Il Manifesto del Restauro Italiano

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IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
In copertina: Gian Lorenzo Bernini,
Autoritratto, 1623 ca, Galleria Borghese,
Roma. Fotografia di Araldo De Luca.
PREMESSA
Il Manifesto del Restauro Italiano nasce dal profondo disagio che pervade tutte
le categorie coinvolte nella tutela del Patrimonio Culturale Italiano. La disattenzione verso il Patrimonio Culturale che ha contraddistinto la gestione politica dei beni di interesse storico artistico e, in generale, di tutto il comparto
culturale in Italia negli ultimi decenni, ha portato a una situazione profondamente negativa e insostenibile per chiunque abbia un minimo interesse per
ciò che ci è stato tramandato, con cura e attenzione, dai nostri padri.
IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
A supporto dei 23 articoli del Manifesto sono i contenuti espressi negli
interventi dei numerosi relatori della Giornata di Studio organizzata da
Restauratori Senza Frontiere sul tema ”Dove va il Restauro Italiano – Problemi
e proposte”, tenutasi il 20 novembre 2015 presso l’ Archivio di Stato di Roma,
con il contributo di alcuni componenti del Comitato Scientifico e Soci Onorari,
di RSF. (http://www.restauratorisenzafrontiere.com/dove-va-il-restauroitaliano-problemi-e-proposte-ecco-i-video-degli-interventi-della-giornata-distudio-di-rsf-svoltasi-a-roma-20-novembre-scorso/).
L’incontro ha avuto lo scopo di fornire a rappresentanti di Enti e Istituzioni
responsabili del patrimonio e a studiosi e specialisti del settore, una piattaforma per discutere le molte situazioni di criticità che si riscontrano nel sistema della conservazione e del restauro dei BBCC e per indicare un percorso
che ne possa migliorare le condizioni.
NARDINI EDITORE - NARDINI PRESS SRL
Il mondo normativo della tutela dei beni culturali è disorganico e la prospettiva di evoluzione della politica della tutela, tra formazione eccessivamente settoriale, mancato riconoscimento dei giusti ruoli e delle competenze,
programmazione, progettazione e gestione dei lavori di restauro carenti sotto
molti punti di vista, appare indirizzata verso una progressiva involuzione e
l’annichilimento.
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L’approfondimento in corso di definizione dei decreti attuativi del nuovo
codice degli appalti, sebbene sia un’importante occasione di confronto costruttivo tra le istituzioni e le associazioni di settore, non sembra essere in
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IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
grado di risolvere la grande complessità sistemica dei problemi che affliggono
i Beni Culturali Italiani, per la sua stessa natura di dettaglio. Le norme citate
nel Manifesto costituiscono, pertanto, solo un punto di riferimento in un complesso itinerario che non può considerarsi certamente concluso, né sempre
perfettamente orientato, per la mancanza di un approccio sistematico, coerente e unitario dell’intero comparto dei Beni Culturali.
conservative dei manufatti. Incongruenze e mancanza di organicità in questo
ambito potrebbero generare l’inefficacia dell’intero sistema della tutela.
Questo malessere è sentito in modo particolare tra i restauratori. Per la
complessa e delicata cura, non solo materiale, di cui sono incaricati, i restauratori di beni culturali vivono in prima persona la realtà paradossale di essere
tra i più importanti artefici della tutela e della conservazione delle nostre ineguagliabili opere d’arte e, al contempo, parte di una categoria instabile e vessata da regole e norme confuse e contraddittorie, se non irrazionali, che
negano, nella sostanza, il ruolo stesso a loro assegnato.
Dopo decenni di attesa, finalmente normata, la categoria dei restauratori/
conservatori è paradossalmente trascinata in un mondo irreale, dove la nuova
formazione parcellizzata assomiglia più ai vecchi mestieri e le competenze settoriali non garantiscono la trasmissione di una conoscenza pienamente professionale. La figura professionale del Restauratore di Beni Culturali risulta
frammentata, svilita e svuotata di competenza operativa e direzionale: sta morendo, perdendo consistenza nella formazione impropria e nell’impossibilità,
normata, di adeguarsi a un mercato pensato per altre realtà, di prevalente interesse economico piuttosto che culturale.
