Transcript - Ecclesia

Cles, 12 novembre 2016
Dalla conservazione alla missione. Il secondo annuncio
Fratel Enzo Biemmi
1. Il dono di Evangelii gaudium: una spinta alla missione
- Un’immagine che fa pensare
- Conversione pastorale e riforma ecclesiale
«Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli
orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione
del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la
conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte
più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga
gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti
coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia». (EG 27).
2. La parrocchia del futuro: da un cristianesimo sociologico a un cristianesimo di scelta
- Verso la fine del cristianesimo di tradizione
- Da una fede ereditata a una fede proposta; da una fede per convenzione a una fede per convinzione
- La reazione della nostalgia
- lievito, pasta, lievito
- gestire una transizione pastorale
3. Un annuncio nel registro della sorpresa: il kerigma
3.1 Il primo annuncio
«Abbiamo riscoperto che anche nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o
“kerygma”, che deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice e di ogni intento di
rinnovamento ecclesiale… Sulla bocca del catechista torna sempre a risuonare il primo annuncio:
“Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per
illuminarti, per rafforzarti, per liberarti» (Evangelii gaudium, 164).
3.2 Il secondo annuncio
«Tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma che va facendosi
carne sempre più e sempre meglio, che mai smette di illuminare l’impegno catechistico, e che
permette di comprendere adeguatamente il significato di qualunque tema che si sviluppa nella
catechesi» (Evangelii gaudium, 164-165).
- il secondo annuncio come “farsi carne” del primo annuncio nei passaggi di vita
4. Due luoghi privilegiati per il secondo annuncio
4.1 Il vangelo dei legami
«Un passaggio fondamentale per chiunque è l’esperienza affettiva nelle diverse stagioni della vita.
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Ogni essere umano avverte dentro di sé un bisogno di relazione, di amicizia e di amore […].
L’amore è l’irruzione di una gratuità di cui si ha assolutamente bisogno e che non si può affatto
meritare: costituisce un venire nuovamente al mondo, un essere generati a una nuova identità nella
linea della reciprocità. […] Nello stesso tempo, l’amore è lo spazio umano più vulnerabile: i
distacchi, le perdite affettive, i fallimenti matrimoniali, i tradimenti nell’amicizia sono
indescrivibilmente dolorosi.
Siamo nel cuore di una domanda di senso, che ha a che fare con un’esperienza pasquale. È in gioco il
bisogno di vita e la minaccia della morte. […] Tutto questo costituisce una potenziale soglia di fede,
che conferma l’importanza di alcuni passaggi pastorali: l’educazione affettiva dei giovani, la ricerca
vocazionale anche in vista di speciali consacrazioni, i percorsi di preparazione al matrimonio e
l’accompagnamento degli sposi, l’attenzione e la prossimità a situazioni di persone separate o
divorziate» (Incontriamo Gesù, 39).
4.2 Il vangelo della genitorialità
«L’esperienza del generare riguarda il tempo della vita nel quale si diventa papà e mamme. In realtà,
in tale esperienza accade una duplice nascita: quella di un figlio e quella di una donna e un uomo che
dal figlio sono generati appunto come padri e madri. Nella nascita di una creatura, ne rinascono
diversamente altre due. In tale occasione, la questione del senso si affaccia in modo forte, sia come
eccedenza poiché la vita è un dono del quale non ne possediamo la sorgente, sia come difetto in
quanto un bimbo è fragile, esposto totalmente alla cura degli altri. Anche il tempo successivo
dell’educazione dei figli pone continuamente in questione lo stesso dinamismo. Non per nulla fin
dall’antichità l’educazione è stata associata proprio all’idea del parto. Infine, anche la tensione tra
generare e lasciar partire, che va ben oltre il periodo adolescenziale, è esperienza di crisi, di
ridefinizione costante, di acconsentimento.
Tutto questo diviene anche soglia possibile di fede, perché un bambino con la sua semplicità e il suo
abbandono può far emergere interrogativi esistenziali assopiti; può risvegliare nell’adulto
atteggiamenti dimenticati, quali la fiducia, il senso di figliolanza, la gratuità, la grazia; può far
riscoprire la paternità di Dio e l’atteggiamento di essere figli che dipendono da Lui anche quando
siamo nel pieno delle forze. Tale consapevolezza anima la speranza: essa suppone un futuro da
attendere, da preparare, da desiderare. Per questo il riscoprirsi figli, nell’esperienza della
genitorialità, mette allo scoperto l’autenticità della propria vita e la rinvia alle sue ragioni più
profonde e vere» (Incontriamo Gesù, 37).
5. Le tre sorprese del secondo annuncio
a) La sorpresa di un’esperienza ecclesiale diversa
b) La sorpresa di una fede come grazia di umanità
c) La sorpresa della testimonianza in uno spazio di libertà
Per finire, un racconto che fa sperare
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