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PRIMO PIANO
Oggi non è come ai tempi di Tangentopoli. Adesso si ruba
per sè, non per il partito.
Claudio Cadei
La riforma: basta cambiare una parola
I deputati percepiscono un vitalizio che, a tutti gli effetti,
è una vera e propria pensione (di diverso c’è solo che, a
parità di livello, i parlamentari hanno pagato meno contributi di tutti gli altri italiani). Perché allora la chiamano indennità e non pensione? È molto semplice. Per poter
prendere meglio per i fondelli, anche in questo modo, gli
elettori. Infatti se il vitalizio parlamentare si chiamasse
pensione, esso dovrebbe essere sottoposto agli stessi salassi
che i parlamentari continuano ad applicare alle cosiddette
pensioni d’oro dei pensionati privati, anche se esse sono
meno di 3 mila euro netti al mese. Chiamiamolo pensioni
i vitalizi ed essi sarebbero automaticamente trattati come
quelle degli italiani normali. Vedresti, con questo semplice
adeguamento lessicale, come i parlamentari diventerebbero
prudenti nello strizzare le pensioni ai cittadini che invece se
le sono guadagnate nel corso della loro vita (è un semplice
salario differito).
Giusto Davanzanti
Il finanziamento dei deputati ai partiti
Il deputato pd Ettore Rosato ha affermato ieri nel dibattito
alla Camera che «tutti i deputati del Pd usano parte del proprio compenso per sostenere il partito». Se così è, ed è così,
perché il sig. Ettore Rosato deve fare beneficenza con i miei
soldi? Li faccia con i propri, se proprio vuol sostenere il suo
partito, che è il suo e non il mio. Questi Pd non capiscono nulla
di quel che pensa e sente la gente e purtroppo tutto ciò va a
vantaggio del peggio del peggio. Inoltre perché debbono cedere
(se la cedono) una parte della loro indennità, se lo Stato (nonostante che un referendum imponesse il contrario) continua,
per altre vie, a finanziare i partiti?
Santo Bressani
La fine di Castel Gandolfo
Dopo aver letto su ItaliaOggi l’articolo di D’Anna che spiega
che il Papa non soggiornerà più, d’estate a Castel Gandolfo che verrà invece utilizzato solo come un museo mi sono
domandata come questo papa possa permettersi di agire,
non come un temporaneo occupante del soglio di Pietro, ma
come uno che ha vinto la lotteria e fa quel che gli pare, della
dottrina come dei monumenti.
Serena Gana Cavallo
Il cane Sogno in parlamento
Il crudele Renzi li vuole diminuire, ma la Brambilla non
è d’accordo. Ecco perché l’altro giorno ne ha portato uno
nuovo a Montecitorio. Così i deputati sono diventati 631. Si
tratta di Sogno, un meticcio a prevalenza segugio, orecchie
pendule e sguardo dolcissimo. Anche lui offeso dalla Boschi,
che ha cambiato la Costituzione senza metterci dentro i
nostri fratelli a quattro zampe, come chiede la grande animalista di Calolziocorte. Purtroppo Michela ha sbagliato:
la par condicio imponeva di portare a Montecitorio anche
una cagnetta. Ma c’è tempo. Per ora basta Sogno, che vi si
è trovato subito bene, sembrava fosse a casa sua.
Gianfranco Morra
Bisogna ripetere il grido?
La Confindustria e la crisi de Il Sole-24ore: FATE PRESTO!
Giuliano Cazzola
Allegria!!!
Sentita qualche giorno fa all’Eredità: «Chi è il presidente
della Repubblica?» «Matteotti!».
Antonino D’Anna
Risposta pedagogica
Che ammirevole dimostrazione di maturità sarebbe, per
la civiltà occidentale, se le prove di pessimo gusto fornite
da esponenti immeritatamente di spicco, come quella cantante che ha fatto ricorso a oscenità varie per convincere a
votare per uno dei due candidati alle prossime elezioni Usa,
venissero accolte dal mondo a cui si rivolge con silenzioso
distacco e sostanziale indifferenza. Come si fa -con pedagogica pazienza- con quei ragazzini che dicono parolacce per
sentirsi più grandi o attirare l’attenzione.
