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Attività 1.b – Assistenza Diretta ai Comuni
La Legge Regionale 14/2016 della Campania per la riforma
della gestione dei rifiuti urbani.
ATO e sub ambiti distrettuali: prospettive e limiti
Webinar Ifel del 28 ottobre 2016
LA PIANIFICAZIONE DEL SERVIZIO RIFIUTI IN CAMPANIA
Gli strumenti di Pianificazione e programmazione
Regione
 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (Art. 199 TUA e Art. 11 L.R 14/2016)
 Aggiornamento al PRGRU del 2012 – DGR n. 433 del 24.09.2015
ATO
 Piano d'Ambito Territoriale (Art. 34)
COMUNE
 Piano di Gestione Comunale
 Piano Economico-Finanziario TARI
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LA LEGGE REGIONALE 14/2016: IL PIANO D’AMBITO
 E' approvato dal Consiglio d'Ambito dell'EdA
 Ha durata decennale
 Deve essere articolato nelle seguenti sezioni:
a) ricognizione delle infrastrutture, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali
di proprietà degli Enti locali da conferire in comodato ai soggetti affidatari;
b) ricognizione delle risorse umane e dei soggetti impegnati nella gestione dei rifiuti
nei territori di competenza;
c) programma degli interventi, in coerenza con le previsioni del PRGRU;
d) modello gestionale ed organizzativo;
e) Piano Economico Finanziario, comprensivo della tariffa del servizio articolata per
ciascun Comune dell’Ambito nel rispetto di parametri definiti dall’EdA, tra cui la
percentuale di raccolta differenziata;
f) Piano di impatto occupazionale.
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LA GESTIONE INTEGRATA VERTICALE E ORIZZONTALE
Gestione integrata orizzontale:
uno o più segmenti funzionali del servizio per ambiti sovracomunali
 economie di scala
 superamento della frammentazione delle gestioni
Gestione integrata verticale:
unico soggetto gestore per tutti i segmenti funzionali
 riduzione dei costi di transazione
 ambito territoriale ristretto
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LA GESTIONE INTEGRATA VERTICALE E ORIZZONTALE
Per gestione integrata si intende il complesso delle attività, ivi compresa l'attività di
spazzamento, volte ad ottimizzare la gestione dei rifiuti.
Rientrano nella gestione dei rifiuti:
 spazzamento
 raccolta
 trasporto
Fasi a
monte
del ciclo
 avvio al recupero e/o smaltimento
________________________________________________
 trattamento
 smaltimento in discarica
 recupero
Fasi a valle
del ciclo
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I NUOVI ASSETTI TERRITORIALI PREVISTI DALLA L.R. 14/2016
Ambiti Territoriali Ottimali (ATO)
La gestione dei rifiuti urbani è organizzata su n. 7 Ambiti Territoriali Ottimali
 n. 3 di dimensione sub provinciale (3 per la provincia di Napoli)
 n. 4 di dimensione provinciale (Avellino, Benevento, Caserta, Salerno)
Sub Ambiti Distrettuali (SAD)
 Sub Ambito Distrettuale (SAD) cd. Monocomunale (Capoluoghi di provincia)
 Sub Ambito Distrettuale (SAD) convenzione intercomunale ex art. 30 TUEL
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IL NUOVO ASSETTO ORGANIZZATIVO PREVISTO DALLA L..R. N. 14/2016
I Comuni concorrono in forma obbligatoriamente associata all'esercizio delle funzioni
di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani mediante
l'adesione all'Ente d'Ambito
Ente d'Ambito
Assemblea
dei Sindaci
Consiglio
d'Ambito
Presidente
Direttore
Generale
Collegio
revisori dei conti
Affidamento del servizio
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LA LEGGE REGIONALE 14/2016: Assemblea dei Sindaci
SAD e Piano d’Ambito
L’Assemblea dei Sindaci è un organo consultivo. Competenze:

[...]

