Anno 2015 Anno 2014 differenza Unioni Valore

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LA CONTRATTAZIONE IN LOMBARDIA NEL 2015
Presentiamo i dati del 2015, raccolti dall'osservatorio della contrattazione.
Il totale è di 402, con un calo rispetto allo scorso anno, dovuto quasi
interamente al calo delle ristrutturazioni (- 93).
Il contributo delle Unioni
Anno 2015
Anno 2014
Unioni
Valore assol.
%
Valore assol.
%
Area metropolitana Milano
38
9,5%
105
20,70%
Asse del Po
66
16,4%
58
11,40%
Bergamo
97
24,1%
68
13,40%
Brescia
52
12,9%
29
5,70%
Brianza-Lecco
76
18,9%
62
12,20%
Como-Varese
46
11,4%
136
26,80%
Lombardia
8
2,0%
23
4,50%
Pavia
17
4,2%
21
4,10%
Sondrio
2
0,5%
6
1,20%
Totale
402
100,0%
508
100,00%
differenza
'15%-’14%
-11,2%
5,0%
10,7%
7,2%
6,7%
-15,4%
-2,5%
0,1%
-0,7%
0,0%
Si vede un contributo delle Unioni abbastanza vario: calano molto, in
percentuale Como-Varese e Milano, aumentano, nell’ordine, Bergamo,
Brescia, Brianza-Lecco, Asse del Po, restano abbastanza stabili il
Regionale, Pavia e Sondrio.
Il contributo delle categorie
Categoria
FAI
FELSA
FEMCA
FIBA
FILCA
FIM
FISASCAT
FISTEL
FIT
FLP
FNP
FPS
USR
Totale
Anno 2015
Valore assol.
%
23
5,7%
3
0,7%
124
30,8%
1
0,2%
9
2,2%
161
40,0%
20
5,0%
10
2,5%
3
0,7%
0
0,0%
0
0,0%
40
10,0%
8
2,0%
402
100,0%
Anno 2014
Valore assol.
%
24
4,70%
1
0,20%
107
21,10%
17
3,30%
14
2,80%
245
48,20%
19
3,70%
8
1,60%
31
6,10%
1
0,2%%
7
1,4%%
18
3,50%
16
3,10%
508
100,00%
differenza
'15%-’14%
1,0%
0,5%
9,7%
-3,1%
-0,6%
-8,2%
1,3%
0,9%
-5,4%
#VALORE!
#VALORE!
6,5%
-1,1%
0,0%
Nel comparto industriale la Fim perde un po’ di peso, passando dal 48,2%
al 40%, la Femca guadagna, passando dal 21,1% al 30,8%.
Sostanzialmente stazionarie la Fai (dal 4,7% al 5,7%), la Fistel (dal 1,6%
al 2,5%) e la Filca (dal 2,8% al 2,2%). Complessivamente il comparto
industriale guadagna, passando dal 78,4% al 81,2%.
Il comparto del terziario si dimezza nel suo insieme, passando dal13,5% al
6,6%. Abbiamo un calo molto forte della Fit (da 6,1% a 0,7%). Seguono,
sempre in calo, la Fiba ( da 3,3% a 0,2%), la Fisascat (da 5% a 3,7%) e la
Flp (da 0,2% a 0%). Cresce solo la Felsa (0,2% a 0,7%).
Il Pubblico impiego guadagna, passando da 3,5% a 10%.
La CISL infine, cala passando dal 3,1% al 2%.
I contenuti
ARGOMENTO
2015 va 2015 %
2014 va
2014 %
2015-2014
v.a.
Prerogative
sindacali
76
18,9
73
13,5
3
retribuzioni
269
234
66,9
58,2
272
224
50,2
41,3
-3
10
99
41
4
47
6
104
71
35
24,6
10,2
1,0
11,7
1,5
25,9
17,7
8,7
105
36
12
47
8
104
164
52
19,4
6,6
2,2
8,7
1,5
19,2
30,2
9,6
-6
5
-8
0
-2
0
-93
-17
53
0
13,2
0
55
5
10,1
0,9
-2
-5
-di cui
variabili
orario
inquadramento
Org. lavoro
formazione
Pari opportunità
welfare
ristrutturazioni
Mercato del
lavoro
ambiente-salute
Responsab. Soc.
impresa
TOTALE
402
542
-140
Come si può vedere, tolti circa 100 accordi sulle ristrutturazioni, che l'anno
scorso rappresentavano un'anomalia, gli altri argomenti sono, in numero
assoluto, quasi uguali alla passata edizione della Fiera. Continua così,
senza eccessivi strappi, la tendenza a spostare la contrattazione dagli
argomenti tradizionali a quelli difensivi o di scambio.
La contrattazione rimane l'anima più profonda del nostro mestiere, ma è
un'anima che si sta trasformando, senza che quasi ce ne accorgiamo: da
una contrattazione tipicamente rivendicativa, dove “portavamo a casa” più
salario e più diritti, a una contrattazione dove il lavoro non è dato più per
scontato, ma è l'elemento principale, da salvaguardare anche a costo di
qualche sacrificio sul salario e sui diritti. Il lavoro diventa così centrale,
non più per il suo costo, ma come garanzia minima di reddito e di identità.
La retribuzione continua, seppur ridimensionata, ad essere al primo posto
tra gli argomenti trattati, con il 67% di incidenza sul totale degli accordi
(58% se prendiamo in considerazione il solo salario variabile).
Il welfare guadagna il secondo posto con circa il 26% di incidenza sul
totale degli accordi e conferma la sua tendenza a sostituire o a integrare le
rivendicazioni salariali.
