il punto sulla sicurezza in edilizia

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 IL PUNTO SULLA SICUREZZA IN EDILIZIA Le costruzioni sono il comparto che ha subito più degli altri settori gli effetti negativi della crisi, dal 2008 in poi sono scomparsi complessivamente 800 mila posti di lavoro e più di 80 mila Imprese con oltre un addetto. Tuttavia, sulle dinamiche occupazionali non ha giocato soltanto la crisi con la conseguente diminuzione degli investimenti, ma anche il processo di riconfigurazione in atto, che sta ridefinendo le dinamiche contrattuali sui cantieri. Il cantiere in questi anni è profondamente mutato e di conseguenza è cambiata l’organizzazione del lavoro al suo interno. Senza contare che dall’inizio della crisi l’irregolarità è notevolmente aumentata, la forte contrazione del settore ha portato le imprese a risparmiare sia nella regolarità dei rapporti di lavoro che nella sicurezza, il ricorso ai rapporti contrattuali più flessibili ed economici è andato progressivamente aumentando, il 70% delle maestranze impiegate in edilizia ha un contratto diverso, scelto per risparmiare sui costi. Il Cresme ha rivelato che le partite iva nel 2008 rappresentavano il 36,6% del settore, mentre nel primo trimestre 2015 la percentuale è salita al 43%. L’edilizia è caratterizzata anche da moltissime microimprese (il 61,2% del comparto è costituito da aziende con un solo dipendente) che svolgono una percentuale significativa del lavoro attualmente costituito da ristrutturazioni delle strutture esistenti, anziché da nuovi lavori, la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente rappresenta il 70% del valore delle attività edili. Da un’analisi legata all’attività di vigilanza svolta dalla DPL, emerge un incremento delle irregolarità sui rapporti di lavoro applicati dalle imprese che operano in cantiere. Gennaio – Giugno 2016 Su 20.635 pratiche definite riscontrate 13.525 irregolarità pari al 64,42% Gennaio – Giugno 2015 Su 21.050 pratiche definite riscontrate 13.212 irregolarità pari al 62,42% Gennaio – Dicembre 2015 Su 42.671 pratiche definite riscontrate 27.196 irregolarità riferite a 11.238 lavoratori pari al 63,78% Gennaio – dicembre 2014 Su 40.545 pratiche definite riscontrate 24.695 irregolarità pari al 59% (Fonte Ministero del Lavoro) Inoltre dal RAPPORTO DEL GOVERNO ITALIANO SULL’APPLICAZIONE DELLA CONVENZIONE N. 167/1988 CONCERNENTE “SALUTE E SICUREZZA NELLE COSTRUZIONI”, ANNO 2015 si evince che in quasi tutte le regioni nel 2013 si sono ispezionati meno cantieri e meno imprese edili dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro delle ASL, la percentuale di cantieri ispezionati su notificati nelle regioni è bassa, mentre la percentuale di cantieri ispezionati “non a norma” sul totale ispezionati nelle regioni è alta. (vedi tabelle Allegato 1) 1 A completare il quadro sulle difficoltà e i problemi settoriali, vi è la fine dell’azione propulsiva del T.U. non solo a causa della crisi, ma anche per effetto delle modifiche legislative intervenute e per l’orientamento assunto dai vari Governi che si sono succeduti sui criteri per il sistema di qualificazione delle imprese (art.27), compromettendo il lavoro sul quale si era indirizzata a maggioranza la commissione consultiva. Siamo convinti della necessità di liberare le imprese da inutili procedure burocratiche, ciò nonostante, riteniamo che le stesse debbano essere realizzate evitando il rischio di indebolire le tutele sul fronte sicurezza, trasparenza e sulla regolarità a causa delle modifiche intervenute sul DURC. ‐ Aumentano gli incidenti mortali Dopo alcuni anni di riduzione sia degli infortuni sia degli incidenti mortali (anche se precisando che il settore sia in piena crisi, forse i dati non dicono tutta la verità: a nostro avviso si dovrebbe ragionare più sulle ore lavorate che non sul numero degli occupati quando si fanno i confronti), assistiamo a un preoccupante peggioramento della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dall’inizio dell’anno, secondo i dati del nostro osservatorio, l’incremento degli infortuni mortali è del 27% rispetto allo stesso periodo del 2015, tuttavia, a rendere ancora più drammatica la realtà, è l’aumento dell’età media dei lavoratori coinvolti: le vittime con oltre 60 anni sono raddoppiati rispetto all’anno precedente. Come abbiamo sempre sottolineato, il lavoro in cantiere può essere svolto fino a 63 anni di età e solo se si gode di ottima salute. L’intesa raggiunta tra Governo e Sindacati del 28 settembre, inquadra i lavoratori edili tra i lavoratori che svolgono un’attività faticosa e pesante, è un risultato importante poiché rappresenta una prima risposta alle tante sollecitazioni rivolte dalla categoria ai diversi Governi che si sono succeduti dagli anni novanta in poi, per denunciare lo stato di disagio della effettiva situazione di accesso alla pensione di anzianità o di vecchiaia del lavoratore edile. Infortuni mortali in edilizia avvenuti negli ultimi 5 anni In occasione di lavoro In itinere Totale generale 2015 156 22 178 2014