Lucio Sironi
15
PERISCOPIO
COMMENTI
Virginia Raggi: «A Roma continuiamo a seminare». Il
problema è che crescono frigoriferi.
Filippo Merli
Giovedì 27 Ottobre 2016
DI
PAOLO SIEPI
La Chiesa dice sì alla cremazione. Sai che
novità? È dai tempi di Giordano Bruno che è
favorevole. Antonio Satta. MF.
Lorenzin: «In Italia manca
una cultura scientifica». Infatti
u
llei è ministro della salute. Spinoza. Il Fatto.
n
L’opera è un posto dove un uomo viene puL’
gnalato e, invece di morire, canta. Leopoldo
Fetchner.
La pioggia è qualcosa che fa crescere i fiori
e sparire i taxi. Anonimo.
Il professore di lingue morte si suicidò per
parlare le lingue che sapeva. Giulio Petroni.
Qualche volta non si è maturi per l’esperienza che si vive. Alessandro Bersani.
Diario.
sto scopo, è disposto a utilizzare tutti i mezzi
necessari, nessun freno morale lo trattiene. Il
partito è il superuomo (collettivo) di Lenin, ha
sempre ragione, è destinato a imporre la sua
volontà non solo agli avversari, ma anche alle
masse popolari, proletari o contadini. Tzvetan
Todorov, storico russo. ilvenerdì.
A Washington hanno intuito da subito la
forza attrattiva dell’inglese, con l’offerta di
ogni possibile strumento perché i vietnamiti
potessero impadronirsene. Ormai, migliaia di
giovani vietnamiti di ogni provincia (sono 91)
volano negli Usa per frequentare le scuole superiori e, soprattutto, i college a stelle e strisce:
nel 2015 sono arrivati a essere oltre 28 mila in
un solo anno (altrettanti ce ne sono in Australia e quasi 16 mila hanno optato per il Canada,
altri due Paesi anglofoni) e rappresentano la
terza comunità di studenti asiatici negli Stati
Uniti e la quinta a livello mondiale. Antonio
Carlucci. ilvenerdì.
Non lasciare niente dietro di
sé. Bruciare, distruggere, dissipare. Vorrei possedere tanto
poco, che un ladro, penetranLei mi chiede, dopo pochi mesi di governo,
do in casa mia non trovasse
aveva fatto meglio Ignazio Marino rispetto alla
niente da asportare. Gabriel
Raggi? Le rispondo che sta facendo di peggio la
Matzneff, El
Elie et phaeton. La table ronRaggi, non c’è dubbio. Roberto Giachetti, de- Matzneff
putato Pd sconfitto dalla Raggi a Roma. de, 1991.
Un giorno da pecora. Radio Rai 1.
In tv mi piacciono le serie teNel discorso del Ventaglio, Grasso ha difeso levisive. Le serie televisive funil Senato, sdrammatizzando lo scontro referen- zionano davvero, perché, sono
dario. «Non cascherebbe il mondo», ha detto fin dall’origine, un prodotto teall’incirca, «se dovesse vincere il No». Con que- levisivo. È qualcosa che è nato
sta fava, ha preso tre piccioni. Ha spezzato una con la tv e che c’è sempre stalancia per l’attuale Senato e il bicameralismo to. È un po’ l’equivalente dei grandi romanzi
all’italiana anche se è unico al mondo. Si è d’appendice della fine del XIX secolo, quelli di
contrapposto a Renzi banalizzando il referen- Alexandre Dumas, di Eugène Sue, di Ponson
dum che l’altro considera la madre di tutte le du Terrail. Era un genere a parte, diverso dal
battaglie. Ha lasciato capire, subliminalmente, romanzo propriamente detto, era scritto per
di essere per il No, candidandosi ad alfiere di i giornali e gli autori venivano pagati a riga.
tutti gli antiriformisti, dalla destra di Matteo (...). Gérard Depardieu, attore francese.