Chi è il nuovo Restauratore di Beni Culturali? Un artigiano con particolare
addestramento, un operatore di alta formazione, un super-specialista in micro
settori della conservazione, o come potrebbe e dovrebbe essere, un professionista con particolari competenze operative in grado di concretizzare il progetto di restauro costituendo il fulcro di un team interdisciplinare? Qualunque
delle opzioni si scelga, ne conseguono implicazioni importanti per la politica
della tutela e conseguenze di economia sociale e culturale che non possono
non essere prese seriamente in considerazione in un Paese nel quale la tutela
dei Beni Culturali è un compito costituzionale. Formazione adeguata e riconoscimento delle professionalità coinvolte nella conservazione, nel restauro
e nella manutenzione del patrimonio culturale sono, quindi, di rilevanza assoluta. Per fare un solo esempio, l’esperto scientifico della conservazione è oggi
definito come diagnosta, mentre le sue competenze, oltre alla mera interpretazione dei dati analitici, dalla ricerca all’applicazione di nuove tecniche e materiali sul campo, sono molto più ampie e determinanti per le dinamiche
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Di là dai ricorrenti discorsi politici e dalle dichiarazioni ricche di frasi tanto
rassicuranti quanto vuote di contenuto, rimane la sensazione che la nostra
cultura e i nostri beni culturali siano sempre più relegati ai margini delle nostre
coscienze. I sintomi e le evidenze del declino dei Beni Culturali sono ovunque
e la mancanza cronica di finanziamenti, l’inefficacia nella gestione dei pochi
fondi che esistono e le continue modifiche strutturali del MIBACT sono solo alcuni degli aspetti deleteri del sistema. Non solo i restauratori ma tutti gli attori
nel panorama accidentato dei nostri Beni Culturali, attraverso un dibattito attivo e costruttivo, potranno portare un contributo al miglioramento delle politiche della tutela e della valorizzazione, oggi in evidente contrasto,
incrementando e migliorando, nei futuri dibattiti proposti da RSF, i contenuti
di un documento condiviso.
L’espressione di questo malcontento e l’urgenza di un richiamo al valore
inalienabile della nostra cultura storico-artistica sono coagulate nel MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO, che RSF porta all’attenzione di tutti coloro che
si battono per la giusta causa della conoscenza, condivisione, valorizzazione
e conservazione di ciò che i nostri padri ci hanno consegnato e che è nostro
dovere proteggere con i migliori strumenti disponibili e tramandare al futuro.
Paolo Pastorello
PRESIDENTE DI RESTAURATORI SENZA FRONTIERE – ITALIA
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IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
1 – Il Manifesto del Restauro Italiano ribadisce la considerazione di rango primario dell’interesse pubblico alla tutela del Patrimonio Culturale, così come
sancito dall’articolo 9 della Costituzione Italiana.
2 – La dignità dei Beni Culturali discende dalla considerazione del loro valore
materiale e immateriale e della loro irripetibilità che impongono il rispetto dell’integrità, il recupero, la protezione del bene e la trasmissione dei suoi valori
universali (D. Lgs. 2004 n. 42, Art. 1, 2, 3)
3 – I Beni Culturali riassumono storicamente il valore della cultura di un popolo.
In questo contesto del tempo storico che essi custodiscono, si inserisce il valore
del restauro e della conservazione dei beni culturali.
4 – Lo Stato Italiano deve impegnarsi a diffondere la specificità dell’approccio
italiano alla conservazione e al restauro del patrimonio culturale, salvaguardandone l’eccellenza dei contenuti nei trattati europei.
5 – La prevenzione, la manutenzione, il restauro conservativo del patrimonio storicoartistico sono strumenti prioritari della tutela (D. Lgs n. 42 /2004, Art. 3, 29 ).
6 – La disciplina del restauro implica la conoscenza dell’origine storica dei beni
culturali, in qualunque momento essi siano stati realizzati, il loro rispetto e la
conservazione, guardando contemporaneamente al passato e al futuro dell’oggetto, del manufatto, del sito. In questo senso restaurare è riconoscere la contemporanea dignità del bene che proviene dal passato e si accrescerà nel futuro.
7 – È necessario educare alla cultura della tutela, trasmettendone i principi basilari fin dai primi anni della formazione scolastica. In tempi di scambio e di fusione interculturale, diventa determinante imprimere la consapevolezza
dell’importanza delle proprie radici e la necessità di conservarne le testimonianze materiali e immateriali negli anni della formazione delle coscienze.
