Istituzioni di Sociologia della comunicazione 2001/2002

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Transcript Istituzioni di Sociologia della comunicazione 2001/2002

L’uomo medio
L’era dell’entusiasmo
La metà dell’Ottocento è un periodo cruciale per lo
sviluppo del mondo dei numeri. L’interesse per la
conoscenza della nuova società, magmatica, mutevole e
in larga misura ignota, spinge i governi a promuovere il
conteggio e la raccolta di dati numerici sui cittadini, i
congressi e la creazione di società nazionali di statistica.
Adolphe Quételet (1796-1874)
L’alfiere di questo movimento è l’astronomo e matematico
belga Lambert Adolphe Jacques Quételet, seguace di Laplace e
Fourier, soprannominato la «centrale elettrica del movimento
statistico», il «più grande venditore di regolarità del XIX
secolo», che oscura gli altri statistici con la ricchezza d’idee,
l’immaginazione fervida e lo stile brillante. Meno influente di
Darwin, Marx o Freud, può tuttavia essere incluso fra i
«notabili» dell’Ottocento.
La norma
All’indomani dell’indipendenza del Belgio, Quételet inizia a
lavorare per il nuovo governo: raccoglie e analizza ogni genere
di serie statistica, arrivando così a una scoperta fondamentale.
Si accorge che dati «umani» come la misura del torace dei
soldati scozzesi e la statura dei militari di leva francesi si
distribuiscono intorno alla media secondo la «curva normale»,
o curva di Gauss, in uso nelle scienze «osservative» per
ottenere quella corretta tra un gran numero di misure della
stessa grandezza.
La norma
Quételet scopre così che i caratteri fisici dell’uomo (statura,
dimensioni della testa, peso del cervello) seguono la
distribuzione della frequenza normale all’interno di un tipo
“razziale” o “nazionale”. Come accade per gli animali, i vegetali
e i minerali: la grandezza e il peso dei pompelmi, la lunghezza
delle spighe di grano, ecc.
La norma
Per Quételet l’obbedienza delle caratteristiche umane alla
stessa curva di distribuzione degli errori di misurazione ha una
grande importanza. Egli infatti ne deduce che tutti gli esseri
umani, come il pancarré, sono fatti con una stessa forma e
differiscono fra loro solo a causa di variazioni accidentali.
Mécanique sociale
«Je crois avoir réalisé en partie ce que j’ai dit depuis
longtemps sur la possibilité de faire une mécanique sociale
comme l’on a une mécanique céleste; de formuler les
mouvements du corps sociale comme on a formulé les
mouvements des corps célestes et d’en reconnaître toutes les
propriétés et les lois conservatrices».
lettera a Van de Weyer, 1834
Fisica sociale
1835
Il resoconto dettagliato delle sue ricerche si intitola Sur
l’homme et le development de ses facultés. Essai d’une
physique sociale e propone una nuova scienza dedicata allo
studio “quantitativo” dei fenomeni sociali mediante
l’inventario delle caratteristiche umane “normali”, definita
fisica sociale.
Fisica sociale
Obiettivo esplicito è la matematizzazione (o “fisicizzazione”,
che per molti coincide con l’evoluzione in senso scientifico)
dello studio dell’uomo e della società, seguendo l’intuizione di
poter applicare in altri contesti la legge della distribuzione
gaussiana e confrontare i tratti individuali con quelli di un tipo
“medio” o rappresentativo.
La norma morale
La governante, di Vitaliano Brancati
La proposta di analisi sistematica non si arresta però al livello
puramente antropometrico, ai meccanismi che regolano il
comportamento fisico. L’entusiasmo e la fede nella statistica
spingono Quételet a puntare sui fenomeni “morali” (che oggi si
direbbero psicologici), nella convinzione che anch’essi sono
soggetti alle leggi della probabilità.
Édouard Manet, Il suicidio, 1877–1881
Nonostante l’apparente casualità dei comportamenti
individuali (suicidi, matrimoni, delitti, ecc.), connessi al libero
arbitrio, Quételet sostiene che, stante la loro regolarità
statistica, «anche i fenomeni morali, quando si osserva la
massa, rientrano nell’ordine dei fenomeni fisici». È possibile
quindi applicare la statistica alla sfera sociale sciogliendo la
contraddizione fra l’imprevedibilità del comportamento
individuale e la costanza delle misurazioni statistiche.
«Dobbiamo, prima di tutto perdere di vista l’uomo preso
isolatamente e considerarlo soltanto come una frazione
della specie. Spogliandolo della sua individualità
elimineremo tutto ciò che è accidentale, e le particolarità
individuali che hanno poco o nessuna azione sulla massa
si cancelleranno da sole e permetteranno di scegliere i
risultati generali».
La renitenza dei comportamenti individuali a obbedire
alle leggi del determinismo riduzionista, costringe
insomma a ripiegare su un determinismo «collettivo»,
che sostituisce allo studio dell’individuo quello di una
«massa di individui», in modo da mettere in evidenza
un comportamento «tipico» dell’uomo in società.
Quételet capovolge il ragionamento che sta alla base
della misurazione degli errori: poiché la distribuzione
che si ottiene misurando migliaia di persone è uguale
alla distribuzione fornita dalla legge degli errori, ciò
significa che la grandezza media corrisponde a un
oggetto reale, l’uomo medio, portatore di tutte le
caratteristiche medie, che diventa così il tipo
rappresentativo di tutta la società umana.
Se la distribuzione statistica è solo un mezzo per
ottenere una misura più corretta dell’oggetto, ora
diventa un mezzo per definire l’oggetto migliore. Se
l’oggetto era il dato di fatto e il problema era quello di
ricavare la sua misura migliore, ora è la misura il dato
di fatto e stabilire l’oggetto migliore il problema. Così.
la deviazione dalla media da misurazione peggiore
diventa ora un oggetto peggiore.
Confortato da innumerevoli misurazioni e dall’idea
implicita che i caratteri più importanti dell’umanità siano
governati da un’armonia complessiva che assorbe e
annulla le variazioni individuali, Quételet si concentra sul
concetto di uomo ideale o “medio”, che è un concentrato
delle media di ciascun carattere e il baricentro attorno a
cui ruota la società.
L’uomo medio
«L’uomo che io considero qui è, nella società, l’analogo
del centro di gravità nel corpo; esso è la media attorno
alla quale oscillano gli elementi sociali: sarà, se
vogliamo, un essere fittizio, per il quale tutte le cose si
svolgeranno conformemente alla media dei risultati
ottenuti per la collettività».
Sur l’homme et le développement de ses facultés ou Essai de physique
sociale, Paris 1835
Il passaggio implicito in questo percorso è che poi le
qualità scoperte analizzando il complesso si ritorcono
sull’individuo concreto, poiché è fatale metterlo a
confronto con il tipo di uomo astratto che si crede in
questo modo d’aver trovato.
La misurazione di qualità proprie di complessi di
uomini diventa così la determinazione del tipo ideale o
«normale», innescando l’associazione impropria
secondo cui la misura media di una qualità fisica o
morale rappresenta la qualità normale e ogni
deviazione da essa l’«anormalità».
La sua concezione dell’uomo medio è il valore centrale
per raggruppare le misurazioni dei tratti umani
intorno alla curva normale, un semplice modo di
riassumere alcune caratteristiche di una popolazione,
ma in alcuni lavori successivi lo presenta come un tipo
ideale, come se la natura mirasse all’uomo medio e gli
scarti dalla norma fossero errori.
L’uomo medio
I caratteri principali, egli dichiarerà poi, risultano da
cause generali; per questo la società può esistere e
preservarsi. Inoltre, l’evidenza di un disegno razionale
di impronta deterministica appare altrettanto
chiaramente nei fenomeni sociali che in quelli fisici. Se
i fenomeni analizzati fanno parte di un’ipotetica
natura umana,
Per questo la legge degli errori funziona. La natura
mira all’uomo ideale ma manca il bersaglio,
producendo così deviazioni da entrambi i lati. Del
resto, se non ci fosse un tipo cui gli uomini tendano a
conformarsi, la misura dei loro caratteri non
produrrebbe alcun significato particolare nel
diagramma o in una qualsiasi relazione numerica
definita fra i dati.
L’uomo medio
Coerentemente con questi principi, Quételet mette a
punto un modello di organizzazione dei servizi
statistici e perfeziona i sistemi di censimento,
insistendo sull’ampiezza dei dati, sulla sistematicità
della raccolta e sul valore euristico dell’impresa.
Le statistiche
Il modello di organizzazione che prende forma
propone un collegamento convincente fra conoscenza
e azione, traduce la teoria probabilistica di
ordinamento dei fatti sociali in un nuovo modello di
gestione della cosa pubblica in grado di adeguarsi al
mutamento delle condizioni sociali.
Quételet pensa le medie delle qualità fisiche e mentali non
come concetti astratti, ma come reali proprietà di
particolari popoli o razze che aspettano di essere scoperte,
nella convinzione che le misurazioni di individui
appartenenti a particolari razze o nazionalità - se sicure e
accurate – avrebbero potuto svelare ogni aspetto
intellettuale e fisico della popolazione in esame.
Alphonse Bertillon(1853-1914)
Trionfo delle scienze dell’individuo calcolabile



