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Guida per il paziente
UNITÀ OPERATIVA
MEDICINA NUCLEARE
Eccellenza Globale Certificata
Joint Commission International
Unità operativa Medicina Nucleare
Direttore Dr G. Savelli
PROVOCA DOLORE?
È PERICOLOSA?
Recarsi presso un centro di medicina nucleare per sottoporsi ad una indagine
diagnostica, non deve generare preoccupazioni riguardo alla pericolosità od al
possibile dolore provocato per effettuare gli esami.
In molti casi, il disagio maggiore è l’attesa dovuta dai tempi tecnici necessari
per l’esecuzione di alcuni esami.
Le tecniche di imaging radionuclidico hanno il pregio di essere poco o per nulla
invasive; il paziente per la stragrande maggioranza delle indagini subisce, al più,
una semplice iniezione endovenosa.
La principale preoccupazione dei pazienti che devono sottoporsi ad un esame
medico-nucleare, peraltro, è legata proprio alla presenza della parola “nucleare”
tipica di questa specialità, evocativa di eventi drammatici.
A questo riguardo, non si deve dimenticare che la radioattività è una normale
componente dell’ambiente naturale.
Le radiazioni da sorgenti naturali sono ancora adesso la principale fonte di dose
alla popolazione italiana (circa il 73%) e dipendono in gran parte da fattori
assolutamente ignoti ai più e non considerati (la radioattività di fondo di Napoli
è tre volte quella di Milano, quella di Roma, il doppio).
Inoltre, un significativo aumento della dose di radiazioni è legato ad alcune
pratiche (ad esempio viaggiare in aereo aumenta tale esposizione di molte volte)
condotte senza tenere conto di questo tipo di rischio.
Con ciò non si vuole affermare che l’impiego medico delle radiazioni non
comporti un aumento del rischio, ma che questo rischio è ampiamente
compensato dai benefici clinici di tale esposizione.
Attenendosi a quanto affermato, viste le basse dosi generalmente utilizzate per
le indagini medico-nucleari, il rischio più temuto, quello cioè di indurre una
neoplasia, è sicuramente estremamente basso o quasi nullo.
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MEDICINA NUCLEARE:
COS’È?
La medicina nucleare è quella specialità che si avvale dell’uso di radiofarmaci,
cioè farmaci resi debolmente radioattivi, a scopo diagnostico, terapeutico e di
ricerca biomedica.
I radiofarmaci sono composti da una parte
radioattiva, l’isotopo, e da una non radioattiva, il
farmaco, rappresentato da molecole che riconoscono
in maniera specifica determinati bersagli presenti
sulle cellule dei tessuti sani e/o di quelli malati. La
parte radioattiva emette deboli radiazioni che sono
rilevabili da particolari apparecchiature e permette
la visualizzazione della biodistribuzione del
radiofarmaco all’interno del corpo. Semplificando,
il farmaco “guida” il composto verso l’organo o la
patologia da studiare e l’isotopo lo rende visibile
dall’esterno. I radiofarmaci vengono, in genere,
introdotti nell’organismo tramite somministrazione
endovenosa. Pertanto, a differenza della maggior
parte delle metodiche radiologiche, nelle quali
apparecchiature esterne al paziente emettono
radiazioni che attraversano il suo corpo, nelle
metodiche di medicina nucleare le radiazioni
impiegate provengono dall’interno del paziente
e vengono rilevate da apposite apparecchiature
poste in stretta prossimità ad esso. Ovviamente,
le quantità di radiofarmaco somministrate sono
piccolissime ed espongono il paziente a una
radioattività minima. Le reazioni avverse e quelle
allergiche sono praticamente ignote.
