Etichetta energetica e ricambio tecnologico: qui si

Download Report

Transcript Etichetta energetica e ricambio tecnologico: qui si

Etichetta energetica e ricambio tecnologico: qui si gioca il f
Etichetta energetica e ricambio tecnologico: qui si gioca
il futuro del riscaldamento a biomasse
Tra le richieste di AIEL al Governo, emerse in un incontro al Senato, l’introduzione di uno standard
nazionale su emissioni e rendimenti degli apparecchi - anticipato dalla certificaione volontaria "Aria
Pulita" - nuove regole per i test di omologazione, riduzione dell’Iva al 10% per il pellet certificato.
Redazione QualEnergia.it
Il riscaldamento a legna e pellet spesso è oggetto di critiche, per via dell’inquinamento atmosferico
causato da stufe, caminetti e caldaie a biomasse legnose.
Il problema, che abbiamo evidenziato in alcuni articoli (ad esempio Riscaldamento a legna e pellet,
l’Italia insegue le tecnologie più efficienti) è la mancanza di uno standard nazionale per valutare
le prestazioni tecniche e ambientali dei diversi apparecchi.
Difatti, la prima richiesta che AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) continua a fare al
Governo è pubblicare il decreto di attuazione dell’art. 290 del D.lgs. 152/2006, il cosiddetto Testo
Unico Ambientale che prevede, per l’appunto, anche la definizione di requisiti specifici per le
prestazioni dei generatori domestici che impiegano il combustibile-legno.
L’associazione, per colmare questo ritardo decennale e indirizzare il mercato verso tecnologie più
efficienti, con minori emissioni di PM10 e rendimenti più elevati, ha introdotto un nuovo schema di
certificazione volontaria, Aria Pulita, destinato proprio a stufe, inserti a legna-pellet e caldaie a
biomassa sotto 35 kW (QualEnergia.it ha spiegato in dettaglio come funziona in questo articolo).
Di filiera “dal bosco al camino” si è discusso a Roma in un incontro promosso dal senatore Gianpiero
Dalla Zuanna, membro della Commissione territorio e ambiente. L’occasione, quindi, per presentare
alla politica le richieste delle aziende del settore, ricordando, come osserva Marino Berton, direttore
generale di AIEL, che il calore prodotto dalle biomasse legnose rappresenta oltre un terzo
dell’energia rinnovabile italiana con 5,8 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio su venti in
totale (dati GSE).
Torniamo allora ai requisiti per le prestazioni di stufe e caldaie: «Con la nostra certificazione prosegue Berton - abbiamo anticipato il decreto di attuazione, che dovrebbe arrivare il prossimo
anno». Un occhio è già rivolto al futuro, perché l’idea è coinvolgere un organismo di certificazione
accreditato e fare così di Aria Pulita un punto di riferimento a livello europeo.
Da sottolineare, precisa Annalisa Paniz di AIEL, «che la certificazione non è un’autodichiarazione
del produttore, ma una classificazione “di parte seconda” degli apparecchi, da due a quattro stelle
secondo le diverse caratteristiche di rendimento ed emissioni, rilasciata da un comitato
indipendente».
La prossima mossa spetta al Governo: c’è da creare una vera etichettatura energetica degli
impianti termici a biomasse, con differenti categorie basate sull’efficienza dei dispositivi e sulle
emissioni delle sostanze inquinanti, tra cui particolato e monossido di carbonio, seguendo i dettami
della direttiva europea Eco-design.
L’etichettatura è fondamentale per favorire il turnover tecnologico verso caldaie e stufe di ultima
generazione, anche se certo non può essere l’unico intervento da mettere in campo. Alcune misure
proposte dall’associazione sono simili a quelle utilizzate per le auto: ad esempio, quando nelle città
si raggiunge un determinato livello di PM10, si potrebbe vietare il funzionamento degli apparecchi
con prestazioni peggiori.
Inoltre, bisognerebbe promuovere in sede europea una revisione delle norme di prodotto, soprattutto
per rendere più precisi e attendibili i test di omologazione. Tra dati dichiarati e condizioni reali di
Pagina 1 di 2
Etichetta energetica e ricambio tecnologico: qui si gioca il f
esercizio, come ben sappiamo in campo automobilistico - il dieselgate insegna - le differenze
possono essere notevoli.
Un punto molto critico è rappresentato dai controlli: come far rispettare eventuali divieti e verificare
le prestazioni effettive degli impianti? Alcune proposte di AIEL toccano questi aspetti, quando si
chiede, in particolare, di velocizzare la diffusione dei libretti d’impianto e relativi catasti
informatici, senza dimenticare la necessità di uniformare i percorsi di qualificazione professionale
per installatori-manutentori sul territorio nazionale, superando la frammentarietà regionale.
Altri due elementi discussi nell’incontro romano sulla filiera legno-energia sono, da una parte,
l’abbassamento dell’Iva al 10% per il pellet certificato, dall’altra una più efficace
comunicazione presso famiglie e imprese degli incentivi previsti dal conto termico.
La strada per ridurre le emissioni di PM10 derivanti dalla combustione residenziale del legno, quindi,
deve passare attraverso un mix di soluzioni tra cui l’etichettatura energetica, il miglioramento delle
prestazioni, più controlli e manutenzioni di personale qualificato, potenziamento degli incentivi per
sostituire gli apparecchi più obsoleti.
Redazione QualEnergia.it
URL di origine (Salvata il 28/11/2016 - 12:04):
http://www.qualenergia.it/articoli/20161124-etichetta-energetica-e-ricambio-tecnologico-qui-si-giocail-futuro-del-riscaldamen
Pagina 2 di 2