Comunicato camere 3.11.16

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Transcript Comunicato camere 3.11.16

Aderente
Unione Nazionale Camere Civili
Egr. Sig.
Presidente COA Lecce
Egr.gi Sig.ri
Delegati XXXIII°
Congresso Nazionale Forense
Gentile Presidente, Egregi Colleghi Delegati al XXXIII° Congresso,
abbiamo appreso che nel corso del Congresso forense tenutosi da ultimo a Rimini, ha trovato
approvazione la mozione politica, proposta da alcuni Delegati anche del locale COA e sostenuta
dalla Rappresentante del nostro Ordine, elaborata da un gruppo ristretto nell'ambito dell'Agorà degli
Ordini, che di fatto ha segnato la fine del progetto, maturato oltre trent'anni fa, di dare voce unitaria
all'Avvocatura mediante
una proposta di rappresentanza politica, che fosse distinta da quella
istituzionale, proprio nel momento in cui tale riconoscimento era stato sancito in una norma della
legge professionale: l'articolo 39.
Riteniamo che si sia persa l'occasione per dare un chiaro segnale di unità, nell’ottica di un sano
pluralismo di pensiero e di confronto tra le varie voci che l'Organismo politico dovrebbe
rappresentare!
Sono molte le cose che avrebbero dovuto far riflettere chi si apprestava ad approvare la mozione: in
particolare, l'abolizione della incompatibilità tra Consigliere dell'Ordine e delegato distrettuale del
nuovo organismo, e la possibilità che il Congresso discuta e si esprima solo sulle mozioni attinenti
al tema congressuale prestabilito, lasciando fuori ogni altra esigenza politica e chiudendo quindi le
porte ad un reale confronto tra tutte le rappresentanze dell'Avvocatura su proposte relative a temi e
necessità della intera classe forense.
Ed infatti, se è vero - come sancisce la norma dell’ordinamento professionale - che il Congresso
rappresenta la massima assise dell'Avvocatura, è all'interno di esso che devono maturare tutte le
iniziative politiche volte a favorire la tutela della intera classe forense.
Invece, pare abbastanza chiaro, ormai, che tale funzione inerente la discussione politica sui più
svariati temi ed interessi sia stata dall'Avvocatura, con l'approvazione di tale mozione, delegata ad
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altri Organi, già titolari di ampia rappresentanza. In pratica, abbiamo rinunciato ad un vero e
democratico confronto tra le Associazioni, gli Avvocati e le istituzioni, nell'unica sede deputata a
proporre la volontà democraticamente espressa dell'intera Avvocatura: il Congresso.
Certamente, come accadeva trent'anni fa, le Associazioni torneranno ad essere il fulcro del pensiero
propulsivo, mediato ed attenuato, però, da un sistema che non premia il loro ruolo e la loro
rappresentanza politica, che dal Congresso esce enormemente ridimensionata.
Questo è accaduto.
Oggi, tuttavia, chiediamo ai Delegati leccesi di mostrare a tutti il segnale chiaro della propria
volontà di non disperdere il patrimonio di conquiste politiche e democratiche accumulato nel corso
degli anni, nell’ottica della condivisione di valori comuni a tutti gli Avvocati.
Chiediamo dunque agli stessi Delegati di scegliere un rappresentante che sia espressione di unità,
ma libero da vincoli istituzionali, capace di farsi portavoce, con indipendenza, dei bisogni
dell’intera classe forense.
Buon lavoro.
Camera Penale di Lecce
Camera Civile Salentina
Il Presidente
Il Presidente
Avv. Silvio Verri
Avv. Salvatore Donadei
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