Il caso Mattei, un giallo italiano

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Il caso Mattei, un giallo italiano | 1
giovedì 27 ottobre 2016, 07:00
Accadde oggi
Il caso Mattei, un giallo italiano
Il 27 ottobre 1962 muore Enrico Mattei, Presidente dell'ENI in un misterioso incidente aereo
di Gianni Lucini
Il 27 ottobre 1962 il bireattore privato Morane Saulnier MS.760 Paris su cui sta su tornando da Catania a Milano
Enrico Mattei, Presidente dell’ENI, l’ente petrolifero italiano, si schianta nelle campagne di Bascapè, un piccolo
paese in provincia di Pavia, mentre durante un temporale si sta avvicinando all'aeroporto di Linate. Perdono la vita tutti
gli occupanti: Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista statunitense William McHale. Scompare così l’ex
comandante partigiano che ha tentato di costruire una politica energetica italiana non subalterna agli interessi
delle grandi compagnie petrolifere. Secondo alcuni testimoni, tra cui c’è il contadino Mario Ronchi che più avanti
ritratterà la testimonianza, l'aereo sarebbe esploso in volo. Nonostante i dubbi la pratica viene archiviata come
'incidente', ma non tutto quadra in questa descrizione e il sostituto procuratore di Pavia, Vincenzo Calia, giungerà anni
dopo vicinissimo alla soluzione del caso. Il problema è che l'ipotesi dell'attentato, pur da lui formulata, non riesce a
essere compiutamente provata. La sua indagine non chiarisce chi avrebbe compiuto il sabotaggio dell'aereo e
soprattutto sulla base di quali ordini e dati da chi. Calia fa un gran lavoro d’investigazione, ma non riesce a costruire
compiutamente il suo castello accusatorio, salvo intuire le responsabilità di uomini dell'Eni e degli organi di
sicurezza dello Stato sia nell’attentato che nei depistaggi e manipolazioni varie che impediscono di arrivare alla verità.
Prima della sua scomparsa Enrico Mattei aveva ricevuto più di una minaccia. La prima gli era arrivata dopo la sua
dichiarazione a favore dell’indipendenza dell’Algeria in una situazione in cui le 'sette sorelle' tentavano di tenere in
piedi le concessioni nate nel legame coloniale con la Francia. La minaccia arrivava dall’OAS, un gruppo clandestino di
estrema destra che operava tra i francesi in Algeria e che lo aveva minacciato di morte se avesse continuato a coltivare
legami con il Fronte di Liberazione Algerino. La seconda arriva l’8 gennaio 1962 quando, alla vigilia di un volo in
Marocco, il pilota del suo aereo personale scopre che il motore è stato sabotato. Poche settimane prima della sua
scomparsa Leonid Kolosov, capo-centro del KGB sovietico per l'Italia settentrionale, gli aveva segnalato che contro la sua
persona erano in corso progetti di 'neutralizzazione'. Le indagini condotte dall'Aeronautica militare italiana e dalla procura di
Pavia sull'ipotesi di attentato all’epoca dei fatti si chiudono con un'archiviazione «perché il fatto non sussiste». Dopo varie
pressioni, campagne di stampa e ricostruzioni il caso verrà riaperto. Nel 1986 anche da alcuni ambienti dei Servizi
Segreti si comincia a parlare apertamente dell'incidente come di un 'abbattimento'. Nel 1997 l’analisi dei reperti
con nuove tecnologie provoca una nuova riapertura delle indagini giudiziarie che si chiudono con l'ammissione che l'aereo
«venne dolosamente abbattuto» da una bomba di circa 150 grammi di tritolo posti dietro al cruscotto dell'apparecchio in
grado di attivarsi nel momento dell'apertura del carrello in fase di atterraggio. Quello che manca è il nome dei mandanti
e degli esecutori. Il sostituto procuratore Calia, artefice della riapertura del caso scrive che «l'esecuzione dell'attentato
venne pianificata quando fu certo che Enrico Mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell'ente petrolifero
di Stato». E si ferma lì. Nel 1972 sulla vicenda Francesco Rosi gira il film 'Il caso Mattei' nel quale Gian Maria Volonté
veste i panni del Presidente dell'ENI. https://www.youtube.com/watch?v=6-CCTtoSE2U
di Gianni Lucini
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/caso-mattei-un-giallo-italiano/
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