L`Italia cerca spie, giovani e sveglie per l`intelligence

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L’Italia cerca spie, giovani e sveglie per l’intelligence nazionale | 1
giovedì 17 novembre 2016, 16:30
Sicurezza Nazionale
L’Italia cerca spie, giovani e sveglie per l’intelligence
nazionale
Gli 007 affronteranno le sfide poste da terrorismo internazionale e cyber security
di Redazione
L’Italia cerca spie, anzi, 007 per la futura intelligence, quella che dovrà occuparsi di minacce sempre più da ‘guerre stellari’.
Palazzo Chigi, e più precisamente il Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica, il comparto
intelligence, cerca nuove professionalità nel settore strategico dell'Information and communications technology,
cerca «persone giovani e molto sveglie», «esperti in materie informatiche, giuridiche, economiche, psicologiche e in
lingue straniere, ma soprattutto che abbiano un fortissimo senso delle istituzioni e dell'etica», spiega il Sottosegretario
Marco Minniti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle Informazioni per la
Sicurezza, Autorità Delegata per la Sicurezza della Repubblica. Una ricerca condotta on line, dell'homepage del sito
sicurezzanazionale.gov.it, e in giro per l’Italia, attraverso ‘Intelligence Live’, ventisettesima tappa del roadshow del
comparto Intelligence negli atenei italiani che ieri ha raggiunto l'università Bicocca di Milano. In tre anni, spiega Minniti
«abbiamo assunto 100 giovani, dei quali 50 provenienti dalle università italiane e 50 dalle selezioni delle candidature
spontanee presentate sul sito www.sicurezzanazionale.gov.it». Si tratta, sottolinea, di «un segmento significativo rispetto al
numero totale degli uomini e delle donne che formano il comparto Intelligence». E, assicura, «il progetto non si fermerà, ma
andrà avanti nella ricerca di nuove personalità». Oltre al tradizionale bacino delle forze di Polizia, che assicura importanti
professionalità di sicurezza, Minniti spiega che «stiamo cercando giovani nelle università e nei centri di ricerca per le nuove
sfide che il terrorismo internazionale e la cyber security impongono». L'obiettivo è individuare «persone che conoscano le
lingue straniere rare, perché non possiamo permetterci di fare errori di interpretazione, ad esempio sull'arabo». Ed «esperti
di informatica, perché i terroristi fanno propaganda sul web». Senza tralasciare «profondi conoscitori di materie giuridiche ed
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su
http://www.lindro.it/litalia-cerca-spie-giovani-e-sveglie-per-lintelligence-nazionale/
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economiche, ma anche di psicologia e sociologia». Sul sito sicurezzanazionale.gov.it, ha sottolineato nel suo intervento
Paolo Scotto di Castelbianco, direttore della scuola di formazione del comparto Intelligence, «sono pervenute, in tre anni,
ottomila candidature spontanee di giovani con curriculum afferenti a materie come cyber ed economia, come indicava il
focus richiesto dal Governo». Il progetto di ricerca di nuove risorse «punta molto sulla collaborazione con le università, con le
quali abbiamo stipulato delle convenzioni». Circa i requisiti, oltre le competenze già dette, «è bene chiarire che occorre
avere stabilità psicologica e un grande livello di flessibilità e di adattabilità». Anche perché «il lavoro è complesso e richiede
dei sacrifici» e «se non ci si crede fino in fondo, meglio evitare». Tuttavia, «elemento fondamentale per essere scelti è avere
un forte senso delle istituzioni». I nuovi 007, descritti da Castelbianco, sono «giovani dalla personalità non esibizionista
che non hanno bisogno di proiettare la loro identità su quello che fanno, ma sul risultato di quello che fanno».