8 – La formazione a livello universitario delle nuove generazioni non deve essere
indirizzata soltanto a specifici contenuti tecnici (competenza), ma deve fornire
gli strumenti critici per sviluppare una visione generale della complessa attività
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IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
del conservare (conoscenza). Di conseguenza oltre alla formazione generale si
dovrà, per tutte le professioni pertinenti alla conservazione, prevedere la possibilità di una serie di specializzazioni successive di più alto livello.
rente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione
e restauro. Il progetto di restauro conservativo deve essere, pertanto, definito
in conformità a studi preliminari per la conoscenza storico-artistica del manufatto, la sua tecnica costruttiva o di produzione, i materiali costituenti e la sua
storia conservativa. Inoltre, ai fini della corretta progettazione dell’intervento
di conservazione, è necessaria un’indagine diagnostica che definisca l’attuale
stato di conservazione e le cause che hanno prodotto i danni riscontrati. Dall’integrazione dei risultati delle diverse indagini derivano gli elementi indispensabili alla progettazione dell’intervento che dia conto dell’unicità della
situazione conservativa del manufatto (D. Lgs n. 50/2016, Art. 147).
9 – È necessario attuare politiche di Conservazione Programmata a medio e
lungo termine, anche secondo logiche innovative di collaborazione
pubblico/privato che prevedano oltre alla sponsorizzazione una più ampia e costruttiva attività di Manutenzione Programmata (D. Lgs n. 50/2016, Art. 147 c 3).
10 – In considerazione della vulnerabilità e delle caratteristiche sismiche del
territorio italiano, lo Stato deve porre in essere una severa normativa per la prevenzione, la protezione e la conservazione del Patrimonio Culturale Materiale,
per mezzo di una rete capillare di indagini statiche e interventi programmati di
adeguamento e miglioramento sismico sugli immobili di interesse storico artistico, al fine di scongiurare danni gravi alle architetture e alle opere d’arte in
esse conservate. Lo Stato e gli Enti locali devono poter garantire tempestività,
efficienza e professionalità d’intervento nell’emergenza, per la messa in sicurezza e la protezione delle opere minacciate da calamità naturali o altri disastri.
È necessario creare un coordinamento attivo e costante tra la Protezione Civile,
le organizzazioni preposte, governative e non, e le associazioni specializzate nel
settore della conservazione e del restauro presenti sul territorio nazionale.
11 – Per la valutazione economica dei progetti di conservazione si deve tenere
conto sia dei valori d’uso (ad es. ricavi dei musei, monumenti e siti), sia dei valori
di non uso del patrimonio culturale (ad es. attività di conservazione e ricerca,
esistenza e lascito futuro del bene), per gli effetti diretti e indiretti di carattere
economico, sociale e di valore culturale da tramandare che essi producono.
12 – In virtù della loro dignità, i beni culturali non possono essere ridotti a merce
e devono essere sottratti alle logiche di mercato. È necessario, quindi, adottare
coerenti regolamenti che evitino di ricondurre le attività di conservazione e restauro dei beni culturali alla disciplina del libero mercato dei servizi e delle opere.
Di conseguenza la normativa degli appalti pubblici per i lavori di restauro conservativo dovrà essere sviluppata secondo logiche di accrescimento del valore culturale non subordinate ai comuni criteri della concorrenza, escludendo aste
pubbliche al massimo ribasso e prevedendo tempistiche adeguate per l’esecuzione dei lavori (D.Lgs n. 50/2016, Art. 95, 97).
13 – La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coe8
14 – Il restauro e la conservazione dei Beni Culturali sono attività interdisciplinari che richiedono la collaborazione tra professionisti specializzati, che collaborino all’iter progettuale dal livello Preliminare fino a quello Esecutivo (D. Lgs.
2004, n. 42 Art.9 bis; D. Lgs n. 50/2016, Art. 147).
15 – In considerazione delle specifiche problematiche conservative di ogni manufatto, la progettazione dei lavori di restauro conservativo deve sempre includere una fase di verifica sul campo delle metodologie e dei materiali da
utilizzare, sulla base dei risultati delle indagini preliminari (D.Lgs n. 50/2016, Art.
147).
16 – Il progetto deve contenere sempre indicazioni per il monitoraggio nel
tempo dello stato di conservazione, al fine di orientare la manutenzione programmata (D. Lgs. n. 50/2016, Art. 147).
17 – Nella progettazione e nella realizzazione degli interventi di restauro conservativo si deve sempre tenere conto dell’efficacia delle metodologie e dei materiali da impiegare, della non nocività per la futura conservazione del bene e
per l’ambiente e, nei limiti del possibile, della reversibilità al fine di non pregiudicare futuri interventi conservativi, consentendo la ri-trattabilità del manufatto
(D. Lgs. 2004, n. 42, Art. 29).
