccoli come Te e abbracciamo nella gioia
il mondo intero.
Buon Natale!
O Sapienza dell’Altissimo, che tutto disponi con forza
e dolcezza: vieni ad insegnarci la via della saggezza.
La Sapienza ha trovato la strada per uscire dal seno del
Padre e si è realizzata in Cristo Gesù, sapienza incarnata
nel cuore dell’umanità e vede con gli occhi dell’uomo
che scrutano i segreti del Padre; ascolta con le orecchie
di chi si fa piccolo nel silenzio della vita per percepire la
brezza del mattino; spalanca, con forza e soavità, il cuore
alla tenerezza per accogliere. Con questo spirito, tanti
attraversarono la porta santa della grotta di Betlemme,
che fu culla e inizio dell’umano pellegrinare.
O Signore, Guida della casa di Israele, guida di un
popolo che da secoli attraversa deserti, fiumi, mari, montagne e in ogni luogo vede “in apparenza” il volto del
Padre; popolo che si ferma ogni anno a Betlemme, nella
povertà luminosa della storia della salvezza e contempla
il volto di Gesù, Figlio di Dio.
O Radice di Iesse, colonna e fondamento, di un popolo,
che pellegrinando nelle vie tortuose della storia, verso
la terra promessa, ha fatto esperienza della dura roccia,
della sorgente di acqua viva e zampillante, della dolce e
nutriente manna, tu, che hai realizzata l’antica promessa, accogli il germoglio spuntato dalla radice, proteggi
la tenerezza del virgulto, rafforza le fondamenta della
Chiesa, nuovo popolo di tua appartenenza.
O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, nella
storia antica ti sei rivelato come roveto che arde e
SOMMARIO
LITÀ
2 SPIRITchUieAsa
inquieta
PICCOLE FIGLIE
1
Una
NOTES
3 BLOC-rd
ima
Co e dell’an
4-5 CAMMINI
LAICALE
6 ASSOCIAZIONE
NOTES
7 BLOC-de
munità
Vita lle co
8 PROFILI
NOV. 2016 - GEN. 2017
Inquieta? Cerchiamo di capire l’aggettivo con cui papa Francesco descrive una
caratteristica che - nel suo recente intervento al Congresso di Firenze - auspica
per la Chiesa italiana. Lo facciamo perché ci pare che un tale aggettivo sia logica
conseguenza dell’anno della misericordia appena concluso. «Mi piace una Chiesa
italiana inquieta: sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti».
Così papa Francesco. Gli fa eco, in una recente pubblicazione, il Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Matteo Truffelli: «È tempo di essere credenti inquieti. Resi
tali dal Vangelo, dall’incontro con il Signore, dall’urgenza che questo incontro fa
nascere dentro ciascuno di noi, “dal momento che se uno ha fatto realmente esperienza dell’amore di Dio che lo
salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo...“ (EG 120). È tempo di essere
irrequieti, non tiepidi, né timorosi».
sogniamo
una
chiesa “inquieta”
Plautilla Brizzolara, pf
Dalla rigidezza del
Pelagianesimo alla
leggerezza del Soffio
Per raggiungere l’obiettivo la prima delle tentazioni da cui guardarsi è
il pelagianesimo - sottolinea papa Francesco alla
Chiesa italiana - che «ci
porta ad avere fiducia nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle pianificazioni perfette perché astratte.
Spesso ci porta pure ad assumere
uno stile di controllo, di durezza,
di normatività… In questo trova la
sua forza, non nella leggerezza del
soffio dello Spirito».
Per questo il Pontefice invita a cercare soluzioni non «nella restaurazione di condotte e forme superate
che neppure culturalmente hanno
capacità di essere significative. Infatti La «dottrina cristiana non è un
sistema chiuso incapace di generare
domande, dubbi, interrogativi, ma
è viva, sa inquietare, sa animare.
Ha volto non rigido, ha corpo che
si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama
Gesù Cristo».
Dalla solitudine dello gnosticismo alla tenerezza dell’incontro
La seconda tentazione che papa
Francesco invita ad evitare è lo
gnosticismo che «porta a confidare
nel ragionamento logico e chiaro,
il quale però perde la tenerezza
della carne del fratello». A questa
tentazione si reagisce scegliendo
vicinanza alla gente e preghiera:
«Vicinanza alla gente e
preghiera sono la chiave
per vivere un umanesimo cristiano popolare,
umile, generoso, lieto. Se
perdiamo questo contatto con il popolo fedele di
Dio perdiamo in umanità
e non andiamo da nessu-
na parte»
La domanda radicale è scritta sulla
“carne del fratello”. Come porci
così vicini da leggere ogni ruga,
ogni fremito di dolore e di gioia?
Come lasciare che lo Spirito tolga
da noi il cuore di pietra e lo renda
cuore di carne, cuore su cui lo Spirito stesso può incidere la parola
alleanza?
Presentiamo queste domande a
Madeleine Delbrel (1904-1964),
donna che ha saputo, con profetica
chiaroveggenza, lasciarsi attraversare
da domande come
queste.
