IlprogettodelFontanaAudax: diventarelaprimapolisportiva

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LIBERTÀ
Via Giarelli, 4/6 - Piacenza - Tel. 0523/384811
il CAlCio dei giovAni
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Duecento ragazzi compongono il settore giovanile biancoverde. Per la categoria Pulcini la possibilità di intraprendere anche altre discipline
Il progetto del Fontana Audax:
diventare la prima polisportiva
Ghilardelli: «Per ora è un’idea, ma con un po’ di volontà si potrebbe realizzare»
D
uecento bambini, numerosi progetti in cantiere e la ferrea volontà
di crescere ancora. All’apparenza, obiettivi piuttosto scontati quelli prefissati in casa
Fontana Audax per quanto riguarda la gestione del settore
giovanile, ma a sentire il trasporto e l’entusiasmo con il
quale Pierluigi Ghilardelli racconta quali siano programmi e
idee che animano la dirigenza
castellana, non ci sono particolari difficoltà nel dare credito a
quanto illustrato dal nuovo dirigente biancoverde e a credere
che non si tratti di pura “propaganda”.
Ghilardelli però, parte raccontando quello che, tiene lui stesso a sottolinearlo, può essere considerato autentico sogno
nel cassetto: «È un progetto molto complicato
da realizzare, cioè trasformare il Fontana Audax nella prima, vera,
polisportiva del territorio. Si tratterebbe di un
traguardo notevole e mi
rendo conto, molto ambizioso. Credo però che
la strada sia percorribile».
Può spiegare meglio
di cosa si tratta?
«Significherebbe fornire l’opportunità ai
bambini della nostra società, di svolgere tutte le
discipline sportive che le
strutture comunali consentono, fino ad una certa età. Dopodiché, una volta
raggiunti i 10-11 anni, sarebbe
il bambino stesso a scegliere
quale disciplina intraprendere
in via definitiva. Perché, dobbiamo sempre ricordarlo, sono
i ragazzi a scegliere e non devono subire le imposizioni che
arrivano dai genitori. Solo in
questo modo, possono divertirsi realmente e, conseguentemente, evitare gli abbandoni
che oggi sono all’ordine del
giorno».
Ne avete già parlato con le i-
A sinistra, sopra e in alto, due delle tre squadre
Pulcini 2008 del Fontana Audax; a destra, dall’alto,
la terza squadra Pulcini 2008, i Pulcini 2006 e i
Pulcini 2007
stituzioni locali o il cassetto
dei sogni è ancora chiuso ermeticamente?
«Abbiamo incontrato l’assessore allo sport Valentina Stragliati. È stato un incontro molto proficuo e abbiamo trovato
buona apertura. Logicamente,
non possiamo pensare che tutto possa concretizzarsi nell’im-
mediato. Le strutture comunali
forniscono ampie possibilità,
sono convinto della fattibilità
del progetto».
Prima ha parlato di genitori:
come si dice, sono loro il vero
“problema” nell’ambito della
gestione di un vivaio e quindi
per lei che ricopre un ruolo così delicato come quello di re-
sponsabile di settore giovanile?
«Bisogna fare distinzioni,
perché le generalizzazioni non
possono fotografare al meglio
la situazione. È fuor di dubbio
però, come la cura del rapporto
con i genitori da parte della società, rappresenti il nodo cruciale affinché tutto possa fun-
zionare al meglio. Nella stragrande maggioranza dei casi,
non ci sono problemi perché si
ha a che fare con persone intelligenti e che capiscono dove
stia realmente il bene dei loro
figli. Nel corso della mia esperienza però, mi sono imbattuto
anche in famiglie che invece
tendono ad essere eccessiva-
mente invadenti, a non consentire al bambino una crescita
più autonoma e facendo così il
loro male. I casi dei papà o delle mamme che vedono nei loro
piccoli i futuri Messi, esistono
eccome: questi ultimi casi, sono probabilmente quelli più
complicati da gestire».
E al Fontana Audax in che
modo cercare di gestire queste
possibili criticità?
«Innanzitutto con il dialogo.
Faremo riunione con i genitori,
soprattutto della categoria Pulcini. Riuscire a trovare la piena
e reciproca fiducia è il primo
passo da compiere per condividere i nostri progetti e renderli credibili. Oltre a portare a
conoscenza delle regole indispensabili per una convivenza
che sia il più proficua possibile».
E nell’approccio con i ragazzi, come vi state muovendo
per conquistare la fiducia delle
famiglie?
«In primo luogo affidandoci
a tecnici preparatissimi, sia
tecnicamente, ma soprattutto
nell’ambito dei rapporti interpersonali. Quest’ultimo è il tassello fondamentale e, per cercare di renderlo ancor più efficace, allenatori e istruttori
stanno frequentando alcuni
corsi di formazione tenuti da
alcuni psicologi al “Centro per
le famiglie” di Castelsangiovanni. L’aggiornamento è cruciale».
Nessuna affiliazione a squadre professionistiche?
«No. Non voglio giudicare le
realtà che hanno scelto questa
strada che sta andando per la
maggiore, ma noi abbiamo deciso di non aderire a questo genere di iniziative. La crescita
tecnica dei nostri allenatori la
raggiungiamo con la frequentazioni dei corsi Figc, spedendoli ad osservare allenamenti
di realtà più importanti, ma
non crediamo nelle affiliazioni
che rappresentano, a mio parere, puro marketing».
Ghilardelli, prima di chiudere, aggiunge: «Il nostro valore
aggiunto è rappresentato dai
collaboratori sui quali possiamo fare affidamento. Stefano
Rapaccioli per l’attività di base
e Stefano Selicorni per l’area di
specializzazione rappresentano garanzie assolute».
Corrado Todeschi
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