In pratica, il radiofarmaco scelto per l’esame viene
somministrato mediante iniezione endovenosa e
successivamente il paziente viene invitato a sostare
in una stanza apposita, per un lasso di tempo
variabile da pochi minuti ad alcune ore, prima
dell’esecuzione dell’esame. Una volta effettuato
l’esame, il paziente viene congedato con alcune
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La gammacamera e la consolle
della SPET/CT
semplici raccomandazioni sul comportamento
da tenere nelle ore successive. In base al tipo di
apparecchiatura utilizzata, le procedure di medicina
nucleare possono essere chiamate scintigrafia
oppure tomografia ad emissione di positroni
(PET, dall’acronimo inglese Positron Emission
Tomography). Il principio alla base di entrambe le
metodiche è, per sommi capi, simile. Il radiofarmaco
scelto viene iniettato e si distribuisce secondo le
sue specificità e trascorso un certo lasso di tempo,
il paziente viene condotto all’apparecchiatura di
rilevazione. Nel caso della scintigrafia le radiazioni
rilevate evidenziano distribuzioni su di un piano,
mentre quelle PET sono tridimensionali.
La PET è attualmente la metodica di imaging
molecolare più potente. Oggi i tomografi PET
sono associati sempre ad una TC. In questo modo
è possibile associare le informazioni funzionali
e molecolari della PET a quelle anatomiche e
strutturali della TC.
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Il tomografo PET/CT e la sua consolle
MEDICINA NUCLEARE:
A COSA SERVE?
La peculiarità principale della medicina nucleare è data dalla possibilità di rendere
debolmente radioattive sostanze utilizzate dal corpo umano sia per processi
metabolici normali che patologici e di conoscere la loro localizzazione una
volta somministrate al paziente. L’applicazione principale della PET è in ambito
oncologico e sfrutta l’aumentato consumo di glucosio che caratterizza la maggior
parte delle cellule neoplastiche. Il radiofarmaco impiegato per tali studi (il
18F-Fluorodesossiglucosio) è una molecola molto simile al glucosio normalmente
presente in natura ed ampiamente utilizzato per produrre energia. Le immagini di
una PET con 18F-FDG permettono di vedere tutte le strutture che consumano più
glucosio del normale e dunque sono sospette in senso neoplastico.
18F-FDG PET/CT
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Oltre a questo radiofarmaco, la ricerca ne ha
proposti altri in grado di studiare ulteriori processi
metabolici, quali
la sintesi delle membrane
cellulari e degli aminoacidi (aumentati nei casi
di rapida proliferazione cellulare, come nei
tumori) e la sovraespressione di recettori specifici
(presenti in alcuni tumori). Oltre alle applicazioni
oncologiche, un settore in grande crescita
scientifica e clinica è quello delle applicazioni
neurologiche. In tale ambito, presso il nostro
centro è possibile effettuare esami per lo studio
della Malattia di Alzheimer e delle sue varianti
cliniche e della Malattia di Parkinson.
Oltre agli impieghi diagnostici, la medicina
nucleare è caratterizzata anche da un importante
versante terapeutico. Presso il nostro centro,
tale campo d’applicazione trova il suo utilizzo
principale nelle patologie benigne, nella terapia
degli ipertiroidismi, e nella terapia delle
patologie maligne metastatiche allo scheletro
(principalmente tumore della prostata e della
mammella).
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La sala d’attesa per i pazienti iniettati
IL PERCORSO
DEL PAZIENTE
1. Prenotazione. Può essere effettuata per
telefono 030 351 8100
via fax 030 351 8303
via mail: [email protected].
2. Accoglienza. L’accettazione di Medicina
Nucleare è la sede della prima accoglienza
dove vengono fornite le spiegazioni
indispensabili sia in forma scritta che orale.
3. Visita specialistica di Medicina Nucleare.
Il medico valuta l’indicazione all’indagine
o al trattamento, fornisce informazioni sugli
obiettivi ed effetti collaterali, raccoglie il
consenso informato del paziente.
4. Somministrazione del radiofarmaco.
5. Esecuzione dell’indagine. Gli esami devono
essere eseguiti dopo un certo tempo, variabile
a seconda dell’esame, dalla somministrazione.
Indicazioni precise vengono fornite all’atto della prenotazione.
