Venerdì 13 giugno 2008

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SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA

A cura dell’Ufficio Stampa della

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Dal 29 ottobre al 4 novembre 2016

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da BRESCIA OGGI

dal GIORNALE DI BRESCIA

da L’ARENA

da L’ADIGE

dal TRENTINO

dal CORRIERE DELLA SERA

ALTRE FONTI

Rassegna stampa gardesana

da BRESCIA OGGI venerdì 04 novembre 2016 – PROVINCIA – Pagina 25

AMBIENTE & TERRITORIO. Una «spedizione» arriverà sul fondo del lago di Garda per verificare con tecnologie sofisticate la tenuta della condotta sublacuale Collettore a rischio, missione negli abissi

Luciano Scarpetta Garda Uno: «Tubi deteriorati» Controlli a 200 metri di profondità con robot subacquei «intelligenti» e specialisti della Marina militare Missione speciale negli abissi del Garda, fino a profondità di 200 metri: robot subacquei con sensori elettronici, e forse un team di palombari della Marina militare, si immergeranno per verificare le condizioni della famigerata condotta sublacuale Maderno-Torri, il tratto più delicato e potenzialmente più pericoloso del sistema di collettori del lago, perchè è quello che trasporta i reflui fognari della sponda bresciana verso quella veronese, dove a Peschiera è il depuratore.Garda Uno già all'inizio dell'estate aveva finanziato un primo intervento di ispezione - ma a profondità più modeste - sulla tenuta della tubature, vecchie ormai di 40 anni, rilevando un assottigliamento in alcuni tratti dello spessore dei tubi. Nel marzo scorso, un altro tratto di circa 50 metri era riemerso, piegandosi pericolosamente, davanti alle coste di Lazise.PREOCCUPAZIONI erano emerse in settembre all'incontro dei sindaci della sponda bresciana nella sede della Comunità del Garda. La presidente dell'ente comprensortiale, l'onorevole Mariastella Gelmini, aveva reso noto che le ispezioni della Marina Militare avevano dato risultati non del tutto positivi: lo spessore delle tubature si era assottigliato, passando negli ultimi anni da 16 a 12 millimetri.«ESTERNAMENTE - era stato dichiarato - non sembrano esserci problemi, ma all'interno della condotta il polietilene si è eroso, e a profondità più elevate i rischi potrebbero essere più concreti».Che la condotta possa spezzarsi a seguito di una forte sollecitazione non è facile, perchè i materiali sono elastici: vetroresina e polietilene. Ma non è indistruttibile.Proprio per questo motivo si sta preparando una seconda missione, non più a soli 28 metri di profondità come la precedente, ma scendendo fino a 200. Resta da decidere se andrà la Marina o un «contractor» civile.Si tratterebbe di operazioni dagli standard di costi decisamente più elevati della precedente: «Costi destinati a lievitare - era stato sottolineato dai tecnici di Garda Uno alla riunione coi sindaci - a causa delle profondità e delle relative misure di sicurezza per il personale subacqueo della Marina incaricato».Posto che si decida di effettuare un'accurata ispezione sui 50/60 metri a scendere fino a 200, il dato di fatto è che oggi non si sa in che condizioni siano i tubi più profondi. «In queste settimane - è la volontà di Garda Uno - stiamo facendo valutazioni per scendere con un Rov, un robot subacqueo, fino alle quote massime di profondità».«Tre anni fa - conferma Angelo Modina che con i colleghi della Vrm, azienda di Toscolano Maderno specializzata nell'immersione tecnica, aveva monitorato la condotta - le tubature esternamente apparivano in buone condizioni. Ma per ispezionarle all'interno servono tecnologie particolari». Il Rov che sarà utilizzato nell'eventualità di una nuova ispezione, sarà infatti dotato questa volta di speciali sensori per visionare gli spessori dei tubi. Ma là sotto bisogna arrivarci. giovedì 03 novembre 2016 – PROVINCIA – Pagina 25 IL BILANCIO. Numeri mai visti nel comprensorio Padenghe, Manerba, Moniga, Soiano e San Felice

Turismo, Valtenesi a quota 2 milioni È il boom della vacanza in camping

Alessandro Gatta Negli hotel il 25 per cento ma la parte del leone è per l'extra-alberghiero con i tedeschi in «pole»

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La Valtenesi pregusta il record storico di turisti: i quattro Comuni dell'Unione, Manerba, Moniga, Padenghe e Soiano, insieme a San Felice si preparano a superare la soglia dei 2 milioni di presenze. Più di Desenzano e Sirmione messi insieme, anche grazie alla fitta presenza di campeggi, che in Valtenesi contribuiscono per il 75% del totale.LE PRESENZE ci sono eccome: l'ufficio turismo dell'Unione ha chiuso da poco la conta degli arrivi, delle presenze e degli incassi relativi al periodo in cui è in vigore la tassa di soggiorno, dal 1° aprile al 30 settembre.In sei mesi esatti i Comuni dell'Unione superano la quota dei 250mila arrivi (i turisti effettivi), con 1 milione e 216mila presenze (i pernottamenti): rispettivamente il +9 e il +10% rispetto al 2015. Non ci sono i dati ufficiali, ma San Felice dovrebbe raggiungere 500mila presenze.Aumentano di conseguenza gli incassi dell'imposta di soggiorno: nel 2015 erano poco più di 500mila euro, quest'anno superano i 563mila. Quasi il 12% in più, così ripartiti: quasi 250 mila a Manerba, 200 mila a Moniga, 100 mila a Padenghe, 16 mila a Soiano (che ha poche strutture). Nel complesso, maggio è il mese dei record (+29%), stabile giugno (+1,6%) e poi ancora boom a luglio (+22%) e agosto (+14%), con un soddisfacente +6,3% anche a settembre. Aprile è l'unico mese con il segno meno, quasi il 6%. LA PARTE DEL LEONE va al settore extralberghiero: contando anche San Felice, ci sono 35 campeggi. La metà di tutto il Bresciano. Ed è nei campeggi che si registra circa il 75% delle presenze della Valtenesi: 1 milione e mezzo (dati del 2015) su poco più di 1 milione e 900mila totali. Il grosso è straniero: 550 mila presenze tedesche, 362 mila olandesi, 52 mila per i britannici, 37 mila per gli svizzeri. «Possiamo dirlo: è stata un'annata d'oro - spiega Isidoro Bertini, sindaco di Manerba e assessore al turismo dell'Unione - e siamo convinti che a fine anno potremo finalmente superare il record dei 2 milioni di presenze. I meriti: sicuramente il grande appeal di tutto il lago, che ogni anno si rinnova anche con eventi e proposte di pregio, il bel tempo, infine la situazione internazionale». martedì 01 novembre 2016 – PROVINCIA – Pagina 19

IL CASO. I timori erano già emersi nel vertice convocato alla vigilia della nuova scossa di terremoto Il sisma minaccia i fondi per il collettore del Garda

Luciano Scarpetta Lo sforzo finanziario extra destinato alla ricostruzione è un'incognita sui 100 milioni promessi dal Governo Il presidente dell'Ats: «Il territorio deve compattarsi» L'emergenza terremoto pone delle incognite sullo stanziamento da 100 milioni promesso dal Governo per l'avvio dei lavori del mega depuratore del Garda. La circostanza era emersa con la delicatezza e il rispetto che meritano le popolazioni colpite dal sisma nel corso di una riunione in Broletto, prina della seconda ondata di scosse telluriche di domenica mattina. La replica dello sciame sismico pur non avendo fortunatamente causato vittime, chiamerà il Governo a uno sforzo finanziario supplementare per la ricostruzione. IL CHE POTREBBE avere ricadute sul budget da destinare ad altre opere pubbliche, anche a quelle di stretta emergenza come il depuratore. Occorre dunque stringere i tempi e spingere il Governo a mettere nero su bianco l'impegno economico. Un obiettivo fissato con toni e sfumature diverse durante la riunione che ha visto la partecipazione dell'onorevole Mariastella Gelmini e Giovanni Peretti, rispettivamente presidenti della Comunità del Garda e Ats, degli assessori regionali all'Ambiente di Lombardia e Veneto Claudia Terzi e Gianpaolo Bottacin. «Speriamo che i 100 milioni siano davvero a disposizione - ha auspicato il presidente di Ats Giovanni Peretti -. Il terremoto chiamerà il Governo a un impegno finanziario straordinario, è necessario dunque accantonare i campanilismi per remare tutti nella stessa direzione e ottenere garanzie. Anche il depuratore è un'opera urgente». Il riferimento è al rischio di lesioni della condotta fognaria che scorre sul fondo del lago, sollecitata dai micro-sisma che si ripetono nella faglia garadesano-valsabbina. Una lesione della conduttura avrebbe effetti ambientali devastanti. «Il collettore è a fine vita - ha osservato Peretti -: siamo dunque chiamati tutti a difendere una risorsa turistica vitale per il comprensorio». I tecnici di Garda Uno e Ags Giacomelli e Varotto nei giorni scorsi hanno incontrato a Firenze Piergino Megale, incaricato dal Ministero di esaminare e relazionare sul progetto di depurazione e collettazione delle acque gardesane. «Un incontro tecnico - precisa il direttore della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa -. Il lavoro è stato valutato molto positivamente condividendo due princìpi fondamentali

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ovvero che il lago non è ricettacolo di rifiuti e che sia la sponda lombarda che quella veneta avranno un depuratore ciascuno».

