Sindrome emolitico-uremica

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L
a sindrome emolitico-uremica (SEU) è una microangiopatia trombotica caratterizzata dalla compresenza di consumo piastrinico, emolisi e danno renale (e multiorgano) e rappresenta, per lo più, la complicanza dell’enterite da E. Coli shigatossino-produttore (STEC). Si
tratta della più frequente causa di insufficienza renale acuta nel bambino (tasso
di letalità: 3-5%, rischio di gravi sequele: 5-10%). Da una parte il trattamento
della SEU si avvale della terapia di supporto costituita da trasfusioni, correzione
delle alterazioni idro-elettrolitiche e dell’equilibrio acido-base, antipertensivi,
supporto nutrizionale e, se necessario, la dialisi; dall’altra prevede la restrizione
idrica per evitare il sovraccarico di volume. Di recente si è ipotizzato che la
disidratazione (secondaria alla diarrea) e la conseguente emoconcentrazione possono rappresentare
fattori di rischio per una prognosi più severa. In
uno studio su “Pediatrics” si è indagato se la preco{ Ardissino G, Tel F,
ce espansione di volume nel paziente con SEU sia in
Possenti I, Testa S,
grado di ridurre la gravità della malattia (danni
Consonni D, Paglialonga
F, et al. Early volume
acuti e sequele). Tutti i pazienti affetti da STEC-SEU
expansion and outcomes
giunti in osservazione (2012-2014) presso il Centro
of hemolytic uremic
syndrome. Pediatrics
per il controllo della SEU dell’Ospedale Ca’ Granda
2016; 137(1).
di Milano sono stati sottoposti ad una precoce
Pediatria numero 6 - settembre 2016
La clinica
Sindrome
emolitico-uremica
espansione di volume mediante infusione endovenosa di soluzione glucoelettrolitica isotonica con il
plasma (NaCl 130 mEq/L)
con un target di aumento
di peso del paziente di circa
7-10% del peso in benessere. L’outcome a breve e lungo termine è stato quindi confrontato con quello
osservato nei 38 pazienti giunti allo stesso Centro
negli anni immediatamente precedenti, quando lo
standard di cura era proprio la restrizione idrica
(talvolta massimale). I pazienti sottoposti a precoce espansione di volume hanno presentato un significativo miglioramento dell’outcome, con una
riduzione del numero di decessi, dell’interessamento del SNC, del fabbisogno di dialisi, del bisogno di cura intensiva e dei giorni di ospedalizzazione. L’outcome a lungo termine è risultato migliore per le sequele renali ed extrarenali. Infine,
il trattamento non ha prodotto alcun significativo
effetto collaterale. Nei pazienti con STEC-SEU il
beneficio della precoce espansione di volume è attribuibile, in prima ipotesi, alla minore formazione di trombi nel microcircolo grazie all’infusione
precoce e generosa con conseguente miglioramento della perfusione degli organi e quindi minore
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danno ipossico-ischemico. (g.a.)
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