Banche Popolari, il Consiglio di Stato sospende parte del

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Transcript Banche Popolari, il Consiglio di Stato sospende parte del

Banche Popolari, il Consiglio di
Stato sospende parte del
regolamento previsto dalla riforma
Il Consiglio di Stato ha accolto parzialmente il ricorso di alcuni
soci e di alcune associazioni dei consumatori contro il regolamento
della Banca d’Italia che disciplina la riforma delle banche popolari
sulla trasformazione in Spa e rinviato ad una prossima camera di
consiglio la trattazione nel merito della questione, dopo che la Corte
costituzionale (cui il Tar del Lazio ha rimesso gli atti nell’ottobre
dello scorso anno) si sarà pronunciata sulla legittimità della riforma
stessa.
Il ricorso contro il
divieto di costituire la holding coop era stato presentato nel 2015 da
alcuni piccoli soci di Bpm come Marco Vitale e Pietro Lunardi che ha
«salvato» i procedimenti in quanto è anche azionista della PopSondrio
e dunque direttamente interessato a ricorrere,
e promosso dagli
avvocati Carlo Comandè (Studio Legale CDRA Comandè Di Nola Restuccia
Avvocati ), Maurizio Allegro Pontani e dal professor Mario Zanchetti
contro la circolare n. 285/2013 della Banca d’Italia che aveva
stabilito che “non saranno ritenute in linea con la riforma operazioni
da cui risulti la detenzione, da parte della società holding
riveniente dalla ex “popolare”, di una partecipazione totalitaria o
maggioritaria nella spa bancaria o, comunque, tale da rendere
possibile l’esercizio del controllo nella forma dell’influenza
dominante”. Secondo i giudici amministrativi, la “limitazione risulta
priva di base legislativa e appare, oltre che non necessaria per
realizzare le finalità della riforma, foriera di un’irragionevole
disparità di trattamento tra i soci delle ex popolari (privati della
possibilità di esercitare il controllo) e ogni altro soggetto che
partecipi al capitale azionario (cui, invece, tale possibilità resta
riconosciuta)“.
Nello stesso periodo anche la Regione Lombardia aveva presentato un
ricorso autonomo alla Corte Costituzionale sostenendo un’ asserita
violazione delle competenze della Regione, che è stato discusso dalla
Consulta all’udienza del 19 ottobre scorso, ma che non è ancora andata
in decisione. Ora quindi i procedimenti in Corte Costituzionale sulla
legge delle Popolari diventano due.
In particolare, secondo l’ordinanza pubblicata oggi, viene sospesa
l’efficacia della parte del regolamento che consente alle banche di
limitare o di escludere il rimborso con fondi propri ai soci che hanno
esercitato il diritto di recesso. Un secondo aspetto bocciato riguarda
la parte relativa al divieto di costituzione di una holding
controllata da soci in forma cooperativa che detenga la maggioranza in
banche Spa. Dopo lo stop cautelare i titoli delle banche popolari
sono scivolati in Borsa. Ubi ha chiuso a -4,77%, Creval a -2,78% Bpm a
-0,35%,Banco Popolare a -0,60%.
La sospensiva, di cui al
momento non sono chiari gli effetti, è stata decisa in attesa della
pronuncia della Corte Costituzionale sulle questione di legittimità
costituzionale. Secondo il Consiglio di Stato “appaiono sussistenti la
legittimazione e l’interesse al ricorso rispetto ai soci
(rispettivamente della Banca Popolare, della Banca Popolare di
Sondrio, della Banca Popolare di Milano e dell’Ubi- Unione Banche
Italiane ), in quanto i provvedimenti impugnati… incidono direttamente
su prerogative relative allo status di socio della banca popolare,
così presentando profili di immediata lesività“, si legge
nell’ordinanza.
Nelle more della decisione dalle Consulta, il Consiglio di Stato ieri
ha quindi rinviato “per l’ulteriore trattazione della presente fase
cautelare incidentale ad una camera di consiglio da fissarsi all’esito
della pronuncia della Corte costituzionale sulle questioni di
legittimità costituzionale sollevate con separata ordinanza”. Al
momento dunque l’aspetto principale della riforma, ovvero quello che
obbliga le principali banche a traformarsi in Spa non viene toccato
ma, secondo quanto sottolinea uno degli avvocati che ha seguito i
ricorsi, “l’ordinanza tocca alcuni profili rilevanti della legge le
cui implicazioni a livello generale non sono ancora chiare”.
La gran parte delle banche popolari sottoposte alla riforma ha già
approvato la trasformazione in Spa che,secondo la legge, deve avvenire
entro fine anno. Soltanto la Banca Popolare di Bari e la quotataBanca
Popolare di Sondrio sono fuori dalla lista ed hanno convocato le
rispettive assemblee l’11 e il 17 dicembre. Non è ancora chiaro quindi
se la decisione del Consiglio di Stato influirà sulle decisioni delle
banche in merito ai rimborso ai soci che esercitano il recesso.
Solamente Ubi, la prima banca a trasformarsi in Spa, ha già completato
tutto il processo stabilendo di rimborsare parzialmente le azioni per
un controvalore di 13,17 milioni di euro contro richieste complessive
per circa 257,7 milioni. Per Banca Popolare e Bpm il controvalore
complessivo delle azioni del recesso ammonta a poco oltre i 200
milioni di euro. Il rimborso sarà a carico della società risultante
dalla fusione (efficace dall’1 gennaio) ma le banche hanno già
avvisato che “potrebbero non esserci i presupposti affinchè Banco BPM
sia in condizione di mettere a disposizione fondi propri”. Anche Bper
si è riservata la decisione sulla limitazione o esclusione del
rimborso, mentre Creval ha già annunciato che non procederà al
rimborso il cui controvalore potenziale sarebbe comunque poco
rilevante.