Frana `66, la grande paura Bocenago non dimentica

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Valli Giudicarie ❖ Val Rendena
TRENTINO MERCOLEDÌ 16 NOVEMBRE 2016
Domani gli artificieri a Pelugo
per la bomba nella fontana
◗ PELUGO
Artificieri al lavoro domani a Pelugo, già la mattina, in seguito al
ritrovamento di un ordigno cementata nella fontana del paese. Dopo l’analisi con il metal
detector, che ha confermato il
sospetto, domani interverranno
gli artificieri, affiancati dai carabinieri, per sottoporre a verifiche la fontana di via Storta che
conterrebbe una bomba della
Prima guerra mondiale. «La fontana sarà smontata e pesata»
spiega il sindaco Mauro Chiodega. Tutto ha origine dai lavori di
restauro e da un sopralluogo di
tecnici della Soprintendenza ai
beni culturali della Provincia,
che hanno riscontrato come la
parte sommitale sia caratterizzata da «un volume affusolato
dal sapore vagamente bellico».
stasera a tione la presentazione del libro
Michele Farina racconta l’Alzheimer
◗ TIONE
La copertina del libro
Stasera alle 20.30 nella Sala sette
Pievi della Comunità viene presentato il libro di Michele Farina
“Quando andiamo a casa?”, con
letture di Chiara Turrini. L’autore ha visto sua madre allontanarsi pian piano, inabissarsi fino a
divenire quasi irraggiungibile a
causa dell’Alzheimer, fino alla
morte. Michele Farina dialogan-
do con Letizia Espanoli, consulente e ideatrice di progetti di
miglioramento della qualità della vita, risponderà a domande
quali “Come trovare un senso a
un’esperienza del genere? Come superarla?”. Dopo dieci anni
di silenzio, Farina ha deciso di ripercorrere e pubblicare la propria storia in quella di altri, andando a cercare sua mamma negli occhi di malati sconosciuti.
Ne è nata un’inchiesta unica nel
suo genere, che descrive l’Italia
dell’Alzheimer attraverso le vicende di pazienti, famiglie, operatori, ricercatori, strutture, associazioni. La serata, aperta a
tutti, permette di compiere un
viaggio nel mondo di una patologia sempre più diffusa, complice l’allungarsi della vita, eppure
“nascosta”, perché vissuta come
un tabù.
(w.f.)
Frana ’66, la grande paura Lavori di sicurezza
Bocenago non dimentica al ponte sul Tanfurin
ponte arche
Sala gremita per la “Giornata del ricordo”, videointerviste ai testimoni di allora
Il sindaco Ferazza illustra il Piano di protezione civile e le tante opere realizzate
di Walter Facchinelli
◗ BOCENAGO
Moltissime persone hanno
condiviso la “Giornata del ricordo dell’evento franoso del 4
novembre 1966”. «Un evento ha detto il sindaco Walter Ferrazza - che ha creato in ognuno
paura di nuovi crolli. Per questo l’amministrazione comunale voleva che questa fosse
l’occasione per stringersi attorno alle proprie paure e insieme
alle comunità a noi vicine vincerle per guardare oltre». Il ricordo dei presenti è andato alla tragedia del 4 novembre
1966, ma anche ai fratelli Vigilio e Agostino Alberti che il 2 ottobre 1973 perirono per il crollo del ponte sul Sarca a Sarche
e «ai molti terremotati che vivono analoghe difficoltà». Nel
presentare il Piano di protezione civile comunale e le opere
di difesa realizzate e progettate
per difendere il paese, Ferrazza ha affermato «dal 1906
all’evento franoso del 1966 si
sono verificati ben 48 eventi calamitosi: per questo la gente di
Bocenago vive in una continua
e atavica paura. Però negli ultimi 10 anni Comune e Provincia hanno impiegato oltre 2,5
milioni di euro per mettere in
sicurezza il nostro paese e oggi
possiamo affermare che Bocenago è più sicuro e tranquillo».