Nella propria conoscenza della realtà,
con sguardo arguto
e con un sorriso di
autoironia che le consentiva una
profonda interiore libertà, sapeva
additare l’apporto specifico della
donna alla tenerezza dell’evangelizzazione:
« […] non inganniamoci, gli uomini
da soli, anche impegnati nel più
denso spessore del mondo, anche
intimamente identificati con i loro
fratelli, il più spesso non saranno
capaci di fornire altro sulla vita che
delle informazioni che assomigliano
molto a degli schemi o a dei disegni
in scala. Noi <donne>, immerse in
una porzione di mondo, se desideriamo che sia ben conosciuta per
essere evangelizzata, senza teoria
e senza tattica, sapremo attirare
PICCOLE FIGLIE
2
NOV. 2016 - GEN. 2017
verso di essa gli occhi della Chiesa
e vivificare, in natura e in grazia,
gli schemi che gli uomini avranno
fornito e senza i quali noi stesse
non forniremmo che degli abbozzi
indecifrabili. […] La Navicella della
Chiesa non ha finito il suo viaggio.
Agli uomini il ponte, lo scafo, gli
alberi..., ma per le vele, non c’è
modo di fare a meno di noi. Senza
contare che essi hanno sempre voglia di motori e che il vento dello
Spirito Santo non ha mai saputo
servirsene».
Per le vele non c’è modo di fare
a meno di noi… una saggezza sapienziale, tutta femminile, che sa
accondiscendere allo Spirito che
soffia dove vuole, senza abbandonare la necessità di schemi “senza
i quali noi stesse non forniremmo
che abbozzi indecifrabili”. Madeleine
intuisce la necessità
di uno sguardo a
due occhi, - maschile
e femminile - perché solo così si può
vedere la profondità dell’esperienza.
Anzi, intuisce che lo
stesso Cristo guarda
i fratelli con i nostri occhi:
E poiché i tuoi occhi si svegliano
nei nostri, il tuo cuore si apre nel
nostro cuore, noi sentiamo il nostro
labile amore aprirsi in noi come
una rosa espansa, approfondirsi
come un rifugio immenso e dolce
per tutte queste persone, la cui vita
palpita intorno a noi.
Lo chiamano l’Uomo degli Stradivari. E non è certo
un caso, perché il Maestro Matteo Fedeli, 44 anni e
oltre 600 concerti all’attivo, si è posto un obiettivo: far
conoscere il suono di quei meravigliosi violini a tutti.
Alla gente: «Andare nei luoghi più familiari per le persone che non vanno abitualmente nelle sale da concerto», spiega, «Con un programma coinvolgente, capace
di cancellare il pregiudizio secondo cui la musica classica
è noiosa per definizione».
vibrano
le
corde
dell’anima
Il 9 novembre scorso il celebre
Maestro, presente a Parma in
vista del Concerto di sabato 12
novembre, ha voluto recarsi “a
sorpresa” presso l’Hospice Piccole
Figlie, a suonare per i malati che
certamente non potranno recarsi
ad ascoltare Mozart in Duomo! È
stato accolto con grande gioia da
pazienti e da familiari. Ecco cosa
hanno scritto alcuni di loro:
Sulle ali di melodie profonde
il violino ha incantato e sorpreso
tutti noi che abbiamo partecipato
(pazienti, familiari e operatori) con
emozione.
Per me era una sensazione bellissima. È stata la prima volta che
qualcuno ha suonato il violino per
me. Mi sentivo una regina. Il Sig.
Matteo Fedeli mi ha fatto sognare.
Ringrazio le Piccole Figlie per tante
emozioni stupende. Sarete sempre
nel mio cuore. Grazie mille
Piccole Figlie e grazie anche
al Sig. Matteo Fedeli per
sua incantevole musica. Dio
ci benedica sempre. Dio è
grande e ci ama tantissimo.
Ieri nel silenzio assoluto
si sente in lontananza una
musica celestiale… era meraviglioso… l’armonia che
mi arriva dentro il cuore…
è stata una boccata di ossigeno perché sono riuscita a liberarmi sentendo il suono del violino… l’emozione
era tanto forte che ho pianto…
pianto… grazie alla musica mi sono
liberata un po’… Per me la musica è
come un sole che ti riscalda, è gioia,
è tutto. È meravigliosa. Grazie al
Maestro.
Io sono la moglie di un paziente
ricoverato in Hospice. Sono a lui
vicina tante ore al giorno e stare
qui non è sempre facile. Posso dire
che è un posto speciale dove si
provano tante emozioni nel bene
e nel male. Ieri è venuto a trovare
i nostri malati un grande violinista
con un violino Stradivari, il quale
oltre a dimostrare la sua bravura ha
dimostrato sensibilità, umanità e la
cosa che mi ha colpito di più è stato
quando di camera in camera soffermandosi da malato a malato, esibendosi col suo violino ha allietato
questa splendida giornata. È stata
una cosa commovente, che
toccava il cuore e la nostra
stanza, dove purtroppo regna il dolore, per un breve
tempo è stata rallegrata
da questa persona meravigliosa e da tutte le altre
che gli hanno permesso di
fare questo gesto. Io sono
grata a tutti e anche mio
marito lo è, anche se non
lo esprime un po’ per carattere, un
po’ perché non può. GRAZIE!