6. Conclusione dell’indagine. Al termine
dell’indagine il paziente viene invitato
a vuotare la vescica per ridurre la radioattività presente e quindi ad uscire seguendo il
percorso indicato.
7. Consegna del referto. L’elaborazione delle indagini richiede tempi diversi a seconda
della tipologia e quindi i tempi di consegna
del referto possono variare; in caso di
urgenze è opportuno che vengano segnalate
in fase di accettazione.
8. Sicurezza. Per motivi protezionistici si
raccomanda al paziente di seguire i percorsi
indicati.
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IL REPARTO
L’Unità Operativa di Medicina Nucleare è stata
realizzata nel 2011 seguendo le più recenti
indicazioni tecniche e normative e si sviluppa
su una superficie di oltre 1400 mq, nell’ala est
dell’Istituto Ospedaliero. Le tinte scelte e gli arredi
mirano a ridurre il disagio complessivo collegato
alle procedure diagnostiche e terapeutiche. Gli
spazi sono ampi ed organizzati in modo da favorire
la possibilità di comunicazione fra i pazienti ed gli
operatori. L’insieme organizzativo è realizzato in
maniera tale da venire incontro il più possibile alle
esigenze individuali.
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I RADIOFARMACI
CHE UTILIZZIAMO
Scintigrafie
Presso la nostra struttura sono disponibili tutti i
radiofarmaci impiegabili per la medicina nucleare
tradizionale.
PET
• 18F-Fluorodesossiglucosio (18F-FDG): oncologia,
neurologia, febbri di origine sconosciuta
• 18F-Fluorocolina (18F-FCH): neoplasie
prostatiche, neoplasie epatiche
• 18F-Fluroetiltirosina (18F-FET): neoplasie cerebrali
• 18F-Fluorodopa (neoplasie neuroendocrine;
Malattia di Parkinson)
• 18F-Florbetapir (Malattia di Alzheimer)
LE NOSTRE
APPARECCHIATURE
La dotazione di apparecchiature è stata scelta
con particolare attenzione alla riduzione di dose
al paziente e riduzione del tempo di indagine; è
costituita da:
• Tomografo PET/CT a 4 anelli ad alta risoluzione e
alta efficienza
• Tomografo SPECT/CT - due teste
• Tomografo SPECT - due teste
• Captatore
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LE PRESTAZIONI
ESEGUITE
Tra le prestazioni previste dal tariffario eseguibili presso la nostra struttura
ricordiamo in particolare:
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PET/CT (18F-FDG; 18F-FCH; 18F-FDOPA)
PET/CT cerebrale (18F-FDG; 18F-FDOPA; 18F-FET)
Angiocardioscintigrafia all’equilibrio
Scintigrafia delle ghiandole salivari
Scintigrafia delle paratiroidi
Scintigrafia gastrointestinale: ricerca di mucosa gastrica ectopica
Scintigrafia gastrointestinale: studio del transito esofago-gastro-duodenale
Scintigrafia globale corporea recettoriale con 111In-pentetreotide
Scintigrafia linfatica
Scintigrafia medullo-surrenale
Scintigrafia ossea e articolare polifasica
Scintigrafia per localizzare focolai di infezione
Scintigrafia polmonare perfusoria
Scintigrafia renale
Scintigrafia renale sequenziale
Studio del reflusso vescico-ureterale
Scintigrafia tiroidea
Scintigrafia total body con 131I o 123I: ricerca di metastasi di tumori tiroidei
Tomoscintigrafia cerebrale di perfusione (SPET)
Tomoscintigrafia cerebrale con traccianti recettoriali (123I-Ioflupane)
Tomoscintigrafia miocardica (SPET) con MIBG
Tomoscintigrafia miocardica di perfusione (SPET) a riposo e dopo stimolo
Terapia dell’ipertiroidismo con 131I
Terapia delle metastasi ossee con 153Sm-EDTMP e/o 89SrCloruro
Riferimenti e numeri utili
Segreteria Medicina Nucleare
030 3518104
[email protected]
Centralino 030 35151
poliambulanza.it