Don Federico Andreolli e i
presenti hanno ringraziato Dio
perché nella frana del 1966
non ci sono state vittime. In sala è poi stato proiettato il video
Il sindaco Ferrazza durante la serata di ricordo della frana del 1966
inedito dell’esercitazione del
30 maggio 1999, quando il Corpo dei Vigili del fuoco di Bocenago organizzò una manovra
interforze di valle, ispirata proprio alla frana del 1966. Sono
stati ringraziati Fausto Alberti,
Claudio Alberti e Adriano Alberti, oggi comandanti onorari
del Corpo di Bocenago, e Marcello Boroni, secondo caposquadra. «Le amministrazioni
comunali e la Comunità possono investire molto per la prevenzione e le attrezzature - ha
detto il comandante Manuel
Alberti - però la passione e il
cuore li mettono i pompieri».
L’esercitazione storica ha mo-
strato l’impiego di uomini e
mezzi dei Vigili del Fuoco di
Bocenago, della valle e di Trento, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e dei soccorritori del 118 Alta Rendena.
A seguire il video-testimonianza realizzato dagli abitanti
di Bocenago per ricordare la
frana di 50 anni fa, facendo riemergere i ricordi di quelle tragiche ore, ancor oggi impressi
nella memoria dell’intera comunità. Attimi di autentica
commozione hanno caratterizzato le interviste che Nadia Clementi ha fatto a Raimondo Boroni, Clemente Boroni e Carmen Riccadonna, Riccarda Bo-
roni, Rosanna Boroni, Bruna
Boroni, Claudia Fostini, alla
maestra Giuliana Caterina Liberalon in Facco, al sindaco di
allora Ugo Riccadonna, ai vigili
del fuoco Claudio Alberti, Giorgio Fostini, Gianfranco Ferrazza, alle famiglie di Romualdo
Ferrazza e al comandante di allora Marco Boroni. Nel video
di Giuseppe Aceto le testimonianze delle persone hanno descritto a più voci “la Rübia”,
che obbligò le autorità a sfollare l’intera popolazione a Spiazzo, Strembo, Pelugo e Vigo
Rendena. «In perfetto stile bocenaghese, abbiamo voluto
raccontare la nostra storia - ha
detto Ferrazza - per assumere
quella consapevolezza che ci
permette di anticipare questi
eventi».
Lorenzo Malpaga, direttore
del Servizio Bacini montani
della Provincia ha detto che negli anni con il Comune di Bocenago sono state realizzate grandi opere di difesa del paese» e
presentando alcune fotografie
di opere realizzate dal 1906 ha
detto: «Mi piace pensare che
queste hanno fatto sì che a Bocenago nel 1966 non ci furono
delle vittime. Successivamente
il Servizio Bacini montani realizzò opere di contenimento e
consolidamento che proteggono Bocenago». Sindaco e giunta hanno infine consegnato i
diplomi di ringraziamento a
quanti hanno ricordato l’evento franoso e al Servizio Bacini
montani.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
incrociano in corrispondenza
del suddetto ponte, lungo la
statale del Caffaro.
Lunedì scorso sono stati avviaLa sistemazione del parati i lavori per la messa in sicu- petto del ponte sul rio Tanfurezza del parapetto del ponte rin di Comano Terme era stata
sul rio Tanfurin, lungo la stata- oggetto di un'interrogazione
le 237 del Caffaro nel comune presentata in Provincia dal
di Comano Terme. Verranno consigliere Mario Tonina, ineseguiti i lavori di realizzazio- sieme con il gruppo Upt, in
ne del banchettone di fonda- cui si chiedeva anzitutto se esizione della nuova barriera di ste un progetto per la sistemasicurezza stradale, della nuo- zione dello stesso, e in caso afva soletta a sbalzo per l’anco- fermativo se erano state acquiraggio del parasite tutte le autopetto originario
rizzazioni necesall’esterno della
sarie per procenuova barriera
dere con l’interdi sicurezza stravento, oltre ai
dale e l’installatempi si ipotizzazione della nuono per la sisteva barriera di simazione
curezza stradale
dell’opera.
(parapetto).