Salvini alla sinistra di Gustavo Zagrebelsky. ilvenerdì.
Giancarlo Perna. Libero.
Le fughe di Proust sono fughe da incubo.
L’Antimafia è diventata anche scandalo di Vittima dell’ipocondria, ma anche dell’asma,
beni confiscati, di decine di milioni di euro che malato effettivo e immaginario insieme, non si
hanno arricchito amministratori giudiziari capisce da cosa stia fuggendo e a che cosa fugamici, un «affare di famiglia» che ha trascinato ga incontro, ma è certo che si tratta d’una fuga
nel fango la sezione delle misure di prevenzio- precipitosa. «Va nei salotti», si chiede Zweig,
ne del Tribunale di Palermo e la sua presidente «unicamente come un chimico va in laboratoSilvana Saguto. Tutti sapevano e tutti si sono rio, o un botanico nei prati, per arraffare, il più
voltati dall’altra parte. Francesco Forgio- possibile senza farsi notare, materiale per una
ne: I tragediatori, la fine dell’antimafia grande opera unica? Proust si maschera, ope il crollo dei suoi miti. (Attilio Bolzoni). pure è sincero; è un combattente dell’esercito
dei perdigiorno o è semplicemente la spia di
ilvenerdì.
un altro, più nobile, regno?». Diego Gabutti.
Sette.
Per scegliere il corpo accadeS
mico ci sono due strade: i conUn campanello elettrico attaccò a trillare
corsi (li abbiamo provati tutti)
con insistenza, se ne aggiunse un secondo, il
e la libera scelta degli atenei.
giovane li cercò con gli occhi: stavano appaiati
In Italia il sistema è basato sul
concorso; ma appena escono le nuove
regole, i sulla facciata della stazione ferroviaria, sotto
uove regole
cosiddetti «baroni» trovano il modo di aggirar- una piccola tettoia di lamiera alla quale le vele. Non tutti, sia chiaro, sono in malafede; anzi, spe avevano appeso il loro nido. Disturbati dal
la maggioranza vuole soltanto poter scegliere. duplice suono, gli insetti svolazzavano con ira
Ma allora lo dica! Perché i «concorsi arrangia- attorno ai due campanelli: «A ciascuno i suoi
ti» (tu aiuti il mio candidato qui, io sostengo fastidi» pensò il giovane. Un ferroviere uscì
il tuo candidato là) sono la pacchia dei furba- da una porta e, senza guardarle, manovrò con
stri: quelli che piazzano figli, nipoti, cognati e gesti da automa certe leve di ferro sporgenti
dal marciapiede. Eugenio Corti, Il cavallo
amanti. Beppe Severgnini. Sette.
rosso. Edizioni Ares.
Il femminismo non è trito, inNon so se sia un bene o un male, ma molssidioso forse, ma soprattutto è
sstoricamente superato. Le ideo- te donne soprattutto quelle che hanno avuto
llogie sono quasi tutte scomparse. altre esperienze, hanno imparato che sole,
Non ci resta che la prassi. Rim- con qualche simpatica e non compromettente
N
boccarsi le maniche e fare qual- amicizia maschile, è meglio. Natalia Aspesi.
b
ccosa per gli altri. Che importa ilvenerdì.
se siano donne o detenuti, o malati di mente,
Ammazzarsi di lavoro provandoci gusto
o senza casa, o immigrati? Sono ai margini di
un mondo che ci interpella. Dacia Maraini. è meglio che ammazzarsi di lavoro e basta.
Luca Goldoni, Sempre meglio che lavo(Antonio Gnoli). la Repubblica.
rare. Rizzoli, 1989.
r
Dal momento del suo ritorno in Russia,
Per capire cos’è la giovinezza
nell’aprile del 1917, Lenin è pronto ad argobisogna averla perduta. Robermentare contro tutti i suoi compagni di lotta
b
per trascinarli alla conquista del potere, nell’ottto Gervaso. Il Messaggero.
tobre dello stesso anno. Per raggiungere que© Riproduzione riservata