Più regole per lo shadow banking

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Venerdì 4 Novembre 2016
PRIMO PIANO
CONSULTAZIONE DI BRUXELLES SULLA REVISIONE DELLE POLITICHE MACROPRUDENZIALI
Più regole per lo shadow banking
La Commissione Ue vuole ordinare e ampliare gli strumenti per la stabilità del sistema finanziario
nel complesso. È un primo passo per la disciplina del sistema bancario ombra, oggi poco vigilato
di Francesco Ninfole
D
opo la crisi finanziaria
la regolamentazione si
è concentrata sui rischi
delle banche. Ma in futuro, anche per evitare squilibri
e arbitraggi tra istituti di credito e altri soggetti di mercato, i
legislatori europei guarderanno
maggiormente agli operatori
del cosiddetto shadow banking, a cominciare da fondi e
società d’investimento che possono fare credito (per esempio
sottoscrivendo bond) ma senza
essere soggetti alle stesse regole delle banche. Sarà questo un
filone importante della regolamentazione dei prossimi anni.
La Commissione Ue ha fatto
un primo passo, pubblicando
nelle scorse settimane una
consultazione sulla «revisione del sistema delle politiche
macroprudenziali europee».
Sulla materia ci sarà un incontro lunedì a Bruxelles tra
esponenti delle principali autorità europee.
La regolamentazione macroprudenziale ha l’obiettivo di
garantire la stabilità del sistema finanziario nel complesso e
non soltanto quella dei singoli
operatori (che spetta alla vigilanza microprudenziale). Ma la
materia è stata finora trattata in
modo frammentato: se ne occupano due testi bancari (Crr e
Crd4), il regolamento della Vigilanza Bce e due regolamenti
dell’Esrb (l’organo presieduto da Mario Draghi che ha il
compito di individuare i rischi
sistemici). Perciò la consultazione Ue vuole innanzitutto
fare chiarezza tra i numerosi
strumenti macroprudenziali
(tra cui ci sono per esempio i
buffer di capitale aggiuntivi)
varati dopo l’ultima crisi, a
volte senza una regia unitaria.
La Bce armonizza le regole per le banche minori
di Onofrio Giuffrè
a Bce ha lanciato la consultazione sulle regole
Lvigilate
che armonizzano la supervisione per le banche
dalle autorità nazionali che sono denominate «istituzioni meno significative» dal punto
di vista sistemico. Si tratta di quelle banche che
non sono vigilate direttamente dalla stessa Banca Centrale Europea. Il documento sottoposto
a consultazione contiene gli orientamenti e le
raccomandazioni della Bce per l’esercizio di
opzioni e misure discrezionali disponibili per
le banche allo scopo di uniformare il modo in
cui gli istituti sono sottoposti a supervisione
nazionale. L’obiettivo delle raccomandazioni è
armonizzare 43 opzioni e misure discrezionali
che non sono di «generale applicazione ma sono
valutate caso per caso». Inoltre il documento Bce
fornisce indicazione alle autorità nazionali sul
modo in cui valutare singolarmente tali opzioni
e discrezioni e precisa che per otto di queste è
giustificato un approccio comune. Nel 2015 la
Bce ha armonizzato l’applicazione di opzioni e
discrezionalità sulla vigilanza diretta dei 129
enti creditizi significativi. A tal fine sono stati
quindi adottati, nel 2016, un regolamento, una
guida sull’esercizio delle opzioni e delle discrezionalità previste dal diritto dell’Unione,
un addendum a tale guida e l’approccio della
Bce per il riconoscimento dei sistemi di tutela
istituzionale (Institutional Protection Schemes,
Ips). Una versione consolidata della guida è
stata pubblicata ieri nel sito internet della Bce.
(riproduzione riservata)
Mario
Draghi
Inoltre si vogliono valutare gli
ambiti del sistema finanziaro
finora meno considerati dai
regolatori, tra cui appunto lo
shadow banking.
La consultazione della Commissione è la base per future
proposte legislative. «C’è una
necessità generale di definire
un insieme di strumenti macroprudenziali che vadano
oltre il settore bancario», ha
rilevato nella consultazione
l’Esrb. «In particolare, strumenti come i requisiti su
margini e gli haircut sui derivati, così come quelli su leva
e liquidità dei fondi di investimento, dovrebbero essere
ulteriormente approfonditi
e, ove appropriato, il regime
regolatorio potrebbe essere allargato». In questi ambiti l’Ue
valuta di estendere i poteri di
controllo dell’Esrb.
L’attività dello shadow banking
è fondamentale nel sostegno al
credito, soprattutto quando le
banche sono in difficoltà. Proprio per questo motivo il ruolo
del settore sarà ancora più importante con la Capital Markets
Union, che si propone di sostituire parte dei finanziamenti
bancari attraverso i mercati.