Articolazione dell'ATO in SAD

Approvazione del Piano d'Ambito Territoriale

[...]
8
LA LEGGE REGIONALE 14/2016: Consiglio d’Ambito
SAD e Piano d'Ambito
Competenze:

adozione, sentita l’Assemblea dei Sindaci, del Piano d'ambito;

approvazione delle forme di gestione del servizio nell’ATO e nei SAD;

formulazione di proposte alla Regione per l’individuazione degli interventi, non
previsti nel Piano d' Ambito, necessari a garantire la sostenibilità del sistema;

definizione degli standard qualitativi del servizio;

approvazione, sulla base dell’istruttoria svolta dal direttore generale, della tariffa di
base, quale componente della tariffa da applicarsi all’utenza, eventualmente
integrata per SAD;

verifica dello stato di attuazione del Piano d' Ambito e del raggiungimento degli
standard economico-finanziari e tariffari, nonché del livello di efficienza, affidabilità e
qualità del servizio assicurati all’utenza.
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LA LEGGE REGIONALE 14/2016: Consiglio d’Ambito
Composizione (Popolazione residente al 1.01.2016)
ATO NA1 (9 Comuni, 1.315.397 ab):

CdA 26 seggi. Fascia A n. 22 (c.3) – Fascia B n. 3 (c.3) – Fascia C n. 1 (c.3)
ATO NA2 (24 Comuni, 711.431 ab.):

CdA 14 seggi – Fascia A n. 4 (c.2) – Fascia B n. 7 (c.10) – Fascia C n. 3 (c.12)
ATO NA3 (59 Comuni, 1.087.070 ab.)

CdA n. 22 seggi – Fascia A n. 3 (c.2) – Fascia B n. 10 (c.13) – Fascia C n. 9 (c. 44)
ATO AVELLINO (113 Comuni, 410.134 ab.)

CdA n. 12 seggi – Fascia A n. 1 (c.1) – Fascia B n. 5 (c. 16) – Fascia C n. 6 (c.96)
ATO BENEVENTO – (80 Comuni, 289.182 ab.)

CdA n. 12 seggi – Fascia A n. 2 (c.1) – Fascia B n. 3 (c. 7) – Fascia C n. 7 (c.72)
ATO CASERTA – (104 Comuni, 924.414 ab.)

CdA n. 18 seggi – Fascia A n. 5 (c.5) – Fascia B n. 11 (c.51) – Fascia C n. 2 (c.48)
ATO SALERNO - (161 Comuni – 1.113.222 ab.)

CdA n. 22 seggi – Fascia A n. 9 (c.9) – Fascia B n. 9 (c. 43) – Fascia C n. 4 (c. 109)
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LA LEGGE REGIONALE 14/2016: Consiglio d’Ambito
Sistema elettorale – allegato B Statuto Tipo EdA

Il Consiglio è eletto dall'Assemblea dei Sindaci dell'ATO composta dai Sindaci
in carica alla data delle votazioni del Consiglio;

L'elettorato attivo e passivo è ripartito in tre gruppi (Fasce A, B, C). Ogni
gruppo elegge i propri rappresentanti;

