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LA STORIA DEL
VINO NOVELLO
Quello del vino Novello è un fenomeno tutto contemporaneo. Vi sono molte “storie” che
vantano la primogenitura della nascita del Novello.
Tra le più accreditate vi è quella che richiama un esperimento condotto nel 1934 da
un’equipe di ricercatori francesi, intenti a ricercare un metodo per conservare il più a lungo
possibile l’uva da tavola dopo la raccolta.
Uno degli esperimenti includeva la conservazione dei grappoli a 0°C sotto una cortina di
anidride carbonica. Dopo un paio di mesi si accorsero che i grappoli erano diventati gassosi
e frizzanti, non erano più adatti per la commercializzazione e pertanto decisero di vinificarli
e ne risultò un vino particolare e piacevole.
Ma la produzione del vino novello è iniziata verso la metà degli anni '70, dopo che in
Francia, considerata la madre dei novelli, i vignaioli francesi del 1500 della zona di
produzione del Beaujolais, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il
Beaujolais Nouveau, per rivalorizzare il loro vino prodotto con uve Gamay meno pregiate
della Borgogna meridionale.
In Italia il vino novello nasce negli anni '70: i primi produttori sono stati Angelo Gaja (Vinot)
ed i Marchesi Antinori. Dunque in Francia il novello è prodotto con uve Gamay, mentre in
Italia si parla di vini novelli derivati da diversi vitigni. Sono soprattutto i Veneti ed i Toscani a
produrne le maggiori quantità, seguiti dalle aziende piemontesi e altoatesine. Il novello
attuale, pur diverso nella nostra penisola, è molto più abbondante al centro e al Nord: il
meridione e le isole ne producono meno.