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da L’ARENA giovedì 03 novembre 2016 – PROVINCIA – Pagina 36

MALCESINE. Bilancio di una stagione in crescita, con «punta» in ottobre La Funivia sale i passeggeri pure È un 2016 d'oro

Emanuele Zanini Il contatore segna 22mila presenze in più Polato: «L'obiettivo adesso è di incrementare le presenze durante la stagione primaverile» Oltre ventiduemila presenze in più rispetto alla scorsa annata con un exploit di passaggi ad ottobre. Questi, in estrema sintesi, alcuni dei dati più rilevanti emersi dal bilancio di fine stagione estiva per la funivia di Malcesine. Gli impianti di risalita sono stati momentaneamente chiusi l'altro ieri, 1 novembre, per consentire, come ogni anno, le necessarie manutenzioni, operazione imprescindibile per garantire la sicurezza della struttura. Quest'anno il periodo di sosta «forzata» durerà più del solito, visto che scade la revisione straordinaria dopo i primi 15 anni di esercizio. La riapertura

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invernale, che verrà stabilita con precisione dopo il sopralluogo dei tecnici nei prossimi giorni, avverrà intorno al 20 dicembre. La stagione estiva, invece, era iniziata lo scorso 20 marzo per consentire ai veronesi e agli altri turisti di salire in funivia e sciare sul Baldo durante le festività pasquali (quest'anno la Pasqua è caduta il 27 marzo).Veniamo quindi ai numeri: finora il 2016 ha registrato dati significativi e del tutto positivi per Atf, Azienda trasporti funicolari di Malcesine. Per quanto riguarda i flussi turistici l'anno in corso è caratterizzato finora da un incremento di viaggiatori del 5 per cento rispetto all'anno precedente, con 467.894 passeggeri, conteggiati fino al 1° novembre, rispetto alle 450.232 presenze conteggiate al 31 dicembre 2015.Uno dei dati che dà maggior soddisfazione ai vertici di Atf sono, a parità di periodo, le oltre ventiduemila presenze in più registrate quest'anno rispetto a quello precedente. Un risultato che, secondo la funivia, è frutto sopratutto delle attività culturali, sportive e di solidarietà organizzate dalla società di gestione. Perché il tempo è stato meno clemente di un anno fa. Dal punto di vista meteorologico infatti le giornate di bel tempo sono state inferiori rispetto a quelle del 2015.Entrando nello specifico il mese più affollato, come spesso accade, è stato agosto con 97.924 passaggi da Malcesine e oltre 100mila da San Michele.Il dato più interessante però è quello di ottobre: con 43.214 viaggiatori saliti sugli impianti nel mese scorso si è avuto un aumento di ben 9.034 presenze rispetto allo stesso periodo del 2015, frutto, sostengono da Atf, delle azioni di promozione della funivia che hanno inciso in maniera significativa anche al di fuori del consueto mercato turistico balneare estivo. Le frequentazioni di ottobre sono infatti da attribuire a viaggiatori, sia italiani che provenienti dall'estero, amanti della montagna e delle particolarità escursionistiche del Baldo, oltre che di appassionati locali.La stagione estiva appena conclusa è stata caratterizzata anche da ammodernamenti strutturali avviati ad inizio anno per migliorare l'accoglienza delle persone: dalla stazione di partenza completamente climatizzata alla vendita e prenotazione online che ha permesso di evitare la fila alla biglietteria, dalle vie di accesso alla biglietteria ai tornelli di accesso agli imbarchi, fino alla completa ristrutturazione del rifugio di Prà Alpesina e, per la prima volta, i dépliant informativi anche in francese e spagnolo.Soddisfatto il presidente di Atf Daniele Polato per i risultati raggiunti: «Il 2015 sembrava un anno irraggiungibile perché caratterizzato dal tempo favorevole, ma anche quest'anno con il meteo incerto abbiamo inanellato record su record. La promozione condivisa con il cda è stata vincente», afferma Polato. «Abbiamo ampliato il target dei visitatori rispetto al turismo balneare del lago di Garda». Quindi uno degli obiettivi per il futuro: aumentare le presenze in primavera. «Lavoreremo verso tale direzione adottando iniziative di incoming, allargando quindi la stagionalità del nostro impianto». martedì 01 novembre 2016 – PROVINCIA – Pagina 27

BILANCI. L'incremento dovuto soprattutto all'afflusso di francesi Su è giù per il lago in due milioni e mezzo: è record

Danilo Castellarin La Navigarda si appresta a chiudere l'anno delle crociere con 200mila passeggeri in più del 2015 Il flusso maggiore di imbarchi sulla sponda veronese Tutti in crociera sul Garda. La stagione 2016 ha segnato un nuovo record mai prima raggiunto da Navigarda, la compagnia di navigazione governativa che gestisce una trentina di navi, battelli, traghetti e aliscafi. Fino a metà ottobre i turisti in movimento sono stati due milioni e mezzo, segnando così un incremento di quasi 200 mila passeggeri rispetto al 2015, davvero un primato.Per di più il flusso maggiore degli imbarchi si è registrato proprio nei porti affacciati alla sponda veronese, quella che va da Peschiera a Malcesine, con Garda in pole position. Ne ha dato notizia il direttore Navigarda Franze Piunti, genovese, 60 anni, ingegnere navale, che è subentrato al precedente direttore, l'ingegnere Davide Mandini, ora in servizio a Milano. Piunti vanta un lungo curriculum: proviene dal mondo delle petroliere ed è stato direttore per dieci anni della della navigazione sul Lago Como. Dal primo ottobre è ufficialmente direttore a Verona.«Sono più salato che dolce», racconta ripensando alla sua lunga esperienza marinara nel porto del capoluogo ligure, dove dirigeva il traffico delle grosse navi containers, «ma ricordo con molto affetto e nostalgia gli anni della mia infanzia quando, d'estate, tempo di vacanze, passavo da ragazzino dal lago di Garda con la mia famiglia per raggiungere la Val Pusteria». Dopo anni di lavoro a Genova e alla direzione di Milano è ora approdato

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a Desenzano, sede Navigarda. «A Milano mi mancava l'acqua», sorride, «e sono certo che sul primo lago d'Italia lavorerò benissimo».Sul traffico turistico straniero si è registrato il primato dei passeggeri francesi, forse richiamati dal nostro paese fortunatamente meno funestato da episodi terroristici che hanno purtroppo insanguinato a più riprese i nostri cugini transalpini in più località. Dal 10 ottobre è scattato l'orario ridotto, che dura fino al 6 novembre ma che comunque non impedisce agli amanti del lago visto dal lago (tutta un'altra cosa) il piacere di gustarsi un'ultima crociera, pur se con ridotta frequenza. Come si è visto anche in questi giorni.I battelli andranno poi in cantiere per le consuete operazioni di manutenzione invernale fino al 13 marzo quando la navigazione riprenderà. Continueranno invece per tutto l'inverno i collegamenti dei traghetti sulla tratta Torri-Maderno con 24 traversate complessive al giorno, fra andata e ritorno. Fra le iniziative da ricordare del 2016 il salvataggio di metà marzo quando un'imbarcazione privata s'incendiò vicino a Torbole e a soccorrere i passeggeri fu proprio un piroscafo in servizio della Navigarda.Decisamente più liete le crociere dell'11 agosto per lo spettacolo pirotecnico di Sant'Ercolano a Maderno e del 27 agosto, la famosa «Notte di fiaba» nell'alto lago, entrambe con il tutto esaurito. A fine anno confermata anche quest'anno la classica crociera di San Silvestro, con cena di gala a bordo. Intanto, proprio in questi giorni, il direttore Piunti ha collaudato i nuovi propulsori degli aliscafi mentre è già partito l'ordine per un nuovo battello di medie dimensioni che entrerà in funzione nel 2018, segno di un andamento gestionale positivo. martedì 01 novembre 2016 – PROVINCIA – Pagina 34

LA DISPUTA MILIONARIA. Otto Comuni in attesa, tre milioni già stanziati per un debito «storico» che ne vale oltre quattro Canoni demaniali mai versati Venezia comincia a pagare