I lavori tuttora
ll parapetto
in corso, e il cui
del ponte sul rio
costo ammonta
Tanfurin nel coalla somma commune di Comaplessiva di 50 mino Terme, all'alla euro, hanno
tezza del km. La vecchia protezione new jersey ottenuto il ne97,650 della stacessario benestatale 237 del Cafre del dirigente della Soprinfaro, all'entrata di Ponte Ar- tendenza per i beni culturali
che per chi proviene da Tione, della Provincia Franco Marzaappariva da oltre dieci anni in tico. Unica prescrizione, coprecarie condizioni e protetto municare il luogo della conserda new jersey in cemento. Ciò vazione del materiale litico (il
comportava sia degrado nei parapetto lavorato) eventualpressi dell’abitato di Ponte Ar- mente recuperabile e non reche, che difficoltà nel percor- impiegato per la composiziorere quel tratto di strada che a ne della spalletta a monte del
causa del posizionamento dei ponte sul Tanfurin. Piena sodnew jersey che generalmente disfazione è stata espressa dal
delimitano un’area di cantie- consigliere Tonina per la felire, danno luogo ad un lieve re- ce conclusione del problema
stringimento delle carreggia- stradale che durava da un vente. Pertanto nell’approssimar- tennio, esprimendo un ringrasi a quel tratto di strada avve- ziamento all'assessore provinnivano di frequente urti ra vei- ciale ai lavori pubblici Mauro
coli in transito, in particolar Gilmozzi che si è fatto carico
modo tra mezzi pesanti che si per problema.
di Graziano Riccadonna
◗ PONTE ARCHE
storo
Settaurense, orgoglio fuori campo
«Ma è giusto che sia il Calciochiese a gestire l’impianto migliore»
di Stefano Marini
◗ STORO
Dopo una lunga storia costellata
di successi, a seguito di una serie
di traversie la Ssd Settaurense
1934 era finita ai margini del calcio giocato. L'inversione di tendenza c'è stata sotto la guida del
presidente Marco Pellizzari e
dell’allenatore della prima squadra Nicola Giovanelli. Un percorso che i due analizzano in
quest'intervista.
Com’è il bilancio fin qui?
Siamo cresciuti per risultati e
dal punto di vista societario. Oggi abbiamo 33 giocatori in prima
squadra, 15 juniores e 20 esordienti, più una dirigenza salita a
35 membri negli ultimi 3 anni.
Il vostro non è stato un percorso facile.
No. Fra il ’95 e il 2000 siamo
stati ad un passo dal professionismo cui è seguito il crollo nei 10
anni successivi dovuto a ragioni
finanziarie. Dal 2011 è entrato in
società un gruppo di giovani
provenienti dalla Juniores del
compianto Remo Grassi, una
squadra capace di vincere il titolo regionale, imporsi nel Triveneto e sfiorare la vittoria dello
scudetto nazionale. Da lì è cominciata la risalita.
Qualche problema lo avete
avuto per il campo.
Fino al 2013 giocavamo alle
“Piane”, nel vecchio campo di
Storo. L’allora presidente Tiziano Moneghini ricevette pressioni da parte della vecchia amministrazione comunale per cedere anzitempo la convenzione
che scadeva nel 2015 e di colpo
ci trovammo senza. C’era l’idea
di andare a giocare a Darzo, ma
ci fu un po’ di resistenza da parte
dei dirigenti più anziani, che per
motivi di orgoglio volevano gestire il “Grilli” di Storo assieme al
Calciochiese. Non fu possibile e
finimmo per venire ospitati pa-
Pelizzari e Giovanelli festeggiano a giugno la conquista della Promozione
gando. Quest’anno abbiamo trovato l’accordo per giocare a Darzo. È giusto che la squadra ora
più competitiva gestisca l’impianto migliore.
Come giudicate l'accordo
con il Calciochiese?
Siamo contenti di giocare a
Darzo con la gestione del bar fi-
no all’estate. Ringraziamo il Calciochiese per la disponibilità,
perché in base alla convenzione
che hanno con il Comune non
avrebbero avuto alcun obbligo.
Le giovanili però vanno a giocare a Baitoni. Come mai?
Paghiamo al Calciochiese 120
euro a partita in casa e 108 a set-
timana per gli allenamenti. Costi che possiamo sostenere solo
per la prima squadra. A Baitoni
siamo ospitati gratis e per questo dobbiamo ringraziare la disponibilità del Comune. Da parte nostra abbiamo realizzato
l’impianto di irrigazione, ritinteggiato le porte e sistemato il
campetto esterno, il Comune ha
rifatto l’impianto di riscaldamento.
L’impatto con la Promozione come è stato?
Duro. Per valore tecnico siamo una squadra di Prima categoria: dobbiamo far affidamento sul carattere e la determinazione. La salvezza è possibile,
ma dobbiamo essere consapevoli che centrarla sarebbe un risultato ancora più difficile della vittoria di giugno, ottenuta solo
grazie al grande sacrificio dei nostri giocatori.