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17 novembre 2016 delle ore 16:02
"Lo spazio dell'arte tra passato e futuro", ovvero
come integrare antico e contemporaneo. Se ne
parla al MAXXI in un simposio promosso da
Nomas Foundation
Che valore ha l'arte antica, il classico, in
relazione al contemporaneo? Più che una
diatriba di conservazione-promozione, visto
che spesso abbiamo osservato come entrambe
le questioni possano andare di pari passo, il
convegno che domani si metterà in scena al
MAXXI, promosso dalla Nomas Foundation,
vuole presentare una serie di sguardi
osservando come la sinergia tra antico e
contemporaneo possa attivare nuovi modelli di
cultura. A Roma, in effetti, tra gli interventi di
Ugo Rondinone ai Mercati di Traiano e "Par tibi
Roma Nihil" al Palatino, la strada sembra
tracciata e - come scrive Raffaella Frascarelli,
di Nomas, "è necessario un confronto aperto e
critico per formulare un percorso condiviso,
mantenendo intatto lo straordinario lavoro
svolto dagli archeologi e sperimentando
strategie che possano massimizzare l’interazione
tra risorse economiche e politiche culturali". Il
convegno che sarà introdotto dal Soprintendente
Francesco Prosperetti e dal direttore del
MAXXI Hou Hanru, vedrà anche l'intervento
di Clementina Panella, de La Sapienza,
raccontando di come la ricerca archeologica
debba avere una ricaduta sul paesaggio urbano,
diventando patrimonio di conoscenze condiviso,
e che l'architettura del passato possa guidare
invece il nuovo passo, le trasformazioni delle
città, evitando - come ricorda Monique Veaute,
Presidente di Romaeuropa - che "il patrimonio
storico e artistico venga usato come uno sfondo
statico per una narrazione completamente
staccata dal contesto", mentre il contemporaneo
ha il dovere di valorizzare e di rendere "vivo"
il silenzio del passato. Sulla rigenerazione della
mediazione culturale tra processi pedagogici,
spazi di libertà creativa e pratica curatoriale
interverrà Maria Rosa Sossai, mentre sarà
presente anche Dieter Roelstraete, autore di The
Way of the Shovel, celebre riflessione in
relazione all’impulso "storiografico” nell’arte
contemporanea, mentre sulla questione del "
centro mancante" interverrà Christopher Smith
della British School at Rome e Stefano Chiodi
verterà, sul finale, un intervento che si prevede
gettare una luce positiva, sulla capacità particolarmente italiana - di far incontrare in
maniera pregevole antico e contemporaneo.
Perché, come ha scritto Giorgio Manganelli, "
L'Italia non fu mai vista solo come un
parcheggio peninsulare di monumenti [...] ma
cose singolarmente vivibili e abitabili e
abitate”. E allora, che se ne parli, per tracciare
un modello: dalle 9.30
Nelle foto: Gianni Politi, Reverse Sistina, 2016.
Installation view, Palatino, Roma
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