Gerardo Musuraca Forcolin: «Liquidati entro l'anno». Per la «differenza» trattativa con le amministrazioni La Regione Veneto stanzia 3 milioni e 100 mila euro a favore degli otto Comuni della sponda veronese del lago di Garda per saldare il debito sui canoni demaniali extraportuali.La notizia arriva dall'assessore regionale al bilancio, Gianluca Forcolin, e dal vicepresidente del Consiglio Regionale, Massimo Giorgetti. A metà settembre quest'ultimo aveva accompagnato a Venezia i sindaci di Bardolino e Lazise, rispettivamente Ivan De Beni e Luca Sebastiano. I primi cittadini, in rappresentanza di quanto deciso in una riunione di fine agosto organizzata dal sindaco di Torri, Stefano Nicotra, avevano messo alle strette la Regione concordando un piano di rientro. Così, il 21 ottobre, il sindaco di Bardolino aveva inviato una missiva riassuntiva a Forcolin presentando il conto dei Comuni.«Una cifra che, globalmente», ha spiegato De Beni, «totalizza 4 milioni 668 mila 611 euro». «La Regione», ha spiegato Massimo Giorgetti, «quattro giorni dopo l'incontro del 15 settembre, aveva subito reso disponibile 1 milione 598 mila e 300 euro da destinare al pagamento parziale dei canoni arretrati». Ora l'assessore Forcolin ha spiegato a «L'Arena» che questi soldi «verranno presumibilmente liquidati entro il corrente anno». Ma non è tutto. «Gli uffici», ha proseguito Giorgetti, «su input dell'assessore Forcolin stanno anche lavorando per rendere disponibile un altro milione e 500 mila euro che verrà stanziato nell'assestamento di bilancio, cioè entro metà novembre». Insomma: si arriverà a una «copertura di circa 3 milioni e 100 mila euro entro fine anno», ha confermato Giorgetti. Se così fosse, la somma complessiva del credito degli otto Comuni con la Regione si assottiglierebbe a "solamente" 1 milione e 568 mila euro da distribuire tra otto municipi, circa 196 mila euro di media per Comune.«L'importante», aveva detto De Beni di ritorno da Venezia, «era sbloccare la situazione e concordare un piano di rientro a breve termine. La parola data da Forcolin e Giorgetti è stata mantenuta: ora attendiamo l'arrivo di questi soldi entro fine anno e poi vedremo come recuperare il resto. Voglio ringraziare sia Forcolin che Giorgetti perchè stanno finalmente chiudendo la vicenda», ha aggiunto. «Vicenda», hanno ripreso dall'alto Garda, «molto antipatica e che ha creato e sta creando difficoltà ai nostri bilanci comunali».Del resto, che il vento fosse cambiato nei rapporti tra Comuni e Regione lo indicano due fatti. Il primo è il cambio di normativa grazie a cui, proprio dal 2016, a incassare i canoni demaniali saranno i Comuni, che poi verseranno il 50 per cento alla Regione e non più viceversa, com'era finora. Così i centri rivieraschi, come da sempre

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avviene per i paesi marittimi del Veneto, non avranno ritardi nell'avere la quota di spettanza.Inoltre già quattro Comuni su otto, e cioè Brenzone, Torri, Bardolino e Peschiera, si erano già mossi per via giudiziaria per avere il pagamento del dovuto. Brenzone, in particolare, aveva ottenuto la liquidazione di 570 mila euro dal Tribunale di Verona tramite decreto ingiuntivo, Torri aveva contestato la cartella esattoriale tramite Equitalia, Bardolino e Peschiera avevano già incaricato i legali per la messa in mora della Regione. La Regione, nelle prossime settimane, dovrebbe saldare buona parte di quanto dovuto ai Comuni e, «sulla differenza, ci sarà un confronto con i Comuni sui conteggi», confermano a Venezia martedì 01 novembre 2016 – PROVINCIA – Pagina 34

MEZZI PESANTI. Torna il divieto invernale Tir in Gardesana «Cosa si aspetta per l'alt finale?» Prefettura e ministero d'accordo ma si va avanti per proroghe

Prorogato lo stop al traffico pesante sulla Gardesana fino al 30 aprile 2017. La Prefettura di Verona ha confermato il 27 ottobre lo stop ai tir sulla strada che collega i centri lacustri dal 1 novembre a fine aprile. Dopo la richiesta portata avanti come di consueto dalla Comunità del Garda, l'ufficio territoriale del Governo di Verona e quello di Trento hanno confermato la interdizione al «transito dei veicoli per il trasporto di cose di massa superiore a 7,5 tonnellate, comprensivo di quelli adibiti al trasporto delle merci pericolose, dal chilometro 38 nel Comune di Peschiera, fino al 91 + 0,20 nella frazione di Navene di Malcesine». Nella parte trentina, il traffico è interdetto «dal Comune di Nago Torbole fino al confine con la Provincia di Verona» 24 ore al giorno. Sono esclusi dal provvedimento i veicoli destinati al carico e scarico di merci connesso all'attività e al fabbisogno delle comunità rivierasche; quelli delle forze di polizia per ragioni di servizio, delle Poste o del ministero delle Comunicazioni, o adibiti a servizio pubblico per interventi urgenti o di emergenza; i mezzi utilizzati per la pulizia delle strade e delle condotte fognarie e per lo smaltimento rifiuti. E ancora: i veicoli della società Veneto Strade, l'ente gestore della strada e del servizio radiotelevisivo ma esclusivamente per "comprovate ragioni di servizio"Da circa 20 anni la Comunità del Garda chiede e sollecita la definitiva chiusura della strada ai tir ma, di sei mesi in sei mesi, deve reinoltrare la richiesta di provvedimento visto che il blocco avviene sempre e solo in forma temporanea, ad onta di quanto previsto nel 2010 dall'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni col «Patto per la Sicurezza» del Garda. Eppure la situazione di pericolo è ben nota sia alle Prefetture di Trento e Verona, che al Ministero delle Infrastrutture. Nessuno però, finora, è riuscito a modificare una virgola di questa situazione. Un anno fa era stato coinvolto anche il premier, Matteo Renzi, che però non risulta aver mai neppure risposto alla istanza della Comunità del Garda. Nel decreto della Prefettura di Verona si legge: «Il traffico pesante può determinare gravi pericoli e incidenti per i fruitori di questa strada a causa della ristrettezza e del sedimento stradale che costeggia il lago di Garda e attraversa, senza soluzione di continuità, i centri abitati prospicienti». E ancora: «Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con la nota numero 2189 del 13 aprile 2016 ha espresso parere favorevole alla chiusura».Ma la chiusura perpetua della strada resta una chimera. Sul perchè non si blindi una volta per tutte l'arteria ai tir resta un mistero. «Evidentemente piace fare perdere tempo inutilmente sia ai Comuni, che alle Prefetture».G.M. domenica 30 ottobre 2016 – PROVINCIA – Pagina 34

L'AMBIENTE DEL LAGO. Incontro a Brescia alla presenza dei protagonisti tecnici e politici Collettore: «Urgente rifare il tratto Pergolana - Pioppi» Tomei (Ags): «Una "debolezza" che si può pagare cara in estate»

Venerdì pomeriggio nel palazzo della Provincia di Brescia si è tenuto un nuovo incontro sul collettore fognario del Garda, a cui hanno partecipato tutti gli attori istituzionali dei territori interessati al progetto che nella sua elaborazione preliminare prevede una spesa di 220 milioni di euro (di cui 100 sono stati recentemente promessi dal Governo).Scopo

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della riunione portare avanti la sinergia tra sponda veneta e bresciana e individuare un programma di massima degli interventi della nuova infrastruttura. Per la parte veneta erano presenti l'assessore regionale all'Ambiente Gianpaolo Bottacin, il responsabile del sistema idrico della Regione Fabio Strazzabosco, il presidente di Azienda gardesana servizi (Ags) Alberto Tomei e il responsabile tecnico Paolo Varotto, il direttore del Consiglio di Bacino di Verona Luciano Franchini e il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti, presente in qualità di presidente dell'Associazione temporanea di scopo Garda Ambiente. Presente anche l'onorevole Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda. Due le novità emerse dall'incontro, come riporta una nota diffusa da Ags. La prima è che il Piano d'ambito di Brescia è stato approvato (sul ritardo della sponda bresciana si era parlato nella riunione tenuta a Castelnuovo il 21 ottobre): non stanzia direttamente fondi per il collettore (il Piano d'ambito veronese prevede la copertura di 67 milioni di euro nei prossimi 25 anni grazie all'incremento della tariffa idrica), ma li prevede per il depuratore di Visano, opera inserita all'interno del progetto complessivo del nuovo sistema di raccolta reflui. Sono state poi definite alcune priorità di intervento. Tra queste il presidente di Ags Tomei ha segnalato la tratta di conduttura sublacuale che dalla Pergolana di Lazise arriva in località Pioppi a Peschiera, emersa in superficie la scorsa primavera davanti alla costa di Lazise anche a causa del materiale leggero con cui è stata realizzata (vetroresina).«Proprio perché le nostre rilevazioni hanno mostrato che altri tratti di tubazione potrebbero essere interessati dallo stesso fenomeno, esponendoci ad un rischio gravissimo soprattutto d'estate, è necessario che questo sia uno dei punti in cui intervenire più celermente per la sua dismissione», scandisce Tomei. Durante l'incontro l'assessore Bottacin ha confermato la disponibilità della Regione a fare la propria parte, senza al momento mettere sul piatto cifre di compartecipazione.«Stiamo andando avanti con molti incontri, anche di carattere tecnico», evidenzia il sindaco Peretti, chiamando all'appello le Regioni: «È importante che a questo punto facciano la loro parte, il governatore del Veneto deve rendersi conto che esiste anche l'ovest della regione».K.F domenica 30 ottobre 2016 – PROVINCIA – Pagina 34