È pomeriggio e come di consuetudine negli ultimi tempi entro in
Hospice per il mio tirocinio. Percorrendo il corridoio percepisco
qualcosa di nuovo, inatteso. È la
musica di un violino che si spande
nell’aria e io non posso resistere, la
seguo. Proviene dalla chiesetta. Qui
molta gente è seduta ad ascoltare,
riconosco i volti di chi lavora lì, di
alcuni parenti dei malati; scruto
PICCOLE FIGLIE
3
NOV. 2016 - GEN. 2017
bene nel desiderio di trovare qualche paziente, ma
non c’è nessuno di loro.
Forse qualche nota lontana riesce a raggiungerli
nella loro stanza, una di
loro si spinge a piedi nel
corridoio (era da tanto
che non camminava più),
ma non riesce a salire le
scale. Il brano è terminato
e usciamo dalla chiesa; mi
dicono che è uno Stradivari del 1730 e a suonarlo è Matteo
Fedeli, il musicista che parteciperà
al concerto Requiem nel Duomo
sabato prossimo.
Ecco che accade qualcosa che lascia senza fiato: il violinista intona
una melodia dolce, malinconica
che penetra nelle corde dell’anima; comincia a camminare lungo
i corridoi, entrando nella stanza
di ciascun malato e soffermandosi
su chi sta lentamente scivolando
verso un sonno di non ritorno. Si
legge lo sguardo colmo di dignità e
gratitudine dei pazienti, desiderosi
di un attimo così unico e intenso e
noi altri, tutti vicini in silenzio, dagli
occhi vistosamente commossi e il
cuore gonfio di emozione. È un momento di una solennità disarmante,
quella musica ci svuota dell’effimero rievocando l’essenza delle vita
e della morte, ci rende consapevoli spettatori di una cura che ha
il privilegio di essere eccezionale
perché dona dignità e ricchezza,
ed è questa armonia di suoni che
si confonde nell’aria e si intreccia
con scienza, fede, vita, morte che
mi conferma che l’Hospice è tutto
questo!
Infinite grazie per questa straordinaria esperienza.
Con profonda ammirazione e immensa stima.
Miriam
CAM
Da Chacabuco al Carmelo:
un cammino di santità
Gilda Abarca, novizia
Chacabuco è una località che si trova
al Nord di Santiago del Cile (a circa 45
min di distanza), ed è il luogo in cui
S.Teresa de los Andes ha vissuto con i
nonni. Da quando è stata canonizzata, tutti gli anni la Pastorale Giovanile realizza un
pellegrinaggio a partire da
questo luogo radunando
circa 70mila giovani. Il percorso si snoda sulle alture
fino al Carmelo de los Andes per circa 27 chilometri.
Mi trovo per la quarta volta a fare questa esperienza, ma è la prima volta che
ho rappresentato la nostra
Congregazione dal momento che per motivi di salute non poteva essere con
me nessun’altra sorella.
Ringrazio il Signore di questa grazia
ed anche per il clima, un clima grigio,
con vento freddo (in Cile è primavera
e di solito c’è un caldo che non aiuta a
salire le colline) e in qualche momento persino la pioggia; tutto ha concorso a fare sì che quest’anno si arrivasse
prima al Santuario. È stato molto
confortante vedere tanti giovani che
pregavano il rosario ed anche edificante vedere adulti che pure fanno il
pellegrinaggio per chiedere alla prima
Santa cilena qualche grazia, è una
esperienza della chiesa in cammino
nella comunione verso un’unica meta.
Il punto più alto del percorso si trova
a circa metà strada dove c’è una croce
e dove si fa una breve sosta. Ricordo
che mi facevano male le gambe dalla
stanchezza e dal freddo e mi venivano
in mente gli altri anni quando le mie
consorelle mi animavano a salire. È
possibile arrivare alla meta, quando
gli altri ci sono e ti aiutano a tenere
davanti il traguardo.
La discesa ha reso il percorso più facile
e ho così potuto percepire e vedere
nei cuori di molti giovani il fatto che
camminano senza avere chiara la
meta della loro vita, forse si stanno
interrogando per dare un senso alla
loro esistenza e allora mi è sovvenuto
che Santa Teresa de los Andes diceva:
Il cammino della santità è per tutti,
non è facile, è in salita, ma nello stesso tempo si può fare più leggero se
abbiamo gli occhi puntati in Colui che
ha toccato il nostro cuore.
È stato bello arrivare al Santuario e
alla Cripta dove si trovano i resti di questa Santa
e dire ancora una volta:
“ci sono riuscita!”, non
solo per il fatto di aver
camminato, ma perché
ancora una volta, questa
peregrinazione è stata una
esperienza di misericordia,
una esperienza di chiesa…
La conclusione e il punto
culminante è stata la celebrazione dell’Eucaristia.
