perché il gelato può provocare mal di testa?

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Transcript perché il gelato può provocare mal di testa?

Anno IV – Numero 990
Martedì 15 Novembre 2016, S. Alberto, Arturo
AVVISO
Ordine
1. ORDINE:
FAD
in
farmaDAY
2. Un Farmaco per Tutti
3. ORDINE:
l’orgoglio
dell’appartenenza
Proverbio di oggi….……..
È meglio a zuppecà’ ca a nun cammenà’
nella vita bisogna sempre contentarsi del meno peggio,
quando non sia possibile ottenere il meglio
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Perché il gelato può
provocare mal di testa?
5. Misurare la pressione,
meglio farlo su entrambe
le braccia
6. Che fare in caso di
sangue
nel
liquido
seminale?
Prevenzione e
Salute
7. Bambini alle prese con
la
gastroenterite:
come
affrontare
il
problema al meglio
8. PROSTATITI:
che
cosa sono e come si
curano
Meteo Napoli
Martedì 15 Novembre
 Variabile
Minima: 10°C
Massima: 14°C
Umidità:
Mattina = 45%
Pomeriggio =60%
PERCHÉ IL GELATO PUÒ PROVOCARE MAL
DI TESTA?
Le origini scientifiche del fastidioso dolore associato al dolce
estivo per eccellenza.
I gelati, ma anche i ghiaccioli e le bibite fredde,
se consumati con voracità possono provocare
forti mal di testa che, fortunatamente, durano
solo pochi istanti.
Il
fenomeno
dal
nome
scientifico
di ganglioneuralgia sfenopalatina, è dovuto
alla rapida costrizione dei vasi sanguigni del
palato, quando questi entrano in contatto molto rapidamente con una
sostanza fredda. Al ripristino della normale temperatura del cavo orale, gli
stessi vasi si dilatano di nuovo, per una reazione di compensazione.
EQUIVOCO. I nocicettori (recettori del dolore) presenti sul palato rilevano
questa vasodilatazione e inviano un segnale al nervo trigemino, un nervo che
di norma veicola stimoli percepiti sul volto. A questo punto il cervello
interpreta la sensazione dolorosa come proveniente dalla fronte, anche se
arriva dal palato, e percepiamo così un dolore simile a cefalea.
DIFESA. Un'altra teoria vuole che il dolore sia causato dalla rapida dilatazione
e in seguito dalla costrizione dell'arteria cerebrale anteriore, un vaso
sanguigno che irrora una parte del cervello.
Secondo gli scienziati questo processo è un meccanismo di difesa del cervello,
che essendo piuttosto sensibile al freddo si tutela dai repentini abbassamenti
di temperatura aumentando l'afflusso di sangue caldo.
Ma poichè la scatola cranica è un contenitore chiuso, un rapido aumento del
volume di sangue in circolazione provoca emicranie e dolori molto intensi.
(Salute, Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 990
SCIENZA E SALUTE
MISURARE LA PRESSIONE,
MEGLIO FARLO SU ENTRAMBE LE BRACCIA
Uno studio rivela che la differenza della massima predice malattie cardiovascolari
Due braccia, due pressioni diverse. Soprattutto la massima. Secondo
uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Medicine bisogna
spendere qualche minuto in più quando si misura la pressione, per
"prenderla" su entrambe le braccia. Infatti, secondo lo studio una differenza
di 10 punti - 10 mm di mercurio - nella pressione sistolica (la "massima")
tra un braccio e l'altro rivela un rischio più alto di problemi cardiovascolari,
gli stessi che possono anticipare un infarto.
Questo potrebbe permettere di impostare meglio la terapia medica.
In particolare, secondo i ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston, i soggetti che
mostrano la maggiore differenza tra una misurazione e l'altra sono anziani, diabetici, persone con una
massima mediamente sopra la norma (la pressione normale è compresa tra 60/90-100/140 mmHg).
Solitamente la pressione misurata tra le due braccia è sempre diversa. "In questo ampio studio – una
differenza della pressione sistolica (la massima) tra le due braccia è risultata esserci in quasi il 10%
degli individui ed è associata ad un incremento del rischio cardiovascolare”.
La novità è che i partecipanti al momento della prima osservazione non avevamo malattie
cardiovascolari, ma quelli con una differenza di 10 punti hanno avuto problemi cardiaci in
seguito.“Anche differenze modeste nella pressione arteriosa sistolica negli arti superiori – riflette un
aumento del rischio cardiovascolare”. Se non è possibile andare dal dottore o in farmacia, la pressione
arteriosa può essere misurata anche in casa con l'aiuto del familiare. Ecco le regole per farlo bene.