E che soprattutto «sono animati da una sorta di 'adrenalina intellettuale', necessaria per affrontare tutte quelle
attività al di fuori delle operazioni più tipiche degli agenti segreti, che continuano ad essere reclutati nelle forze
armate, speciali e di polizia, ma che non sono meno importanti, consentendoci di agire anche nei teatri più difficili». La
formazione è essenziale quando «si entra a lavorare con noi, non si diventa automaticamente un uomointelligence, ma si affronta un periodo di formazione durante il quale, oltre ad imparare tutte le tecniche di lavoro dal
personale interno, dai docenti provenienti dal meglio delle università italiane e da personalità scelte tra enti privati di
eccellenza, si lavora alla formazione della 'sensibilità intelligence'». In pratica, «vi sono uffici di sicurezza
appositamente predisposti che aiutano a costruire una copertura per poter trovare il giusto equilibrio tra la
riservatezza necessaria all'incarico e le cose da poter dire a familiari e amici». Al termine di un periodo di adeguata
formazione, i giovani selezionati diventeranno professionisti della sicurezza. Tra i requisiti, «saper lavorare in team,
resilienza, capacità di analisi e ricerca, essere in grado di intercettare il cambiamento e anticipare scenari». E ancora:
«disponibilità a crescere e a confrontarsi con le sfide del nostro tempo. Serve equilibrio e capacità di guardare
più lontano, integrando dimensione umana e competenze tecnologiche». In effetti le sfide che attendono l’intelligence,
quella italiana come quella del resto del mondo, stanno crescendo e mutando di profilo in maniera esponenziale. Tra le sfide
più importanti, quella che viene dal terrorismo figlio del radicalismo islamico. Le sconfitte sul terreno militare sia in
Siria che in Iraq stanno portando lo Stato Islamico a lasciare le sue mire territoriali per tornare, di nuovo, a
puntare su un franchising dell'azione terroristica. A confermarlo sono i Servizi di sicurezza, attraverso il direttore
dell'Aisi, Mario Parente, ascoltato ieri in audizione dal comitato parlamentare Copasir. I nostri Servizi di intelligence
avrebbero poi confermato che i pericoli anche per il nostro Paese possono provenire dai cosiddetti returners, cioè
da coloro i quali fanno ritorno nel nostro paese dopo aver aderito, come combattenti, allo Stato Islamico. Il numero dei
foreign fighters italiani è di 110-112 ma solo alcune decine, per il momento, sono monitorati. Una intelligence che,
comunque, può contare su una buona collaborazione tra i diversi servizi a livello europeo. Il responsabile dell'intelligence
interna avrebbe spiegato come, di fronte alla perdita di territori sempre più estesi nello scenario siro-iracheno, lo Stato
Islamico sia tornato a sollecitare sistematicamente all'azione le cellule e i singoli militanti sparsi in Occidente:
negli ultimi tempi è così tornato a crescere il pericolo di attentati. Pericolo più forte in Paesi come Belgio, Francia e
Germania, dove infatti gli allarmi sono pressoché quotidiani, ma presente anche in Italia, dove l'attenzione resta elevata
seppure in assenza di segnali specifici. Altro settore che richiederà professionalità sempre più raffinate e dinamiche è la
cybersecurity. L'indagine Threat Predictions for 2017 di Kaspersky Lab, pone l’allarme su tool monouso creati su
misura, il crescente uso di metodi di depistaggio di identità da parte degli hacker, la fragilità di un mondo
indiscriminatamente connesso a Internet e l'uso di cyber attacchi come arma nella guerra dell'informazione. I cyber
attacchi giocheranno un ruolo sempre maggiore nelle relazioni internazionali, l'attribuzione sarà una questione
centrale nel determinare il corso politico delle azioni- come ad esempio le ritorsioni. La diffusione della guerra
dell'informazione: nel 2016, il mondo ha iniziato a prendere seriamente in considerazione la diffusione di informazioni
hackerate per scopi dannosi. Il report si attende che tali attacchi crescano nel 2017 e c'è il rischio che i cyber criminali
provino a sfruttare la disponibilità delle persone ad accettare tali dati come fatti manipolando o divulgando selettivamente le
informazioni. Kaspersky Lab si aspetta anche di assistere alla crescita di hacker 'Vigilanti', che hackerano e rilasciano i
dati presumibilmente per un bene superiore. La crescente vulnerabilità al cyber-sabotaggio: con le infrastrutture critiche e i
sistemi di produzione connessi a Internet, spesso con poca o senza protezione, la tentazione di danneggiarli o fermarli può
rivelarsi irrefrenabile per i cyber criminali, particolarmente quelli più abili e durante momenti di crescenti tensioni
geopolitiche. Spionaggio via mobile: Kaspersky Lab si aspetta di vedere sempre più campagne di spionaggio che mirano
principalmente ai dispositivi mobile, approfittando del fatto che le aziende del settore della cyber sicurezza faticano ad avere
pieno accesso ai sistemi operativi mobile per fare analisi forensi. La 'mercificazione' degli attacchi finanziari: Kaspersky Lab
si aspetta di assistere alla 'mercificazione' degli attacchi come e' avvenuto per le rapine effettuate tramite il circuito SWIFT
nel 2016 - con risorse specializzate messe in vendita sui forum clandestini o attraverso schemi as-a-service. La
compromissione dei sistemi di pagamento: poiché i sistemi di pagamento stanno diventando sempre più popolari e
diffusi. L'appeal criminale del digital advertising: durante il prossimo anno, vedremo che i tool di tracciamento e targeting,
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sempre più usati nell'advertising, verranno utilizzati per monitorare probabili attivisti e dissidenti. Le candidature on line
per divenire 007 al servizio dell’Italia possono essere presentate entro le 12 del 31 gennaio 2017 registrandosi
sul sito e seguendo le istruzioni che saranno trasmesse via email.
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