Guardia costiera. Lo dice il nome

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PRIMO PIANO
Venerdì 28 Ottobre 2016
Il suo compito istituzionale è di presidiare i confini marittimi, non di fare la croce rossa
Guardia costiera. Lo dice il nome
In una base fortificata sarebbero istruite le pratiche
DI
DOMENICO CACOPARDO
N
on si può abbandonare un tema così grave,
come quello dell’immigrazione illegale,
ed evitare di approfondirne i
termini, visto che persone moderate e ragionevoli, influenzate dalla disinformazione e dai
sentimenti umanitari, non riescono a vederne gli aspetti più
sostanziali e i pericoli presenti,
già da qualche anno, nel nostro
Paese. Primi fra tutti, il diffondersi del lavoro illegale o nero
e il ritorno, alla grande, della
tubercolosi. Ieri ho scritto che
il governo italiano ha una via
d’uscita immediata e praticabile, che non comporta il fiume di
lacrime che professionisti della
speculazione sugli immigrati e
le anime buone sono pronte a
versare ogni giorno purché il
turpe traffico di vite umane,
con l’utilizzo di navi appoggio
italiane, della Marina Militare
e della Guardia Costiera (lo dice
il nome stesso «Guardia», cioè
difesa delle coste) continui indisturbato.
Si tratta di praticare un
blocco navale sulle coste libiche, in modo da impedire a qualsiasi natante di abbandonare la
riva e, nel caso in cui qualcuno
si azzardi in mare, da fermarlo
dopo pochi metri di navigazione
e da riportarlo indietro. Una simile operazione avrebbe un’eco
in tutta l’Africa del Nord e sub-
sahariana scoraggiando tutti
coloro che per spirito di avventura e voglia di trasferirsi nella
grassa Europa, si incamminano
per i sentieri impervi che conducono alle coste libiche. Certo, ci
sono anche i profughi che fuggono da Sudan ed Eritrea, ma
si tratta di numeri modesti. Per
questa ragione, il blocco navale
dovrebbe essere accompagnato
dall’apertura di una base fortificata nella quale personale preparato possa operare in tempo
reale una separazione tra immigrati e profughi. Un progetto del
genere, con tutta probabilità, incontrerebbe un ampio consenso
europeo e la partecipazione di
forze navali e terrestri, capaci
di integrare l’Italia nel blocco e
nella selezione di coloro che vorrebbero sbarcare nel continente
europeo.
Giacché la situazione
attuale è compromessa da
alcuni macigni che una informazione largamente ispirata
dalla speculazione si astiene
dal segnalare. La legge italiana (ma anche altrove, quella
che descriviamo è la disciplina
vigente) definisce i presupposti
per essere ammessi nel territorio nazionale. Primo fra tutti
una specializzazione lavorativa
ambita dal sistema economico
italiano che, quindi, sia accompagnata da un (pre)contratto di
lavoro. In secondo luogo, ci sono
i ricongiungimenti che dovrebbero essere trattati con molta
cautela visti i limiti delle certificazioni prodotte dalle nazioni di
provenienza, in base alle quali
basta un solo senegalese per autorizzare decine di altri senegalesi a dichiararsi congiunti del
primo e quindi titolari del diritto al ricongiungimento.
C’è poi un’altra questione da non dimenticare. La
carità è un’attività umana del
tutto opzionale. Non c’è nessun
dovere di esercitare la carità.
Nemmeno la religione cristiana
la impone. E, inoltre, è del tutto
discrezionale esercitarla, talché
io posso ben legittimamente e
sentendomi meritevole di gratitudine essere caritatevole con
una persona o con un gruppo
e indifferente nei confronti di
un’altra persona e di un altro
gruppo. Solo noi, su ItaliaOggi,
osammo criticare il papa che,
andato nell’«hot-spot» di Lesbo,
se ne tornò a Roma con 10 siriani, invece di piazzarsi nella
struttura per condividere la sorte dei 300 ‘detenuti’ finché non
fossero stati liberati. Quindi,
anche il papa ha il diritto (molto criticabile nel suo caso) di
scegliere chi sarà destinatario
della sua carità.
Purtroppo, i media, influenzati soprattutto da chi
lucra sull’immigrazione illegale
(più di quanti si possa immaginare) si astengono dall’approfondire la questione col linguaggio
della serena terzietà. Non parliamo di obbiettività in Italia,
giacché qui il mestiere più esercitato nelle redazioni è quello di
propagandista dell’amico di turno. Perciò, il cittadino di Gorino
che lavora e paga le tasse e che
vive pacificamente nella legalità
ha tutto il diritto di rifiutarsi di
aprire la porta della sua casa al
primo immigrato illegale che un
bus della Polizia gli vorrebbe
scaricare sul portone. Anzi ha
un diritto maggiore ed è un diritto sancito dalla Costituzione:
art. 52 «La difesa della Patria è
sacro dovere del cittadino.»
Poiché si tratta di una norma dispositiva e non programmatica, il cittadino di Gorino ha
il teorico diritto di armarsi per
difendere la Patria dall’invasione illegale in corso. E coloro che
gestiscono e collaborano all’invasione sarebbero passibili di
essere processati. È questa il
grave ribaltamento della verità istituzionale che in Italia
stiamo operando da decenni.
