Parola del mese - Novembre 2016

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Parola del mese
Novembre 2016
«Siamo i collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1, 24)
Con queste parole, San Paolo definisce la vocazione missionaria! Infatti evangelizzare è, come Papa
Francesco ci ricorda nella sua Lettera apostolica Evangelii Gaudium, “contagiare l’allegria”!
Non a caso la prima “parola del cielo” dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria è “Rallegrati!”.
Questa parola è come la chiave d’oro che apre al Nuovo Testamento, annuncio del più grande
mistero della storia umana che è l’incarnazione del Verbo Eterno nel seno di “una vergine della
città di Nazareth,” di nome Maria (Lc 1,27).
In Maria si compie di fatto, la prima e piena manifestazione di quella “Pentecoste”, avvenuta nel
Vecchio Testamento (cfr Ez 37), le cui “primizie” sono manifeste nella vita dei profeti, giudici,
patriarchi, in tutta la storia di Israele.
Con la “Pentecoste” della Vergine Maria inizia la “pienezza dei tempi” (cfr Gal 4,4), la pienezza di
una vita ricca, traboccante, che Gesù è venuto a portare a tutti gli uomini e ad ogni uomo, “Io sono
venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).
Così, a partire dall’effusione dello Spirito Santo nel seno della Vergine, si trovano, nelle pagine del
Vangelo di Luca, una serie di “Pentecoste”, che si irradiano.
È meraviglioso scorrere le pagine del Vangelo di San Luca (chiamato l’evangelista dello Spirito
Santo), nel suo Vangelo e negli Atti degli Apostoli, contemplando la “gioia del Vangelo” che
progressivamente si irradia. È sorprendente contemplare questa gioia dell’amore, dalla grazia del
Padre che trabocca attraverso il Cuore Immacolato di Maria a sua cugina Elisabetta e, quindi, nel
suo figlio Giovanni Battista e che si diffonde in Zaccaria (Lc 1,67-79), nei pastori a Betlemme, (cfr
Lc 2,14), nei vecchi Simeone e Anna al tempio di Gerusalemme, fino a trovare, all’inizio della vita
pubblica di Gesù a Nazareth, la sua manifestazione al mondo (battesimo). In Cristo inizia il nuovo
tempo, il tempo della Misericordia del Padre.
«Siamo i collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1, 24)
Questa stessa gioia esplode nella croce del Signore! San Giovanni ci tiene a sottolineare che è sulla
croce che il Signore effonde il suo Spirito «ha vinto lo Spirito» (Mt 27,50).
L’ultimo respiro del Cristo morente è il primo respiro della Chiesa che nasce!
La gioia di “Pentecoste” si realizza, infine, nel Cenacolo (cfr At 2,1-13). Lo Spirito Santo è Amore,
Pace e Gioia (Gal 5,22);
Leggendo la Parola di Dio ci si rende conto che “l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola
che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). Perciò il Signore ci invita ad “essere misericordiosi come
il Padre” (cfr Lc 6,36), non solo nelle opere di misericordia corporale, dando da mangiare agli
affamati, acqua agli assetati, vestendo gli ignudi, etc. Egli ci manda come suoi “ministri della
riconciliazione” (2 Cor 5,18-19).
Egli ci invia come evangelizzatori “collaboratori della sua gioia”, per irradiare il suo amore, la
sua bontà, la tenerezza, la compassione, il perdono su tutte le creature. Queste sono le opere di
misericordia corporale. L’evangelizzazione è la massima espressione della carità! 1
«Siamo i collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1, 24)
La Chiesa cattolica è sempre stata nel mondo una espressione della misericordia del Padre per
gli affamati, gli assetati, gli ignudi, i carcerati, i malati, gli abbandonati e feriti dalla vita. Tempo
fa, uno dei governatori del nostro paese ha detto che se la Chiesa Cattolica ponesse fine alle sue
opere sociali, lo Stato crollerebbe il stesso giorno! È necessario “uscire dalle sagrestie”, portare il
Vangelo per le strade, nelle piazze, una “nuova evangelizzazione”, nuova nei metodi, nel fervore e
nella creatività.
Non possiamo limitarci a rendere le nostre chiese “ONG” organizzazioni assistenziali, “club” di
carità! La Chiesa è Cristo stesso che ieri, oggi e sempre, vuole raggiungere ogni uomo e tutto
l’uomo, fisicamente e spiritualmente, con le sue povertà fisiche e spirituali.
Come Alleanza, abbiamo ricevuto un carisma meraviglioso che si riassume in questo motto
“Evangelizzare per trasformare”. Il Signore ci ha fatto una chiamata che ha la forza della
Misericordia, nelle sue espressioni materiali e spirituali! Noi siamo per la Chiesa e per il mondo
ciò che siamo chiamati ad essere in verità e vedremo continui miracoli.
Che il Signore ci dia la fedeltà a questo carisma e ci benedica in modo che possiamo sperimentare
la sua bontà e la tenerezza che abbraccia ogni creatura.
Dio vi benedica!
P. Antonello e P. Enrico
“Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati, dar da
bere agli assetati,vestire gli ignudi, accogliere i pellegrini, assistere gli infermi, visitare
i carcerati seppellire i defunti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale:
consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti,
perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi
e per i morti”
1. Documento di Puebla nel 1979.