Elettorato passivo: sono eleggibili i Sindaci in carica al momento dell'indizione
delle elezione e loro designati in possesso dei requisiti per l'accesso
all'elettorato passivo delle Amministrazioni locali.
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LA LEGGE REGIONALE 14/2016: Consiglio d’Ambito
Sistema elettorale – allegato B Statuto Tipo EdA
Liste elettorali
 Ciascuna lista deve essere riferita all'elezione dei rappresentanti dei Comuni
appartenente alla medesima fascia demografica e i candidati sono pari al numero dei
seggi spettanti alla corrispondente fascia demografica.
 Ciascuna lista deve essere sottoscritta da tanti Sindaci che rappresentino almeno il 10%
della popolazione dei Comuni ricompresi nella medesima fascia demografica.
 Ciascun Sindaco può sottoscrivere la presentazione di una sola lista e può designare un
numero di candidati della lista non superiore al 50% dei seggi attribuibili a quella fascia
demografica.
Elezioni
 Ciascun sindaco elettore riceve un numero di schede proporzionale al peso demografico
del proprio Comune ed esprime un numero voti pari al numero di abitanti arrotondato
alle centinaia per eccesso e difetto rispetto al numero 50. Si esprime un solo voto per
scheda.
Attribuzione seggi
 Sono eletti i candidati inseriti nelle liste che hanno riportato il maggior numero di voti.
Nell'ambito di ciascuna lista i seggi saranno assegnati secondo l'ordine in cui i candidati
appaiono nella lista medesima.
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LA LEGGE REGIONALE 14/2016: accordi tra comuni
Accordi tra Comuni (art. 24, comma 4)
 I Comuni ricadenti nel SAD possono regolare i rispettivi rapporti di collaborazione
per la gestione associata di servizi su base distrettuale mediante la stipula di
convenzione ex art. 30 TUEL
Accordi tra Comuni e ATO (art. 24, comma 5)
 L'EdA prende atto della costituzione in SAD da parte dei Comuni capoluogo di
provincia e definisce con apposita convenzione ex art. 30 TUEL i rapporti con i
Comuni interessati e gli ATO competenti territorialmente, anche per:
1. modelli di svolgimento del servizio
2. regime tariffario
3. individuazione del soggetto gestore
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LA LEGGE REGIONALE 14/2016: criteri e requisiti per la costituzione di un SAD
Obiettivo del SAD: consentire, in base alle diversità territoriali, una maggiore efficienza
gestionale ed una migliore qualità del servizio all'utenza, con riferimento ai criteri di
ottimizzazione del ciclo o di suoi segmenti funzionali, in conformità a criteri e parametri
indicati nel Piano regionale di gestione dei rifiuti ex art. 200, cc.1 e 7, del D.L.gs 152/2006.
L.R. 14/2016, art. 24: demanda al PRGR la definizione dei criteri e dei
parametri per l’individuazione dei SAD
DGR 416 del 27/07/2016; par. 7.1.1.1.1: proposta di adeguamento del PRGR
Fa riferimento ai seguenti criteri, già individuati dall’art. 15. commi 3 e 4 della L. R. n. 4/2007
(possibilità di articolazione di ciascun ATO in aree omogenee):
a) popolazione o bacino di utenza;
b) densità abitativa;
c) caratteristiche morfologiche e urbanistiche;
d) logistica, in funzione della dislocazione degli impianti;
e) limite demografico, come previsto dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con
modificazioni, dalla Legge 122/2010 (comma 4) [….], anche tenendo conto delle
perimetrazioni corrispondenti al territorio delle Comunità Montane, degli Enti Parco Nazionali
e Regionali e delle aggregazioni di Comuni (…) costituite ai sensi dell'articolo 14, comma 28 del
decreto-legge 78/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 122/2010 e dei Distretti
Turistico-Alberghieri.
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DISCIPLINA PER L’ARTICOLAZIONE DELL’ATO IN SAD (L.R. 14/2016)
L’articolazione dell’ATO in Sub Ambiti Distrettuali è deliberata dall’Ente d’Ambito, sentiti i
Comuni interessati (comma 2, art 24) e l’Assemblea dei Sindaci (comma 3, art. 27), nel rispetto
delle indicazioni generali del PRGRU e sentita la Regione.
I Comuni compresi nell'ATO, o parte di essi, possono avanzare all'EDA proposte motivate di
delimitazione di SAD per l'ottimizzazione del ciclo o di segmenti dello stesso nel rispetto delle
indicazioni stabilite nel PRGRU; se l'EdA ritiene di non poter autorizzare il SAD, è tenuto a
fornire le opportune motivazioni tecniche e oggettive a supporto di tale diniego
(comma 3 Art. 24)
I Comuni ricadenti nel SAD possono regolare i rispettivi rapporti di collaborazione per la
gestione associata di servizi su base distrettuale mediante stipula di convenzioni ai sensi
dell'articolo 30 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi
sull'ordinamento degli enti locali). (comma 4, Art. 24)
Lo Statuto dell'EdA disciplina le modalità di esercizio della rappresentanza dei Comuni ricadenti
nel SAD nei rapporti con gli organi di governo dell'Ente. (comma 5, Art. 24)
I Comuni di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno possono costituirsi in SAD ai fini della
presente legge. L'EdA prende atto della eventuale richiesta dei predetti enti e definisce con
apposita convenzione, ai sensi dell'articolo 30 del decreto legislativo 267/2000, i rapporti tra i
Comuni interessati e gli ATO competenti per lo svolgimento delle relative funzioni anche per
quanto riferito ai modelli operanti di svolgimento del servizio, al regime tariffario ed
all'individuazione del soggetto gestore (comma 6, Art. 24)
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IL PROCESSO DI DEFINIZIONE DEL SAD
Checklist IFEL per la verifica della congruità rispetto ai criteri
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LA PROPOSTA DI SAD: I POSSIBILI PERCORSI
IPOTESI 1

