Austria, una lunga campagna elettorale

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venerdì 28 ottobre 2016, 16:00

Austria, una lunga campagna elettorale

Il voto è fissato per il 4 dicembre

Austria, una lunga campagna elettorale | 1

di Davide Zaffi

La più lunga campagna elettorale in corso in Europa sta per entrare nella sua fase calda. I due candidati hanno concordato che detta fase si svolga nel corso di cinque settimane e poiché il voto è fissato per il 4 dicembre, stanno adesso entrambi scaldando i motori per il rush finale. A dire il vero la campagna presidenziale austriaca, iniziata nel dicembre scorso, ha già conosciuto fasi calde, vanificate prima dall’annullamento (su sentenza della Corte costituzionale per alcune irregolarità di scrutinio) e poi dal rinvio (per la cattiva qualità della colla delle buste in cui andava infilata la scheda per corrispondenza) del voto. Ora c’è da giurare che il 4 dicembre sera, qualunque cosa accada, ci sarà comunque la proclamazione di un vincitore. L’interminabile braccio di ferro vede opposto il candidato indipendente Alexander

Van der Bellen

, fino all’anno scorso dirigente del partito dei Verdi, al candidato liberale Werner Hofer della FPÖ, un partito che si dichiara francamente di destra. Il primo è sostenuto da tutti i partiti austriaci tranne uno, dai canali della televisione di Stato, dalle gerarchie ecclesiastiche, dai vertici dell’establishment finanziario. Sostegno a Van der Bellen viene anche dallUE e dai grandi media occidentali. Il secondo è sostenuto solo dal suo partito. Questo era stato tuttavia sufficiente nel maggio scorso per superare, seppur di poco, il 50% dei suffragi degli austriaci residenti in Austria. Il voto degli austriaci all’estero aveva poi ribaltato di pochissimo l’esito, sul quale poi si è abbattuto, come detto, l’inatteso annullamento deciso dalla Corte costituzionale. Va dato atto ai due candidati di avere fin qui offerto un’immagine molto migliore di quella dei rispettivi sostenitori. Sia Van der Bellen che Hofer non hanno risparmiato colpi anche duri (fece scalpore ad esempio Van der Bellen quando disse che da Presidente non darebbe mai l’incarico di formare il Governo a un uomo della FPÖ, anche se questo fosse il partito più votato) ma si sono finora astenuti da affermazioni offensive o degradanti nei confronti dellavversario. Cercano anzi di stemperare, se non quella politica, almeno l’animosità personale ed è di ieri l’uscita di Hofer secondo il quale se non ci fossero le elezioni lui e Van der Bellen si troverebbero a bere una birra insieme.

Il fatto è che entrambi i candidati sono lespressione moderata e, a quanto sembra, minoritaria, dei due campi contrapposti. Tanto più sarebbe indicata la moderazione in quanto il Presidente austriaco non dispone di poteri diretti di Governo (può, al massimo, licenziare il cancelliere, cosa finora mai successa) e svolge più che altro la funzione di simbolo dellunità della Repubblica. Per gli elettori di Van der Bellen la FPÖ non è un partito democratico, nonostante governi in diverse regioni e città austriache a seguito di regolari elezioni, e il bonario Hofer non è altro che 'una marionetta' (così si esprime lo Standard, giornale che un tempo osservava un vocabolario equilibrato) nelle mani del segretario del partito

Heinz-Christian Strache

, accusato di simpatie naziste. Probabilmente consapevole che accuse così esagerate non giovano alla sinistra, Strache sembra aver sviluppato una strategia per provocarle. Così, in Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/austria-una-lunga-campagna-elettorale/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Austria, una lunga campagna elettorale | 2 occasione della recente festa nazionale austriaca, che cade il 26 ottobre, giorno dell’entrata in vigore nel 1955 della neutralità del Paese, Strache nel suo profilo Facebook ha pubblicato una strofa dell’inno nazionale della Prima repubblica austriaca, quella interbellica, che era guidata da partiti autoritari (benché antinazisti). Sono versi di per sé inappuntabili, ma -poiché sono stati scritti da un sacerdote cattolico in odore di nazionalismo negli anni Venti- sono visti da una parte politica come il fumo negli occhi. Tanto che per il segretario socialista Georg Niedermühlbichler si è trattato di un’iniziativa 'terrificante' e per il verde Karl Ölllinger «si è superato il limite della vergogna». Stessi commenti alla scelta di Hofer di inserire nei suoi manifesti, che saranno affissi durante la fase calda della campagna, le parole 'con laiuto di Dio'.

Sono le parole che il Presidente eletto può usare al termine del giuramento quando entra in funzione e che sono state in effetti usate in passato, anche da Presidenti socialisti. Questaccenno a Dio è comunque stato interpretato non solo come una scorrettezza politica (e infatti il Presidente delle associazioni mussulmane di Vienna ha preso la parola per ricordare che politica e religione devono rimanere separate, in Austria) ma anche come una provocazione, che infatti ha procurato a Hofer parecchi insulti ed ironie blasfeme. Sempre secondo lo Standard, Hofer «non ha pudore né coscienza», e parecchi dei suoi lettori si dicono 'scioccati'. Meno polemiche aveva suscitato il libro di Angela Merkel qualche anno fa, intitolato appunto 'Con l’aiuto di Dio', che è formula facoltativa di giuramento anche in Germania. Simboli e parole hanno indubbiamente una grande importanza e forse in questa campagna austriaca ne hanno più del solito perché, sulle cose concrete, fra i due candidati non c’è un abisso. La FPÖ punta molto le sue carte sul tema dei migranti, il cui numero considera eccessivo, ma, retorica a parte, il programma di Van der Bellen è lontano dal prevedere le frontiere aperte, come erano state teorizzate e praticate dal precedente Governo guidato dal socialista Werner Faymann. Van der Bellen vuole 'un sistema ordinato' e benché l’Austria sia tenuta ad aiutare chi fugge da 'guerra e torture', è anche vero che tutti devono registrarsi alla frontiera. Ovviamente bisogna poi stabilire chi ha diritto all’asilo e chi non ce l’ha. «Non tutti otterranno asilo,

anche se tutti devono poterlo chiedere». In più Van der Bellen ritiene che anche i profughi debbano rispettare certi

principi generali come la tolleranza religiosa e la parità uomo-donna, pena il loro forzato allontanamento dal Paese.

Nel suo programma Van der Bellen arriva a condannare le molestie sessuali che alcuni richiedenti asilo commettono sulle donne, un argomento questo che molti a sinistra preferirebbero non evocare, per timore di giovare alla destra. Nella fase calda della campagna sono previsti tre duelli televisivi, il 20 e il 27 novembre, quindi il 1 dicembre, ma sarebbe sorprendente se in quelle occasioni saltassero fuori novità rispetto a quanto i due candidati stanno dicendosi da quasi un anno. Saranno perciò le rispettive tifoserie a determinare il livello di animosità di queste ultime settimane.

Poiché si ritiene che l’astensionismo giocherebbe a favore di Hofer (non tutti i democristiani, ad esempio, sono entusiasti della candidatura di Van der Bellen, che fino all’anno scorso era loro avversario), è possibile che la radicalizzazione dei toni venga usata come arma di mobilitazione elettorale piuttosto dal campo dell’ex-dirigente verde, calcando la mano, ad esempio, sul ‘nazismo’ di alcuni esponenti dell’ FPÖ. Quando sta per iniziare la fase finale della campagna, le agenzie di sondaggi austriache e internazionali danno i due candidati alla pari.

di Davide Zaffi

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