Segue l’orario con quasi il 25% di accordi, che confermano la tendenza
delle imprese ad avere sempre più bisogno di flessibilità per seguire
meglio l’andamento del mercato. In particolare le aziende hanno bisogno
di comandare dei riposi collettivi quando il mercato non tira, diritto che
non sempre è previsto nei diversi CCNL, che previlegiano la scelta del
lavoratore.
Poi abbiamo le prerogative sindacali, con quasi il 19% degli accordi, che
continuano la tendenza ad avere informazioni sulle politiche aziendali e,
in qualche caso, ad istituire commissioni paritetiche per discuterne.
Seguono le ristrutturazioni, che si ridimensionano molto rispetto all’anno
scorso e che sarebbero al primo posto se considerassimo tutti gli accordi di
cassa integrazione fatti in quest’anno. Comunque il fattore scatenante la
maggior parte delle crisi è il calo del mercato che trascina con sé il calo del
fatturato e gli indici di redditività.
Poi incontriamo i temi del mercato del lavoro e della formazione
professionale, che vedono calare di parecchio i primi (segno di una
rinuncia a contrattare in modo innovativo gli effetti della crisi?) e restare
sostanzialmente uguali i secondi
Restano quasi uguali i temi dell’ inquadramento, organizzazione del
lavoro e ambiente e salute, quasi a segnalare, in particolare per i primi
due, la difficoltà a entrare nel merito di questi temi da parte del sindacato e
a lasciarli nelle mani delle imprese.
Continua l’irrilevanza delle pari opportunità e responsabilità sociale
dell’impresa.
La contrattazione sociale dei pensionati e della CISL
Continua l’attività di contrattazione sociale dei pensionati, affiancati dalle
UST. Quest’anno, oltre alla tradizionale contrattazione con i Comuni, che
viene realizzata in 357 comuni contro i 366 dello scorso anno, ha preso
molto spazio la contrattazione dei piani di zona che conta ben 83 accordi.
L’esempio più clamoroso di questa tendenza è Bergamo che realizza la
contrattazione con i Comuni solo in 4, ma copre l’intero territorio
provinciale con accordi nelle 15 zone in cui è divisa la provincia.
Riportiamo, per Unione e per argomento, il riassunto dell’attività nelle
tabelle che seguono.
CONTRATTAZIONE
SOCIALE 2014
Bg
Bs
Laghi Le-Mo
Po
Mi
Pv
So
TOT.
Contributi e agovol. Tariffarie
26
482
54
20
84
10
114
5
795
Servizi domiciliari
22
243
49
8
90
6
39
3
460
Servizi assistenz. territoriali
27
183
137
31
82
5
88
1
554
Servizi tempo libero e cultura
1
105
14
1
21
3
12
0
157
Servizi socio-assist. residenz.
4
30
21
4
9
10
7
3
88
sicurezza
0
43
6
0
35
0
2
0
86
Relazioni sindacali
25
123
99
44
85
20
51
5
452
programmazione
11
32
25
11
29
8
52
1
169
Informazione cittadini
0
25
26
0
3
1
2
0
57
Fiscalità locale
67
236
256
125
223
25
160
0
1092
Blocco tariffe e tasse
0
1
0
0
1
0
18
0
20
Misure anticrisi
0
30
17
16
27
3
17
0
110
TOTALE ACCORDI
21
110
82
53
64
12
45
9
396
Bg
Bs
Po
Mi
Pv
So
TOT.
Contributi e agovol. Tariffarie
6
446
44
23
142
0
117
6
784
Servizi domiciliari
5
303
52
10
126
0
43
3
542
Servizi assistenz. territoriali
6
187
129
27
117
0
113
3
582
Servizi tempo libero e cultura
0
138
15
0
35
0
13
1
202
Servizi socio-assist. residenz.
0
30
13
7
6
0
6
5
67
sicurezza
0
50
9
5
60
0
0
0
124
Relazioni sindacali
25
145
95
69
148
47
72
31
632
programmazione
3
96
60
40
67
1
58
4
329
Informazione cittadini
0
39
16
0
14
0
2
1
72
Fiscalità locale
10
198
159
103
248
3
163
8
892
Blocco tariffe e tasse
0
4
2
0
1
0
22
0
29
Misure anticrisi
1
51
14
13
63
0
38
2
182
TOTALE ARGOMENTI
56
1687
608
297
1027
51
647
64
4437
TOTALE ACCORDI
20
130
80
48
93
31
50
16
468
CONTRATTAZIONE
SOCIALE 2015
Laghi Le-Mo
Notiamo un generale avanzamento (da 396 a 468) che pare concentrato nei
comprensori di Brescia, Milano, Asse del Po e Sondrio. Come detto si
sono fatti molti accordi per i Piani di zona (83) che raggruppano diversi
Comuni.
Accordo/anno
2015
1887
2014
2017
differenza
- 130
Accordi erogativi
(righe 2;3;4;5;6)
1517
1345
+ 172
Accordi procedurali
(righe 7;8;9)
1033
675
+ 358
Accordi distributivi
(righe 1;10;11;12)
Come si vede dalla tabella diminuiscono gli accordi distributivi,
aumentano gli accordi erogativi e, molto di più, gli accordi procedurali.
Questo esame dimostra da un lato un orientamento concreto della
contrattazione sociale, con uno spostamento interno dalla distribuzione alla
erogazione diretta; dall’altro un sensibile aumento degli accordi miranti a
far riconoscere il sindacato come interlocutore previlegiato.
Giorgio Caprioli
Milano 7/1172016