Voluntary Disclosure Bis, l`ultima chance per gli evasori

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Voluntary Disclosure Bis, l’ultima chance per gli evasori | 1
venerdì 04 novembre 2016, 17:00
Nuove misure del Governo
Voluntary Disclosure Bis, l’ultima chance per gli
evasori
L'intervista a Fabrizio Vedana, vice Direttore Generale Unione Fiduciaria S.p.a.
di Camilla Doninelli
Per recuperare patrimoni sconosciuti al Fisco italiano, il Governo mette di nuovo in campo lo strumento della
Voluntary Disclosure. In teoria l’ultima doveva essere quella del 2015, ma le entrate che deriverebbero dalla bis
sanerebbero gli aspetti fiscali, e non sarebbe uno scudo per eventuali reati penali collegati al denaro in questione. Oltretutto
diventerebbe una parte della copertura economica della manovra contenuta nella legge di Bilancio.
Da qualche parte bisogna pur ricominciare. L’evasione fiscale è da sempre uno ‘dei mali incurabili’ del nostro sistema.
Questa sembra essere davvero l’ultima chance per gli evasori. Anche perché dal 2017 «gli Stati si scambieranno
automaticamente informazioni sui soggetti che hanno depositi, conti correnti, gestioni negli Stati che hanno sottoscritto
questi accordi con la conseguenza che per l’amministrazione fiscale diventerà ancora più semplice scovare quelli che non
hanno aderito alla Voluntary Disclosure».
Quanto denaro è taciuto al fisco? Secondo la stima fatta dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco, il tesoro
nascosto nei paradisi fiscali è compreso tra i 200 e i 300 miliardi di euro, di cui almeno 150 sarebbero liquidi. «I contanti
chiusi in cassette di sicurezza in Italia e all’estero siano gran parte della fetta (circa 150 miliardi). Sempre denaro di
provenienza illecita. Nell’ultima voluntary le domande di adesione presentate sono state oltre 129 mila: tra il primo gennaio
e il 30 settembre ci sono state 63mila istanze e nei due mesi di proroga si sono aggiunte altre 66mila domande».
Abbiamo chiesto a Fabrizio Vedana, vice Direttore Generale Unione Fiduciaria S.p.a., che cosa porterà la Voluntary
Disclosure bis.
Ritorna lo strumento della Voluntary Disclosure, già utilizzato dal Governo nel 2015…
La Voluntary è una procedura che consente agli italiano che hanno attività non dichiarate al fisco di farle emergere pagando
le imposte che sono state evase su questi patrimoni con delle sanzioni amministrative ridotte ai minimi termini e con il
vantaggio di non andare incontro alle sanzioni di tipo penale che altrimenti verrebbero loro applicate se fosse
l’amministrazione fiscale a scoprire le attività detenute illecitamente all’estero o in Italia.
Lo possiamo chiamare ‘patteggiamento’ tra Stato e evasore?
Diciamo che è qualcosa di simile a quello che succede a volte nel mondo del pentitismo mafioso. Se ripenti lo Stato ti viene
incontro. A chi collabora nel far emergere attività non dichiarate al fisco, lo Stato è disponibile a concedere delle tutele, in
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su
http://www.lindro.it/voluntary-disclosure-bis-lultima-chance-per-gli-evasori/
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particolare quella sul piano penale che è la parte che è più pesante.
Quindi non stiamo parlando dello Scudo Fiscale, meglio precisare?
No. L’importante è chiarire che la Voluntary non ha gli stessi connotati dello Scudo Fiscale del governo Berlusconi. Non è un
condono come era lo scudo fiscale che aveva un’aliquota forfettaria che comprendeva imposte e sanzioni. Pagando il
soggetto saldava il conto con il fisco. La Voluntary richiede il pagamento integrale delle imposte evase (non pagate sul
patrimonio che is trova in Italia o all’estero). Le imposte possono essere con aliquota progressiva nel caso di determinati
beni ed è l’ultima chance. A partire dal 2017 per alcuni Paesi, e a partire dal 2018 per altri, opereranno gli scambi di
informazioni tra gli Stati. In particolare ai sensi di una normativa la Common Reporting Standard . Tutti gli Stati si
scambieranno automaticamente informazioni sui soggetti che hanno depositi, conti correnti, gestioni negli Stati che hanno
sottoscritto questi accordi, con la conseguenza che per l’amministrazione fiscale diventerà ancora più semplice scovare
quelli che non hanno aderito alla Voluntary Disclosure.
Adesso o mai più? E per i conti nei Pesi della Black List al di fuori dell’Europa?