Ogni Comune proroga i contratti in essere, o procede alle gara per
l’affidamento del servizio di gestione nel periodo transitorio (con
clausola risolutiva espressa).

I Comuni sottoscrivono una Convenzione (ex. Art. 30 Tuel) per la
gestione di alcuni servizi in forma associata.

Formulano la proposta di SAD da sottoporre all’EdA con Relazione di
accompagnamento
IPOTESI 2

Formulano solo la proposta di SAD da sottoporre all’EdA con
Relazione di accompagnamento.
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I VANTAGGI DEL SAD
1. Conservare gli elementi positivi e le buone pratiche esistenti: risultati
raggiunti su costi di gestione, %RD, % di avvio al riciclo, % di rifiuti
biodegradabili da collocare in discarica.
2. Risolvere gli elementi critici e perfettibili --> grazie ad economie di scala,
condivisione infrastrutture (ad es. CdR), all'estensione di modelli / servizi
virtuosi già esistenti ad altri comuni;
3. Grazie al SAD conseguire un miglioramento dei risultati
(%RD, % di avvio al riciclo) che permetta di efficientare i costi della
gestione, nonostante gli aumenti determinati dall'ATO
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IL PROCESSO DI DEFINIZIONE DEL SAD: i passaggi politico-amministrativi
1.
Approvazione della DGC di impegno a costituire il SAD e costituzione
del Gruppo di Lavoro per la definizione della Relazione e del modello
di servizio (Delibera tipo predisposta da IFEL)
2.
Predisposizione della Relazione di accompagnamento alla richiesta di
riconoscimento del SAD
3.
Approvazione della DCC di costituzione del SAD e della Relazione di
accompagnamento alla richiesta di riconoscimento del SAD
4.
Presentazione all’EdA della richiesta motivata di delimitazione del
SAD
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IL PROCESSO DI DEFINIZIONE DEL SAD: i passaggi tecnici
FASE 2 :
Predisporre la proposta tecnicooperativa sul modello organizzativo e
gestionale per raggiungere gli obiettivi
del SAD (aumento efficienza / efficacia,
contenimento costi).
FASE 3 :
Predisporre la Relazione di
accompagnamento alla richiesta di
riconoscimento del SAD
27.05.2016 Presa d'atto Statuto Tipo
Insediamento EdA
Piano D'Ambito
Affidamento servizio
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UNA IPOTESI DI RELAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA PROPOSTA DI SAD
Prima parte:
Presentazione del gruppo di Comuni e motivazioni della proposta di SAD.
Chi siamo e perché vogliamo fare un SAD.
Seconda parte:
Rispondenza della proposta ai criteri previsti dal PRGR (checklist; fornire
dati corroboranti la coerenza del SAD rispetto a ciascun criterio in elenco), anche con
riferimento al territorio circostante.
Terza parte:
La gestione attuale dei rifiuti (modelli, risultati, costi di gestione).
Quarta parte:
La proposta tecnico-operativa: descrizione del modello organizzativo che consentirà di
raggiungere gli obiettivi prefissati (aumento efficienza / efficacia, contenimento costi).
Appendice:
dati statistici
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www.campaniadifferenzia.anci.it
Per eventuali quesiti: http://www.campaniadifferenzia.anci.it/
(richiedere le credenziali ed accedere a "L’esperto risponde" per porre il
quesito)
Per contatti e informazioni scrivere alla Segreteria Tecnica di progetto
presso IFEL: [email protected]
GRAZIE PER L'ATTENZIONE