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23 novembre 2016 delle ore 03:04
Il "Vogue Photo Festival" inaugura a Milano. Tour
nelle polaroid di Vanessa Beecroft, tra
tappezzerie e sculture, a Palazzo Reale
Numerosi artisti sono passati per la strada del
medium fotografico, spesso inserito nel
contesto del fashion business, scoprendo lati
inaspettati e interessanti. Questa prima edizione
meneghina vede la fotografia – una delle
essenze del celebre magazine Vogue – farsi
narratrice di storie. Storie diverse, inusuali e dai
protagonisti più svariati; dagli artisti e fotografi
più rinomati a quelli emergenti. Le radici della
scelta della creazione del Photo Festival si
trovano guardando indietro ai 50 di storia della
rivista: Vogue Italia è riuscita a trovare un
equilibrio di alto livello qualitativo tra il mondo
della moda e l’arte della fotografia. Si pensi a
Mario Testino, per esempio. Per questo, si è
deciso di dare spazio a un evento dal respiro
internazionale, che trattasse di questi scatti di
settore. Attenzione: settore e non nicchia.
Perché, a differenza di quella che viene definita
arte tout court, i frutti della creatività del mondo
della moda – volente o nolente – entrano a far
parte della vita di ognuno di noi. Il Photo Vogue
Festival, presieduto dal direttore di Vogue Italia
Franca Sozzani e diretto dal Senior Photo Editor
Alessia Glaviano, si pone l’obiettivo così di
diventare un appuntamento annuale. Per
l’edizione 2016 presenta: "The Female Gaze”
e "Photovogue/inFashion”, due collettive
allestite presso BASE, il creative hub di zona
Tortona, e "Vanessa Beecroft Polaroids
1993.2016”, personale inedita dell’artista a
Palazzo Reale. Questa monografica, a ingresso
libero, aperta da domani al 29 novembre – la
durata del Festival – è promossa e prodotta da
Vogue Italia con il Comune di Milano-Cultura
e Palazzo Reale, con il contributo di
Mediolanum farmaceutici S.p.A. Si potrà
vedere un lato meno conosciuto della Beecroft:
le sue polaroids, digitalizzate e ingrandite, sono
appese sulle sensuali tappezzerie damascate,
nei meno conosciuti e suggestivi Appartamenti
del Principe, vicino ad alcune sue sculture di
volti senza corpo e di corpi senza volto. La
figura della donna è scandagliata con occhio
attento: nuda, vestita, velata, mascherata, simile
e al contempo lontana da noi. L’artista indaga
ancora una volta l’identità femminile in un
modo tutto suo, passando per la ricerca del
desiderio e dell’alienazione, riappropriandosi
del valore dello sguardo ed eliminando il
cosiddetto male gaze, ossia lo sguardo
voyeuristico maschile e mediatico sul corpo
della donna. Chi l’ha detto che la fotografia di
moda è superficiale? (Micol Balaban)
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