da stampare 11-11 depliant seminari 2016

Download Report

Transcript da stampare 11-11 depliant seminari 2016

Il Ciclo dei Seminari è organizzato dalla Sezione Torinese in
collaborazione con l’Istituto Torinese di Gruppoanalisi. La Scuola
di Psicoterapia fa riferimento all’elaborazione clinica e teorica
concepita da Diego Napolitani.
Gl i I s t i t u t i d i f o r m a z i o n e i n
Psicoterapia Gruppoanalitica
La Scuola di Formazione in Psicoterapia Gruppoanalitica
della SGAI, è stata riconosciuta il 20/3/1998 dal
competente Ministero, come richiesto dalla legge n.
56/89.
La Scuola è oggi articolata in tre Istituti di Formazione,
ciascuno organizzato e gestito dalla corrispondente
Sezione Regionale della SGAI:
l'Istituto Milanese -IGAM-, diretto dalla dr.ssa Tiziana
Sciavi;
l’Istituto Romano -IGAR-, diretto dal dr. Lino di
Ventura;
l’Istituto Torinese -IGAT-. diretto dalla dr.ssa Alba
Matteoni
I Responsabili degli Istituti regionali presiedono la
Commissione Didattica costituita dai Docenti interni
della SGAI. Alla Commissione Didattica compete la
formulazione dei programmi didattici quadriennali, la
nomina dei docenti, la valutazione delle domande di
iscrizione, delle tesine annuali e delle tesi di diploma
degli allievi.
Profilo storico-scientifico della SGAI
La Sgai Nazionale è stata fondata dai fratelli Fabrizio e Diego
Napolitani nel 1986. Fabrizio Napolitani negli anni ’50 lavora presso
la Clinica Bellevue diretta da Ludwig Binswanger. Qui, nel luogo
della Dasein-analyse, dell’analisi esistenziale concepita dal fondatore
della psichiatria fenomenologica, egli trasformerà il reparto
psichiatrico a lui affidato in una Comunità Terapeutica. Trasferitosi a
Roma crea la prima Comunità Terapeutica in Italia.
Contemporaneamente a Milano Diego Napolitani adotta il modello
della Comunità Terapeutica in ambito pubblico e privato, dando così
inizio alla ricerca sui gruppi. Tale ricerca acquista sempre più dignità
scientifica a partire dal 1982 quando Diego Napolitani presenta a
Copenhagen nel V° Congresso Internazionale di Psicoterapia di
Gruppo l’iniziale traccia di un suo modello teorico definito
“Multiverso relazionale”. In tale modello viene abbandonato
definitivamente ogni riferimento al modello pulsionale e adottata la
visione strutturalmente collettiva della mente.
Questa originale teoria parte dalle proposte relazionali di S. Freud e
della sua scuola, in particolare si avvale dei contributi di Ferenczi,
Fairbairn, Guntrip, Winnicott, Bion; approfondisce il modello teoricometodologico di Foulkes, sviluppandone il concetto di matrice, per
approdare al pensiero ermeneutico-fenomenologico.
Il presupposto teorico della gruppoanalisi è che l’uomo è portatore
della propria tradizione e l’analisi degli aspetti cognitivi, affettivi e
comportamentali si sviluppa in una prospettiva storica,
implicitamente gruppale. Non esiste un individuo e un gruppo.
L’individuo è un gruppo perché tutto ciò che concerne l’aspetto
relazionale richiama il concetto di ambiente. Per ambiente s’intende
non tanto un gruppo di persone, quanto l’insieme dei fenomeni
all’interno del quale un gruppo di persone sviluppa determinate
relazioni.
SEZIONE TORINESE
e
Scuola di Formazione in
Psicoterapia Gruppoanalitica
CICLO DI SEMINARI
Gennaio 2016 – Novembre 2016
Altrove
Sogno e tempo
I Seminari sono gratuiti
Su richiesta verrà rilasciato l’Attestato di partecipazione.
