Nozze gay valide, il prefetto non poteva annullarle Il Messaggero

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02/12/2016
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Nozze gay valide, il prefetto non poteva annullarle
LA DECISIONE ROMA Le coppie omosessuali
che sono riuscite a sposarsi, magari dopo anni
di attesa, possono tirare un sospiro di sollievo:
le loro nozze sono pienamente valide. Il
Consiglio di Stato ha, infatti, ritenuto
«illegittimi, per incompetenza, i decreti dei
Prefetti che nel 2014» avevano «annullato gli
atti con cui i sindaci di Milano e di Udine
avevano trascritto nei registri dello stato civile
tredici matrimoni contratti all' estero da
persone dello stesso sesso».
La Terza sezione, con due sentenze
pubblicate ieri mattina, ha ritenuto fondati i
ricorsi proposti dagli interessati e dal comune
di Milano.
Secondo il Consiglio di Stato «solo il consiglio
dei Ministri, e non anche il prefetto, può
esaminare la legittimità degli atti emessi dai
sindaci quali ufficiali di stato civile e disporne l'
annullamento, se essi risultano illegittimi». La
Terza sezione, «per ragioni di carattere
processuale, non si è invece occupata della
questione sostanziale» se i «sindaci possano o
meno disporre la trascrizione nei registri dello
stato civile dei matrimoni contratti all' estero da
persone dello stesso sesso».
LE REAZIONI Soddisfatto del parere di
palazzo Spada il primo cittadino di Udine.
«Questa decisione mi rallegra perché dimostra
­ ha spiegato Furio Honsell ­ che l' azione che noi sindaci avevamo fatto nella piena funzione che
abbiamo, che è quella di rappresentare e cercare di dare risposte a tutti i cittadini, anche a quelli
marginali, era oggettivamente nell' interesse dei nostri cittadini».
Nel 2014, quando quelle trascrizioni furono fatte ­ ricorda Honsell ­ l' attuale legge sulle unioni civili «non
c' era ancora. È una legge che segna un passo avanti importante sulla strada dei diritti umani», e la
decisione del Consiglio di Stato «ci conforta nelle scelte e va nella direzione della civiltà». «Come
volevasi dimostrare: il ministero dell' Interno, e i prefetti che hanno eseguito l' ordine scellerato di
cancellare le trascrizioni dei matrimoni fra persone dello stesso sesso celebrati all' estero, hanno agito
nell' illegittimità» constata soddisfatto il senatore Sergio Lo Giudice (Pd), sposato nel 2011 a Oslo con
Michele in un matrimonio trascritto nel settembre 2014 a Bologna dal sindaco Virginio Merola e
cancellato dal prefetto su disposizione del ministro. «Il Consiglio di Stato ­ conclude la senatrice Maria
Mussini, ex M5s e oggi vice presidente del Gruppo Misto ­ ha ristabilito il corretto equilibrio del quadro
normativo».
Era il 2014 quando alcune città ­ in attesa che una legge definisse la questione ­ decisero di agire
autonomamente. Il sindaco Giuliano Pisapia firmò in un colpo solo dodici trascrizioni: tutte coppie in cui
almeno uno degli sposi o delle spose aveva la residenza a Milano, ma che avevano deciso di sposarsi
in Paesi stranieri dove le nozze gay erano già consentite.
Una sfida, quella di Pisapia e degli altri sindaci, al ministro Alfano, che reagì imponendo ai prefetti la
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cancellazione d' imperio.
Praticamente identico il caso di Udine. Il sindaco Honsell registrò il matrimonio contratto all' estero da
Adele Palmeri, cittadina udinese, e Ingrid Owens, entrambe residenti in Belgio. Di riflesso, il prefetto
Provvidenza Delfina Raimondo recepì alla lettera la direttiva del ministero dell' Interno, e annullò il tutto.
Ora la decisione del Consiglio di Stato: le unioni registrate prima della legge nazionale sono da
considerarsi valide.
S. G.
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