IL NODO DELL'ALTA VELOCITÀ. Vertice a Milano per definire le opere compensative per il passaggio dei supertreni Tav, i sindaci chiedono il conto

Katia Ferraro Peretti: «Tensioni ma il lavoro fatto insieme ha dato risultati» Cimarelli: «Ma noi ribadiremo comunque il "no" al progetto» Dopo numerose trasferte a Roma e incontri sul territorio con Rete ferroviaria italiana (Rfi), Italferr e Cepav Due (general contractor a cui è in capo la realizzazione della tratta ferroviaria dell'alta velocità Brescia-Verona) i sindaci dei Comuni dell'area gardesana e veronese che saranno interessati dal tracciato hanno ottenuto quello che da tempo aspettavano: la formalizzazione dei benefici in termini di mitigazioni ambientali, opere compensative e aggiustamenti progettuali che dovrebbero ridurre l'impatto dell'alta velocità sul territorio. La firma dei documenti relativi ai sette Comuni da tempo uniti in un tavolo di concertazione unitaria sul progetto (Peschiera, Castelnuovo, Sona, Sommacampagna, Desenzano, Ponti sul Mincio, Pozzolengo, a cui si è da poco aggiunto Calcinato) è avvenuta lunedì a Milano nella sede di Rfi. Per ognuno sono state accolte alcune delle opere richieste due anni fa in sede di presentazione delle osservazioni al progetto definitivo della Tav. Opere su cui però l'ultima certezza verrà dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) quando approverà il progetto definitivo della Brescia Verona. Soddisfatto del risultato il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti, che ha già dato l'«imprimatur» al documento che riguarda il proprio Comune con la firma e con l'apposita delibera di Giunta. Più cauti il vicesindaco di Peschiera Tiziano Cimarelli e il sindaco di Ponti Giorgio Rebuschi, che condividono lo stesso documento, firmato ma non ancora recepito in Giunta. «Per noi la delibera di Castelnuovo e Sommacampagna è troppo tranquilla», fa sapere Cimarelli, annunciando che «la nostra sarà diversa nelle premesse: accoglieremo il verbale di accordo nato dagli incontri, ma ribadiremo in modo netto la contrarietà al progetto». «I Comuni hanno saputo creare in fronte unico propositivo», sottolinea Peretti, «non sono mancate le tensioni, ma l'aver lavorato insieme ha aiutato. Abbiamo anche chiesto e ottenuto un incontro periodico ogni semestre da quando inizieranno i lavori». Tra le osservazioni accordate

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da Rfi, Italferr e Cepav Due sul territorio di Peschiera, molte riguardano la zona del Frassino. Accolte quelle proposte per limitare l'impatto dei lavori e la fruibilità del santuario, tra cui la riduzione del cantiere davanti al luogo sacro e dei cipressi abbattuti, il mantenimento dell'attuale accesso con la creazione si una strada "ad hoc" per l'uscita, l'esecuzione di interventi di pre-consolidamento statico sul santuario. Descritte poi le misure che saranno adottate per evitare le interferenze degli scavi sulla falda di alimentazione del laghetto del Frassino. Accolta la richiesta di mantenere aperto l'accesso alla pista ciclopedonale lungo il Mincio durante la realizzazione del viadotto, rigettata la proposta di creare un viadotto parallelo ad uso ciclopedonale per attraversare il fiume. «Per noi la cosa più importante è l'aver ottenuto il mantenimento del sottopasso su via Mantovana, che ci permette di non spostare l'isola ecologica», riferisce Peretti. Ancora: la cava di prestito prevista in origine è stata definitivamente eliminata, accolta la domanda di non interrompere via San Lorenzo (transiterà sopra la galleria artificiale). Accolte le richieste per preservare le attività economiche: la cava Ballarini potrà continuare a operare (una parte del terreno sarà però espropriato), mentre è stato accordato lo spostamento del «posto tecnologico» previsto in prossimità del centro di pesca sportiva Pesca Ok, per cui sarà realizzata una nuova viabilità di accesso. Non accolta l'istanza di mantenimento del cavalcavia sulla Sp27 verso Mongabia, ma il nuovo sarà dotato di pista ciclabile.

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da L’ADIGE

«Dai politici vogliamo risposte precise»

Confcommercio, martedì prima assemblea generale

davide pivetti twitter: @pivettiladige Nella storia ormai più che trentennale di Confcommercio Alto Garda e Ledro non era mai stata convocata un'assemblea generale di tutti i soci. Quello che si realizzerà quindi martedì al Palazzo dei Congressi di Riva sarà un passaggio per certi aspetti epocale, con il quale i vertici delle categorie coinvolte ma certamente anche la base sociale costituita dagli operatori economici altogardesani, intendono far pesare il più possibile il contributo dato al Pil locale e trentino, alzando la voce con i vertici della Provincia e le amministrazioni comunali della Busa, per ottenere finalmente ciò che si insegue: le nuove infrastrutture. «L'obiettivo principe di questa assemblea - fanno sapere da Confcommercio - sarà prima di tutto la chiarezza, il confronto esplicito, non certo il politichese. Un confronto portato nel rispetto di un civile dialogo, ma fino ai confini massimi della franchezza». È una scossa quella che Confcommercio vuole dare. E lo sguardo è diretto prima di tutto alle tre opere ritenute strategiche e irrinunciabili che sono promesse e attese da anni. Prima di tutto la Loppio-Busa, quindi il rilancio di Palacongressi e settore fieristico, infine - ma solo perché è il progetto più recente - la «Ciclabile del Garda», opera sulla quale Verona e Brescia sembrano marciare più rapidamente di Trento. Ovvio che l'occhio degli imprenditori locali va anche oltre la realtà trentina, puntando il dito su due "mali" perenni del sistema Italia: la burocrazia e le tasse. Sulla prima Confcommercio premette che «una buona amministrazione non può non essere precisa», ma senza divenire «ottusa, inutilmente oppressiva, dispendiosa, perché il tempo per le imprese è denaro». Sulle seconde la loro «eccessiva pesantezza riduce non solo il benessere ma finisce col limitare le libertà civili, trasformano lo Stato in un pervasivo controllore e verificatore». Tutti temi che saranno affrontati - assieme ad un approfondimento ulteriore sul futuro del turismo come comparto economico a sé - nel momento clou dell'assemblea generale di martedì, e cioè il tavolo di lavoro che alle 16 metterà l'uno di fronte all'altro i protagonisti della politica e dell'economia trentina e nazionale, visto che l'ospite d'onore sarà

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Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, con i presidenti delle sezioni bresciana Carlo Massoletti e veronese Paolo Artelio, oltre al trentino Gianni Bort. Con loro - incalzati dal direttore de l'Adige Pierangelo Giovanetti - il vicepresidente della giunta provinciale Olivi, quindi gli assessori Gilmozzi, Mellarini, Daldoss, oltre ai sindaci della Busa, ai vertici della Comunità di valle, ai rappresentanti delle altre categorie economiche: De Laurentis e Rigotti per gli artigiani, Elisa Ressegotti per gli albergatori, ma anche Benedetti per «Garda Trentino spa», Roberto Pellegrini per «Fierecongressi», ed ancora Claudio Molinari, Mauro Ottobre, Flavio Tosi. «Uno sforzo organizzativo enorme per noi - dice il presidente altogardesano Claudio Miorelli - che dovrà portare risultati concreti. Chiediamo in modo forte alla politica di darci finalmente risposte e siamo pronti a immaginare forme di protesta se non avremo date e impegni precisi e rispettati». Il cambio di marcia - perché questo è l'obiettivo finale - nei rapporti tra economia e politica, dovrà concretizzarsi martedì nel tavolo di lavoro e poi durante l'assemblea generale che ne discuterà i risultati e farà il punto sulle strategie per il futuro. Ultimo momento della giornata la cena di gala al Palameeting, con i ragazzi dell'istituto alberghiero di Varone a fare accoglienza e servizio, con Marco Brink a gestire da chef executive una cena che vedrà al tavolo centinaia di persone: «Perché sarà una vera festa per i nostri soci» assicurano da Confcommercio. 04/11/016

