unasconfittadi40 nonraffiguracantù dobbiamo ricordablo

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L'INTERVISTA PIETRO ARADORI. Capitano della Grissin Bon Reggio Emilia
È il miglior realizzatore italiano del campionato con 17.2 punti a partita
«UNASCONFITTADI40
NONRAFFIGURACANTÙ
DOBBIAMO RICORDABLO
»
FABIO CAVAGNA
P
ietro va di fretta. Magari
nonpulisce ilbagno ma di
sicuro fa canestro. In questo primo scorcio di campionato sta infatti viaggiando a
17.2 punti di mediapartita, settimo realizzatore assoluto della
serie Amaprimo - e con distacco
- tra gli italiani. Sta inoltre tirando con quasi il 56% da 2, il 48
pieno da 3 e il 100% dalla lunetta
Aggiungiamo i 5 rimbalzi e i 3
assist ogni volta che mette piede
in campo e il quadretto è bello
che dipinto. Un giocatore a tutto
tondo, come tra l'altro indica il
suo quarto posto nell'apposita
graduatoria inerente la voce "valutazione".
Pietro, naturalmente, è Pietro
Aradori. Uno che non più tardi
di domenica scorsa si è reso autore diunaprestazione maiuscola
a Trento realizzando 26 punti,
con4/7 da 2,4/6 da 3,6/6 ai liberi,
7 rimbalzi e 6 assist.
Insomma, l'ex giocatore canturino si appresta a dare il benvenuto
alla Red October (a Reggio Emilia domenica il confronto va in
scena alle 18.15), dall'alto di
un'eccellente condizione di forDunque, Pietro, partiamo dallafine.
Dal vostro successo a Trento.
Si trattava di una partita molto
importante per noi perché volevamo dare continuità al nostro
cammino soprattutto fuori casa.
Sappiamo quanto sia difficile andare a imporsi in trasferta e sono
poche le squadre che hanno la
mentalità di andare a giocare
lontano da casa per strappare i
due punti. Sapevamo sarebbe
stata tostissima. Siamo stati bravi dapprima a restare sempre a
contatto, senza mai mollare, e
poi nei minuti finali abili a dare
la zampata decisiva con canestri
importanti e scelte giuste, trasformando i liberi che contavano
per mantenere la distanza e per
permetterci di affrontare gli ultimi secondi abbastanza tranquilli
È stata la sua miglior partita quest'anno?
Sì, indubbiamente.
Il ruolo di capitano che da questa
stagione le hanno riconosciuto a
Reggio la sta caricandooltreche responsabilizzando?
È un'investitura importante soprattutto inuna società come la
Reggiana molto attenta al lato
umano dei giocatori. E questo mi
rende orgoglioso oltre che ancor
più responsabilizzato. Questo
per ciò che riguarda l'aspetto al
di fuori dal campo. In campo,
invece, è solo l'allenamento e il
lavoro duro che ti consentono di
migliorare. Voglio dire, non è che
se non fai niente tutta settimana,
arrivi poi alla partita e giochi bene soltanto perché sei capitano...
Insomma, sto cercando di interpretarlo al meglio che posso questo ruolo.
Voi siete la versione completamente
opposta di Cantù: la Red October
squadra degli stranieri per eccellenza, la Grissin Bon con una forte connotazione italiana.
Noi siamo la versione completamente opposta del 90% delle
squadre italiane... Non solo di
Cantù. Purtroppo il basket in Italia è andato in questa direzione
e chissà se riuscirà a invertire la
rotta. Sono convinto che tanta
gente che pur non tifa Reggio
apprezzi Reggio perché a nessuno piace vedere squadre che
cambiano 6-7 stranieri ogni anno. Io ho la bravura e la fortuna
di essere in un posto in cuisipuò
giocare unabellapallacanestro,
si fa leva su un nucleo ben riconoscibile, dove c'è unaforte anima italiana oltre a una società
solida
Come se lo spiega il -43 di Cantù a
Capo d'Orlando?
Volevo chiedervelo io, in verità,
perché perdere di40 punti è difficile. Devi impegnarti. Soprattutto dopo che ne avevi dati 20
aSassarilasettimanaprima. Sono rimasto sorpreso e sconcertato. Non me l'aspettavo. Perché
Cantù è una squadra buonissima. Non so se ci sia qualche problematica al di fuori della squadra che possa aver inciso.
Che Red October vi aspettate ora?
Noi quella partita in Sicilia non
la prendiamo neanche in considerazione perché sarebbe fuorviante. Sappiamo Cantù che
squadra sia e come può giocare.
E tosta, atletica, grossa. La rispettiamo molto e siamo consapevoli che non può essere quella
scesa in campo contro Capo
d'Orlando. No, io non mi fido.
Voi avete quattro vittorie, quasi cinque, perché quel la a Caserta l'avete
lasciata lì sull'ultimo tiroasegnodi
Giuri.
Vero, però conta come sconfitta...
Ma dalla prima giornata a oggi,
quanto siete cresciuti?
Siamo cresciuti parecchio perché non facendo le coppe abbiamo avuto lapossibilitàdi allenarci tanto, di conoscerci, di giocare
insieme. Già a Caserta non era-
vamo male, ma adesso siamo una
squadra migliore.
conunasquadra, appunto, dalle
caratteristiche diverse.
Rispettoall'annoscorsodovesiete
più cambiati?
Lei sul finire della scorsa stagione ha
giocato con quel Parrillo che oraèa
Cantù. Che giudizio ne dà?
Siamo una squadra diversa Molto più atletica e mobile sotto canestro. Meno pericolosi spalle a
canestro ma giochiamo più pick'n'roll coinvolgendo i nostri
lunghi e cerchiamo di correre
maggiormente in contropiede.
Com'è la vita senza le due colonne
lituane Lavrinovic-Kaukenas?
Loro sono stati molto importanti
per Reggio Emilia e qui hanno
dato tantissimo. Però si va avanti,
Il mitico "Sasà" è stato tra l'altro
mio compagno di stanza durante
i playoff. Bravissimo ragazzo, a
me piace come giocatore, ha un
buon tiro da fuori e secondo me
potrà fare qualcosa di interessante a Cantù anche perché ho
visto che il coach gli ha già dato
fiducia in più di un'occasione.È
un ragazzo che lavora molto ed
è sempre molto positivo.
Pietro Aradori al tiro nel match con Trento ENRICO ROSSI (ROSSI FOTOGRAFI)