Vittorio Storaro e la luce, sua splendida

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Transcript Vittorio Storaro e la luce, sua splendida

MERCOLEDI 23 NOVEMBRE 2016 • CORRIERE CANADESE
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ARTE STORIA CULTURA
L'INTERVISTA
Vittorio Storaro e la luce, sua splendida ossessione
Mariangiola Castrovilli
TORONTO – Vittorio Storaro non
ha bisogno di presentazioni, tre
volte premio Oscar è uno dei più
rinomati cinematographer, come
lui ama deinirsi, del mondo. L’abbiamo incontrato alla 31ª edizione del Festival Internazionale di
Mardelplata, dove ha tenuto una
lezione magistrale nella gremitissima sala Astor Piazzolla dell’Auditorium. Elegante, simpatico e
con un superbo eloquio, Storaro
ha incantato il pubblico conducendolo nel suo fantastico mondo, quello della luce. Noi l’abbiamo intervistato per il Corriere Canadese.
Storaro, “Scrivere con la luce”, un’opera poetica, qualcosa
di magico e di irreale, un sogno
che però diventa realtà per lettori e spettatori…
«Ho scritto una trilogia, “Scrivere con la luce”, perché credo
ci sia bisogno di una distinzione
molto precisa tra la fotograia e la
cinematograia. La prima è un’espressione singola che può fare una sola persona esprimendosi con
una singola immagine, mentre
l’altra è un’espressione composta
a cui concorrono molte più persone. Per questa ragione il cinema
si chiama la decima musa nutrendosi delle altre nove, letteratura, musica, pittura, architettura...
in questo caso c’è bisogno di uno
stile per raccontare, fotograicamente, una storia con un inizio, uno svolgimento ed una conclusione. Spiegare cioè tutta una storia
ma non con una sola immagine,
Vittorio Storaro
è il frutto delle mie ricerche, dei
miei studi trentennali che mi hanno portato a scrivere questa trilogia, che è stata poi tradotta in inglese e spagnolo. Io però non sono uno scrittore di parole, per cui ho fatto tante fotograie, perché,
in realtà, sono uno scrittore di immagini, e queste fotograie sono le
più vicine alla mia creatività cinematograica. Fotograie che ho fatto due volte, con un personaggio
o una situazione, sovrapponendole e creando così un’altra immagine che poteva dialogare tra le due,
creando così una fotograia cinematograica. Tutto questo è esposto in questi giorni nel Centro
Culturale di Buenos Aires in settanta immagini molto grandi con
la spiegazione scientiica, ilosoica e storica di ciascun ilm. Il mio
viaggio nel cinema raccontato in
questi tre libri».
Lei, Woody Allen e il cinema
digitale.
«Il digitale tocca un momento storico di un grande cambio,
dall’espressione anologica a quella digitale. Un anno fa ho fatto il
primo vero ilm digitale, anche se
avevo già fatto varie sperimentazioni ed anche un piccolo ilm con
Carlos Saura che però non aveva
una distribuzione cinematograica teatrale ma fondamentalmente
televisiva, l’Edipo Re. Poi appunto con Woody Allen, che non aveva mai usato il digitale. È una cosa molto semplice - gli dissi - sia-
L'EVENTO
mo in un momento rivoluzionario, c’è una parola chiamata progresso che noi possiamo rallentare o accelerare, ma non fermare.
Cerchiamo di entrare insieme nel
digitale nel miglior modo possibile. L’essere umano ha sempre avuto bisogno di esprimersi in immagini, l’abbiamo fatto nelle caverne
con i graiti, con i mosaici al tempo bizantino, dipingendo sul legno, su tela, su una emozione fotocinematograica, in panoramica
e in terza dimensione, a colori, e
adesso lo stiamo facendo in digitale».
Storaro, cosa è cambiato in
realtà?
«Il mezzo, la materia, ma non
l’idea. Non credo quindi che ci sia
una vera diferenza tra il cinema
chiamato prima del mistero, del
tempo storico, della creatività, ed
il cinema digitale».
Lei ha lavorato con i più bei
nomi del Gotha cinematograico, irmando i ilm più magici,
come ricorda Warren Beatty?
«Quando lavorammo insieme
Warren era considerato un playboy americano, ma questa deinizione non gli rende giustizia, in
realtà aveva molti crediti. Uno dei
suoi sogni era scrivere una storia
sull’unico americano che visse in
Russia durante la rivoluzione. Mi
propose Dick Tracy, ma lui veniva
da una tradizione del cinema molto classica… Gli proposi invece uno sguardo diverso, basato su immagini del post impressionismo
tedesco che accettò. Così lavorando sull’inluenza della pittura impressionista ottenemmo un risul-
tato completamente diverso da
quello dei ilm del momento, come per esempio il primo Batman,
che era scuro e senza colore. Ecco, da questo punto di vista abbiamo fatto qualcosa di rivoluzionario per il cinema».
La luce è la sua splendida ossessione, e ce l’ha dimostrato lavorando con registi come Bertolucci, Saura, Coppola,
non è vero Storaro?