Guardia medica, una sola per 50 mila

Da domani cessa ogni attività nei presidi di Arco e Bezzecca

paola malcotti Ultimo giorno di vita oggi per i presìdi di guardia medica di Arco e Ledro. A partire dalle ore 20 di domani, mercoledì 2 novembre, il servizio di continuità assistenziale garantito finora presso l'ambulatorio arcense di via Capitelli e della «Casa della salute» di Bezzecca sarà trasferito a Riva, così come previsto dalla riorganizzazione sanitaria provinciale messa a punto negli ultimi mesi. D'ora in avanti, in caso di bisogno, i circa 50mila abitanti dell'intero Alto Garda - da Drena a Tenno, da Tiarno di Sopra a Nago, oltre che dei centri maggiori - saranno dunque costretti a fare riferimento all'unico presidio che rimarrà attivo in zona, quello di largo Marconi 2 a Riva (di fronte all'ex ospedale, telefono 0464-582629), dove negli orari notturni (dalle 20 alle 8), nei giorni prefestivi e festivi, saranno a disposizione - gratuitamente per gli assistiti del servizio sanitario provinciale, a pagamento per tutti gli altri - due soli medici di guardia: uno per gli spostamenti sul territorio ed uno fisso in ambulatorio. Oppure, per urgenze, direttamente al pronto soccorso dell'ospedale di Arco. In disagio sarà assicurato. Gli utenti dei centri più lontani di Ledro, Drena, Pietramurata, dovranno fare i conti non solo con la distanza e il tempo di percorrenza, ma anche e soprattutto con le difficoltà viabilistiche, in particolar modo in presenza di traffico o neve; lo stesso disagio al quale sarà sottoposto pure l'operatore di turno che si troverà impegnato a raggiungere le località periferiche per le visite a domicilio. «Ci è stato assicurato che in caso di bisogno i medici avranno il dovere di muoversi sul territorio - fa sapere l'assessore alla sanità di Ledro, Maria Teresa Toniatti - e che il servizio di continuità assistenziale verrà garantito anche in tal senso. In questi primi quattro mesi raccoglieremo tuttavia i dati sia sulle affluenze in ambulatorio che sulle chiamate per visite a domicilio, per valutare così attraverso un monitoraggio della nuova organizzazione se vi siano i numeri sufficienti per un ripristino del presidio di Bezzecca. Nel frattempo, alla luce dell'incontro tenutosi in valle tra l'assessore Luca Zeni ed i soggetti coinvolti nel tavolo di lavoro istituito negli ultimi tempi per fronteggiare il tema della sanità e della riorganizzazione delle residenze per anziani (oltre all'amministrazione comunale, i medici ed i pediatri di base, i farmacisti, il referente del gruppo locale di Croce rossa, il presidente della casa di riposo "Giacomo Cis"), ci stiamo adoperando per concretizzare il potenziamento di copertura medica sul territorio ledrense tramite una convenzione con il professionista interno alla Apsp». Progetto che, se appoggiato dalla Provincia, almeno nei giorni prefestivi e festivi potrebbe dar respiro all'attività di Croce rossa, sulla quale si teme ora - con la chiusura dell'ambulatorio di guardia medica di Bezzecca - un ripiego da parte dell'utenza, a discapito del servizio di primo soccorso offerto al territorio.

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01/11/016

Bene i turisti, ora la capacità di spesa

I dati di «Garda Trentino spa» Sui primi nove mesi un +4,3%

davide pivetti I numeri parlano da soli. Ma non sempre. Perché dietro ad una statistica, per quanto interpretata e analizzata, possono esserci dinamiche, spinte, motivazioni che non basta una percentuale per sviscerare. Lo sa bene Marco Bendetti, presidente di «Garda Trentino spa», fornendo con comprensibile soddisfazione e altrettanta prudenza, i numeri della stagione turistica 2016 nei primi nove mesi dell'anno, da gennaio a settembre. Dati che come accaduto nei tre anni precedenti proiettano già il nostro ambito oltre i 3 milioni di presenze complessive, visto che a fine settembre siamo già a +4,3% e che l'anno scorso si era appunto concluso oltre quella soglia. Come sempre non è tutto oro quel che luccica e infatti il dato complessivo nasconde due tendenze opposte. Da un lato le presenze straniere cresciute nei primi nove mesi dell'anno del 5,5%, dall'altro quelle degli italiani che sono invece in calo dello 0,6%. Quest'ultimo dato può subito essere interpretato: a fronte di un'estate sugli stessi numeri del 2015 e con un settembre andato anche meglio, gli italiani hanno un po' disertato il Garda trentino in primavera, forse anche distratti dal prolungarsi della stagione sciistica in altre mete. Anche il maggio particolarmente piovoso non ha aiutato. Se presi singolarmente, i dati dei mesi confrontati sul 2015 possono stordire: +81% di stranieri in marzo, -19% in aprile. Ovviamente si tratta degli effetti della Pasqua e delle altre festività del periodo primaverile. Non a caso questo tipo di informazione andrebbe sempre trattata sul trimestre, stagione dopo stagione. Ma qual'è il rapporto di forza tra vacanzieri nazionali e internazionali? L'azienda di promozione turistica ha registrato come straniero il 78,2% degli arrivi, italiano il restante 21,8%. Il dato cambia leggermente conteggiando le presenze: 82,1% stranieri, 17,9% italiani. Significa, come è logico, che gli stranieri tendono a fermarsi più notti in zona, venendo da più lontano. A proposito, quanto dura il soggiorno medio? In albergo gli italiani si fermano mediamente 2,3 notti e gli stranieri 4. Nell'extralberghiero sono 5,9 notti per gli italiani e 5,4 degli stranieri. Si fa presto a parlare di turismo straniero, ma da dove vengono i nostri ospiti? Quasi la metà - il dato è una conferma - è tedesco (47%). Gli italiani sono il 18%, gli inglesi il 6,7%, gli austriaci il 5,2% e gli olandesi il 3,2%. Poi i numeri si fanno piccoli: 2,4% cechi, 2,3% svizzeri, 1,9% belgi, 1,4 danesi ed irlandesi. Non si registrano scossoni particolari sulle singole nazionalità, con un curioso +29% degli ospiti ungheresi, mercato che potrebbe farsi più interessante. I turisti preferiscono la camera d'albergo, l'appartamento in affitto o il campeggio? Entrambi i comparti - alberghiero ed extralberghiero - nei loro numeri complessivi fanno segnare aumenti incoraggianti: +4,1% negli hotel, +4,6% nelle altre strutture (campeggi, affittacamere, b&b). «Ovviamene si tratta di un bilancio fin qui più che buono in termini numerici - è il commento di Marco Benedetti, presidente di "Garda Trentino spa" - ma vorremmo andare oltre e raccogliere qualche dato economico che ci aiuti a capire la situazione reale. Si tratta cioè di comprendere se oltre ad aumentare di numero i turisti che ci scelgono hanno anche una buona propensione alla spesa e quale trend essa abbia rispetto al passato. Ovviamente assieme al numero di ospiti è la capacità di spesa, oggi, a determinare il prodotto interno lordo raccolto dal turismo in zona». In tal senso, però, secondo Benedetti qualche spunto incoraggiante già si intravvede: «È la prima stagione in cui riusciamo a proporre tariffe in aumento, anche grazie al crescere della domanda. Un dato positivo per i nostri operatori». E il futuro? «Dobbiamo capire se questi numeri positivi sono frutto del nostro lavoro, della promozione e della professionalità dei nostri operatori, oppure del momento contingente e delle difficoltà che il turismo nazionale e internazionale ha, in questa fase, ad andare verso altre mete ritenute meno sicure». 30/10/016

Gardesana, niente Tir anche d'inverno

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Viabilità La decisione della Prefettura di Verona, così più camion sulla Loppio Busa

Da anni, ormai, i Tir non transitano più da maggio a fine ottobre sulla Gardesana Orientale. Il traffico pesante è ritenuto incompatbile, giustamente, con la massiccia presenza turistica che caratterizza tutta la riviera da Torbole a Peschiera. Ma finora il divieto veniva sospeso in inverno, consetendo ai Tir di passare in Gardesana tra novembre ed aprile, stagione in cui certo il traffico turistico e la presenza di visitatori sono molto ridotti. Quest'anno però cambia tutto. Su richiesta della Comunità del Garda è stato infatti prolungato il divieto di transito del traffico pesante sulla Gardesana Orientale anche al periodo invernale, diventando così di fatto permanente. La Prefettura di Verona (Ufficio Territoriale del Governo) ed il Commissariato del Governo per le Provincia di Trento confermano lo stop al traffico pesante sulla Gardesana dal primo novembre 2016 al 30 aprile 2017. Visti i provvedimenti prefettizi precedenti, che scadevano appunto domani, la Sr249 Gardesana Orientale resterà chiusa - come testualmente riportato nei decreti del Prefetto di Verona e del Commissario di Governo di Trento - al transito dei mezzi pesanti dal 1° novembre 2016 al 30 aprile 2017, per l'intera giornata dalle ore 00:00 allo ore 24:00, ai veicoli adibiti al trasporto merci aventi massa complessiva autorizzata superiore a 7,5 tonnellate comprensivo dei veicoli adibiti al trasporto delle merci pericolose lungo tutto il tratto da Peschiera del Garda fino a Nago Torbole. Una decisione avvallata dal Ministero dei trasporti e ovviamente sostenuta dai comuni veneti della sponda. Ma che avrà un inevitabile effetto collaterale: anche in inverno i Tir dovranno ora riversarsi tutti sulla Loppio-Busa, aggravando anche in bassa stagione la situazione della Ss240. 29/10/016