Per informazioni sulla Scuola
[email protected]
www.sgai.it
Per informazioni ed iscrizioni ai seminari
328 6689267 / 347 1678080
[email protected]
www.sgai.it
Sede degli incontri
Convitto Nazionale “UMBERTO I”
Via Bligny, 1 bis, Torino
Altrove
Sogno e tempo
L’Altrove … riporta ad un altro luogo, uno spazio/tempo altri; si
collega al procedere dell’uomo, al suo divenire Altro. L’altrove è
un’altra dimensione, apre al mistero, all’ignoto, al non ancora noto
che, se accompagna il nostro pro-cedere, permette il cedere delle
certezze, delle fissità delle nostre Istituzioni … E’ la parola nascente,
l’invenzione, la creatività. E’ l’Aldilà del conosciuto. E’ andare oltre
la soglia, in un territorio provvisorio di senso, nuovo punto da cui
partire.
16 gennaio 10.00-13.30 L. Cofano
L’antropos tra clinica e neuroscienze
Da un paio di anni, il termine “Anthropos” – introdotto da Diego
Napolitani nei suoi lavori per sottolineare la singolarità della specie
umana rispetto agli altri esseri viventi – è diventato di uso comune
nella SGAI, tanto da portare perfino alla modifica della sua ragione
sociale, diventata ora “Società Gruppo-Antropoanalitica Italiana”.
Perché “Anthropos”, che in greco vuole semplicemente dire Uomo?
Una risposta potrebbe essere nella tesina di una collega che, per parlare
della propria storia, ha preferito usare il termine “antropo-grafia” al
posto di “bio-grafia”, proprio per indicare che la storia dell’Uomo è
diversa da quella di tutti gli altri esseri viventi sulla terra.
6 febbraio 10.00-13.30 C. Napolitani
Il sogno come esperienza di mondo
Da sempre l’uomo ha interrogato i propri sogni ma è con Freud che il
sogno prende lo statuto di fatto psicologico (la via regia per esplorare
l’inconscio) collegato però ad una visione deterministica dell’uomo.
Tenendo conto invece della sua natura auto-poietica, si propone una
riflessione sul sogno sia da un punto di vista fenomenologico (la sua
forma e il suo carattere), sia da uno più prettamente ermeneutico,
relativo cioè all’interpretazione.
20 febbraio 10.00-17.30 P.Cerlati
Relianze: musiche tra discipline e saperi
Il pensiero sistemico-complesso e il concetto di relianza (legamealleanza relazionale ma anche disciplinare riferito alla scuola
psicosociale francofona ”guideranno” il nostro sguardo sulla musica
interrogata
come un sistema di sistemi di significazione.
La musicalità di ogni persona dipende da fattori eco-bio-psico-sociali
e nel 'fare-ascoltare musica' si sintetizzano tutti questi elementi che
modellano la persona nella sua totalità e unicità. Svilupperemo questa
“visione” attraverso una poietica che non implica competenze
musicali specifiche, ma il piacere di mettersi in gioco.
12 marzo 10.00-13.30 F. Leoni
Sogno e simultaneità
Freud ha affermato che l'inconscio non conosce il tempo, che tutto
nell'inconscio è contemporaneo di tutto. È una tesi che riassume con
forza quanto è familiare a ciascuno di noi. Non ci stupiamo infatti di
sognare persone e luoghi che appartengono a epoche diversissime
della nostra vita collocandoli in un'unica scena che li vede fianco a
fianco. Che cos'è il tempo della veglia, il tempo lineare
dell'esperienza diurna, rispetto a questa immensa simultaneità della
notte? Che cosa può fare, la veglia, di questa strana eternità del
sogno?
16 aprile 10.00-17.30 A. Matteoni
Esperienza psicocorporea*
Quale corpo?
Il termine psicocorporeità rimanda a una distinzione tra fisicità e
corporeità ed è a quest'ultima che ci si riferisce quando si parla di
corpo, inteso come luogo del simbolico, del possibile, del soggettivo,
del soggetto in divenire: diverso dagli altri e diverso da sè.
