Gli incontri che cambiano la vita

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Zaccheo cercava di vedere Gesù. Zaccheo cerca Gesù. E Gesù cerca Zaccheo. E si incontrano.
Tutti siamo un po' ciò che desideriamo. Siamo ciò che cerchiamo, siamo ciò a cui aspiriamo.
Zaccheo vuole vedere chi è Gesù. E questo desiderio sa già di incontro.
La sua curiosità ha un obiettivo specifico: il Nazareno, il comunicatore che tocca i cuori, e
riesce a cambiarli.
Quella di Zaccheo non è curiosità fine a sé stessa, come chi si arrampica per vedere un divo,
un asso dello sport o, anche, il Papa, per poi raccontare ho visto... ho visto.
Zaccheo vuol vedere Gesù, punto.
Se ne è degno, se è pronto, se capisce dove lo porterà questo incontro, per il momento non gli
importa.
E inizia la sua storia di fede. Mettiamoci nei panni di Zaccheo. Perché anche il nostro
percorso di fede in Gesù ha delle affinità, una parentela con la storia di fede di Zaccheo. Il
suo voler vedere Gesù incontra degli ostacoli. E anche la nostra fede conosce ostacoli. Un
muro di gente impedisce a Zaccheo di vedere Gesù. Schiene, non volti. Gente che gira le
spalle. Gente che non lascia vedere Dio. Gente che impedisce di scorgere la solidarietà. Gente
che usa ogni mezzo, soprattutto l'indifferenza, per non concedere posto a Dio. Zaccheo
sembra non avere soluzioni. Potrebbe girare i tacchi e tornarsene a casa. Come tanti anche tra
di noi cristiani, oggi, che gettano la spugna alla prima difficoltà.
Invece Zaccheo corre avanti. E trova una soluzione semplice per superare il muro di folla:
salirà su un albero. Su di un sicomoro, un albero sempre verde. È in alto, libero, non
ostacolato.
Che bello sarebbe se le nostre comunità diventassero tanti alberi su cui chiunque possa salire
per vedere il Signore. Lassù, Zaccheo è ben nascosto. Il fogliame lo protegge: può vedere
senza essere visto. Così pensa lui. Zaccheo! Una voce, che prima di giungere all'orecchio,
arriva al cuore. Gesù lo chiama per nome, lo conosce, sa bene chi è. Oggi, Gesù, deve andare
da Zaccheo; si autoinvita a casa sua. Oggi: ogni giorno, ogni oggi è il giorno in cui possiamo
accogliere il Signore in casa nostra. Zaccheo scende in fretta, letteralmente si precipita, cade
come un frutto maturo.
Gesù non si è sbagliato, non lo ha confuso con un altro: lo ha chiamato per nome. Quanta
insperata attenzione per lui un peccatore pubblico, pubblicano. Lui che tutti conoscevano a
Gerico per essere un imbroglione patentato. Per Zaccheo è il momento x. È il giorno che vale
una vita. Un big bang interiore che rivoluziona la sua esistenza. È un convertito alla causa di
Gesù, correrà ai ripari, restituirà a chi ha rubato. È tutto talmente esagerato che anche
Zaccheo esagera ed economicamente si rovina. Facciamo due conti della straordinaria
vicenda di Zaccheo. Lui, il pubblicano, cambia vita e regala la metà dei suoi soldi ai poveri. E
va bene. Poi restituisce quattro volte tanto a coloro ai quali ha rubato, cioè a tanti. La metà di
quello che ha, non basterà certo a rimborsare il quadruplo di ciò che ha rubato! Pazienza!
Però ora ha il tesoro. Che gli importa?
In questo incontro troviamo il cuore del Vangelo. Dio precede e suscita la nostra conversione.
L’incontro con Dio ci cambia la vita.
Rümelinbachweg14-4054Basel-Tel.061/272.07.09-Fax061/281.75.25-Ccp40-21272-4
[email protected]–www.parrocchia-sanpiox.ch
Zaccheo contraddice il nostro modo di pensare. Pecco, mi pento, Dio mi perdona, questa è la
sequenza che spesso esercitiamo; così, forse, ci hanno insegnato a catechismo. Gesù rompe
questa sequenza: pecco, Dio mi perdona, quindi mi pento.
Zaccheo sa benissimo di essere un delinquente, non ha bisogno che qualcuno glielo ricordi.
Ad un certo punto, però, ha bisogno che qualcuno creda in lui; che creda nella possibilità di
cambiare senza condizione, a prescindere. Gesù lo ama. E Zaccheo ama Gesù. L’amore
scatena sempre energie inattese e nascoste. Ci facciamo un augurio, una preghiera.
Esprimiamo spesso il desiderio di vedere Gesù. Saliamo sull'albero della preghiera, del
confronto con il suo Vangelo. Da lì possiamo udire e seguire il suo autoinvito a trovare
alloggio in casa nostra.
P.Valerio,parroco
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