2013
2012
2011
140
17
147
144
38
182
180
24
204
220 35 255 (Fonte Inail) Per l’osservatorio indipendente di Bologna i morti sul lavoro sono aumentati nel 2015 non solo rispetto all’anno precedente, come sostiene l’Inail, ma anche rispetto al 2008, anno d’inizio della crisi. ‐ Le malattie professionali Un altro aspetto preoccupante è rappresentato dall’aumento delle malattie professionali. Sul versante salute c’è molto da fare, infatti, mentre sul problema della prevenzione infortuni, la 2 legislazione ha fatto complessivamente passi avanti, su quello legato alla ricerca, rispetto alle malattie professionali, alla nocività degli ambienti di lavoro si è notevolmente in ritardo. Il dramma è rappresentato dal fatto che non si muore solo in cantiere, ma anche a causa del lavoro, non a caso, riteniamo necessario affrontare anche il delicato tema delle malattie professionali, evidenziando la necessità di proseguire nel lavoro di emersione sulle malattie stesse e con l’aggiornamento delle tabelle relative, previsto dalla legge ma non ancora effettuato secondo la tempistica di legge. Del resto, quando parliamo di sicurezza, ci rivolgiamo all’organizzazione del lavoro. In edilizia, il processo produttivo è meno standardizzato degli altri settori industriali, senza contare i problemi concernenti, il subappalto e al lavoro precario. La realtà è data da un’attività che può essere svolta solo se si ha ottima salute, sono due gli aspetti sui quali agire: la prevenzione e, di conseguenza, la conservazione di un buono stato di salute da parte dei lavoratori che superano i cinquantanni di età. Le denunce effettuate nel quinquennio 2011 – 2015 mostrano un incremento delle patologie di sospetta natura professionale da sovraccarico biomeccanico e si concretizzano per un ritmo superiore a tutte le tecnopatie. Su questo fronte è necessario che i medici competenti siano maggiormente propensi alla segnalazione, non limitandosi a tenere conto di dette patologie nell’espressione del giudizio d’idoneità. Malattie professionali ANNO Totale M.P. denunciate Totale M.P. denunciate cost.
Totale M.P. riconosciute % M.P. Riconosciute Totale M.P. riconosciute costr. % M.P.Riconosc. costr 2015 58.925 7.348 20.306 34,5% 2.182 30% 2014
57.370
7.260
22.830
40%
2.366
32,6%
2013
51.825
6.758
22.479
43%
2012 46.286 6.091 20.381 44% 2011
47.312
6.004
20984
44%
2.915 2.617 2.655 43%
43% 44%
(Fonte Inail ‐ BDS Banca Dati Statistica) ‐ Amianto e rischio chimico Discorso a parte merita di essere fatto sulle malattie professionali causate dall’esposizione all’amianto. Il quinto rapporto RENAM pubblicato dall’Inail riporta i dati legati ai casi di Mesotelioma rilevati dai Centri Operativi Regionali. Dai dati presi in esame e relativi ai soli soggetti colpiti da cause professionali, si evince che il settore più colpito da questo drammatico primato è quello delle costruzioni con il 15,2% della casistica. (Vedi Allegato 2) Nel quadriennio 2009‐2012 la percentuale dei casi di MM certo in edilizia è aumentata toccando il 16,2 % del totale, numeri che destano preoccupazione per la possibilità di esposizioni in attualità e per la grande frantumazione del settore con possibilità di esposizione che deve essere considerata quando si discute di casi di mesoteliomi per i quali non esistono evidenze di attività “a rischio” svolte in precedenza. La diffusa presenza di amianto cemento Materiali ( ACM ) nel settore delle costruzioni determina un rischio di esposizione ad amianto, in particolare per coloro che svolgono lavori di 3 ristrutturazione delle abitazioni, anche se la rimozione pianificata di grandi quantità è normalmente svolta da specialisti ai quali viene fatta una formazione specifica e dedicata. Per quanto riguarda i tumori professionali, gli edili sono i più esposti al cancro dei polmoni. Precisamente, hanno il 50% di probabilità in più di sviluppare un tumore polmonare rispetto a tutti gli altri lavoratori. Questo a