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I COMMENTI
Venerdì 28 Ottobre 2016
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Il caso della Vallonia
in una fragile Europa
The case of Wallonia
in a fragile Europe
L’
Europa non
il governo del Belgio
DI CARLO VALENTINI
è mai stata
a un nuovo estenuancosì in crisi.
te lavoro diplomatico,
C’è chi esce, chi costruisce zigzagando tra Ue e Canada, fino a
muri, chi piccona per guadagnare raggiungere un compromesso. Una
consenso elettorale e chi minaccia regione belga di 3,5 milioni di abitanveti in grado di bloccare la macchina ti ha rischiato di mandare a monte un
comunitaria. Tra questi ultimi, Mat- negoziato durato 7 anni e che porterà,
teo Renzi intende sparare un’ato- secondo le previsioni degli economimica sul quartier generale attra- sti, benefici alle economie (esangui)
verso il veto al bilancio 2017 se non di 28 paesi con una popolazione di
passerà la manovra. Non che abbia 500 milioni di abitanti perché farà
tutti i torti. In una situazione in cui aumentare del 20% il volume degli
l’Europa sembra vicina al collasso, scambi commerciali tra le due grandi
con le economie al palo e il fuggi- aree geografiche.
fuggi sull’immigrazione, contestare
Il motivo principale dell’aruno 0,1% appare scarsamente giuroccamento della
stificabile. Come del
Vallonia riguardava
resto hanno riconoquestioni politiche
sciuto anche Barack
Anche se è stato
interne, anche se maObama e soprattutto
poi risolto
scherate con problela Federal reserve.
in extremis
mi sulle commissioni
di arbitrato: la guida
A Bruxelles non
si rendono conto che il problema è della regione è socialista mentre il
riformare e rilanciare su nuove basi governo belga è liberale e all’interl’Europa, evitando certamente la no del partito socialista vallone è
dissipazione ma senza correre dietro in corso una guerra senza esclusioalle briciole. Si rischia di guardare le ne di colpi tra l’ex premier Elio Di
pagliuzze e non vedere le travi, una Rupo e l’aspirante premier Paul
delle quali è quanto è avvenuto sul Magnette. Nel gioco dei dispetti
trattato commerciale tra Ue e Cana- e delle ripicche a farne le spese ha
da ad opera della Vallonia, la parte rischiato di essere l’Ue. Per ora il
francofona del Belgio. Un lungo e fa- pericolo è sventato ma altre questioticoso negoziato era stato finalmente ni sono all’orizzonte in conseguenza
concluso tra le delegazioni delle due del dopo Brexit. Altro che incaponirparti ma all’atto della firma una sorta si sullo zero virgola.
di ricatto della Vallonia ha costretto
© Riproduzione riservata
DI
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
La rete avvelena la politica
con il virus del populismo
Persino la Gazzetta
Ufficiale si corregge
SERGIO LUCIANO
A
E
urope has never been so ment to a new grueling diplomatic
distressed. There are those work, zigzagging between EU
who exit, those who build and Canada, until they reached
walls, those who destroy a compromise. A Belgian region
to gain electoral support and those of 3.5 million inhabitants risked
who threaten vetoes able to block short-circuiting a seven-year long
the EU machine. Among the lat- negotiation, which according to
ter, Matteo Renzi plans to nuke economists’ forecasts will bring
the headquarters by vetoing the benefits to the (lifeless) economies
2017 budget if the measures aren’t of 28 countries with a population of
passed. Actually, he’s got a point 500 million inhabitants, as it will
there. With Europe looking on the increase trade volume between the
verge of collapse, with the econo- two big geographic areas by 20%.
mies at standstill and the buckpassing on immigration, disputing
The main reason why Wala 0.1% seems scarcely justifiable. lonia opposed it was linked to
As, indeed, also Barack Obama internal political issues, although
and especially the
disguised as probFederal Reserve aclems on arbitration
Even though it was
knowledged.
commissions: the
leadership of the
later solved
Brussels doesn’t
region is socialist
at the last minute
realize that the
while the Belgian
problem is to reform
government is liberand lay new foundations for Eu- al and within the Walloon Socialist
rope, certainly avoiding dissipation Party a war with no holds barred
but without chasing the crumbs. between the former Prime MinisThe risk is to see the mote but not ter Elio Di Rupo and the aspiring
the beams, as it happened with Prime Minister Paul Magnette is
the trade treaty between the EU under way. The EU risked bearing
and Canada because of Wallonia, the brunt of this game of teasing
the French-speaking region of Bel- and resentments. The danger is
gium. Long and difficult negotia- averted for now but other issues
tions were finally closed between are on the horizon as a result of the
the delegations of the two sides, after-Brexit. Far from disputing a
but when they were supposed to one point figure.
sign, a kind of blackmail by Wal© Riproduzione riservata
lonia forced the Belgian governTraduzione di Silvia De Prisco
desso se ne accorgono: la Rete si sta
rivelando in tutto il
mondo un formidabile acceleratore di particelle
di stupidità. Ha trasformato
tutti in editorialisti. Il che ha
comportato un boom di populismo, in tutto il mondo. Quando si rimane basiti dai post su
Facebook pieni di maleparole, quando ci si sbalordisce di
fronte ai razzismi spudorati o
alle impudenti bugie faziose
che affollano i social, dobbiamo tener presente che siamo
solo all’inizio. Il veleno del
pan-comizialismo che il web
ha inoculato nella democrazia ha appena iniziato a fare i
suoi effetti.