Per esempio, dopo un’attesa
di anni divengo assegnatario
di una casa popolare. Ma non
posso entrarci perché qualcuno,
uno ‘ndranghetista calabrese,
un camorrista napoletano o un
esponente di qualche tribù di
zingari ha occupato l’alloggio
e non intende andarsene. L’autorità giudiziaria se la prende
comoda, e così la forza pubblica.
Ergo io vengo privato del mio diritto riconosciuto dopo un complesso iter amministrativo.
Questa è una Nazione nel-
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la quale una serie di reati di
impatto sociale (compresa la
violazione di domicilio) sono
stati depenalizzati, talché tutti
si possono vantare di una diminuzione, appunto, dei reati
che a ben vedere non esiste nei
termini proclamati con rulli di
tamburi (a dimostrazione che
gli immigrati non violano il
codice penale). Nell’economia,
i crediti irrisolti e irresolvibili
delle banche italiane, che le conducono al fondo delle classifiche
di affidabilità, sono tali anche
per le bibliche inefficienze della
giustizia, talché un credito mediamente esigibile in Francia o
in Germania, diventa inesigibile
nel nostro Paese. È dunque questo il problema che minaccia di
far crollare l’impianto nazionale
e quello comunitario: l’incapacità di tutelare i cittadini dall’invasione dall’esterno (addirittura aiutata dallo Stato fornitore
di appoggi ai trafficanti) e dagli
attacchi interni alla legalità. E
di tutelare il diritto di proprietà
e i principi dell’affidamento giuridico. La diserzione di fronte ai
doveri costituzionali è scandalosamente generalizzata e nessuno si pone il problema.
Decenni di cattiva politica, di cattiva propaganda e di
finto buonismo hanno alterato
la percezione generale dei fattibase della società. Una buona
premessa per aspettarsi un rivolgimento epocale.
www.cacopardo.it
PILLOLE
Migranti, due naufragi: sarebbero
148 i morti e 367 messi in salvo
Immigrati, Salvini invita sindaci
e forze dell’ordine a disobbedire
In 51 sono morti in mare durante
la drammatica traversata con condizioni meteo avverse a bordo di alcuni
gommoni nel Canale di Sicilia. In 338
ce l’hanno fatta, in prevalenza subsahariani, recuperati da tre
gommoni e condotti in Sicilia dalla nave mercantile
danese «Maersk Edward».
Tra loro 25 donne, alcune
in stato interssante, e 31
minori non accompagnati.
Altri 97 migranti sono dispersi e presumibilmente
morti dopo che il gommone
sul quale si trovavano al largo delle coste libiche ha cominciato a imbarcare acqua
ed è affondato. Lo ha riferito
il generale General Ayoub
Qassem della marina militare libica, precisando che
nello stesso naufragio 29
immigrati sono stati salvati. Secondo uno dei migranti
a bordo, l’imbarcazione era
partita con 126 persone da
Garabulli, 70 chilometri a est di Tripoli, ma è stata affondata dal forte mare.
Tra i 97 dispersi ci sono anche tre donne e un bambino. Sono 3.800 persone
che hanno perso la vita quest’anno, nel
tentativo di raggiungere l’Europa, ha
sottolineato l’Onu. Nel 2015 erano state 3.771 le persone morte o disperse
durante le traversate.
«Il problema non è dove mettere» gli
immigrati «ma non farli partire e non
disseminarli per l’Italia», ha affrontato
il problema il leader della Lega Nord,
Matteo Salvini, durante un presidio
cosa fanno i milanesi». Non solo. «Tante
donne e tanti uomini della polizia, dei
carabinieri e dalla Marina Militare tutti
i giorni sottovoce mi dicono che sono stufi di portare in casa quelli che poi devono
inseguire. Aspetto il giorno in cui uomini
e donne in divisa ci daranno una mano
perché» dal governo «ci preparano un futuro di pulizia
etnica». «Obbedire è giusto»,
è la conclusione, «disobbedire
a ordini sbagliati è altrettanto giusto».
In Italia gli stranieri
più gli italiani acquisiti
sono quasi 7 milioni
Vignetta di Claudio Cadei
davanti alla caserma Montello di Milano
dove saranno accolti nei prossimi giorni
300 profughi. «Il governo li fa partire
perché ci guadagna, ci guadagnano i ministri, le loro cooperative», ha sostenuto. «Invitiamo sindaci e città a ribellarsi
in maniera pacifica ma a ribellarsi. La
misura è colma: a Goro hanno vinto i
cittadini non i partiti, bisogna vedere
In Italia nel 2015 sono
residenti 5.026.153 cittadini stranieri a fronte di
5.202.000 italiani residenti
all’estero (dato delle anagrafi
consolari, superiore a quello
dell’archivio Aire). Questi
ultimi hanno conosciuto nel
2015 un aumento di circa
200mila unità. Lo sottolinea
il Dossier Statistico Immigrazione presentato ieri in Vaticano. Per
quanto riguarda l`entità della presenza
straniera in Italia, in realtà, tenendo
conto, oltre al numero dei residenti registrati anche dei soggiornanti non ancora
iscritti all’anagrafe, gli «stranieri» sono
5.498.000 cui si affiancano 1.150.000
che hanno già la cittadinanza italiana.
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