Misurare la pressione
Tenere d`occhio la pressione arteriosa è importante, ma non sempre si ha il tempo di andare dal
medico o dal farmacista. Va bene, quindi, anche la misurazione “fatta in casa”, a patto di osservare
alcune regole:
1.Non bisogna assumere bevande contenenti caffeina nell`ora precedente la misurazione.
2.Smettere di fumare un quarto d`ora prima.
3.Almeno 5 min. prima della misurazione è necessario sedersi e rilassarsi in un posto comodo e tranquillo.
4.Occorre procurarsi uno sfigmomanometro e un fonendoscopio.
5. Appoggiare il braccio su un ripiano e infilare tra l’ascella e la piega del gomito il bracciale di gomma.
6.Le dimensioni del bracciale devono essere adeguate al braccio. Persone molto magre o molto robuste
devono utilizzare bracciali più piccoli o più grandi dello standard.
7.Posizionare sotto il bracciale la “campana” del fonendoscopio, lo strumento che raccoglie e trasmette
all`orecchio i rumori provenienti dal passaggio di sangue nell`arteria.
8.Pompare fino a che non si avverte più alcun rumore. Quindi gonfiare ancora un po`, superando di circa 20
mm il punto in cui la pulsazione è scomparsa.
9.A questo punto si deve svitare la piccola valvola presente sulla pompetta per far uscire lentamente l`aria
dal bracciale. Il primo, chiaro suono che si sentirà equivale alla pressione “sistolica” o massima.
10.I rumori diventano inizialmente più intensi, poi man mano più deboli: la loro completa scomparsa
corrisponde alla pressione “diastolica” o minima.
11.Per maggior sicurezza, è bene effettuare almeno due misurazioni successive.
12.Solitamente non importa quale braccio venga usato. A volte, però, si riscontrano differenze sensibili tra
destro e sinistro. In tali casi, è consigliabile effettuare la misurazione sul braccio con la pressione più
elevata. (Salute, sole24ore)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 990
PREVENZIONE E SALUTE
BAMBINI ALLE PRESE CON LA GASTROENTERITE:
COME AFFRONTARE IL PROBLEMA AL MEGLIO
Nella maggior parte dei casi è dovuta a virus, a volte può però essere causata
anche da batteri o, più di rado, da protozoi. È importante somministrare, ai primi
sintomi, soluzioni reidratanti: meglio evitare il «fai da te», usando prodotti mirati
presenti in commercio. E, al contrario di quanto molti dicono, non è necessario
seguire una dieta in bianco.
Molto comune sotto i 5 anni
La gastroenterite è un’infiammazione acuta che coinvolge lo stomaco e
l’intestino. È molto comune nel bambino, soprattutto sotto i cinque anni, e,
nella maggior parte dei casi, è dovuta a virus. A volte può però essere
causata anche da batteri o, più di rado, da protozoi. La principale via di
trasmissione è quella oro-fecale, sebbene talvolta la diffusione possa
avvenire anche per contatto con persone infette o attraverso secrezioni
respiratorie. In alcuni casi la trasmissione può avvenire attraverso contatto
con superfici contaminate, oppure attraverso l’ingestione di acqua o cibo
contaminati.
I colpevoli: virus, batteri, protozoi
La gastroenterite può essere causata da virus
(Rotavirus, Adenovirus, Norovirus), batteri (Salmonella
spp., Campylobacter jejuni, E. coli, C. difficile, Shigella
spp.) o protozoi (Giardia lambia, Cryptosporidium
parvum). I batteri e i protozoi agiscono con vari
meccanismi
a
livello
intestinale
inducendo
infiammazione, danno della mucosa intestinale e
aumentato passaggio di fluidi a livello del lume
intestinale.
Che cosa accade dopo il contagio
In gran parte dei casi la gastroenterite è causata dal Rotavirus. Ecco
che cosa accade dopo il contagio:
1) il virus prende contatto con le cellule epiteliali che rivestono
l’intestino tenue e viene portato al loro interno;
2) il virus si moltiplica e inizia a produrre una tossina che, una volta
liberata nel lume intestinale, determina secrezione di fluidi da
parte delle cellule circostanti
3) i nuovi virus lasciano le cellule infettate per infettarne di nuove;
4) le cellule epiteliali infettate muoiono. A questo punto l’infiammazione, la perdita di superficie
assorbitiva e l’azione della tossina portano alla diarrea.