E’ l’ultima chance per quelli che hanno patrimoni non dichiarati dislocati in Paesi europei ma anche in Svizzera piuttosto che
a Dubai. Sia la Svizzera che Dubai hanno sottoscritto accordi che saranno vigenti a parte dal 2018. Tradotto vuol dire che il
Signor ‘Brambilla’ che ha un conto in Svizzera, piuttosto che a Dubai, non dichiarato al fisco, fino al 31 Dicembre 2017 può
stare relativamente tranquillo. A partire dal 2018, se il conto corrente del signor Brambilla è ancora in essere e non ha
utilizzato lo strumento della Voluntary, e lo Stato italiano lo viene a scoprire con lo scambio di informazioni, a quel punto
l’evasore pagherà non solo tutte le imposte ma subirà anche le sanzioni di tipo penale che possono arrivare anche a diversi
anni di reclusione. Non è solo la sanzione penale che si associa ai reati fiscali commessi, ma anche la nuova sanzione
prevista per l’autoriciclaggio che può arrivare fino a sei anni di reclusione.
Evasione fiscale, il male incurabile del nostro Paese. Le percentuali non si abbassano anche dopo l’utilizzo di
sistemi come la Voluntary, come mai?
Le nostre percentuali sono alte ma in linea con Paesi delle nostre dimensioni. Anche la Francia e la Germania hanno fatto
negli anni scorsi programmi di voluntary disclosure analoghi a quelli italiani, e sono emersi numeri significativi, analoghi a
quelli italiani. Gli evasori esistono in Italia come all’estero. Sicuramente un maggiore utilizzo della moneta elettronica
consentirebbe di ridurre drasticamente l’evasione. Come arrivare ad un utilizzo della moneta elettronica? In primo luogo
agendo sul tema delle commissioni. Bisognerebbe non ridurre ma abbattere a zero le commissioni che gli esercizi
commerciali devono pagare per poter ricevere denaro non in contante ma attraverso il pagamento con il bancomat o carta
di credito. Questo andrebbe in conflitto con l’interesse della banca che invece deve guadagnare sulle commissioni. E’
cresciuto l’utilizzo della moneta elettronica, non ancora come nel resto del mondo ma nel corso degli ultimi anni si è
registrato un maggiore utilizzo. Nell’audizione alla Camera il Procuratore di Milano, Francesco Greco, ha dato la sua
sostanziale benedizione alla Voluntary Disclosure 2 dicendo che è un provvedimento che va nella direzione da lui auspicata,
cioè di far emergere con un metodo non condonistico, patrimoni nascosti al fisco. Da questo punto di vista è una
benedizione importante per il provvedimento che adesso deve passare per ottenere la conversione in legge.
Sempre Francesco Greco ha dichiarato che «tutti i programmi di disclosure però dovrebbero essere affiancati
da un enforcement da parte dello Stato»…
Lo Stato, tramite il provvedimento presente nella Voluntary bis, può acquisire le liste dai Comuni dei soggetti che hanno
cambiato la residenza dal 2010 ad oggi, passando da una residenza in Italia a duna residenza ad esempio in Svizzera o in
altri Paesi, sono iscritti all’A.I.R.E., sono tutti strumenti che si aggiungono a quelli già a disposizione e che vanno nella
direzione di incentivare il maggior numero di soggetti ad emergere con la voluntary disclosure 2, che sembrerebbe essere
l’ultima opportunità per coloro che ancora non hanno fatto il passo di riavvicinamento alla legalità da un punto di vista
fiscale.
Ma si avranno effetti positivi a lungo termine? O sarà un provvedimento ‘spot’?
Il vantaggio che ne verrà allo Stato sarà, non solo quello di recuperare nell’immediato imposte che non sono state pagate
negli anni passati, ma anche di riportare quei soggetti nella legalità e vederli pagare negli anni a venire le imposte su quei
patrimoni. Non è una tantum come viene scritto, sbagliando alcune volte, sui giornali. La Voluntary 2 porta un una tantum
nell’immediato, perché lo Stato incamera imposte e sanzioni su patrimoni che in passato non erano noti; ma negli anni
successivi la base imponibile di quei soggetti si allargherà con la conseguenza che le imposte dovranno essere pagate negli
anni a venire e lo Stato avrà a disposizione dei soldi su patrimoni che fino a quel momento erano sconosciuti al fisco. E’ un
ulteriore opportunità a quelli che non hanno sfruttato la Voluntary 1, i numeri si vedranno nei prossimi mesi. Il Governo ha
fatto delle stime, questi soldi potrebbero essere utili anche per la ricostruzione post terremoto e non solo. L’emersione di
questi patrimoni può contribuire a risanare il bilancio dello Stato.
di Camilla Doninelli
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