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dal TRENTINO

Ingresso gratuito nelle sale della Rocca, con una festa e intrattenimenti pensati soprattutto per i bambini Alle 16 la castagnata con la musica del violinista Daniel Demirci

RIVA Si appresta a conclusione la stagione del Mag che domenica 6 novembre con il suo «Goodbye party» saluterà l’anno e le mostre in corso nelle sedi di Arco e Riva. Come ogni anno il Museo dell’Alto Garda si avvia verso la chiusura stagionale e come consuetudine nel pomeriggio dell’ultimo giorno di apertura organizzerà una festa dedicata a visitatori e visitatrici, amici e amiche del Mag, in cui si potrà entrare gratuitamente negli spazi della Rocca di Riva, sede del Museo Alto Garda, partecipare alle attività per bambini e bambine, intrattenersi in compagnia per una merenda e castagnata e un brindisi di arrivederci. La giornata è realizzata in collaborazione con Centro Aperto Aretè - Apsp Casa Mia e il Consorzio Riva in Centro. Oltre alle sezioni permanenti della Pinacoteca, dell'Archeologia, della Storia e la torre del Mastio, saranno aperte al pubblico fino al 6 novembre al Museo di Riva del Garda, con orario 10 - 18 le mostre temporanee allestite nel corso del 2016 quali «Die Perle am Gardasee», «Immagini del lago di Garda negli anni Venti Assorti nel paesaggio», «Vedute a confronto», «La gradualità del colore Der Blitz» e «Arcipelago». Saranno infine visitabili sempre fino al 6 novembre anche gli spazi della Galleria Civica G. Segantini di Arco con le mostre «Divisionismi dopo il Divisionismo» e «La pittura divisa da Segantini a Bonazza». La Galleria rimarrà chiusa fino al 25 novembre e riaprirà al pubblico, con l'allestimento permanente «Segantini e Arco» oltre ad alcune rivisitazioni degli spazi, nella giornata di sabato 26 novembre 2016 con una giornata a ingresso libero. Il programma del Goodbye party, invece prevede nella giornata del 6 novembre l’ingresso gratuito al Museo in Rocca e alle mostre dalle 10 alle 18. Alle 15 sempre in Rocca a Riva «Il mistero delle pietre al museo» con INvento Lab 2016: Frammenti di antichissime sculture di pietra dall’aspetto umano sono cadute nelle sale del Museo. I bambini e le bambine si cimentano in un’avvincente caccia al tesoro. Alle 16 merenda, castagnata e musica con il violinista Daniel Demirci. Una giornata alternativa per salutare la stagione del Mag. (l.o)

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04/11/016 Nel ponte dei Santi preso d’assalto il Garda trentino: e fino a metà novembre ci saranno altri eventi a trainare gli arrivi MARCO BENEDETTI Stiamo sviluppando la potenzialità di questo periodo e gli operatori dei comparti ricettivo e ristorativo rispondono bene

di Leonardo Omezzolli wALTO GARDA È un turismo che non si arresta quello sul Garda Trentino che anche nell’ultimo fine settimana di ponte ha portato sulle cittadine lacustri un’ingente quantità di turisti sia italiani che, principalmente, d’oltralpe. Un flusso che non sembra arrestarsi dall’avvio di stagione che indicativamente si fa coincidere con la settimana di Pasqua e che sempre più negli anni si protrae verso l’inizio delle festività natalizie. Un successo e un’attenzione che Garda Trentino Spa, l’Apt di riferimento, ha promosso e sostenuto con la creazione e promozione di una serie di eventi e occasioni «fuori stagione» nel tentativo di allungare la stagionalità altogardesana e sostenere quello che sempre più rappresenta il settore economico trainante per l’Alto Garda: il turismo. «Grazie allo spostamento di alcuni eventi, riempiendo di fatto il mese di ottobre - spiega il presidente di Garda Trentino Marco Benedetti - siamo riusciti a colmare alcuni vuoti che avevamo a fronte di una possibilità vacanziera, specialmente teutonica, ancora prominente». Un fatto che, come evidenzia lo stesso Benedetti, è frutto di un lavoro pluriennale che è andato non solo nella direzione di creare occasioni capaci di attrarre i turisti, ma anche nel convincere il comparto ricettivo e ristorativo che la stagione turistica possa essere allungata fruttuosamente. Proprio da quest’ultimo ambito sta cominciando ad arrivare una buona risposta. «Stiamo registrando una sempre miglior tenuta delle categorie di riferimento - ha dichiarato Benedetti - che supportano le iniziative proposte con aperture più prolungate». L’impegno di Garda Trentino assicura Benedetti sarà quello di continuare nel corso dell’anno a valorizzare tutta la stagionalità possibile, puntando sulle qualità intrinseche del territorio. Un Alto Garda che offre non solo la possibilità di fare il bagno in estate, ma anche, durante la maggior parte dei 12 mesi, escursioni in bici o mountain bike, trekking, arrampicata, ferrata e molto altro ancora nel proprio Outdoor park. «Con sempre maggior impegno - continua Benedetti - l’obiettivo che stiamo raggiungendo ogni anno di più è quello di ottenere un’ampia partecipazione delle categorie di riferimento». «Sempre più proposte - spiega - per “obbligare” alla lunga stagionalità che dobbiamo costantemente valorizzare». A conti fatti, grazie ai molteplici eventi, non ultimi le recenti competizioni veliche tra cui il mondiale winsurf Techno 293 del circolo surf Torbole, e gli europei di classe O’Pen Bic del Circolo Vela Arco e 29er della Fraglia Vela Riva, uniti alle imminenti manifestazioni di Garda con Gusto e della Garda Trentino Half Marathon, i giorni “vuoti”, in attesa dell’inaugurazione del Natale, rimarrebbero poco più di una quindicina. Da questa panoramica emerge come il tassello del turismo sia di fondamentale importanza per l’economia locale e proprio in questa direzione vanno gli sforzi delle associazioni organizzatrici di eventi e di Garda Trentino che in parte li supporta e in parte li organizza. Allungare la stagione turistica sembra essere la giusta cura per l’economia dell’Alto Garda e dagli ultimi riscontri appare evidente che a crederci non siano solo i promotori dell’iniziativa, ma la stessa imprenditoria che a poco a poco si sta adeguando a una seconda stagione, fuori stagione.

Presenze, nei primi nove mesi del 2016 registrato il più 4,3%

di Matteo Cassol wALTO GARDA Nuova annata da record dal punto di vista turistico sul Garda trentino: già a settembre è stata varcata la soglia di tre milioni di presenze, con 3.021.091 pernottamenti tra l'1 gennaio e il 30 del mese scorso. Si è fatto sensibilmente meglio (+4,3%) del 2015, andato comunque agli atti come il periodo migliore di sempre con 2.895.610 dopo i primi tre trimestri. Le indicazioni quantitative - anche se gli addetti ai lavori sanno che quantità non è sinonimo di qualità, ossia di soldi lasciati come ricaduta diretta e indiretta sul territorio - sono dunque molto positive. I dati di Garda Trentino spa segnalano aumenti più consistenti nell'extra-alberghiero (+4,6% nelle presenze), ma pure l'alberghiero è in netta crescita (+4,1%). L'unico vero neo riguarda gli italiani (secondo mercato con il 17,9% di presenze totali), i cui arrivi risultano in stallo (-0,1%) e i cui pernottamenti - ossia le presenze, la voce più importante - sono in leggera contrazione (-0,6%) rispetto al boom dello scorso anno. Ad agosto le presenze italiane