Qualcuno potrebbe pensare che dopo di più di 5
ore di cammino non si ha
voglia di niente, invece no! La gioia,
i canti, le chitarre e persino le danze
erano pieni di energia e vivacità come
se fossimo stati all’inizio del cammi-
no… Quando un giovane si lascia impregnare dall’amore e dalla presenza
di Cristo, diventa missionario, cioè
contagia gioia e serenità, si è capaci
di superare tutti gli ostacoli. Che gioia celebrare il Dio della Misericordia
in mezzo a noi, che bel cammino di
consegna e di ricerca, così come ha
fatto Santa Teresa de los Andes. Ne è
valsa la pena!
BERAKHA: racconti di vita
Parma 29 ottobre
2016. Il gruppo delle
giovani con le sorelle
animatrici si è incontrato a Casa Famiglia per
condividere quanto vissuto durante l’estate.
Ne facciamo partecipi i
nostri lettori.
DA CRACOVIA A PARMA
CON OCCHI NUOVI
Beatrice Calloni
Se volessi riassumere questi miei
ultimi mesi, userei una sola parola:
Sguardo. Tutto è iniziato il 25 luglio,
quando, nonostante i miei timori,
sono partita per Cracovia! Il lungo
viaggio mi ha permesso di riposare gli
occhi, per prepararli alle tante cose
che avrei visto dopo. Dopo una prima tappa nei luoghi della memoria,
Auschwitz e Birkenau, la settimana è
stata all’insegna della gioia e dell’entusiasmo ed è stato come fare il giro
del mondo, ma non in 80 giorni, in
7 giorni! Il momento culminante di
PICCOLE FIGLIE
4
NOV. 2016 - GEN. 2017
quest’avventura è stata la Veglia, durante
la quale il Papa ha
parlato proprio a me:
“Il tempo che oggi
stiamo vivendo non
ha bisogno di giovanidivano, ma di giovani
con le scarpe, meglio
ancora, con gli scarponcini calzati.”
E poi, girare la testa e vedere una distesa immensa di candele mi ha fatto
capire quanto Dio possa essere un
ponte per unire popoli diversissimi tra
loro. Come conclusione della GMG,
Papa Francesco ci ha invitato a portare ciò che abbiamo vissuto a Cracovia
nelle nostre città, per fare in modo
che quella settimana non fosse fine a
se stessa, ma potesse portare frutto!
CRACOVIA: FULL IMMERSION
NELLA FEDE
Maria Chiara Cacciatore
Sono partita per la Polonia il 19 luglio
in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Al momento
MINI
del­l ’iscrizione potevi
decidere se fare una o
due settimane e io ho
deciso per due....e per
fortuna! Durante la prima settimana, quella del gemellaggio, grazie alle
famiglie che ci hanno ospitato, ho
scoperto che cos’è la vera Fede; cosa
significa veramente amare Dio sia da
parte degli adulti, sia da parte dei
giovani.
In particolare ho riscoperto quella
fede che non ha bisogno di grandi
gesti, ma semplicemente di quei piccoli accorgimenti durante la celebrazione che ti permettono di avere quel
clima che ti aiuta a metterti veramente in dialogo con Lui. In me non è
cambiato nulla di preciso in realtà...
solo che ho ricevuto tanta carica e ora
ho un punto di riferimento in più nei
miei momenti di crisi riguardanti la
mia fede cristiana.
al momento e secondo
il loro bisogno.
Sr Giuliana non era con
noi in quei giorni, le
avevamo concesso una
pausa per una ricarica
con gli esercizi spirituali... e per questo Benny
si sentiva maggiormente coinvolta e
cresceva in lei sempre di più la forte
Ritorno a Kalundu
Kalundu, 12 novembre 2016. Dopo
l’ultima violenta aggressione alla comunità di Kalundu (Uvira), avvenuta
la notte del 6 gennaio 2015, la nostra
comunità aveva trovato nuova sede
provvisoria a Kilomoni (circa Km 10
SI FA CHIAMARE BENNY
Liliana Baraldi, pf
“Suor Lì, sono arrivata alla stazione
dei pullman”. Era lei, si fa chiamare
Benny, viene dal nord dalla nostra
carissima Parma. Quest’anno era sola,
le mancava qualcuno del gruppo
Berakhà..., ma appena entrate nella
casa famiglia “Stella del Mattino” di
Potenza, l’aspettava una nidiata di
piccoli, che non le avrebbero lasciato
spazio alla nostalgia di qualcuna...
Giorno e notte ognuno dei piccolissimi della casa aveva esigenze che
insieme avremmo soddisfatto: dalle
poppate ogni tre ore per Azzurra di
pochi giorni, ogni quattro a Sofia di
sei mesi: avremmo messo in atto una
sorta di gara nelle veglie della notte,
appena qualcuna delle due piccole
ci chiamava per colmare la propria
richiesta di coccole... e così cominciavano le passeggiate nel salone per
tranquillizzarle e per evitare che i più
grandi del piano di sopra si svegliassero. Ma non è finita qua, perché
Giulia di dieci mesi, Abel di tredici
mesi, Lucia di dodici, Sebastian di due
anni e Fabrizio di tre, erano sempre
in attesa di attività ludico - ricreative.