Antropometria
Scienze criminali
Registrazioni e misurazioni alimentano il sapere utile, il
rendimento dei soggetti e il controllo delle operazioni.
1888
Viene inventata la
macchina a schede
perforate per il
trattamento
automatico dei dati
raccolti
Hermann Hollerith (1860-1929)
L’amministrazione
federale degli Stati Uniti
è la prima a far uso della
macchina di Hollerith.
La Hollerith Tabulating Machines Corp. commercializza
l’apparecchiatura. È il nucleo originario dell’IBM
(International Business Machine)
Numeri e razze
Karl Pearson presenta la
variabile casuale chi quadro.
L’anno seguente, per
iniziativa di Karl Pearson,
W.F.R. Weldon e Charles
Davenport, viene fondata la
rivista britannica Biometrika,
tra i cui finanziatori compare
Francis Galton.
L’uomo astratto
La scienza “pratica”
La prima sociologia positivista non è neppure una
scienza, ma piuttosto una filosofia della storia. Del
resto, le strutture comunicative disponibili, gli
strumenti di persuasione come le forme di spettacolo,
ancora basate su gerarchia, complessità e
competenza, penetrano solo in una parte molto
ristretta della società.
Ma come governare il muro di ottusità delle plebi
riottose, se non adoperando il bastone o la carota
dell’intrattenimento più grossolano? Occorrono
strumenti nuovi per indirizzare gli atteggiamenti,
prevedere le mosse e guadagnare il consenso della
massa dei bruti, elementari e istintivi, tutti uguali
nella loro impenetrabile semplicità.
La scienza “pratica”
Wilhelm Wundt nel suo laboratorio scientifico
Occorre un sapere sistematico, conoscenze
standardizzabili non su ciò che distingue gli individui
ma sui caratteri “collettivi” che li accomunano. Ecco
l’interesse per la psicologia scientifica, che promette
l’analisi dei comportamenti più elementari e istintivi.
Aktion T4
Riferimenti bibliografici
Morris Kline, La matematica
nella cultura occidentale,
Feltrinelli, Milano 1976.