18 – In ambito di progettazione degli interventi di restauro conservativo dei beni
mobili, delle superfici decorate dei beni architettonici e dei materiali storicizzati
di beni immobili di interesse storico artistico e archeologico, il Restauratore di
Beni Culturali, professionalmente qualificato secondo la normativa vigente e di
comprovata esperienza, progetta e dirige gli interventi, esegue direttamente le
verifiche progettuali preliminari, dirige e coordina il gruppo di professionisti che
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IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
intervengono, ognuno per le proprie competenze specifiche, nelle attività di ricerca e sperimentazione (D. M. 86/2009, All. A).
19 – Per i lavori di restauro conservativo specialistico di beni mobili, di superfici
decorate dei beni architettonici e di materiali storicizzati di beni immobili di interesse storico artistico e archeologico, da appaltarsi esclusivamente con un livello di Progettazione Esecutiva, e comunque non a corpo, deve essere prevista
una eventuale ulteriore fase di Progettazione Integrativa in corso d’opera connessa alla complessità dell’opera e alle specifiche esigenze conservative non prevedibili se non in fase esecutiva. Questa ulteriore fase di Progettazione Integrativa
deve, previa verifica ed autorizzazione del RUP, trovare copertura economica in
apposite somme previste nel quadro economico (D. Lgs. n. 50/2016 Art. 147).
20 – Gli interventi di conservazione e restauro specialistico devono essere realizzati esclusivamente da Restauratore di Beni Culturali (D. Lgs. 2004, n. 42, Art. 29).
21 – Gli interventi nel settore del restauro specialistico dei Beni Culturali (beni
mobili, superfici decorate dei beni architettonici e dei materiali storicizzati di beni
immobili di interesse storico artistico e archeologico) devono essere affidati esclusivamente a imprese qualificate dal Titolare o dal Direttore Tecnico Restauratore
di Beni Culturali, dal personale specializzato e attraverso attestazioni che certifichino lavori eseguiti direttamente e in proprio.
22 – Nei comitati scientifici eventualmente preposti alla supervisione di interventi di restauro, tra le diverse professionalità deve essere prevista anche quella
del restauratore di beni culturali e lo scientifico esperto nel settore di maggiore
rilevanza.
23 – La conoscenza della Storia Conservativa dei beni culturali è determinante
e deve, quindi, essere sempre garantita per mezzo di documentazioni realizzate
avvalendosi delle tecnologie più rilevanti per ogni singolo caso, in grado di fornire, per il futuro, un corpus organico di informazioni su metodologie, strumentazioni e materiali impiegati in ogni singolo intervento conservativo (D. Lgs.
2004, n. 42, Art. 29; D. Lgs. n. 50/2016, Art. 147).
Roma, 11 settembre 2016
Paola Conti, Pietro Coronas, Marisa Laurenzi Tabasso, Marina Maugeri,
Alessandra Morelli, Paolo Pastorello, Carla Tomasi
(Membri del Comitato Direttivo di RSF- Italia)
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IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
RESTAURATORI SENZA FRONTIERE - ITALIA
PROGETTO E OBIETTIVI
Nel 2013 si è costituita a Roma RESTAURATORI SENZA FRONTIERE - ONLUS ITALIA.
Fine istituzionale dell’organizzazione è dare un contributo concreto alla Cultura del
Restauro, alla Tutela e alla Valorizzazione dei Beni Culturali in Italia e nel mondo.
RESTAURATORI SENZA FRONTIERE nasce su iniziativa di un gruppo di professionisti
italiani del restauro che mettono al servizio della salvaguardia del World Heritage
la loro esperienza. Portare le grandi e diversificate competenze del Restauro Italiano
oltre i confini nazionali, esportando le migliori professionalità del settore a sostegno
dello sviluppo della cultura della conservazione in ogni paese, operando con spirito
di solidarietà tra i popoli: questa è la missione di RESTAURATORI SENZA FRONTIERE
- ITALIA.
AMBITI D’INTERVENTO E OBIETTIVI STRATEGICI:
LA CONSERVAZIONE DEL WORLD HERITAGE
L’Organizzazione gestisce la progettazione, il finanziamento e la realizzazione di iniziative in ambito nazionale e internazionale finalizzate alla protezione e alla conservazione del patrimonio artistico mondiale, dei monumenti storici e di tutti i segni
tangibili delle civiltà del passato, beni inestimabili per le nazioni odierne.
