Programmare giocando - Istituto Comprensivo Statale "Rachel Behar"

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Transcript Programmare giocando - Istituto Comprensivo Statale "Rachel Behar"

Informatica a scuola, programmare giocando
I bambini della società contemporanea crescono nel mondo
della tecnologia e della multimedialità.
Gran parte di essi riesce a utilizzare con disinvoltura, come
se avessero una predisposizione innata, computer,
videogiochi, smartphone e tablet. Usano Facebook per
condividere le proprie emozioni e pensieri, WhatsApp per
restare in contatto con i propri amici, Instagram per
immortalare i momenti più belli. Sono ragazzi che vivono il
proprio tempo caratterizzato da social media e da una
tecnologia in continua evoluzione, appartengono quindi alla
generazione dei nativi digitali.
Una ricerca dell’Università Bicocca ha però smontato questo mito e attribuisce un significato
diverso alla competenza informatica giovanile: i ragazzi si servono della tecnologia, attraverso
oggetti studiati per essere semplici e intuitivi, ma li utilizzano con scarsa consapevolezza, e grande
superficialità, con il rischio di essere utenti passivi di strumenti e software.
Ad esempio, cosa c’è dietro a un videogioco? Come funziona
un programma? I nativi digitali, pur essendo esperti nel loro
utilizzo, non sono in grado di rispondere a questi quesiti. Ecco
perché da un po‘ di tempo si sta sentendo parlare anche nelle
scuole italiane di coding, ossia della possibilità di realizzare
dei percorsi informatici in modo semplice e creativo.
Sensibili alla problematica, la scuola dell’infanzia
“G.Garzoli”, e le scuole primarie “G. Rodari” di Trecate e
“F.Rognoni” di Sozzago, tutte appartenenti all’istituto
Comprensivo “Rachel Behar”, hanno avviato un
progetto per avvicinare i bambini allo studio dei
linguaggi di programmazione e algoritmi, riportando in
primo piano la logica che sta dietro al mondo
tecnologico che ci circonda e che sarà l’ambiente di
lavoro universale delle prossime generazioni.
Con questo progetto le nostre scuole aderiscono
all’iniziativa The Hour of Code nata negli Stati Uniti nel
2013 per far sì che ogni studente, in ogni scuola del mondo, svolga almeno un'ora di
programmazione informatica. Gli strumenti che insegnanti e alunni utilizzano sono strumenti
divertenti, come per esempio gli esercizi del sito code.org. La scelta di un approccio ludico è
strategica perché consente di attirare l’attenzione dei più piccoli, i quali, credendo solo di giocare,
imparano come risolvere un problema più o meno complesso, scrivendo una serie di istruzioni che
la macchina interpreta ed esegue. Così facendo sviluppano il pensiero computazionale,
estremamente utile per lo sviluppo di capacità di problem solving. Molti educatori lo considerano
addirittura un’abilità di base come leggere, scrivere e contare.
Grazie a questo progetto i nostri ragazzi non imparano solo a programmare, ma programmano per
aumentare le competenze chiave necessarie per la realizzazione e lo sviluppo personali, per far parte
della cittadinanza attiva e per prepararsi alla loro futura occupazione.