GdF Prato. Operazione “Colletti Bianchi” 15 arresti, 19 misure

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GdF Prato. Operazione “Colletti
Bianchi” 15 arresti, 19 misure
interdittive, 83 indagati
Si è conclusa oggi, alle prime luci dell’alba, con l’impiego di 400 militari
una vasta operazione di Polizia giudiziaria condotta dal Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardia di Finanza di Prato, che ha portato all’arresto di
15 persone (3 in carcere e 12 agli arresti domiciliari) nonché alla notifica
di 19 misure cautelari dell’obbligo di dimora ed alla denuncia di 49 persone
a piede libero. In totale 83 le persone indagate, nei cui confronti sono
state eseguite 111 perquisizioni, fra locali e domiciliari. Sono questi i
numeri di una imponente indagine, denominata “Colletti bianchi” condotta su
delega degli Sostituti Procuratori della Repubblica, Dott. Antonio Sangermano
e Dott. Lorenzo Gestri, su coordinamento del Procuratore Capo, dr. Giuseppe
Nicolosi, nei confronti dei titolari e dipendenti di 2 studi di consulenza,
lo studio Robbi (commercialista) e lo studio Rosini (ragioniere) entrambi
consulenti del lavoro con sede a Prato ma anche a Verona e Mantova il primo,
ed a Prato e Pistoia il secondo. Pesantissime le accuse formulate nei loro
confronti: associazione per delinquere, truffa aggravata all’Inps, induzione
alla falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici,
violazione alla normativa sul rilascio ed il rinnovo del permesso di
soggiorno, oltre alle violazioni della normativa in materia di immigrazione
clandestina. Più nello specifico, i titolari ed alcuni dipendenti dei 2 studi
professionali, alcuni dei quali di origine cinese, avvalendosi ciascuno della
propria struttura organizzativa di consulenza, avrebbero posto in essere una
attività di favoreggiamento alla permanenza, in condizioni di illegalità, di
un elevatissimo numero di cittadini extracomunitari, soprattutto cinesi, sul
territorio nazionale. Dietro laute parcelle, anche queste non fatturate,
titolari e collaboratori dei 2 studi professionali fornivano, di fatto, una
“consulenza illegale”, basata sulla produzione di falsa documentazione: buste
paga, bilanci, assunzioni e certificati falsi, sostituzione di persona.
Guardia di Finanza Comando Provinciale Prato Via F. Ferrucci nr. 203/I –
59100 Prato – Tel. Fax 0574/572747 – 571932
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___________ Tutto era consentito pur di ottenere un rinnovo del permesso di
soggiorno. Il comportamento più frequentemente riscontrato nel corso delle
indagini è stato quello relativo alle fittizie assunzioni e alla correlata
emissione delle relative false buste paga, legittimanti il requisito del
sostentamento economico, necessario per il rilascio del rinnovo del permesso
di soggiorno. Le assunzioni, che risultavano regolari (anche a seguito delle
comunicazioni previste al Centro per l’Impiego e poi alla Questura) venivano
tuttavia eseguite al solo scopo, e per il tempo necessario e sufficiente, ad
emettere le buste paga in prossimità delle date di scadenza dei permessi di
soggiorno, dietro pagamento di un corrispettivo da parte del “presunto
dipendente”. Una volta ottenuto lo scopo, e cioè il rilascio del rinnovo del
permesso di soggiorno, piuttosto che la carta di soggiorno o il
ricongiungimento familiare, l’operaio cinese veniva, il più delle volte,
formalmente licenziato, rimanendo comunque a lavorare, generalmente “in
nero”. In sostanza una indagine complessa, di polizia giudiziaria ma anche di
polizia economica e finanziaria, li dove, di fatto, tutto era ammesso e tutto
era possibile pur di ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Era
infatti quest’ultimo documento il vero obiettivo degli indagati. Specie
nell’ambito di quella parte della comunità cinese che tutt’ora opera in
condizioni di illegalità, sfruttando soggetti prestanome, lavoratori a nero,
imprese in totale o parziale evasione fiscale e contributiva e/o incurante
delle norme sulla sicurezza dei lavoratori e del luoghi di lavoro, della
legislazione igienica e sanitaria nonché di quella fiscale e contributiva.
Ottenere un falso rinnovo del permesso di soggiorno, d’altra parte, oggi è un
grosso affare. Significa disporre di soggetti che resteranno per sempre
impuniti, spesso addirittura non rintracciabili: L’ideale per svolgere
funzioni di prestanome, intestarsi una ditta apri e chiudi o far ricadere su
soggetti inesistenti, o non più presenti sul territorio dello Stato,
responsabilità penali e/o amministrative.