INFORMAZIONI - Azienda AUSL Piacenza

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PROGRAMMA
8.30 REGISTRAZIONE PARTECIPANTI
9.15 INTRODUZIONE AL CORSO
GIULIANO LIMONTA
10.15 IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DEL DISTURBO
BIPOLARE CON GLI “STABILIZZATORI DELL’UMORE
NASSIR GHAEMI
12.00 DISCUSSIONE
DISCUSSANT
ANDREA AMERIO, ESTER PASETTI, MARIA PERAZZI
13.00 PAUSA LAVORI
14.00 LE CONTROVERSIE PSICOPATOLOGICHE NELLA DIAGNOSI
DIFFERENZIALE E NELLE COMORBIDITA’
NASSIR GHAEMI
16.00 DISCUSSIONE
DISCUSSANT
ANDREA AMERIO, ESTER PASETTI, MARIA PERAZZI
17.00 CONCLUSIONI E QUESTIONARIO ECM
SEGRETERIA SCIENTIFICA
SILVIA CHIESA
DIRETTORE EMERGENZA - URGENZA
DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE PIACENZA
[email protected]
RAZIONALE
Fino al 1980, come concepita da Emil Kraepelin, la
“psicosi maniaco-depressiva” era definita dalla
ricorrenza di episodi depressivi o maniacali alternati a
periodi di sostanziale eutimia . Con la pubblicazione
del DSM-III (Diagnostic and Statistical Manual of the
American Psychiatric Association) la “psicosi
maniaco-depressiva” venne sostituita da due
differenti condizioni, il Disturbo Bipolare e il Disturbo
Depressivo Maggiore, con importanti implicazioni sia
sul versante della clinica che del trattamento
farmacologico (Ghaemi, 2013).
In particolare, a livello clinico, la classificazione ha
comportato una maggior incertezza sia nella diagnosi
differenziale, specie con i disturbi che condividono
una parte della sintomatologia clinica con il Disturbo
Bipolare (Disturbo di Personalitá Borderline, Disturbo
da Deficit di Attenzione/Iperattività, ecc…) sia nella
valutazione e nel trattamento dei quadri clinici di
comorbiditá.
Circa il 50% dei pazienti affetti da Disturbo Bipolare
presenta una diagnosi aggiuntiva in comorbidità. Una
delle più difficili da trattare é rappresentata dai
Disturbi da Uso di Sostanze: la concomitanza di una
tossicodipendenza e di un Disturbo Bipolare agisce
infatti come catalizzatore di una serie di rischi di
ordine infettivologico e tossicologico legati al grado
d’impulsività e di “cecità al rischio”.
ANDREA AMERIO
Dipartimento Assistenziale Integrato Salute
Mentale Parma
SILVIA CHIESA
Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze
Patologiche Piacenza
NASSIR GHAEMI
Le recenti linee guida pubblicate dalla British
Association for Psychopharmacology confermano
che gli stabilizzatori del tono dell’umore costituiscono
ancora oggi dei farmaci di imprescindibile importanza
nel trattamento dei pazienti affetti da Disturbo
Bipolare sia in fase di mantenimento che in fase
acuta (Goodwin, 2016).
In fase di mantenimento,
Litio, Valproato e
Lamotrigina assunti in monoterapia rappresentano la
prima linea di trattamento del Disturbo Bipolare; in
fase acuta Litio e Valproato sono principalmente
indicati nel trattamento degli episodi maniacali
mentre la Lamotrigina é consigliata negli episodi
depressivi.
Al contrario, l’utilizzo degli antidepressivi nel
trattamento dei pazienti bipolari continua a dividere la
comunitá scientifica internazionale per il rischio di
switch in mania in fase acuta e di destabilizzazione
del tono dell’umore a lungo termine (Ghaemi, 2012).
Inoltre, la complessità clinica del “mondo bipolare”
condiziona l’operatività terapeutica in termini di scelta
e gestione a breve e lungo termine dei trattamenti. In
tale contesto anche l’utilizzo degli antipsicotici atipici
può rappresentare una possibilità di intervento.
Tufts Medical Center Boston
GIULIANO LIMONTA
Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze
Patologiche Piacenza
ESTER PASETTI
Dipartimento Assistenziale Integrato Salute
Mentale Parma
MARIA PERAZZI
Dipartimento Assistenziale Integrato Salute
Mentale Parma