In Italia l’attività che svolge RSF nei settori della tutela, promozione e valorizzazione
dei beni di interesse storico-artistico, del paesaggio e dell’ambiente, ha finalità di
utilità sociale ed economica, promuovendo anche il miglioramento del potenziale
produttivo del vasto patrimonio culturale e dell'industria turistica, considerate tra
le principali risorse del Paese.
La salvaguardia e la conservazione sono, per RESTAURATORI SENZA FRONTIERE, missioni e virtù irrinunciabili che trovano applicazione concreta anche attraverso l’assistenza e il volontariato.
RSF intende, dunque, collaborare in ambito nazionale e internazionale con gli osservatori istituzionali nelle aree in cui il patrimonio culturale risulti a rischio, focalizzando i punti nevralgici e le maggiori criticità. La collaborazione potrà assumere
diverse forme, dall’intervento concreto di restauro, all’istruzione nelle aree a rischio
di addetti specializzati nella tutela e nel pronto intervento, alla protezione di un
museo in previsione di catastrofi naturali o di scenari di guerra preannunciati, fino
alla messa in sicurezza delle opere più importanti. In collaborazione e coordinamento con le grandi organizzazioni umanitarie e di protezione civile, RESTAURATORI
SENZA FRONTIERE aspira a incrementare l’efficacia della salvaguardia dei beni culturali nel mondo, garantendo alta competenza e tempestività.
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IL MANIFESTO DEL RESTAURO ITALIANO
SALVAGUARDIA – RESTAURO - MANUTENZIONE
Sono promosse azioni per istruire, nelle aree a rischio, addetti alla tutela e al pronto
per la salvaguardia di un’area, di specifici monumenti, di musei, in previsione o in
conseguenza di catastrofi naturali o di scenari di guerra preannunciati, interagendo
con altre organizzazioni coinvolte, inviando sul campo conservatori/restauratori e
personale tecnico specializzato nel settore della tutela e della manutenzione del Patrimonio Culturale. La presenza sul territorio nazionale e internazionale di adeguate
figure professionali è elemento distintivo delle attività di RSF e consene di contribuire alla salvaguardia del Patrimonio dell’Umanità e allo sviluppo socio-culturale
delle popolazioni coinvolte, anche attraverso interventi di formazione delle risorse
umane locali.
COMPETENZA - VOLONTARIATO - SOLIDARIETÀ - PARTECIPAZIONE
Cultura Arte Solidarietà: questo è il motto di RSF, che pone al centro delle sue attività
il valore della cultura, della dignità e del bene dell’essere umano. RSF mira a coinvolgere la popolazione locale nelle attività di manutenzione e valorizzazione, sviluppando le capacità e le competenze dei singoli individui e delle comunità, evitando
la dipendenza continuativa dall’aiuto esterno, promuovendo il dialogo, il confronto
e la partecipazione. RSF è sensibile agli equilibri politici, religiosi e sociali dei Paesi
in cui opera; mette in atto, ove possibile, azioni di conciliazione per promuovere e
sostenere i valori del rispetto, del riconoscimento delle diversità e della convivenza
pacifica. Aperta, com’è nella sua natura, a tutti quelli che sentono di poter contribuire con la propria esperienza, la propria formazione o semplicemente per mecenatismo, e dedicata, ovviamente, a tutti i restauratori, dai più esperti ai più
volenterosi, RESTAURATORI SENZA FRONTIERE è a disposizione di tutti coloro che
hanno speso forze, voce ed energie nei cantieri, nelle istituzioni, nei tribunali, nei
libri, attraverso i media e sulle pagine dei giornali.
Rivolta a tutti quelli che per dedizione aspirano a proteggere la cultura e amano le
sue manifestazioni più tangibili e irripetibili, RESTAURATORI SENZA FRONTIERE - ITALIA si pone come un formidabile strumento d’espressione e di partecipazione.
RSF è per tutti coloro che si riconoscono nel pensiero, nelle parole e nei fatti realizzati
da Cesare Brandi e sviluppati con successo da tanti altri esperti ma anche di intellettuali della pratica conservativa. RESTAURATORI SENZA FRONTIERE ITALIA accomuna a pieno titolo conservatori/restauratori ma anche archeologi, storici,
architetti, ingegneri, scienziati, professionisti, avvocati, giuristi, politici, legislatori e
tutti coloro nel cui DNA l’etica della tutela costituisce il codice genetico che indica la
direzione e informa quotidianamente l’operato.
Roma, 19 settembre 2013
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THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
On the cover: Gian Lorenzo Bernini,
Self-portrait, about 1623, Galleria Borghese,
Rome. Photo by Araldo De Luca.