«Direi che per ognuno di loro e,
soprattutto secondo il tempo, ho
usato diverse forme di illuminazione. C’è stata, nel tempo, una evoluzione tecnica che arriva ino
al led. Credo però che molti giovani registi commettano l’errore
di vedere la luce a seconda della prospettiva dell’analogico o del
digitale, quando in realtà il linguaggio dell’illuminazione è un
linguaggio squisitamente di luce».
Storaro, da sempre lei è un
• di una deinizione
sostenitore
che non è direttore della fotograia ma…
«È vero, in Italia non vogliamo
essere chiamati direttori della fotograia ma autori della fotograia
cinematograica. E sono stato proprio io a battermi per questa deinizione. Negli Stati Uniti i miei
colleghi fecero un errore quando,
contrapponendosi al regista, si
deinirono direttori della fotograia. Nel cinema c’è un solo direttore che coordina tutti ed è il regista. Noi non siamo direttori della
fotograia, siamo creatori. È un po’
come in un’orchestra, ci sono i vari solisti, ma un solo direttore, che
li coordina e li dirige».
“ITALY INSPIRES CANADA”
“Italy Inspires Canada”: Pandolfi
e la battaglia contro il cancro
Francesca Facchi
TORONTO - Dopo le missioni
spaziali con Samantha Cristoforetti e il design di Giorgetto Giugiaro, tema del terzo evento della
serie “Italy Inspires Canada” sarà
The Path Towards Cancer Eradication. Come atteso, avremo un ospite italiano d’eccezione, Pier Paolo Pandoli. Tra i molteplici incarichi, il Dr. Pandoli è professore
di Medicina e Patologia all’Harvard Medical School, capo della
divisione di Genetica al Dipartimento di Medicina e direttore del
Cancer Center & Cancer Research
Institute al Beth Israel Deaconess
Medical Center (Boston). Premiato con diversi riconoscimenti per le sue ricerche, Pandoli si
occupa in particolare di scoprire
i meccanismi molecolari e genetici alla base della patogenesi della leucemia, dei linfomi e dei tumori solidi. Martedì 29 novembre
all’Auditorium dell’Oise dell’Università di Toronto, il luminare italiano dialogherà con il canadese John Dick, Senior Scientist al
Il professor Pier Paolo Pandoli. A destra, John Dick
Princess Margaret Cancer Centre,
professore di Genetica Molecolare all’Università di Toronto e direttore del Cancer Stem Cell Program presso l’Ontario Institute for
Cancer Research. I due oncologi,
presentati dal professor Leonardo Salmena, parleranno al pubblico delle ricerche e delle scoperte più recenti nella battaglia con-
Monday through Friday:
12:00 – 1:00 pm Italian
1:00 – 2:00 pm English
Saturday:
10:00 am – 2:00 pm English
2:00 pm – 3:00 pm Italian
Sunday:
9:00
– 10:00 pm
1:00
– 3:00pm
pm Italian
3:00 – 5:00 pm English
Every
Saturday
Evening:
tro il cancro. L’evento è organizzato dal Consolato Generale d’Italia,
l’Istituto Italiano di Cultura, l’Emilio Goggio Chair in Italian Studies e Issnaf Ontario, con il supporto dell’Ambasciata d’Italia in
Canada. (Oise Auditorium, 29 novembre, 6-8.15 pm. L’evento è gratuito, ma è necessario registrarsi su iictoronto.esteri.it).
Pandolfi and the battle against cancer
TORONTO – After speaking about
space missions with Samantha
Cristoforetti and car design with
Giorgetto Giugiaro, the third event
of the series “Italy Inspires Canada” will be about The Path Towards Cancer Eradication. As expected, Toronto will host an exceptional Italian guest, namely Pier Paolo Pandoli. Among his many
roles, Dr. Pandoli is Professor of
Medicine and Pathology at Harvard Medical School, the Chief of
Division of Genetics at the Department of Medicine, and the Director
of the Cancer Center & Cancer Research Institute at Beth Israel (Boston).
Recipient of numerous prestigious awards for his research, Pandoli
has been elucidating the molecular mechanisms and genetics underlying the pathogenesis of leukemias, lymphomas and solid tumours.
Tuesday, November 29th at the OISE Auditorium at the University of
Toronto, the Italian professor will dialogue with John Dick, Senior Scientist at the Princess Margaret Cancer Centre, Professor of Molecular Genetics at the University of Toronto, and Director of the Cancer
Stem Cell Program at the Ontario Institute for Cancer Research. The
two oncologists, presented by professor Leonardo Salmena, will speak
to the public about the latest research and discoveries on the battle
against cancer. The event is organized by the Consulate General of
Italy, the Istituto Italiano di Cultura, the Emilio Goggio Chair in Italian
Studies, University of Toronto, and ISSNAF Ontario with the support
of the Italian Embassy in Canada. (OISE Auditorium, 29 November, 68.15 pm. Free admission; register at iictoronto.esteri.it).
Francesca Facchi
Società Unita
(The United Society)
1775 Islington Ave.
Etobicoke, Ont. M9P 3N2
Tel/Fax: 416-243-7319
Fr. Claudio Piccinini, C.P.
[email protected]