Una misericordia a misura di ragazzo: è il Vangelo

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Transcript Una misericordia a misura di ragazzo: è il Vangelo

GENTE VENETA | Primo Piano
Giovedi, 10 Novembre 2016
Una misericordia a misura di ragazzo: è il Vangelo
secondo Carlo e Giorgio
«La parola di Dio non è divertente? Sentite qui: c'è la moglie di Abramo che ha 90 anni ed è in
menopausa da una vita. E quando l'arcangelo Gabriele le dice "Sara, avrai un bambino", lei si
fa una bella risata. E così viene chiamato il figlio, Isacco, che vuol dire proprio risata. Diciamoci
la verità, essere felice è nell'essenza di Dio. Che vuole vedere anche noi allegri».
È la Bibbia secondo Carlo e Giorgio, i maestri della risata made in Venice, che di questa buona
notizia - su invito di tre uffici diocesani: Pastorale dei ragazzi, Ufficio catechistico e Ufficio per
l'insegnamento della Religione cattolica - hanno fatto uno spettacolo per ragazzi (in quattro
appuntamenti al Teatro dei Frari e al Toniolo).
Il loro racconto punta dritto alla misericordia, riassunta in 50 minuti di palcoscenico a suon di
battute e tipicità gergali rubate all'iperconnesso universo culturale under 14.
«Non ci saremmo mai sognati di farlo» confessa Carlo d'Alpaos, da 21 anni compagno d'arte di
Giorgio Pustetto . «La diocesi di Venezia ci ha chiesto se ci sarebbe piaciuto affrontare questa
tematica». «E siccome c'erano tutti gli elementi per fallire - si aggancia ridendo il collega
cabarettista - abbiamo deciso di raccogliere la sfida».
Una partita vinta a mani basse, a giudicare dalle ovazioni dei preadolescenti in platea, colti alla
sprovvista da questa "trasposizione social" del Vangelo ad opera del duo comico muranese. «Il
Vangelo è una cosa bella, divertente, è una buona notizia da dare loro».
È la vostra prima volta con un pubblico di così piccoli?
Giorgio: Sì.
E con uno spettacolo sulla fede?
Giorgio: Non l'abbiamo trattata esclusivamente come in questo.
Carlo: Ma di riferimenti ne facciamo sempre.
E a parlare di misericordia dal palcoscenico voi siete i primi...
Giorgio: Non saprei... sui temi evangelici più in generale non siamo sicuramente i primi però.
Potrei citare Gioele Dix.
Carlo: O Giobbe Covatta.
E come avete fatto, con la misericordia, a far ridere?
Giorgio: Sta solo nella nostra testa che i testi sacri siano incompatibili con la leggerezza. Il
Vangelo è una cosa da ridere: perché parla di essere gioiosi e felici. È una bella notizia, non
può dirci di essere tristi. Non possiamo pensare che debba essere sempre e solo una cosa
seria.
La comicità va spesso alla ricerca dei vizi per far ridere; come avete fatto a scatenare la
risata partendo dal sacro?
Giorgio: Non accetto la divisione tra sacro e profano. Non c'è nulla di più spirituale del nostro
essere umani, della nostra quotidianità.
Carlo: Entra in gioco anche il concetto di cosa è comico per ciascuno di noi. Noi abbiamo fatto
uno spettacolo che scherzava addirittura sulla morte.
E a interessare un pubblico complesso come quello delle medie?
Giorgio: Abbiamo fatto il parallelismo tra buon pastore e buon youtuber, ad esempio, adattando
un linguaggio di 2000 anni fa a uno che fosse per loro non solo comprensibile ma anche
quotidiano.
Carlo: Abbiamo anche paragonato Gesù a uno smartphone, un semplice esempio per
attualizzare la Sua importanza: il pastore era essenziale per quell'epoca, ora per i ragazzi lo è il
telefonino. È come dire "Gesù sei come il mio telefono, senza di te non posso stare". Abbiamo
in qualche modo tradotto un linguaggio, per evitare che lo spettacolo diventasse una cosa per
loro asettica e incomprensibile. E la risposta dei ragazzi ci ha davvero sorpreso.
Giulia Busetto - Giorgio Malavasi
Tratto da GENTE VENETA, n.43/2016
Articolo pubblicato su Gente Veneta
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