Contratti Pa, Anief: Rinnovo statali, aumenti graduali dal 2017 di 60

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Contratti Pa, Anief: Rinnovo statali, aumenti
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(AGENPARL) – Roma, 01 dic 2016 – Anief-Cisal non comprende dove sta la copertura
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Ugo Giano
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anief, Scuola
finanziaria dell’operazione: rispetto ai 5 miliardi promessi dalla Funzione Pubblica per gli
85 euro di aumento, c’è da subito un disavanzo enorme perché nella Legge di Stabilità
sono meno di 2 i miliardi presenti. E, in base a quanto detto dalla parte pubblica, solo la
metà, quindi 850 milioni di euro, sarebbero da subito destinati ai rinnovi contrattuali.
Inoltre, se il Governo destina appena 850 milioni di euro per 2017 e questi vanno
suddivisi tra 3,3 milioni di dipendenti, si ottengono appena 258 euro lordi annui. Che
corrispondono a 20 euro lordi, ovvero 14 euro netti mensili. Ora, sempre l’esecutivo
dice che ci sarebbero a diposizione anche altri 5 miliardi per l’intero triennio. Ma se ai 33
milioni di dipendenti pubblici dovrebbero essere destinati 85 euro lordi per 13 mensilità,
da assegnare per i prossimi tre anni, servirebbero quasi 11 miliardi. Quindi, ancora una
volta, l’impegno non può essere onorato. E non finisce qui: perché i dipendenti statali,
avrebbero dovuto avere 150 euro in più mensili netti, dal settembre 2015, con aumenti
di ulteriori 150 euro. Con lo Stato che così continua a risparmiare 5 miliardi l’anno.
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Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’intesa raggiunta tradisce la volontà dei lavoratori.
Perché ammesso che ci fosse la copertura finanziaria, a regime significa che in busta
paga risulterebbero 60 euro netti. E si tratterebbe sempre di una miseria, perchè
prendendo uno stipendio di 1.500 euro, il dipendente pubblico avrebbe dovuto avere lo
stesso 20 per cento in più nel settennio concesso ai colleghi
metalmeccanici:depotenziando ancora una volta le buste paga dei lavoratori pubblici e
rimandando nel tempo anche gli aumenti minimali su cui si è trovato l’accordo, lo Stato
avrà fatto strike.Continueremo la strada dei ricorsi.
“L’intesa raggiunta dai sindacati maggioritari con il Governo tradisce la volontà dei
lavoratori”: lo sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario
confederale Cisal, commentando l’accordo per il rinnovo dei contratti dei dipendenti
pubblici, atteso da sette anni, imperniato su aumenti medi in busta paga di 85 euro lordi
medi mensili destinati a circa 3,3 milioni di dipendenti pubblici. “Se l’intesa non fosse
stata presa – ha continuato Pacifico – i tribunali avrebbero potuto attribuire dal
settembre 2015, fino alla firma del contratto, 150 euro mensili netti di aumento. Perché
a tanto corrisponde l’adeguamento degli stipendi per coprire almeno la metà
dell’aumento del costo della vita accusato negli anni di blocco contrattuale”.
Il sindacato autonomo continua anche a chiedersi dove sta la copertura finanziaria
dell’operazione: rispetto ai 5 miliardi promessi dalla Funzione Pubblica, c’è da subito un
disavanzo enorme perché nella Legge di Stabilità sono meno di 2 i miliardi presenti. E, in
base a quanto detto dalla parte pubblica, solo la metà, quindi 850 milioni di euro,
sarebbero da subito destinati ai rinnovi contrattuali.
I conti sono presto fatti: se il Governo destina appena 850 milioni di euro per 2017 e
questi vanno suddivisi tra 3,3 milioni di dipendenti, si ottengono appena 258 euro lordi
annui. Che corrispondono a 20 euro lordi, ovvero 14 euro netti mensili. Ora, sempre
l’esecutivo dice che ci sarebbero a disposizione anche altri 5 miliardi per l’intero
triennio. Ma se ai 33 milioni di dipendenti pubblici dovrebbero essere destinati 85 euro
lordi per 13 mensilità, da assegnare per i prossimi tre anni, servirebbero quasi 11
miliardi. E quindi, ancora una volta, l’impegno non può essere onorato.
Sempre secondo il sindacalista Anief-Cisal, “ammesso anche che ci fosse la copertura
finanziaria per gli 85 euro lordi, a regime significa che risulterebbero 60 euro netti. E si
tratterebbe sempre di una miseria, perchè prendendo ad esempio uno stipendio medio
di 1.500 euro, il dipendente pubblico avrebbe dovuto avere lo stesso 20 per cento in più
nel settennio concesso ai colleghi metalmeccanici, che lo scorso fine settimana hanno
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sottoscritto il nuovo accordo a queste condizioni”.
I dipendenti statali, in pratica, avrebbero dovuto avere 150 euro in più mensili netti, dal
settembre 2015, con aumenti di ulteriori 150 euro. Per un totale complessivo di 75
miliardi di finanziamento, al netto dei 92 euro lordi che da subito hanno i metalmeccanici
in più. Questo vuol dire che il blocco dei salari nella Pubblica amministrazione, sempre al
netto dell’accordo siglato e di tutte le riserve del caso, produrrà un risparmio allo Stato
di 70 miliardi: in pratica, 5 miliardi all’anno per un decennio a partire dal 2010.
“Quindi – dice Pacifico – di cosa stiamo parlando? E perché trapela così tanta euforia dai
sindacati confederali? Lo hanno capito o no che si è chiuso un accordo su incrementi
stipendiali che nel 2017 rappresentano meno di un decimo di quelli che servivano,
ovvero 11 miliardi per assicurare i 150 euro netti indicati come cifra iniziale? In questo
modo, invece, depotenziando ancora una volta le buste paga dei lavoratori pubblici e
rimandando nel tempo anche gli aumenti minimali su cui si è trovato l’accordo, lo Stato
avrà fatto strike: perché in dieci anni, avrà risparmiato 70 miliardi sui salari dei
dipendenti pubblici”.
Rimane, inoltre, un mistero il silenzio che caratterizza l’assegnazione delle 17 mensilità
successive alla sentenza della Consulta dell’estate 2015, in base alla quale dal mese di
settembre dello scorso anno si sarebbero dovuti calcolare i rimborsi ai lavoratori da
applicare proprio in occasione del rinnovo contrattuale: per assolvere alle indicazioni dei
giudici della Corte Costituzionale, servono quindi altri 5 miliardi. Che vanno aggiunti
agli 11, di qui oltre il 90 per cento non stanziati. Anief, pertanto, ricorrerà in tribunale
per fare assegnare da settembre 2015 fino al 2016 almeno la quota d’indennità di
vacanza contrattuale allineata mensilmente al 50 per cento dell’aumento dell’inflazione.
In media, si tratta di incrementi che superano i 2.500 euro netti a dipendente pubblico.
Ed è ancora possibile aderire al ricorso per il recupero dell’indennità di vacanza
contrattuale: chi vuole procedere con la propria adesione o anche solo avere maggiori
informazioni può collegarsi al portale apposito creato dal sindacato.
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