FOREWORD
The Manifesto of Italian Restoration is born from the deep discomfort
pervasive in all the areas involving the safeguarding of Italian Cultural
Heritage. In recent decades, our Cultural Heritage has been plagued by
poor political management of historical and artistic assets, as well as Italian
culture in general, which has created extremely negative and intolerable
feelings in anyone interested in what our ancestors handed down to us
with great care and attention.
THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
© 2016 RESTAURATORI SENZA FRONTIERE - ITALIA
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The 23 articles of the Manifesto were supported by the presentations
of many speakers who attended the one-day conference organized by
RESTAURATORI SENZA FRONTIERE, which took place on November 20th 2015
at the National Archives in Rome, titled “Where is Italian Restoration going?
- Problems and Suggestions”, with contributions from members of the
scientific committee and honorary members of RSF.
(http://www.restauratorisenzafrontiere. com/dove-va-il-restauro-italianoproblemi-e-proposte-ecco-i-video-degli-interventi-della-giornata-di-studiodi-rsf-svoltasi-a-roma-20-novembre-scorso/).
The purpose of the meeting was to provide members of organizations and
institutions managing cultural heritage, as well as scholars and experts, with
a platform to discuss the many critical elements of preservation and restoration of cultural heritage and to provide ways to improve these practices.
Cultural Heritage law is unsystematic and the development
of a safeguarding policy seems to be heading towards a progressive
involution and annihilation due to overly sectoral education, failure to
recognize suitable positions and expertise, as well as the widely insufficient
scheduling, planning, and managing of restoration works.
The ongoing research concerning the implementation of decrees of the new
regulations, although considered an important opportunity for useful
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THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
discussions between institutions and associations operating in the sector,
does not seem capable of solving the massive systemic complexity of the
problems of Italian Cultural Heritage, due to its specific nature. Hence, the
norms cited in the Manifesto are only a reference point in a complex and
unfinished path, one not always well-guided due to the lack of a systematic,
coherent, and uniform approach within the field of Cultural Heritage.
This discomfort is felt particularly among restorers. Being entrusted with
difficult and sensitive safeguarding, not only with respect to the material,
restorers of Cultural Heritage experience firsthand the paradoxical reality
of being an integral player in the protection and preservation of our
incomparable works of art and, at the same time, being part of an unstable
system that is held back by confused, contradictory and even irrational
regulations and norms which basically deny the very role that they are
assigned. After decades of waiting, the role of restorer/conservator, regulated at last,
paradoxically is now being dragged through a surreal world where the new
fragmented education looks like the old professions, while expertise in the
sector guarantees the transmission of fully professional knowledge.
Professional Restorer of Cultural Heritage turns out to be an incomplete
and undervalued position deprived of operational and executive
competence. It is dying out, losing its significance due to inappropriate
education and regulations which make it impossible to adapt itself to a
market that is more interested in economy than culture. Who is the new Cultural Heritage Restorer? Is he an artisan with specialist
training, a professional with higher education, an expert in specific
preservation areas, or is he, as it could and should be, a professional with
specific operational expertise, able to put into effect a restoration project
while playing a pivotal role in an interdisciplinary team? Whichever option
is chosen, this requires meaningful involvement in the cultural heritage
policy and the consequences for the social and cultural economy that may
arise in a country where the protection of Cultural Heritage is a
constitutional duty. Hence, an appropriate education and the
acknowledgement of all expertise involved in the conservation, restoration
and maintenance of cultural heritage are absolutely relevant. Just to give
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THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
an example, the scientific expert in conservation is usually defined as a
diagnostician nowadays, whereas his expertise in the conservative aspects
of artifacts, from research to the application of new field methods and
materials, are far greater and more important than the mere interpretation
of analytical data.
Beyond recurring political discourses and statements, as rich in
encouraging expressions as they are devoid of any content, a perception
still remains that our culture and Cultural Heritage increasingly pushed to
the side-lines of our consciousness. Signs of the decline of our Cultural
Heritage are everywhere, and the chronic lack of funding, the inability to
manage the small amount of funds that do exist, and the incessant changes
inside the MIBACT, are just a few of the damaging aspects of the system.
Restorers, together with all the actors involved in the rugged landscape
that is our Cultural Heritage system, could strive to improve the protection
and developmental policies, in stark contrast to today, by engaging in
active and constructive debate, as well as expanding and improving the
contents of a commonly agreed document during future discussions
promoted by RSF.