E Benny si ricaricava di nuovo, dopo
qualche fugace sonnellino, per far
vivere loro la gioia di giochi inventati
chiamata al servizio, che le faceva scattare la molla del donare gratuitamente… un carisma che ha respirato nel
suo nido familiare: amore, generosità,
gratuità. Grazie Benny ti aspettiamo
ancora ad accendere una scintilla.
da Uvira) pur continuando a operare
a Kalundu. Ora siamo rientrate in sede
ufficialmente il 12 novembre scorso,
data a noi cara per la nascita del nostro Fondatore.
Ringraziamo il Signore per il ritorno
in mezzo alla nostra gente che abbiamo tanto amato e che continuiamo
ad amare con il dono, giorno dopo
giorno, della nostra vita. È per noi una
nuova nascita e questo
succede proprio alla vigilia della chiusura della
porta santa nella cattedrale di Uvira: segno
di Misericordia per il
popolo di Kalundu che
aspettava da tempo il
ritorno delle sue suore.
Abbiamo preceduto il grande evento
con una “tre giorni” di preparazione
nei giorni dal 9 all’11 novembre.
Finalmente sabato 12 novembre la
nostra comunità di quattro sorelle
(sr Paula Lwarhiba, sr Meuccia Rasori,
sr Denise Mugisho, sr Emerence Katako) e una novizia, Elisabeth Namwana,
e la presenza della Delegata, sr Brigitte Barhame, insieme alla comunità
sacerdotale di Kalundu, abbiamo cele-
PICCOLE FIGLIE
5
Sorelle di Kalundu
brato i Vespri. Al termine è seguita la
benedizione di tutta la casa.
Il mattino seguente, una delegazione
del personale sanitario del Centro di
Cura “Eugenia Picco”, fondato dalla Congregazione, ma ora non più
gestito da noi, e una della comunità
cristiana sono arrivate con doni di
ogni genere: capre, galline, patate,
pomodori, bibite... per esprimere la
loro gioia e riconoscenza alle suore.
Ringraziamo il Signore perché questo
gesto è un segno forte per noi e per
tutti gli abitanti di Kalundu... un PERDONO dato e ricevuto che riempie di
gioia noi stesse e tutti i nostri fratelli.
Stando “in mezzo a loro” continueremo ora il nostro servizio tra la povera
gente della periferia di Uvira, servizio
che non abbiamo mai cessato di offrire seppure “in diaspora”.
Sr Paula è insegnante di Religione e
di Educazione alla vita all’Istituto Kalundu (età degli alunni: 12-18 anni). Sr
Meuccia aiuta al Centro Eugenia Picco
e dà una mano dove c’è bisogno in comunità e fuori comunità. Sr Denise è responsabile del Centro Agostino
Chieppi (ossia Centro
di alfabetizzazione di
adulti, di recupero dei
bambini analfabeti, di
corsi professionali di
taglio e cucito, informatica, arte culinaria etc…) sr Emerence
aiuta nel Centro Agostino Chieppi
come maestra di taglio e cucito.
È vero che la realtà è ancora molto
precaria, specie ora che si avvicinano
le elezioni presidenziali. Qua e là ci
sono degli attacchi armati, disordini,
atti di violenza, ma noi siamo piene
di fiducia nella Divina Provvidenza,
che mai ci ha abbandonato e mai ci
abbandonerà.
NOV. 2016 - GEN. 2017
Fornovo 3-7 luglio 2016. Attraverso alcune meditazioni sulla
Parola di Dio, Padre Giancarlo Bruni ci ha guidati in un cammino
biblico sulla misericordia di Dio. Quando leggiamo la Bibbia
ci rendiamo conto che la presenza di Dio è presenza di amore
misericordioso nonostante il peccato e l’infedeltà dell’uomo. Fin
dalla prima caduta, Dio cerca di liberare l’uomo dalla condizione
di morte e di peccato, mettendolo in grado di vivere il progetto
originale che Egli ha stabilito per lui. Tutta la Bibbia racconta come
Dio Padre, essendo fedele al suo amore verso l’uomo, va a cercare
per primo il peccatore per offrirgli la sua salvezza.
riscoprire, accogliere e testimoniare
la misericordia del padre
Maria Rosa Campolattano
L a Bibbia racconta
l’esperienza di un popolo che ha incontrato
Dio, un Dio che è il
Signore partecipe della
vicenda del suo popolo. Egli ama Israele e
soffre tutte le volte in
cui esso si allontana da
lui, mettendosi in azione per portargli soccorso. Dio vuole che Israele faccia esperienza di
Lui come di un Dio più
grande delle umane
debolezze, capace di muoversi continuamente a misericordia. Dio è misericordioso perché è fedele al suo
amore paterno, alla sua alleanza.