I sintomi: febbre, dolori e vomito
Nel caso delle gastroenteriti virali di solito i sintomi compaiono uno o due giorni dopo il contagio. I
disturbi più tipici nelle prime ore sono febbre, malessere generale e vomito. Con il passare delle ore o
dei giorni sopraggiungono dolori addominali e diarrea. L’infezione dura per un periodo variabile dai 2-3
ai 4-7 giorni. Talvolta, specie nelle infezioni da Adenovirus, possono essere presenti anche sintomi
respiratori.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 990
La diagnosi si basa essenzialmente sui sintomi. Gli esami microbiologici delle
feci servono solo in alcuni casi, per esempio nel neonato, nel bambino affetto
da patologia cronica o immunodepresso o quando i sintomi sono molto severi
e/o protratti oltre i 10-14 giorni. È importante somministrare, ai primi
sintomi, soluzioni reidratanti (meglio evitare il «fai da te», ma usare prodotti mirati presenti in
commercio). Per ridurre durata e severità dei sintomi è utile la somministrazione di alcuni ceppi di
probiotici, facendosi consigliare dal pediatra. Se c’è febbre sono indicati gli antipiretici. La dieta è
libera e non in bianco, come in molti ancora
consigliano.
LA DIAGNOSI E
LE CURE
Le complicanze: disidratazione
In genere la gastroenterite virale si autolimita e, se si
prendono alcuni accorgimenti (vedi scheda
precedente), si risolve in meno di una settimana. La
complicanza più comune, specie nei bambini piccoli, è
la disidratazione legata alla perdita di notevoli
quantità di liquidi. I principali segnali di disidratazione
sono
indicati
nell’immagine.
Tra
questi,
l’allungamento del tempo di riempimento capillare: per verificare questa eventualità basta premere
con un dito il letto ungueale per 5 secondi a una temperatura ambiente compresa tra 20-25 °C fino a
determinarne lo schiarimento; subito dopo bisogna lasciare di colpo: se la pelle si ricolora di rosso in
più di due secondi c’è disidratazione.
Come prevenire il problema
Una buona igiene degli alimenti, delle mani e degli ambienti frequentati
dai più piccoli aiuta a ridurre il rischio di contagio. Alcuni studi indicano
che i cibi fermentati, come lo yogurt o particolari formule di latte per
bambini, possono aiutare a prevenire gli episodi di gastroenterite,
rafforzando le difese immunitarie. Per prevenire la gastroenterite da Rotavirus sono disponibili dei
vaccini che possono essere assunti per bocca nei primi mesi di vita. (Salute, Corriere)
SCIENZA E SALUTE
CHE FARE IN CASO DI SANGUE NEL LIQUIDO SEMINALE?
DOMANDA: ho 47 anni, circa 10 giorni fa, dopo un rapporto, ho riscontrato un pò di sangue nel liquido
seminale. In seguito non si è più ripetuto. Già da qualche giorno avvertivo dei lievi disturbi, che avverto
ancora: fastidio sotto la pancia all'altezza della vescica, minzione difficoltosa e fastidiosa, fastidio che va e
viene al testicolo destro. Tre anni fa sono stato operato per un calcolo di 1,2 cm nel rene.
RISPOSTA: Si tratta con ogni probabilità di una flogosi prostatica che meriterebbe un trattamento
specifico. Contestualmente una ecografia addominale sarebbe consigliabile per il problema dei calcoli
o della sabbietta renale che potrebbe essere una concausa della flogosi del tratto urinario.
(OK, Salute e benessere)
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Anno IV – Numero 990
PREVENZIONE E SALUTE
PROSTATITI: che cosa sono e come si curano
Il sintomo principale è il bruciore sia mentre si fa pipì sia durante l’eiaculazione. «La
prostatite deve essere curata tempestivamente per evitare che si ripresentino e che
mettano a rischio la fertilità».
Le prostatiti sono infiammazioni che colpiscono spesso uomini in età
giovanile. Sono condizioni a carattere benigno, ma non per questo vanno
sottovalutate perché possono avere conseguenze anche importanti sulla
fertilità maschile.
Come curarle e soprattutto come evitare che si ripresentino? Abbiamo
chiesto consiglio prof. Bruno Giammusso, Resp. dell’Unità Operativa di
Andrologia presso il Policlinico Morgagni di Catania.
Le prostatiti sono tra i disturbi maschili più comuni.
Di che cosa si tratta?
La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile che produce la maggior parte del liquido
seminale. Si trova a un crocevia tra la via urinaria e la via seminale, per questa ragione le patologie che
la riguardano possono avere ricadute sia sulla fertilità sia sul benessere del tratto urinario. I disturbi
più comuni che colpiscono la prostata sono l’ipertrofia, ovvero un aumento di volume di questo
organo, il carcinoma e le prostatiti, che sono delle infiammazioni a carico della ghiandola. Ipertrofia e
carcinoma colpiscono per lo più dopo i 45 anni, mentre le prostatiti possono interessare anche i
soggetti più giovani.