The expression of this discontent and the urgency of recalling the
inalienable value of our historic and artistic culture have been condensed
in the MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION, which RSF is bringing to the
attention of all those who are fighting for the good cause of knowledge,
sharing, enhancement and the conservation of our ancestor’s heritage and
that is our duty to protect it, through the very best of our abilities and to
hand it on to our successors.
Paolo Pastorello
PRESIDENT OF RESTORERS WITHOUT FRONTIERE – ITALIA
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THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
THE MANIFESTO
OF ITALIAN RESTORATION
1 – The Manifesto of Italian Restoration restates the primary importance of the
public interest in the safeguard of Cultural Heritage, as guaranteed by Art. 9 of
The Constitution of the Italian Republic.
2 – The dignity of Cultural and Landscape Heritage comes from its material
and immaterial value as well as from its uniqueness which necessitates the
respect of its integrity, the recovery, the protection of cultural property and
preservation of its universal values. (D. Lgs. 2004 n. 42, Art. 1, 2, 3)
3 – Cultural Heritage summarises, historically, the value of a community’s
culture. The historical time it safeguards is filled with the value of restoration
and preservation of cultural property.
4 – The Italian State must make an effort to broadcast distinctive Italian
approach to the preservation and restoration of cultural heritage, defending
its excellent contents in European Agreements.
5 – The prevention, maintenance and restoration of historical and artistic
property are the primary safeguarding instruments. (D. Lgs n. 42 /2004, Art. 3,
29 ).
6 – Restoration requires the knowledge of the historical origin of the cultural
heritage, no matter when it has been created, as well as its respect and
preservation, considering both the past and the future of the object, artefact
or site. According to this, to restore means to recognise the current dignity of
the property coming from the past and to increase and enhance its dignity in
the future.
7 – It is essential to teach the culture of safeguarding, to pass down its
fundamental values starting at the beginning of the educational curriculum. In
times of exchange and cross-cultural fusion, it is crucial to transmit, during the
years of awareness raising, both the consciousness of the importance of its
own roots and the need to preserve their material and immaterial testimony.
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THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
8 – University education of the new generations must not take care only
of particular technical subjects (expertise) but it must also provide analytical
tools to develop a general view of the complexity of preservation (knowledge).
As a consequence, general education must be integrated by several
postgraduate specializations for all careers concerning preservation.
9 – It is essential to implement a medium and long-term policy for Organized
Preservation, according to innovative approaches where public/private
partnership can provide sponsorship as well as for a more broad and
constructive activity of Organized Maintenance (D. Lgs n. 50/2016, Art. 147 c 3).
10 – In view of the seismic characteristics of the Italian territory, the State
must put in place strict rules for the prevention, protection and preservation
of Material Cultural Heritage, through a network of static surveys and planned
interventions of seismic improvement on buildings of historic and artistic
interest. The State and Local Authorities must be able to guarantee timeliness,
efficiency and professionalism of intervention in the emergency, to the safety
and protection of endangered works by natural ravages or other disasters. It is
necessary to create an active and constant coordination between the Civil
Protection, the responsible organizations, both governmental and nongovernmental, and associations specialized in the field of conservation and
restoration on the national territory.
11 – Economic evaluation of conservation projects must take account
of both values in use (for ex. museums, monuments and sites’ earnings) and
values not in use of the cultural heritage (for ex. preservation and research
activity, existence and future property bequest) due to the direct and indirect
economic, social and cultural consequences which they produce.
12 – By virtue of its dignity, cultural heritage cannot be considered as goods
and must be saved from common market logic. Therefore, it is essential
to adopt coherent rules to prevent conservation and restoration activities
from being connected to the free market for services and works. As a result,
the laws of public procurement that rule cultural heritage preventive
restoration activities will be addressed to the growth of the cultural value,
preventing association with common competition criteria, excluding unique
bid tenders and considering the appropriate timing for the execution of the
works. (D.Lgs n. 50/2016, Art. 95, 97).
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THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
13 – The preservation of Cultural Heritage is guaranteed by a coherent,
coordinated and planned study, prevention, maintenance and restoration.
Hence, conservation projects must follow preliminary studies based on the
historical and artistic value of the artefact, the technique of execution,
materials and its conservation history. In addition, for the purposes of
a correct conservation intervention, a diagnostic survey to determine state of
preservation and causes of observed damage is essential. Integrating the
results of different surveys provides essential information to plan an
intervention which could determine for the whole conservation status of the
artefact. (D. Lgs n. 50/2016, Art. 147).