Tutte le caratteristiche di Dio misericordioso dell’Antico Testamento si
manifestano pienamente nella persona del suo Figlio Gesù, attraverso
la sua passione, morte e risurrezione
e continua a manifestarsi ogni giorno all’uomo attraverso l’Eucaristia. Il
nostro fondatore Agostino Chieppi
scriveva: “Questo Sacramento è un
nuovo modo di incarnazione del
Verbo: è Gesù Cristo vivente una
nuova maniera con noi! Sì, sì è Dio
con noi!.. Egli che voleva fare un
dono d’amore a tutti gli uomini, si
è dato in modo da poter essere con
gli uomini dappertutto, essere con
gli uomini sempre”.
Ma questo dono d’amore ci interpella, ci invita a seguire il Signore
nel suo amore verso tutti, non a parole, ma con opere di misericordia.
Siamo chiamati ad avere gli stessi
sentimenti di Cristo, ad essere misericordiosi verso gli altri come Gesù.
Ricordiamo l’esempio del buon
Samaritano nella parabola: egli ci
i poveri sono i privilegiati della
misericordia divina” (Misericordiae
vultus, 15).
Direttore Responsabile
Tilla Brizzolara pf
In Redazione
Angela Giubertoni pf
Domenica Guatteri pf
insegna che tutte le ragioni dell’inimicizia crollano di fronte a un uomo
che invoca aiuto. Gesù ci invita
ad essere perfetti come il Padre e
questo vuol dire fermare il proprio
viaggio (i propri progetti), scendere
dalla propria cavalcatura (le proprie
opinioni) e farsi prossimo come quel
Samaritano pieno di compassione.
Il Signore ci chiede di scendere con
lui e come lui: “Chi si esalta sarà
umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Mt 23,12). Diventare umili di
cuore è un modo di porsi davanti
alla sfida quotidiana, di farsi solidali
con ogni povertà per essere capaci
di una estrema compassione per
ogni fragilità e ogni bisogno. Questo è il grande cammino di conversione a cui siamo invitati tutti, nel
tempo di grazia del Giubileo della
Misericordia, come ci indica Papa
Francesco: “È mio vivo desiderio che
il popolo cristiano rifletta durante il
Giubileo sulle opere di misericordia
corporale e spirituale. Sarà un modo
per risvegliare la nostra coscienza
spesso assopita davanti al dramma
della povertà e per entrare sempre
di più nel cuore del Vangelo, dove
PICCOLE FIGLIE
6
NOV. 2016 - GEN. 2017
Hanno collaborato a questo numero
Gilda Abarca
Berakha
Sorelle di Kalundu
Maria Rosa Campolattano
Sorelle di Felino e Noceto
Amministrazione
Parma - Piazzale S. Giovanni, 7
Tel. 0521.280311
Fax 0521.235753
Aut. Trib. di Parma n. 387 del 21.1.1986
Redazione:
Parma - Piazzale S. Giovanni, 7
e-mail: [email protected]
Progetto grafico:
Studio Zani (Parma)
Impaginazione e Stampa
Tipografia Pubbliprint Grafica
Traversetolo (Parma)
La Congregazione “Piccole Figlie”
esprime il suo più vivo ringraziamento
a tutti coloro (e sono tanti!) che hanno
inviato offerte per il presente Giornalino,
l’Hospice, il Congo, il Perù e le tante
necessità a cui la carità ci spinge...
100 candeline
per sr Elisabetta e sr Antonia
Villa Chieppi 15 ottobre 2016 Abbiamo celebrato il
Rendimento di Grazie per i 100 ANNI di Suor Antonia
Pioli e Suor Elisabetta Vescovi. L’Eucarestia, presieduta dal saveriano Padre Pedro e animata dal Coro di
Fognano è stata, sobria e ben curata nei dettagli: paramenti, luci e fiori facevano da corona alla Mensa
del Pane e della Parola. Oltre alle sorelle della Comunità erano presenti la Madre, la Vicaria, alcune sorelle di Casa Madre e di altre comunità. Il regalo più
bello per le festeggiate è stato condividere la gioia di
questo giorno con i propri famigliari. Il clima di festa
si è prolungato con torta fritta, salume, una buonissima torta e con canti popolari proposti dal coro di Fognano, che le sorelle di Villa Chieppi hanno gradito
moltissimo partecipando con calore ed entusiasmo.
due case
un’unica
comunità
Felino e Noceto. Semplici laboriose - oranti … Le sorelle
passano disinvolte dalla preghiera al servizio di sagrestia e
decoro della chiesa. Dalla catechesi al servizio in Casa Madre
e benedizione delle famiglie.