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sono salite dello 0,2%, a settembre del 5,5%. Per quel che riguarda gli stranieri, +5% agosto su agosto e +2,3% settembre 2015 su settembre 2016. A luglio gli italiani erano stati stabili, mentre a giugno erano cresciuti nettamente (+10,4%). Il contrario gli stranieri: +11,4% a luglio, -8,4% a giugno. Considerando gli altri principali paesi “donatori” di turisti, complessivamente buoni i risultati dai paesi germanofoni: +6,2% le presenze dalla Germania, che da sole costituiscono il 47% di quelle complessive, +2,3% dall'Austria (quarto mercato) e +9,1% dalla Svizzera (settimo mercato). Incoraggianti i parziali riguardanti il Benelux, con una ripresa dei flussi dai Paesi Bassi (quinto mercato, +7,9% nelle presenze) e una buona crescita del Belgio (+16,8%, ottavo mercato). Qualche incertezza dai paesi di lingua inglese, con un leggero calo del Regno Unito (-2,3% per quello che è il terzo mercato) e un lieve accenno di ripresa dall'Irlanda (decimo mercato attualmente) dopo anni di crisi (+1,9%). Complessivamente positivi, come da qualche anno a questa parte, i flussi dai paesi dell'est Europa: +13,9% nelle presenze dalla Repubblica Ceca (sesto mercato), +5,3% dalla Polonia, +25,1% dall’Ungheria e +1,5% dalla Repubblica Slovacca. Buoni anche i dati dalla Scandinavia, con crescite interessanti da Danimarca (nono mercato, +1,4%), Norvegia (+0,5%) e Svezia (+17,7% nei pernottamenti per quest’ultima), oltre a una ripresa dei flussi dalla Finlandia (+6,7%). La permanenza media per ospite è stata di 4,3 giorni. A fornire il maggior numero di pernottamenti dell’ambito come sempre è Riva (+3,3%) con il 49,3%, seguita da Nago-Torbole (23,6%, presenze +4,5%), Arco (22,4%, presenze +6,9%), Tenno (2,5%, presenze +4,4%), Dro e Drena (2,1%, presenze +1,6%).

03/11/016 Un successo la regata organizzata dal Circolo Vela Arco, l’ultima della stagione Sul Garda i campioni di domani

ARCO Primo (Leopoldo Sirolli) e terzo (Giorgio Bona) posto per il Circolo Vela Arco all’O’Pen Bic Euro Challenge 2016 categoria under 13. Podio tutto italiano nell’under 16 con Filippo Vincis, Davide Mulas e Gianmarco Mascia. Si è concluso dopo sei prove distribuite su tre giorni l’europeo dedicato alla classe O’Pen Bic e valevole per le categorie giovanili Under 13 e Under 16. I più piccoli parlano Trentino e appartengono alle fila agonistiche del Circolo Vela Arco. I più grandicelli dell’Under 16, invece, emergono dalla Lega Navale Italiana Sulcis (Sardegna). In entrambe le categorie emerge il dominio italiano di questa categoria che sbaraglia tutte le altre nazionali scalzandole dal podio, eccezion fatta per lo spagnolo Pol Font Reyero che tra gli U13 è il solo non italiano ad andare a medaglia. Organizzato nelle giornate dal Circolo Vela Arco, in collaborazione con Bic Sport e Associazione Classe O’Pen Bic, l’O’Pen Bic Euro Challenge 2016 ha rappresentato l’ultima delle regate gestite dal Circolo Vela Arco. Una regata che ha portato sul Garda Trentino la foga e l’energia dei grandi velisti di domani. Una regata di una certa importanza con elevata ricaduta mediatica nei settori velici europei. Quasi 100 gli iscritti che si sono contesi il titolo europeo maschile e femminile. I giovanissimi atleti (annate dal 2001 al 2006) non hanno nulla da invidiare ai più promettenti campioni mondiali e denotano una sportività velica già formata. Per 3 giorni 100 giovani atleti hanno regatato nelle non semplici acque gardesane, tra venti sostenuti, onde rilevanti e tanto sano agonismo. Spagna, Finlandia, Francia, Germania, Svizzera, Austria, San Marino e ovviamente Italia. Tante le nazioni che hanno portato i propri piccoli agonisti per questo europeo dedicato alla classe O’Pen Bic. Ancora una volta la soddisfazione dei partecipanti ha messo in rilievo quanto il Garda Trentino, la vela e la professionalità organizzativa del Circolo Vela Arco siano riconosciuti e apprezzati non solo in Europa, ma nel mondo. Per la formazione casalinga del Circolo Vela Arco ben 10 gli atleti in gara: Giorgio Bona (2004), Mario Bona (2004), Filippo Michelotti (2004), Elia Andrea Aldrighetti (2004), Edoardo Conti (2004), Leopoldo Sirolli (2004), Alessia Benolli (2003), Sofia Chistè (2003), Nicolò Baldo (2003) e Alessandro Nicolodi (2001). Gli arcensi, con alle spalle una prestigiosa stagione agonistica, hanno dominato le vette delle classifiche.

02/11/016

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dal CORRIERE DELLA SERA

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Giovedì 3 Novembre, 2016 BRESCIA

Benaco, l’autonomia impossibile

Prima gli entusiasmi del Cln, poi le gelosie delle tre province e infine la frenata del ministero dell’Interno di Maria Paola Pasini Vedeva la luce esattamente 70 anni fa. Era il 22 settembre 1946 quando presso la sede dell’Azienda autonoma di Gardone Riviera, nel palazzo del Casinò, venivano convocati i rappresentanti delle Provincie, delle Camere di Commercio, degli Enti per il turismo di Brescia, Verona, Trento e Mantova e dei principali comuni rivieraschi per esaminare la proposta di trasformare il preesistente Comitato interprovinciale per le comunicazioni del Garda in un «ente con personalità giuridica capace di promuovere e coordinare le iniziative e le attività intese a valorizzare in qualunque campo la regione del Garda e i suoi comuni», come scriveva la stampa locale in quei giorni. Il tema della personalità giuridica di questo nuovo organismo fu sempre al centro dell’attenzione e ne decretò, in ultima analisi, la fine dieci anni più tardi. L’Ente del Garda venne trasformato in «Comitato permanente per lo studio e il coordinamento dei problemi economici, turistici e amministrativi della comunità benacense» e successivamente diede origine dalla Comunità del Garda, tuttora esistente. L’Ente del Garda raccoglieva, in un periodo di grande rinnovamento all’indomani della fine del conflitto, eredità precedenti e si rifaceva alle esperienze di associazionismo con finalità promozionali che avevano animato il Garda nel primo decennio del secolo come quella della «Pro Benaco – Associazione per gli interessi del Lago di Garda» che si proponeva di potenziare il turismo lacustre prevalentemente invernale. L’Ente del Garda nasceva come consorzio bresciano-veneto-trentino riprendendo i temi cari a questa tradizione. Ne facevano parte «i comuni rivieraschi del lago di Garda, i comuni capoluogo delle provincie di Brescia, Mantova, Trento e Verona, le Amministrazioni provinciali, le Camere di commercio, gli Enti provinciali del turismo delle quattro provincie sunnominate». La presidenza fu affidata in un primo tempo all’avvocato Guido Ragozzi, già capo del Cln di Toscolano Maderno. Il 3 ottobre 1948 venne eletto all’unanimità l’avvocato Massimo Avanzini, già sindaco di Gargnano tra il 1915 e il 1925 e autorevole membro del Cln provinciale. Nella decennale attività dell’Ente si possono individuare tre fasi: l’avvio all’insegna della forte spinta propositiva, la mobilitazione unitaria degli enti gardesani e la realizzazione di alcune iniziative in particolare con la presidenza Avanzini dal 1948 e, infine, il periodo avviato dal mancato riconoscimento giuridico da parte del Ministero nel 1951 che condurrà allo scioglimento dell’Ente tra il 1954 e il 1955. Con la guida del presidente Guido Ragozzi l’Ente affrontò la fase più critica. In questi primi anni, fino al 1948, il tema della riapertura dei grandi alberghi fu fondamentale così come quello dei collegamenti via terra e via acqua. Solo sotto la presidenza di Massimo Avanzini le iniziative avviate nella prima fase si concretizzeranno. Il movimento turistico a partire dal 1948 si riavviò, e anche la partita della navigazione — sotto l’egida dello Stato che ne riprendeva il controllo — conosceva passi avanti. Anche la promozione dell’immagine veniva condotta con maggiore intensità. Ma ci fu un incredibile colpo di scena: nell’estate del 1951 gli Enti provinciali per il turismo delle quattro province che componevano l’Ente del Garda si riunirono a Sirmione e decisero di revocare la propria adesione al consorzio costituendo un nuovo comitato di collegamento per rilanciare la promozione turistica del Garda. Oltre ciò, il Ministero dell’Interno rigettava il riconoscimento giuridico dell’Ente. Secondo gli organismi provinciali, l’Ente del Garda non era stato messo in condizioni di operare per mancanza di fondi per «fronteggiare le vastissime necessità della funzione che si attribuiva» e allo stesso tempo i fondi messi a disposizioni dagli Ept e dalle Aziende autonome di cura e soggiorno «non erano stati impiegati nel modo più redditizio». Una doppia critica dunque veniva mossa all’organismo gardesano: l’Ente, peccando di eccessiva autonomia, si era arrogato compiti e funzioni che andavano oltre le sue finalità e, secondo i rappresentanti degli Ept provinciali, era stato incapace di mettere a risultato le risorse investite.Risulta evidente che le scelte dell’Ente del Garda nella fase più

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dinamica avevano suscitato qualche irritazione tra i rappresentanti degli enti provinciali. È l’inizio della fine. Dietro tutto questo non si può non intravedere la volontà di chiudere ogni spazio ad una strada di autonomia portata avanti attraverso un rafforzamento istituzionale dell’Ente gardesano. Ultimi atti furono l’assemblea di Riva del Garda del 1953 e quella del 3 aprile 1955 che vedeva nascere il «Comitato permanente per lo studio e il coordinamento dei problemi economici, turistici ed amministrativi della Comunità del Garda» che si insediava ufficialmente l’11 dicembre 1955. Fine di un sogno che a molti tuttavia non sembrò mai definitivamente tramontato.