Nella primavera scorsa Tinder (l’app americana
famosissima tra i ragazzi
perché agevola la ricerca di
partner graditi per amiciziaamore-sesso) ha inventato un
servizio chiamato «swipe the
vote» che in teoria incrocia i
dati del richiedente con quelli
dei candidati alle elezioni per
individuare le affinità. Un po’
come cercare il parlamentare
gemello. Una palese scemenza, ma tant’è. Dopo la sacrosanta rottura del tabù, firmata da Enrico Mentana, con
l’invenzione del neologismo
webete, occorre trovare una
parola nuova anche per definire l’elettore internettaro
Tutti esprimono
opinioni senza
sapere i fatti
alla mercè dell’ultimo clic.
Perché la scala dimensionale alla quale i social media
hanno elevato (si fa per dire)
il dibattito politico è tale per
cui la dimensione dei media
tradizionali, compresa la televisione, non è più sufficiente
né per capire né tantomeno
per orientare il consenso.
La rete è l’anti élite. I
social media funzionano in
base ad algoritmi che tendono a massimizzare i contatti
con gli utenti e l’intensità di
questi contatti. Quindi sono
ossessionati dalle quantità,
e per aumentarle fanno leva
sui contenuti e sui fenomeni
che promettono di imporsi a
quante più persone possibili:
guarda caso, si tratta sempre,
quindi, di messaggi in qualche
modo clamorosi, strillati, sorprendenti. Mai approfonditi,
riflessivi, impegnativi.
Ma ecco: se sul referendum come sui migranti non
solo il parere del più qualificato costituzionalista o del
più competente demografo
vale quanto quello dell’ultimo semianalfabeta ma anzi
quest’ultimo, quando urla parolacce, ha molte più chance
di essere notato sul web degli
altri… è evidente che la Rete
diventa megafono del peggio.
Per questo la pervasività totalizzante di internet dovrebbe
suggerirci di fare un tagliando
alle regole della democrazia,
per porla un po’ più al riparo
da questi effetti indesiderati
di uno strumento per altri
versi, e paradossalmente,
prezioso ai fini della cultura
e dell’aggregazione. Un’altra
riforma costituzionale? Forse
sì: purché una riforma 4.0, capace di prendere il buono della Rete e contenerne il peggio.
Facile a dirsi.
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DI
MARCO BERTONCINI
«Il Consiglio dei ministri
ha approvato il disegno di
legge di bilancio dello Stato per l’anno finanziario
2017»: così il comunicato
ufficiale del 15 ottobre.
Dopo di che, si susseguono bisbigli, dichiarazioni,
voci, anche per replicare
all’annunciata lettera europea (come sempre, erano
le solite, indefinite «fonti di
Bruxelles»), poi recapitata
e quindi contestata.
Ha rilevato gli aspetti
paradossali della questione Antonio Azzollini, considerato a palazzo
Madama uno dei pochi
competenti in materia di
bilancio: l’Ue «si sofferma
su alcune grandezze che
coinvolgono l’elemento
fondamentale della legge
di stabilità, cioè i saldi di
finanza pubblica», mentre
il governo, per via giornalistica, «dice, parlando di un
documento che noi non conosciamo, che la manovra
rimane così com’è, ma non
giustifica, né può farlo per-
ché non esiste il documento che va giustificato».
Alle camere la legge
di bilancio doveva arrivare il 20 ottobre. Non si
è vista. Così, il malvezzo
dei documenti approvati in
maniera generica procede:
i contenuti sono definiti in
momenti successivi. Nel
caso del bilancio, stando
alle bozze in circolazione semiclandestina e alle
mezze frasi captate, la rielaborazione appare più
consistente del solito. Che
perfino sul piano tipografico, per così dire, non tutto
fili liscio, si è rilevato da un
avviso di rettifica, apparso
sulla Gazzetta Ufficiale, per
l’omessa pubblicazione («per
mero errore materiale») di
tabelle, della lunghezza di
ben tre pagine, in calce al
decreto legge fiscale. Si noti
che non si è trattato di un
errore di stampa, perché allora sarebbe stata un’errata
corrige, bensì di una rettifica: sbagliato era il provvedimento mandato dagli uffici
ministeriali alla Gazzetta.
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