causa dell’esposizione a numerosi agenti cancerogeni, come la silice cristallina, l’amianto e i composti cromo‐nickel. A rilevare quest’associazione è il progetto Synergy dell’International Agency for Research on Cancer, una ricerca internazionale che raccoglie numerosi studi di caso sul tumore polmonare realizzati in 16 paesi, tra cui l’Italia. Sotto accusa sono diversi agenti cancerogeni. Il più pericoloso, perché ancora presente e diffuso, è la silice cristallina, conosciuta nella forma di polvere di quarzo, classificata come cancerogena per l’uomo già nel 1997. A entrare in contatto con questa sostanza, spiega la ricerca, è circa “il 20 per cento della forza lavoro impiegata nell’industria delle costruzioni”, e l’esposizione avviene “frequentemente durante diversi compiti, come betonaggio, taglio, perforazione, sabbiatura, demolizione e pulizia”. I risultati suggeriscono di adottare tutte le precauzioni possibili per ridurre l’esposizione a queste polveri, oltre a indicare la necessità di riconoscere il tumore polmonare come malattia professionale dei muratori. Esistono anche rischi che l’innovazione tecnologica tende ad enfatizzare. Primo fra tutti il rischio chimico, dovuto al forte incremento nell’impiego di materie di sintesi e di origine nanotecnologica nel processo edilizio. ‐
L’irregolarità come causa d’infortunio, si rischia per risparmiare. L’aumento del lavoro autonomo sui cantieri unito alla conseguente complessità di prestazione professionale, alle minime dotazioni di capitale e competenza organizzativa comporta un inevitabile incremento del rischio sui cantieri (Rapporto CNCPT 2016). Dall’ultimo Rapporto CNCPT sull’attività svolta dagli Enti Paritetici Territoriali, emerge un quadro del cantiere dal quale si evince la maggiore rischiosità del piccolo cantiere. La scala del rischio è inversamente proporzionale alla dimensione dell’impresa, più è piccola, maggiore è la probabilità di riscontrare elevate inadempienze, più il rischio per la sicurezza cresce. I dati dell’osservatorio non lasciano dubbi: nei cantieri in cui la percentuale di autonomi supera il 50%, il livello di rischio raggiunge un tasso inaudito, oltre un quarto delle verifiche effettuate hanno riscontrato gravi inadempienze (26,3%). La facoltà che la norma vigente consente ai lavoratori autonomi di certificare alcuni adempimenti che per altri soggetti imprenditoriali rappresentano un obbligo, costituisce un elemento di debolezza delle tutele alla sicurezza per queste figure professionali, ma anche per chi opera all’interno dello stesso cantiere. La crisi, l’alta incidenza degli stranieri, i lavori acquisiti con il massimo ribasso, l’uso dei voucher, incidono sulla crescita delle irregolarità e sulla perdita di qualità del cantiere edile. A pagare le conseguenze di tali “atteggiamenti“ è l’intero sistema di salvaguardia sociale, un sistema in cui pur di lavorare si svendono le tutele conquistate con il sistema della bilateralità. 4 ‐
Immigrati Il 17% dell’occupazione complessiva del settore, con una forte concentrazione al Nord 58% e una più bassa nel Mezzogiorno 13%, è rappresentato dai lavoratori stranieri. Un elemento strettamente connesso alla diffusione di lavoro irregolare e al deterioramento delle condizioni di sicurezza, in quanto essi sono più esposti ai rischi di infortunio sia per le più diffuse carenze sul piano formativo e linguistico, che per la maggiore propensione ad accettare mansioni e situazioni rischiose, che nel caso dei lavoratori extracomunitari è anche dovuta alla condizione ricattatoria legata al permesso di soggiorno vincolata alla posizione lavorativa. Infortuni mortali Stranieri Totale Incidenza 2014 23 140 16,42% 2013
34 144
23,61%
2012
38
180
21,11%
2011
49
220
22,27% 2010
46 247 18,62%
(Fonte Rapporto CNCPT 2016) La fuga dal contratto edile è una deriva pericolosa che vede diminuire in modo drastico le tutele, non solo retributive, ma anche e soprattutto in tema di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. È vero che il contratto edile ha un costo lievemente più alto rispetto alle altre tipologie, ma ciò è frutto dei maggiori pericoli a cui i lavoratori sono esposti in cantiere: elevati rischi fisici, stagionalità e ciclicità sono tutte condizioni che devono essere compensate a livello contrattuale. C’è bisogno di una bilateralità inclusiva capace di intercettare tutti i soggetti ed omogeneizzare tutele e contribuzioni, al fine di garantire agli addetti che operano in cantiere standard comuni in