Questo scenario tuttavia, come
ha ricordato in più occasioni
Draghi, presenta anche qualche
rischio. Per la stessa attività (il
credito) ci potrebbero essere
soggetti iper-regolamentati (le
banche) e altri invece del tutto
privi di vincoli. Così i rischi
non uscirebbero dal sistema
ma si trasferirebbero soltanto su soggetti diversi, meno
trasparenti e poco vigilati su
liquidità, capitale, leva e governance. Sarebbe una forma
di selezione avversa nella quale viene premiata la possibilità di sfuggire ai controlli. Per
esempio, nel project financing
le banche potrebbero ridimensionare le esposizioni a causa
delle strette di Basilea, lasciando spazio a società non regolamentate. La storia del fondo
Ltcm e di altri fondi congelati
per illiquidità ha mostrato che
le crisi pericolose per il sistema finanziario non sono solo
quelle bancarie.
In un recente intervento Draghi, riprendendo un’analisi
Esrb, ha sottolineato che tra le
aree che richiedono «un attento
monitoraggio» c’è la liquidità
di alcuni fondi obbligazionari
aperti: la percentuale di asset
non-liquidi rispetto al totale è
arrivata al 38% a fine 2015, rispetto al 26% di sei anni prima.
Inoltre Draghi ha evidenziato
«le significative interconnessioni tra banche e banche ombra, in particolare fondi monetari». Circa due terzi degli asset
totali dei fondi monetari sono
legati alle banche, soprattutto
nella forma di titoli di debito.
La revisione delle politiche
macroprudenziali va anche oltre la questione dello shadow
banking e riguarda per esempio
la definizione dei buffer di capitale per le banche, in particolare quando l’economia va male. Oggi la vigilanza micro e
quella macroprudenziale hanno gli strumenti per diventare
più severe nelle fasi espansive,
ma non hanno spazio per dare
ossigeno agli istituti nelle fasi
di contrazione (non è infatti
accaduto negli ultimi anni).
In situazioni di crescita bassa o nulla gli obiettivi micro
spesso sono contrastanti con
quelli macro: una richiesta di
più capitale per rafforzare le
banche può ridurre il credito
con conseguenze per l’intera
economia. Nella consultazione Ue l’associazione bancaria
europea (Ebf) ha sottolineato
che servirebbe una distinzione più netta tra requisiti di
capitale (sempre obbligatori)
e buffer (che possano essere
ridotti nei periodi di stress).
Anche su questi temi autorità
europee e governi sono stati chiamati a esprimersi con
maggiore chiarezza. (riproduzione riservata)
La Commissione approva le modifiche al Regolamento Emittenti. La scelta di non pubblicare i resoconti contabili andrà motivata
Consob: dal 2017 le trimestrali saranno facoltative
di Laura Bonadies
MF-DOWJONES
L
a Consob ha approvato le modifiche al Regolamento Emittenti in
materia di resoconti intermedi di
gestione, ossia i documenti contabili
che dal 2007, con l’entrata in vigore
della prima direttiva europea Transparency, hanno preso il posto delle
relazioni trimestrali. Le modifiche regolamentari, spiega una nota diffusa
ieri dalla Commissione presieduta da
Giuseppe Vegas, sono il punto di arrivo di un processo normativo iniziato
nel febbraio scorso con il recepimento
della direttiva Transparency II, che ha
abrogato l’obbligo di
pubblicazione dei resoconti intermedi di
gestione. La direttiva,
tuttavia, ha lasciato ai Paesi membri
dell’Unione Europea
la facoltà di reintrodurre informazioni
periodiche aggiuntive
rispetto alle relazioni
finanziarie annuali e
semestrali, sia pure solo a determinate
condizioni e previa analisi d’impatto
regolamentare quanto a costi e benefi-
ci. A partire dalla primavera scorsa Consob
ha svolto pertanto due
consultazioni con il
mercato finanziario.
Al termine dell’ultima consultazione
conclusasi nel settembre scorso e tenuto conto delle osservazioni del mercato,
Giuseppe
Consob ha introdotto
Vegas
il nuovo articolo 82ter del Regolamento
Emittenti. In base a questa norma
le società quotate hanno facoltà di
scegliere se pubblicare o meno le
informazioni finanziarie periodiche
aggiuntive. Qualora scelgano, su base
volontaria, di pubblicarle, le società
dovranno comunicare al mercato la
propria scelta, specificando gli elementi informativi che intendono fornire, in modo che le decisioni adottate
risultino chiare e stabili nel tempo.
D’altro canto l’eventuale decisione di
interrompere la pubblicazione dovrà
essere motivata e resa pubblica, acquistando efficacia a partire dall’esercizio successivo. Le nuove disposizioni si applicheranno a partire dal 2
gennaio 2017, in modo da consentire
alle società di rispettare la nuova normativa. (riproduzione riservata)