Austria, Alexander Van Der Bellen il Presidente `professore`

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Austria, Alexander Van Der Bellen il Presidente ‘professore’ | 1
lunedì 05 dicembre 2016, 07:30
Austria, Alexander Van Der Bellen il Presidente
‘professore’
72 anni, ecologista, europeista, economista, è la speranza di argine ai populisti di mezza Europa
di Redazione
L’economista Alexander Van Der Bellen, 72 anni, ecologista, europeista, indipendente appoggiato dai Verdi, è, da ieri, il
nuovo Presidente austriaco, uscito da un ballottaggio che ha tenuto l’Europa con il fiato sospeso, dopo una campagna
elettorale estenuante. Pesante sconfitta per l'ultranazionalista Norbert Hofer, del Freedom Party (Fpoe) -Partito della
libertà austriaco-, che aspirava a diventare il primo Presidente eletto della destra in Europa dalla Seconda guerra mondiale.
Hofer -posizioni duramente anti-immigrazione, anti-islam, anti-Europa-, ha ammesso la sconfitta poco dopo la chiusura dei
seggi, congratulandosi per la vittoria con Van der Bellen. Una pesante sconfitta per i populisti europei che speravano
nella 'scia' della rabbia anti-establishment che ha spinto il Regno Unito fuori dall'Ue e il magnate Donald
Trump alla presidenza degli Stati Uniti. A questo voto (che si è ripetuto a causa di irregolarità in quello di maggio) si
guardava, infatti, anche come a un test sul sentimento populista in Europa, in vista delle elezioni del prossimo anno in
Francia, Germania e Olanda. Dall'Austria arriva, dunque, un segnale di speranza all'Europa, o almeno questo è l'auspicio del
Presidente eletto Van Der Bellen, che nella sua vittoria (ha vinto con circa il 52% dei voti in un ballottaggio che ha visto il
74% degli austriaci recarsi a votare) ha voluto leggere una sconfitta dei populismi e dei nazionalismi, rappresentati
dal suo avversario. Poche ore dopo la chiusura delle urne, con i risultati ancora parziali ma dall'esito inequivocabile, il
72enne candidato ecologista ha dichiarato: «Da Vienna arriva oggi un segnale di speranza, di cambiamento positivo
in Europa, un segnale che nelle capitali europee verrà accolto ed analizzato con molta cura». Pronta la risposta, proprio dal
cuore dell'Unione europea, con le congratulazioni che gli sono state rivolte tanto dal Presidente del Consiglio europeo,
Donald Tusk, che dal Presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz. Dopo aver stretto la mano al suo rivale Hofer, Van
Der Bellen, che ha vinto con un margine decisamente più ampio rispetto al ballottaggio, poi annullato, del 22
maggio scorso, ha detto essere stata, «senza esagerazioni», una giornata di voto «storica». Storica anche perché, per la
prima volta nella storia dell'Austria, sulla poltrona più importante del Paese non siederà un rappresentante di
una delle due tradizionali famiglie politiche, popolari e socialdemocratici, ma un verde. Agli austriaci Van der Bellen ha
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su
http://www.lindro.it/austria-alexander-van-der-bellen-il-presidente-professore/
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promesso di voler essere «il Presidente di tutti, di coloro che mi hanno eletto e di quelli che non lo hanno fatto» e ha
assicurato di voler essere «al di sopra dei partiti». Per la sua vittoria il neo eletto Presidente deve ringraziare soprattutto le
donne e i giovani. Le donne hanno dato per il 62% la loro preferenza a Van der Bellen, per il 38% a Hofer. Fra i giovani, la
percentuale per il 72enne candidato verde è stata del 58%, il 42% ha dato il suo voto al 45enne dell'estrema destra
populista. Percentuali quasi identiche nella fascia di età intermedia, di nuovo nettamente a favore di Van der Bellen tra gli
over-60. Van der Bellen è nato nel 1944, a Vienna, figlio di un aristocratico russo di origine olandese e di una
estone, che, nel 1940, fuggirono in Germania di fronte all'invasione sovietica dell'Estonia. Lasciato il campo
profughi tedesco per Vienna, la famiglia fuggì nuovamente all'arrivo dell'Armata Rossa nella capitale austriaca,
raggiungendo il Tirolo, dove Alexander Van der Bellen ha trascorso l'infanzia. Il neo eletto Presidente sostiene una politica
di integrazione verso i migranti e si descrive spesso come figlio di profughi, ma dice di capire «il senso di rivolta contro
l'establishment» che ha spinto a destra parte dell'elettorato. Professore di Economia alle università di Innsbruck e Vienna,
Alexander Van Der Bellen è stato membro del partito socialdemocratico. Nel 1992 è passato ai Verdi, diventando
deputato del partito ecologista nel 1994. Leader dei Verdi nel 1999 -durante la sua guida, i Verdi sono passati dal 5% ad
oltre il 10%, diventando per la prima volta la terza forza politica del Paese nel 2006-, si è dimesso dall'incarico dopo il cattivo
risultato del partito alle elezioni del settembre 2008. Fumatore accanito, è padre di due figli avuti da un primo matrimonio. Si
è sposato in seconde nozze con la Verde Doris Schmidauer poco prima di annunciare la sua candidatura. Davanti
all'avanzata del populismo di destra, Van Der Bellen è stato costretto a presentarsi in questa nuova campagna elettorale non
tanto come il candidato progressista, ma soprattutto come patriota, con forti radici nel Tirolo, sua terra d'origine. Ex preside
della Facoltà di Scienze economiche di Vienna, è sempre stato valorizzato per la sua onestà. Il suo modo poco
convenzionale di argomentare e discutere in pubblico è legato alla sua lunga carriera politica. Europeista convinto, ha
sempre parlato di Heinz Fischer, Presidente austriaco fino a luglio scorso, come di un modello da seguire: un capo di Stato
che rappresenta degnamente il Paese all'estero e che media con fermezza tra le forze politiche del Paese. Al tempo stesso,
tuttavia, Van Der Bellen non scarta una interpretazione più attiva delle competenze del capo di Stato. Ad
esempio ha già promesso che non ratificherebbe con la sua firma il Trattato transatlantico di libero commercio tra Usa e Ue
(TTIP), anche se fosse approvato dal Parlamento. Anche se la presidenza austriaca non prevede un ruolo attivo del capo di
Stato nella politica quotidiana, la Costituzione gli dà la possibilità di decidere a chi dare l'incarico di formare il Governo,
senza l'obbligo di optare per il leader del partito più votato. E proprio in questo senso, Van Der Bellen ha garantito che farà il
possibile per non dare mai l'incarico al partito di ultradestra FPOE, anche in caso di vittoria alle urne.
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