Quali sono i sintomi e le cause? I disturbi urinari sono prevalentemente “irritativi”, si avverte
bruciore sia durante la minzione sia durante l’eiaculazione e il bisogno di urinare è frequente. Le
cause più frequenti di prostatite sono infezioni di natura batterica. I batteri che più spesso si rendono
responsabili di infezioni prostatiche sono microbi che abitualmente vivono nell’intestino, come
l’Escherichia Coli e lo Streptococco fecale. Altri agenti infettivi, come la Clamidia, raggiungono la
prostata per contagio trasmesso sessualmente.
Esistono dei fattori predisponenti? Ci sono fattori che predispongono alla prostatite e prolungano
il suo decorso, in primo luogo i fattori alimentari. Ci sono cibi che hanno un effetto irritante sulla
prostata: peperoncino e pepe nero sono assolutamente da evitare in caso di infiammazione. Anche
l’eccessiva sollecitazione meccanica è sconsigliata: il sellino della bicicletta può favorire la
riacutizzazione dell’infiammazione.
La prostatite ha la tendenza a cronicizzarsi. Questa patologia ha un decorso prolungato, con
periodi asintomatici alternati a periodi di ricadute. In questo caso la terapia può durare mesi. Una
dieta, ricca di frutta, verdura e fibre che mantengono l’intestino regolare, riduce il rischio di recidive.
Come si diagnostica e qual è la terapia più indicata? Alla comparsa dei primi sintomi è bene
non aspettare e rivolgersi a uno specialista. Già dalla prima visita si può individuare l’origine del
disturbo: l’esame rettale valuta la consistenza e la dimensione della ghiandola. Ci sono poi alcuni esami
specifici che approfondiscono il quadro clinico, come l’ecografia prostatica e la spermiocultura. In base
ai dati raccolti, una volta individuato l’eventuale agente infettivo, si procede con la terapia antibiotica
mirata, di norma abbinata a una terapia decongestionante.
La prostatite può avere conseguenze sulla fertilità? Sì. Per questa ragione deve essere curata
tempestivamente, per evitare conseguenze sulla funzione riproduttiva. Oltre ai sintomi urinari, la
prostatite ha conseguenze dirette sulla qualità del liquido seminale, che risulta alterato in termini di
numero, motilità e struttura degli spermatozoi. (OK, Salute e benessere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 990
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
Ordine: I Farmacisti Napoletani incontrano Padre Pio
Mercoledì 16 Novembre p.v. ore 20.45 – Sede Ordine.
Introduce V. Santagada e M. Di Iorio
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Progetto “UN FARMACO PER TUTTI”
Progetto per contrastare la povertà sanitaria.
FARMACIE COME ADERIRE:
Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di
consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.
http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
Nelle foto sottostanti, l’arrivo dei Farmaci raccolti con il Progetto “Un Farmaco per Tutti” e donati alla
Missione dei Padri Camilliani in Benin, Hospital La Croix di Zinviè in Benin
Napoli, Farmaci donati Padre Marius Yabi O.C., Chirurgo e Dir. Sanitario dell’Ospedale “La Croix”
I
Ospedale
Catalogazione dei Farmaci Donati
RACCOLTI FINORA 25.000 CONFEZIONI di FARMACI e
DISPOSITIVI Donati ai seguenti ENTI ASSISTENZIALI:
La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, UNITALSI Campania,
Stelle in Strada, Suore della Carità Madre Teresa di Calcutta,
Ordine di Malta, Croce Rossa,
Missione dei Padri Camilliani in Benin, Hospital La Croix
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Anno IV – Numero 990
PAGINA 9
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Anno IV – Numero 990
ORDINE di NAPOLI: CONCERTO DI NATALE,
CADUCEO D’ORO, MEDAGLIE DI BENEMERENZA ALLA
PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO
Domenica 11 Dicembre,ore 18.00–Teatro Auditorium Mostra D’Oltremare –
Napoli
Si ringraziano tutte le aziende per la sensibilità avuta nel patrocinare questa cerimonia rivolta alla
valorizzazione
dell’intera
Categoria
e
rendendo lo sforzo dell’Ordine per nulla
oneroso.
Sul sito dell’Ordine, nella Home page, sezione
News, Medaglie alla Professione – Consegna
delle Medaglie trovi il regolamento sulle:
CONTRIBUZIONI VOLONTARIE A FAVORE
della MANIFESTAZIONE
Di seguito il link:
http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordine
Nuovo/news/1570-regolamento-contributivolontari
Ad oggi hanno già contribuito con patrocinio
volontario le aziende riportate nel panel.
Man mano che aderiranno altre aziende il
panel sarà aggiornato.
PAGINA 10
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Anno IV – Numero 990
MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO
Domenica 11 Dicembre, ore 18.00, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare
PAGINA 11
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Anno IV – Numero 990
PAGINA 12
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 990