I MIGLIORAMENTI RINVIATI AL 2018

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3 NOVEMBRE 2016
NEWSLETTER
DI INFORMAZIONE PREVIDENZIALE DELL’ENAS-UGL
QUELLE PENSIONI TRA SUSSISTENZA E POVERTA’
I MIGLIORAMENTI
RINVIATI AL 2018
O
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ENAS
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rmai è certo, nella prossima legge di stabilità 2017, nulla o molto poco vi sarà per i pensionati
con più basso reddito, come, ad esempio, i titolari di pensione integrata al trattamento minimo (pari a 6.500 euro annui o 500 euro mensili) ed i titolari di assegno sociale (pari a 5.824
euro annui o 448 euro mensili).
Questa è una precisazione che va fatta anche perché nei media, nell’indicare i miglioramenti previsti
per i già pensionati (vale a dire la elevazione e la estensione della 14° e la elevazione della no tax area),
si è sempre fatto e si continua a fare riferimento a pensioni “basse” ed a pensioni “minime”, con la
possibilità di indurre in errore molti pensionati creando in loro infondate aspettative di miglioramenti.
Pertanto è da chiarire che i beneficiari della estensione della 14° riguardano quei pensionati che hanno
un reddito mensile tra i 750 ed i 1000 euro, precedentemente esclusi. Difatti, con un reddito compreso
fino a 750 euro mensili, la 14° viene già riconosciuta (in questi casi ai pensionati viene riconosciuto un
aumento di circa il 30% della 14° già percepita).
Come è da chiarire che l’elevazione della no tax area ad euro 8.125 euro annui comporta benefici in
misura molto limitata e comunque rimane senza effetti per le pensioni di importo compreso
sino a 7.750 euro, in quanto già esenti da IRPEF.
Inoltre è da tenere presente che i miglioramenti in questione vengono attribuiti sulla base
del solo reddito del pensionato, e non del suo reddito familiare, con la conseguenza che
Da recente rilevazione
non di rado sono riconosciuti a pensionati che, per effetto del loro reddito familiare, si troè emerso che in Italia
vano in condizioni tutt’altro che disagiate. In definitiva si è scelto di non destinare le risorse
disponibili all’assistenza dei soggetti più bisognosi. Ciò è stato rimandato al 2018.
vi sono 4 milioni
Eppure da recente rilevazione è emerso che in Italia vi sono 4 milioni di persone che vidi persone che vivono
vono in stato di forte disagio economico o addirittura di povertà. Questi risultati statistici
pongono ancor più in evidenza la necessità di riconsiderare e di potenziare nel suo comin stato di forte disagio
plesso il nostro welfare, da vedere non solo nell’ottica delle prestazioni di carattere aseconomico o addirittura
sistenziale come, ad esempio, l’assegno sociale, ma anche dell’accesso all’assistenza
sanitaria (di recente è stato rilevato il grave fenomeno di non ricorrere all’assistenza sadi povertà
nitaria da parte dei cittadini per motivi economici). Certamente si tratta di problematiche che, oltre ad essere vaste e complesse, richiedono per la loro soluzione sostanziose
risorse finanziarie difficili da trovare nell’ambito delle tante difficoltà che sta attraversando
il paese. Al momento si può solo auspicare che con la legge di bilancio 2018 quantomeno si torni ad
affrontare le difficoltà delle persone disagiate o in stato di povertà.
In questa prospettiva è presumibile che si interverrà per migliorare le prestazioni assistenziali destinate
ai pensionati, in particolare l’assegno sociale (euro 448 mensili) e l’aumento fino a 638 euro mensili,
noto come il milione al mese. Riguardando prestazioni assistenziali, per ciascuna di esse è previsto un
duplice requisito reddituale: uno personale, cioè riferito al richiedente, ed uno derivante dalla somma
del reddito del richiedente con quello del coniuge. Questi ultimi ammontano a 11.649 euro annui per
l’assegno sociale e a 14.123 euro annui per l’aumento a 638 euro mensili. Limiti reddituali che evidentemente non consentono che le prestazioni vadano a persone con redditi coniugali eventualmente
anche elevati.
Comunque, anche in considerazione del reddito coniugale, si tratta di prestazioni tra le più basse erogate dal nostro sistema pensionistico – assistenziale. Ormai è da decenni che non si è proceduto ad
un loro miglioramento. Gli unici loro incrementi sono stati quelli derivanti dagli aumenti annuali del
costo della vita, che peraltro negli ultimi anni si è fermato intorno allo 0 %.
In definitiva, i tempi per migliorare lo stato economico di tante persone in stato di disagio si mostrano
ormai maturi per mirare ad arginare al massimo l’estendersi della povertà nel paese.
Highlights
CASSAZIONE, PERIODO DI COMPORTO E RESPONSABILITA’
DEL DATORE DI LAVORO PER LA MALATTIA
Con la sentenza n. 21901/2016 la Corte di Cassazione ha dichiarato la illegittimità di un licenziamento intimato per superamento
del periodo di comporto nel caso in cui le assenze per malattia
siano riconducibili ai postumi traumatici sofferti dal dipendente
a seguito di una rapina subita nei locali dell’azienda.
I giudici della Suprema Corte hanno osservato come l’aggressione
posta in essere da terzi sul posto di lavoro non integra gli estremi
di un evento improvviso ma ricade tra quelle specifiche situazioni
per le quali il datore di lavoro è tenuto ad adottare idonee misure
di sicurezza.