materia di sicurezza e formazione, indipendentemente dal tipo di contratto applicato. Questa via è l’unica in grado di monitorare in maniera costante la manodopera ed evitare ogni forma di elusione e di lavoro irregolare attraverso specifici strumenti di verifica e controllo da parte del sistema bilaterale. ‐ L’attività degli enti bilaterali di natura contrattuale Gli ultimi anni del secolo scorso, grazie alle direttive europee, si è affermato un importante cambiamento nella gestione dei problemi della sicurezza nei luoghi di lavoro, un fatto, che ha rappresentato una svolta notevole mediante un sistema partecipativo con il coinvolgimento diretto dei lavoratori e della bilateralità di natura contrattuale, nell’affermazione della cultura della prevenzione tramite la formazione e l’informazione rivolte a tutti i soggetti coinvolti. Il contributo della bilateralità di natura contrattuale e degli RLST sul fronte sicurezza nel periodo di crisi è decisivo nella verifica della sicurezza in cantiere, ma anche nella sensibilizzazione dei lavoratori alla cultura sulla prevenzione:  Dal 2008 al 2015: 371.486 visite tecniche effettuate direttamente in cantiere tramite i tecnici dei Comitati Paritetici Territoriali;  Dal 2009 al 2015: 266.846 allievi formati per un totale di 31.126 corsi;  Sistema di asseverazione. 5 Le 16 ore Mics (moduli integrati per costruire in sicurezza) nate con l’obiettivo di migliorare la professionalità dei lavoratori edili e nel frattempo di permettere alle imprese di costruzione l’adempimento degli obblighi di formazione previsti dal D.lgs 81/08, sono state riconosciute come prassi dall’Accordo Stato Regioni. Per quanto riguarda lo strumento di asseverazione, l’accordo sottoscritto dalle Parti Sociali nel 2013 ha consentito l’avvio del processo tecnico per la gestione del servizio a favore delle imprese che vogliono asseverarsi, purché in regola con i versamenti alla Cassa Edile e in possesso del DURC. Ciò nonostante, una sufficiente norma premiale per le imprese asseverate è un elemento necessario per favorire la qualificazione del settore. Conclusioni In conclusione possiamo affermare che si è invertito un trend positivo di regolazione, emersione dal nero e maggiore attenzione ai problemi della sicurezza che aveva caratterizzato i primi anni duemila. Occorre ristabilire un circolo virtuoso d’incremento qualitativo e quantitativo dell’occupazione, potenziare le politiche di formazione, rafforzare gli strumenti di contrasto quali la tracciabilità totale dei pagamenti, ripristinare il Durc nella sua originaria formulazione con la certificazione della congruità da avviare in tempi brevi, per giungere alla qualificazione delle imprese di costruzione tramite la patente a punti e alla realizzazione del contratto unico di cantiere. Il sindacato nella giornata dello sciopero nazionale del 7 Novembre ha avanzato anche delle proposte. In sintesi:  Rafforzare i controlli e le sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro  Completare quanto previsto dal D.Lgs 81/2008 con la costituzione della Patente a punti, strumento importante per la selezione ed il sistema di qualificazione delle imprese  Definire norme premiali ‐ sia in termini di riduzione dei costi, sia in termini di vantaggi competitivi in fase di gara, soprattutto per lavori pubblici ‐ per quelle imprese che dimostrino di essere regolari e sicure e adottino il sistema dell’as‐severazione previsto dall’intesa e dalla normativa Uni‐Inail‐Cncpt  Ripristinare il DURC nella sua originaria formulazione, passando in tempi brevi alla certificazione della congruità  Contrastare il lavoro irregolare e nero, causa di molti incidenti e di mancata applicazione delle regole su salute e sicurezza  Applicare il contratto edile a tutti i lavoratori impiegati in cantiere per assicurare una adeguata formazione, uguali prestazioni ed uguali diritti  Rafforzare il ruolo dei responsabili per la sicurezza impegnati negli Enti paritetici  Migliorare la normativa previdenziale che verrà inserita nella Legge di Bilancio. Occorre considerare la discontinuità del lavoro e delle carriere previdenziali, tipica del settore, legata ai periodi di disoccupazione che sono ricorrenti, oltreché l’esigenza di coordinare lo strumento dell’APE agevolata con quanto già previsto per altre fattispecie, come per esempio i lavori usuranti Investire in sicurezza non è un costo ma alla fine anche un possibile risparmio per le imprese. 6 7 8 9 10 Allegato 2 : RENAM V Roma, 09 Novembre 2016 11