La situazione gruppale in cui si svolge l'esperienza favorisce il
mettersi “in gioco” dei partecipanti e sappiamo,
ricordando
Winnicott, come la dimensione ludica apra alla creatività, a modalità
di relazioni nuove, anche se solo per piccole, ma significative
sfumature.
*Indossare abiti comodi e calze antiscivolo
7 maggio 10.00-13.30 A. Lampignano
I sogni nell’elaborazione del lutto:
movimento e tempo
Vengono presi in considerazione i sogni di un paziente, il quale dopo
un’intenzione suicidaria, riesce insieme all’analista ad elaborare i
sentimenti depressivi e ad attivare disposizioni vitali che trovano
espressione nella produzione onirica, abbastanza intensa in quel
periodo.
E’ importante constatare come nel sogno l’intrico dei diversi
sentimenti ed emozioni prendano la forma di movimenti e che il
tempo si spazializzi. Ciò potrebbe significare che una diversa
percezione del corpo entri nei processi di rivitalizzazione ed anche,
quindi, nei processi di cambiamento
21 maggio 10.00-17.30 P. Ronchetti
L'Altrove nel lavoro di gruppo
Nel corso del seminario, attraverso la metodologia dell'Acquario, il
conduttore accompagnerà i partecipanti in un percorso esperienziale
impossibile da anticipare perché solo percorrendolo potrà essere
creata dagli stessi partecipanti un'autentica voce condivisa. In questo
modo, nel corso dell'esperienza, potrà nascere un linguaggio fondato
dalle 'voci' che parleranno nel gruppo. Durante il lavoro si
comprenderà e si farà esperienza viva di quanto sia possibile
rifondare sui nostri linguaggi acquisiti germogli di pensiero 'ingenui e
aperti all'oltre' affinché possano diventare innesti che aprono in
ognuno dei partecipanti nuove visioni di mondo.
17 settembre 10.00-13.30 P. Mascolo
Sogno e pensiero
I due termini che fanno da titolo a questo incontro si riferiscono a due
ambiti o, potremmo dire, a due modi dell’umano essere in relazione
con il mondo, di solito considerati del tutto differenti. Possiamo però
domandarci se vi sono, e quali sono, i punti di contatto tra questi due
modi, se è legittimo considerarli due aspetti della cognizione umana,
se e come l’uno possa essere alle radici della formazione dell’altro e
viceversa.
A partire da questi interrogativi si intende avviare una riflessione
comune che apra a ulteriori prospettive di senso sui temi oggetto
dell’incontro e che possa far nascere nuovi interrogativi.
8 ottobre 10.00-13.30 P. Tucci
Analisi e formazione: l'ordinario e lo
straordinario della coscienza
Sogni e pregiudizi. Agganciati da un criterio di verità ignoriamo
quanto l'ignoto ci accompagni. Ed è così che ogni mattina siamo soliti
congedarci dai nostri sogni perché ci fa scandalo che essi, liberi di
agire nella vita reale, possano turbare l’andamento ordinario della
nostra vita.
12 novembre 10.00-13.30 M. G. Campus
Il dolore tra sogno e tempo
Il dolore è esperienza di sofferenza nel senso di tormento, di
patimento, ma è proprio in questo patire che può sorgere in ogni
individuo un’interrogazione intima sul valore e sul senso di
un’esistenza. Di fronte al nulla che il dolore spalanca, l’uomo si attiva
per colmarlo, eluderlo, sopportarlo, tollerarlo, interrogarlo. In tutto
ciò può rinascere, a volte rinasce. E’ una nascita che non vuole
eludere il dolore, ma attraversarlo. Attraversare il dolore
significa concepire il dolore, cioè sapere di lui, conoscerlo sin nelle
sue insondabili note cupe per iscriverlo a pieno diritto nella vita. Il
sogno e il tempo sono elementi fondamentali nella concezione
della ‘cura’ antroponalitica alla quale si farà riferimento durante il
seminario.