Giovedì 3 Novembre, 2016 CORRIERE DEL VENETO - VERONA

Funivia di Malcesine, numeri in crescita Sono 22 mila i passeggeri in più del 2015

VERONA Bilancio positivo per la Funivia di Malcesine che ha chiuso la stagione estiva (dal 20 marzo all’1 novembre) a quota 467.894 passeggeri, con una crescita di 22mila presenze rispetto alla scorsa stagione, pari ad un incremento del 5% del flusso turistico. Il mese più affollato è stato agosto con 97.924 passaggi da Malcesine e oltre 100.000 da San Michele, ma è il dato di ottobre che dà il segnale più significativo: il mese ha registrato 43.214 viaggiatori, un aumento di oltre novemila presenze rispetto allo stesso mese del 2015, frutto delle azioni di promozione della funivia che hanno inciso significativamente anche al di fuori del consueto mercato turistico balneare estivo. «Sono fermamente convinto - commenta il presidente Daniele Polato - che le politiche promozionali intraprese con il cda siano state vincenti. Abbiamo ampliato il target dei visitatori rispetto al turismo balneare del lago di Garda. Con azioni sinergiche insieme a realtà economiche e commerciali del territorio, Fiera di Verona, aeroporto, Camera di Commercio e Consorzi turistici, la Funivia è riuscita a consolidare un ruolo importante di volano economico per tutta la provincia di Verona».

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ALTRE FONTI

Scarichi sospetti nel lago

Articolo pubblicato il 03/11/2016 alle ore 10:39 . Un grosso tubo coperto da una griglia. Incastrati numerosi rifiuti: carta igienica per lo più ma anche profilattici e tanti assorbenti. Questo lo spettacolo denunciato in un video da Paolo Zanollo che a Gardaweek rilancia: «Percorro spesso la nuova passeggiata e capita di sentire cattivi odori, di vedere materiale sospetto a riva. Ma quel tubo praticamente intasato mi fa sorgere più di qualche dubbio». Effettivamente le domande da porsi sarebbero molte. Servirebbe un accertamento tecnico per affermare con certezza la natura di quei rifiuti anche se la direzione con cui sono rimasti incastrati al reticolato metallico non lascerebbe spazio all'immaginazione: quel materiale, tipico di consumi domestici, pare proprio uscito dal lì e si è diretto verso il lago. Il tema dei presunti scarichi fognari in questo 2016 è caldo e la videoripresa di Zanollo è solo la punta dell'iceberg di un problema che sta muovendo forze politiche trasversali e comuni cittadini in una battaglia contro il tempo. L'impianto che collega gli scarichi domestici e va da Toscolano a Torri del Benaco passando sul fondale del Garda è obsoleto e, come scritto sui numeri precedenti di Gardaweek, non è più sufficiente a sostenere la portata di utenze drasticamente aumentate da incrementi demografici e turismo. Inoltre in

Rassegna stampa gardesana

caso di rottura potrebbe provocare danni ambientali difficilmente calcolabili. Nei primi anni '90 qualche cittadino ha autonomamente fatto esposti per denunciare presunti scarichi fognari che finirebbero nel lago senza passare dagli impianti di depurazione ma tutto si sarebbe risolto in un nulla di fatto. Da qualche anno, vista la necessità di ammodernamento, si è riaperta la questione del nuovo impianto di depurazione che, secondo i progettisti, costerebbe 220 milioni di euro. A giugno di quest'anno il centro sociale Zanzanù aveva organizzato una passeggiata tra Rivoltella e Desenzano segnalando i punti sospetti da dove, a detta dei militanti, uscivano spesso acque nere miste a residui di carta igienica ed assorbenti: avevano fatto anche un video-documentario che ha collezionato numerose visualizzazioni. A luglio la stangata sulla qualità dell'acqua è arrivata da Legambiente: da Padenghe a Lazise il Garda è risultato da «inquinato» a «fortemente inquinato» anche se i risultati potrebbero essere stati determinati alla concomitanza di più fattori. Qualche settimana fa invece il Movimento 5 Stelle di Desenzano ha presentato un'interrogazione scritta al Sindaco chiedendo conto di presunti lavori di intubatura nei pressi di Via Agello: nei pressi di Villa Bober e dell'Oasi San Francesco si sospetta che ci siano degli scarichi fognari data la copiosa fuoriuscita di liquami del 16 settembre che aveva impegnato persino la Polizia Locale nel deviare il traffico e viste le testimonianze di qualche abitante della zona. Ci sono poi le segnalazioni, sempre numerose, di cittadini che singolarmente denunciano la costante presenza di materiale sospetto nelle acque. «Non sono un tecnico» ci spiega Zanollo «ma da comune cittadino non posso non chiedermi da dove vengano assorbenti e profilattici che oltre ad inquinare le acque non sono un bel biglietto da visita della nostra Città». Che il problema sia ben più ampio del solo territorio comunale è palese e la forbice di cittadini che chiedono risposte al problema pare si stia allargando «Sono un attivista No Tav» sottolinea Zanollo «senza cadere nella retorica benaltrista credo che l'investimento primario sia quello per la tutela del Garda prima che in una nuova linea dell'alta velocità» e conclude «il Ministero ha riconosciuto che il tema è di portata nazionale, spero che si adottino misure di contenimento sin da subito» Alessandro Sahebi

Prolungato il divieto al traffico pesante sulla gardesana orientale

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30/10/2016

Su richiesta della Comunità del Garda è stato

prolungato il divieto di transito del traffico pesante sulla gardesana orientale.

La Prefettura di Verona – Ufficio Territoriale del Governo ed il Commissariato del Governo per le Provincia di Trento confermano lo stop al traffico pesante sulla Gardesana dal primo novembre 2016 al 30 aprile 2017. Visti i provvedimenti prefettizi precedenti con scadenza il 30 ottobre 2016, la SR 249 Gardesana Orientale resterà chiusa – come testualmente riportato nei decreti del Prefetto di Verona e del Commissario di Governo di Trento – al transito dei mezzi pesanti dal 1° novembre 2016 al 30 aprile 2017, per l’intera giornata dalle ore 00:00 allo ore 24:00, ai veicoli adibiti al trasporto merci aventi massa complessiva autorizzata superiore a 7,5 tonnellate comprensivo dei veicoli adibiti al trasporto delle merci pericolose (ADR) lungo la SR 249 – SS 249 “Gardesana Orientale” nel tratto di strada dal km. 38 in Comune di Peschiera del Garda fino al tratto di competenza del Comune di Nago Torbole.

BRESCIANEWS

Depurazione del Garda, Brescia e Verona unite per raggiungere l'obiettivo

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Si è svolto a Brescia, nella sala consiliare di Palazzo Broletto, un incontro tra le Regioni Lombardia e Veneto, con gli assessori Terzi e Bottacin, in presenza del deputato Maria Stella Gelmini, presidente della Comunità del Garda, del presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli e di Giovanni Peretti, presidente Associazione Temporanea di Scopo (Ats) Garda Ambiente. Con le premesse che il lago di Garda è un volano per l'economia del territorio e le sue acque dolci sono un patrimonio idrico nazionale (40%), è stata sottolineata l'urgenza di intervenire per affrontare un problema che concerne non solo le infrazioni Ue, ma che sta mettendo a rischio la salute stessa del lago. Regione Lombardia e Regione Veneto, insieme, sono pronte a richiedere un finanziamento per la riqualificazione degli impianti: una procedura che riguarda gli Ato di Brescia e di Verona, che dovranno nominare un soggetto, individuato nell'Ats, delegato a interloquire con il Governo per reperire i fondi necessari. Grazie anche alla fattiva collaborazione con i parlamentari del Pd Alessia Rotta per il territorio veronese e Giulio Galperti per quello bresciano, il territorio si è dunque dimostrato unito non solo negli intenti, ma anche materialmente per reperire risorse. Il sindaco di Sirmione, Alessandro Mattinzoli, ha infatti proposto di destinare una quota dell'imposta di soggiorno a questo scopo. Si è ricordato che il sottosegretario Luca Lotti, presidente del Cipe, in una recente visita a Verona, ha garantito la disponibilità del Governo a finanziare l'opera con 100 milioni di euro.

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