Sono le sorelle della comunità
di Felino-Noceto: sr Rosanna
Fregona, sr Giovanna De Luca,
sr Clementina Negri (residenti
a Felino) sr Mirta Redolfi e sr
Verina Sangonelli (residenti a
Sr Clementina Negri
Sr Rosanna Fregona
Noceto).
riormente facendoci vivere l’abbracDalle pareti domestiche al ministero
cio benedicente del Padre. È bello e
della consolazione presso le famiglie
importante ritrovarci, in media, ogni
e nelle case di riposo per anziani dei
settimana per scambiarci gli “aromi”
due paesi. Tutto e sempre al cenno di
della fraternità:
Dio come il Fondatore voleva: le mie
L’aroma della preghiera vivendo
Figlie andranno là dove la necessità
insieme il Giubileo a Fontanellato
chiama…
Da tre anni le suore di
Felino e di Noceto fanno
comunità… Ultimamente si è condiviso la bella
esperienza della Visita
Canonica e la presenza
della Novizia Ilaria Rossi
che ha dato, con cuore
generoso, il suo apporto
giovanile in Comunità e
in Oratorio a Noceto…
Due case, una unica
comunità che vive, periodicamente, anche
l’esperienza delle carceri:
opera di misericordia vissuta nella persona di sr
Rosanna Fregona. Realtà
Sr Verina Sangonelli e Sr Mirta Redolfi
che arricchisce tutte intePICCOLE FIGLIE
7
NOV. 2016 - GEN. 2017
Sr Giovanna De Luca
e in Cattedrale; momenti di ritiro
a Montemanolo e con la Comunità
Francescana di Cella; Lectio Divina
tra noi e adorazione al Santissimo.
L’aroma della carità visitando insieme
le nostre sorelle di Villa Chieppi. L’aroma del dono nel servizio reciproco
e in agape fraterna.
Le attività nelle due case
sono simili, ci differenzia
l’anticipo e il posticipo
della scuola per l’infanzia
di Noceto e l’assistenza ai
bimbi dei genitori che si
incontrano la domenica
sera con i sacerdoti di Noceto. E così tutto è grazia, tutto è misericordia!
Misericordia è l’aroma
della vita che ci porta a
vedere l’esistenza che
risorge: luce di quel sole
che rischiara l’ombra di
ogni notte, che anticipa
e rivela la gloria del Risorto.
SR VIRGINIA BELLETTI
Fragno di Calestano 16.10.1931
> Parma 28.09.2016
Sr Virginia, è nata a
Fragno di Calestano
(PR) nel 1931, in
una famiglia profondamente cristiana; perde in tenera
età la madre Matilde di 45 anni e le fa
da mamma la sorella maggiore, mentre il padre, Quirino, muore anziano
dopo aver provveduto, con sacrifici, al
mantenimento della famiglia. È entrata nella Congregazione delle Piccole
Figlie all’età di 18 anni, esattamente
dopo 18 anni dall’entrata della sorella
Suor Graziella.
Ha sentito chiara la chiamata a seguire
il Signore nella vita religiosa. Nella
domanda di accoglienza scritta alla
Madre generale dichiara: “Ho pregato
e mi sembra che il Signore mi chiami
per questa via, spero che lei vorrà
accettarmi. Da parte mia cercherò di
fare tutto il possibile per corrispondere alla grazia che il Signore mi ha
concessa”. E così è stato.
Sr Virginia ha sempre rivelato una profonda vita di preghiera ed una pronta
disponibilità a servire il Signore nella
missione a lei affidata come insegnante nella scuola elementare.
Le sorelle che hanno condiviso la stessa missione hanno saputo tratteggiare
il suo carattere e la sua sensibilità e
capacità educativa: “Gentile e buona,
riservata, molto impegnata nella sua
preparazione, stimata ed amata dalle
alunne e dai genitori, persona di preghiera”. (sr B.A.)
“Era un’educatrice con grande pazienza, fragile, ma serena e delicata,
sapeva formare” (sr L.Z.)
“Ho avuto modo di conoscere sr Virginia Belletti e di condividere con lei
l’esperienza educativa e didattica.
Persona riservata con grande senso del
dovere, fino allo scrupolo, sr Virginia
sentiva, in modo talvolta eccessivo, la
responsabilità del compito educativo
che era chiamata a svolgere e il senso
della sua inadeguatezza.[…] Avvicinando sr Virginia, si percepiva immediatamente che la sua “unica” preoccupazione erano le alunne: la loro
formazione, il loro apprendimento, il
loro comportamento. In una parola, il
loro futuro. Con loro, ella sapeva essere materna e ferma, esigente e, nello
stesso tempo comprensiva. Spesso ho
avuto l’opportunità di accogliere in
prima media le sue alunne e ne ero
contenta conoscendo la loro preparazione, le conoscenze di base sicure
e tanta volontà di impegno.” (sr L.T.)
Questo servizio l’ha vista impegnata
per 40 anni (dal 1955 al 1995) quasi
sempre nella scuola Casa Famiglia.
Una sorella così la saluta: “Carissima
sr Virginia, in punta di piedi ci hai
lasciate come in punta di piedi hai
svolto la tua missione di maestra e di
“mamma” delle tue alunne.[…] Da
lassù intercedi per me. Spero che ci
troveremo ancora insieme, non più tra
i banchi di scuola, ma unite nella lode
del Signore che abbiamo tanto amato
e cercato di far amare. La tua Sorella,
amica e compagna di “avventura” (sr
Rosetta Ferrari).