14 – Cultural heritage restoration and preservation are interdisciplinary
activities requiring the collaboration of specialized experts collaborating on
the project from the Preliminary to the Executive status. (D. Lgs. 2004, n. 42
Art.9 bis; D. Lgs n. 50/2016, Art. 147).
15 – Due to the specific conservation problems of each artefact, the
restoration project must always include an audit of the methodology and
materials to be used, based on the results of the preliminary surveys (D.Lgs n.
50/2016, Art. 147).
16 – The project must include information about monitoring the conservation
status over time with the aim of planning appropriate maintenance. (D. Lgs. n.
50/2016, Art. 147).
17 – Projecting and implementing restoration works must always take
into account the efficacy of methods and materials to be used, the
non-detrimental effect on the artefact’s conservation and on the environment
and, when possible, the reversibility, in order not to compromise future
conservation works and to allow the retreatment
of the artefact. (D. Lgs. 2004, n. 42, Art. 29).
18 – Speaking of restoration projects for movable property, decorated
surfaces of architectural property and historical material of immovable
property of historical, artistic and archaeological interest, the Restorer of
Cultural Heritage is a qualified expert according to the current regulations,
with a proven track record, who plans and directs works, verifies preliminary
projects, directs and organizes a team of experts doing research and testing
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THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
employing their own specific expertise. (D. M. 86/2009, All. A).
19 – Specific restoration works on movable property, decorated surfaces of
architectural property and historical material of immovable property with
historical, artistic and archaeological interest can only be subcontracted with
Executive Planning and not a fixed price contract, must include a potential
additional phase of Supplementary Planning work in progress related to the
complexity of the work as well as particular conservation needs only
foreseeable during the executive phase. This further phase of Supplementary
Planning must be financially covered with specific funds
of the economic framework, after consulting and approval of the Tender
Responsible Officer. (D. Lgs. n. 50/2016 Art. 147).
20 – Specific conservation and restoration works must be accomplished
exclusively by a Restorer of Cultural Heritage (D. Lgs. 2004, n. 42, Art. 29).
21 – Specific restoration works of Cultural Heritage (movable property,
decorated surfaces of architectural property and historical material of
immovable property with historical, artistic and archaeological interest) must
be entrusted exclusively to qualified companies by the Director Restorer of
Cultural Heritage, by qualified staff and with documents certifying freelance
work.
22 –When scientific committees are required to supervise restoration work, a
restorer of cultural heritage must be included among the different experts
together with a scientific expert in the most important area.
23 – To know the Conservation History of the cultural heritage is essential and
for this reason it must be always guaranteed by documentation obtained with
the help of the most relevant technologies to be employed
in every single case and be able to produce, for the future, an organic corpus
of information about instruments and materials to be used in all the
conservation works (D. Lgs. 2004, n. 42, Art. 29; D. Lgs. n. 50/2016, Art. 147).
Rome, September 11, 2016
Paola Conti, Pietro Coronas, Marisa Laurenzi Tabasso, Marina Maugeri,
Alessandra Morelli, Paolo Pastorello, Carla Tomasi
(Members of the Directive Committee of RSF - Italy)
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THE MANIFESTO OF ITALIAN RESTORATION
RESTORERS WITHOUT BORDERS
OBJECTIVES
THE VISION
Restorers Without Borders promotes the preservation of art and cultural
heritage involving, even in the form of volunteer, restoration and conservation
professionals , each one highly specialized in specific areas.
The presence in national and international territories of adequate
professionals – also through the training of local human resources – will be
a distinctive feature of the activities of the association and will contribute to
the preservation of the World Heritage and to the socio-cultural development
of the populations involved.
The association is open, by its nature, to all those who feel they can
contribute with their experience, training, for patronage or for pure vocation.
THE MISSION
Restorers Without Borders is a non-profit association working for the purpose
of social utility in the field of Cultural Heritage preservation.
The aims are:
To promote the search for funding sources in aid of the statute activities in
order to guarantee the association financial balance, both through volunteer
contributions and public or private funding, to the benefit of its projects.
To work by means of combined project methods and to manage emergencies
with a mobilization and volunteer thinking.
To realize protection interventions of the cultural and artistic heritage, both
in national and international territories.
To verify expertise and abilities of those professionals who will be helpful
and to realize local training courses to upgrade, where necessary, the
competences of operators to be engaged in the projects.
To supervise the planned activities on the strength of a database of all
professionals and human resources obtained, together with their value,
considering expertise typology and territorial distribution, as well as the
availability in case of emergency, based on selective criteria provided by
the Association Rules.
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