SR LIBERA UCCIA
Canal san Bovo (TN) 16.3.1927
> Parma 18.10.2016
Di sr Libera potremmo dire tanto, per
gli anni in cui ha
servito la Congregazione e la Chiesa.
Preferiamo lasciar
parlare lei, leggendo tra le righe appassionate del suo testamento spirituale, quanto ha custodito per lunghi
anni nel proprio cuore.
Testamento spirituale
Misurina, 16 luglio 2004
Parma, 1 maggio 2010
Canterò in eterno l’Amore del Signore!
È Lui, Cristo Gesù, “la chiave” interpretativa del mio pentagramma vocazionale, unico ed esclusivo Amore della mia
vita, sempre al “centro”, del mio cuore
e di Lui quotidianamente innamorata!
Dodicenne, sradicata dalla mia terra,
dalle mie stupende Dolomiti trentine,
ho mosso i miei passi per seguire CRISTO
che, come in una visione interiore, mi
offriva la sua MANO, domandandomi
il mio cuore. Era il 18 settembre 1939
ed entravo nella mia Famiglia religiosa
delle Piccole Figlie dei SS. Cuori dei Gesù
e Maria, per vivere in quest’ottica, il Carisma di fondazione, come “SPARTITO”
musicale specifico. Fissata per sempre in
quell’ineffabile esperienza d’amore, mi
sono sentita esistenzialmente “sola con
il Solo”, unita sponsalmente a Cristo,
incapace di consegnarmi ad altre creature! Era il 16 luglio 1945!
Con la prima Professione, misticamente
e verginalmente, abitata dallo sposo
gli dissi: Taglia il ramo della mia pianta
se vedi che su di esso sto costruendo il
mio nido!
E una sana e sapienziale pedagogia
divina, con alterne vicende di morte
e risurrezione, del mio Regista, con i
RAMI tagliava anche le RADICI, quella
sua misteriosa MANO, giocava sul mio
“PIANOFORTE”, toccava tutti i TASTI,
con diesis, bemolle, bequadri compresi, con il grande dono di una LIBERTÀ
INTERIORE, anche se a caro prezzo!
Illuminata dalla Parola di Dio, nutrita
dall’Eucaristia, a Cristo vittimalmente
offerta al Padre per le mani di Maria,
che sempre mi ha aiutato a “solfeggiare”, la Volontà di Dio, con i tempi del
lento, dell’andante, del veloce, il mio
brano musicale era pronto per l’esecuPICCOLE FIGLIE
8
NOV. 2016 - GEN. 2017
zione sinfonica del 2 luglio 1950, per la
mia Professione Perpetua!
E su questo “BRANO” o “SPARTITO”
modulo oggi il mio GRAZIE.
Grazie alle mie Superiore di ieri e di
oggi! Tra carismi personali e strutture,
sono state il METRONOMO che tra tesi
ed antitesi, mi hanno aiutato, in un
giusto equilibrio, a fare sintesi.
Grazie a tutti coloro che hanno accompagnato, fin dal suo sorgere, il mio
itinerario vocazionale: famiglia, parrocchia, scuola, con MODELLI che con
varie modalità, mi hanno “stimolato”
con mezzi adeguati, a vendere tutto per
compare il TESORO del campo prima e,
ad accogliere in perenne sequenza, la
MANO CROCIFISSA dello Sposo, poi.
Grazie a tutti coloro che mi hanno permesso di “DIGITARE” a tutto campo, il
mio servizio apostolico all interno della
mia comunità come apporto musicale
- liturgico, educativo e formativo e, in
ambito ecclesiale nei vari Uffici Pastorali
e nell’USMI, ai vari livelli! Quanta Musica di PASSIONE e di OPERE!
GRAZIE a tutte le mie consorelle!
Marcata, quasi ontologicamente da
quell’Oltre e dinamicamente “di frontiera”, sincopi e contrattempi, per visuali diverse, hanno reso talora conflittuale
la vita relazionale!
Ma, io le ho amate tutte e sempre, anche se tante volte, incompresa ed emarginata, ogni giorno, ho consegnato e
consegno tuttora l’OSTIA EUCARISTICA
al loro cuore prima di riceverla con le
mie mani, affidando il tutto alla MISERICORDIA divina.
A tutti, un messaggio, prima che i miei
occhi diventino cenere: “Scio cui credidi”! Le grandi acque non possono
spegnere il Fuoco dell’amore!
Vi lascio il “SETTICLAVIO” musicale,
per continuare a modulare sempre nel
canto e nella Testimonianza fedele il
GRANDE DONO della vocazione consacrata! E di viverla questa vocazione,
in tutti i tempi, fino al GRAN FINALE!
Nell’invocazione escatologica del Vieni
Signore Gesù! MARANATHA! Stringete
tra le mani la vostra “LAMPADA”, ed io
unirò alla vostra, la mia mano!
Ed accompagnate il mio funerale con
canti di gioia e, se è possibile. Al centro
del mio cuore ci sei solo TU!
Amen! Alleluia!
Sr Libera (prima a sn) con le sorelle della Comunità
vocazionale, da lei intuita, proposta e condivisa.